20.06.2013 Views

LEGGENDOGODENDO copia

LEGGENDOGODENDO copia

LEGGENDOGODENDO copia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

innamorati. Invece bisognerebbe individuarli, perché hanno abbellito la loro vita d’una<br />

lunga e tranquilla voluttà. Si crede di confonderli dicendo che non leggono i libri che<br />

possiedono. Ma uno di loro ha replicato seccamente: “E tu mangi forse nei tuoi vecchi<br />

piatti di ceramica?”<br />

Che cosa c’è di più onesto del disporre libri in uno scaffale? Ciò ricorda molto, in<br />

verità, il lavoro che intraprendono i bambini quando fanno dei mucchietti di sabbia sulla<br />

riva del mare. Lavorano invano e tutto ciò che innalzano, ben presto crollerà. Così<br />

accade, senza dubbio, delle collezioni di libri e quadri. Ma non bisogna accusarne che le<br />

vicissitudini dell’esistenza e la brevità della vita. Il mare trascina con sé i monticelli<br />

di sabbia e il banditore d’asta disperde le collezioni. Eppure non c’è nulla di meglio da<br />

fare che monticelli di sabbia a dieci anni e collezioni a sessanta. Nulla resterà di<br />

quanto innalziamo, e l’amore per i libri non è più vano di tutti gli altri amori.<br />

A. France, Il giardino di Epicuro, ed. Scipioni<br />

Io mi sto in villa… mi lievo la mattina con el sole et vommene in un mio bosco… Partitomi<br />

dal bosco, io me ne vo a una fonte.. Ho un libro sotto, o Dante o Petrarca, o un di questi<br />

poeti minori, come Tibullo, Ovidio et simili: leggo quelle loro amorose passioni et quelli<br />

loro amori, ricordomi de’ mia, godomi un pezzo in questo pensiero… Venuta la sera, mi<br />

ritorno in casa et entro nel mio scrittoio; et in su l’uscio mi spoglio quella veste<br />

cotidiana, piena di fango et di loto, et mi metto panni reali et curiali, et rivestito<br />

condecentemente entro nelle antique corti degli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto<br />

amorevolmente, mi pasco di quel cibo, che solum è mio et che io nacqui per lui… Et non<br />

sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà,<br />

non mi sbigottisce la morte: tutto mi trasferisco in loro.<br />

N. Machiavelli a Francesco Vettori, 10 Dicembre 1513<br />

… Mi possiede una insaziabile brama… L’oro, l’argento, i gioielli, la ricca veste, il<br />

palazzo di marmo… recano con sé un godimento inerte e superficiale: i libri ci danno un<br />

diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una<br />

sorta di familiarità attiva e penetrante… Francesco Petrarca<br />

Se possiedi una biblioteca con un giardino, niente ti mancherà.<br />

Si hortum cum bibllioteca habebis, nihil deerit.<br />

M. T. Cicerone<br />

L’uomo è il prodigio di Dio, il libro è il prodigio dell’uomo. Adolfo Padovan<br />

Non c’è piacere senza conoscenza e non c’è conoscenza senza piacere. Carlin Petrini,<br />

Presidente di Slow Food<br />

Carta canta e villan dorme… finché vivrà il gusto del libro e della lettura evviva il<br />

libro di carta da tenere nelle proprie mani, per leggerlo, sfogliarlo, annusarlo,<br />

palparlo, accarezzarlo. Vanni Scheiwiller, Le carte della carta, 1999<br />

Confesso il mio peccato, non di vanità ma di sensualità: sono infatti un piccolo editore<br />

da quarantotto anni e un notissimo libridinoso. Idem<br />

Fin quando il libro sarà considerato un dovere, è impossibile farsi venire la voglia di<br />

aprirlo.<br />

Isabella Bossi Fedigrotti<br />

Nel giorno del Giudizio l’Onnipotente, nel vederci arrivare con i nostri libri<br />

sottobraccio, si rivolgerà a Pietro e dirà: “Vedi, questi non hanno bisogno di alcuna<br />

ricompensa. Non abbiamo nulla da offrirgli. Hanno amato leggere”.<br />

Virginia Woolf, Come si legge un libro?<br />

Ho dedicato parte della mia vita alle lettere, e credo che una forma di felicità sia la<br />

lettura; un’altra forma di felicità minore è la creazione poetica e ciò che chiamiamo<br />

creazione, che è una mescolanza di oblio e di ricordo di quanto abbiamo letto. J. L.<br />

Borges, Oral, 1981

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!