LEGGENDOGODENDO copia
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quotidiani, riviste e libri, e in testa a quella del consumo televisivo. Se ne deduce<br />
quindi che alla riflessione e all’approfondimento dei problemi per mezzo della lettura<br />
viene preferita la superficialità rapida e caotica dei notiziari televisivi. Il romanzo<br />
che scava nelle coscienze dei personaggi ha come alternativa la “telenovela”, ai saggi<br />
storici e scientifici si preferiscono i servizi più o meno attendibili che si riesce a<br />
captare tra una pubblicità e l’altra.<br />
È un quadro desolante e pericoloso perché se non si legge, il pensiero critico e<br />
l’immaginazione si spengono e si crea l’atteggiamento passivo di chi non è più un uomo<br />
libero, capace di capire la realtà e di reagire.<br />
L’abbandono della lettura, negli ultimi decenni, è stato un fenomeno abbastanza diffuso,<br />
al quale dedicò particolare attenzione lo psicologo americano Bruno Bettelheim negli anni<br />
Ottanta per capire le cause del rifiuto della lettura da parte dei ragazzi americani. I<br />
risultati dell’indagine che egli condusse con una equipe di esperti sono stati raccolti e<br />
pubblicati in Italia da Feltrinelli col titolo “Imparare a leggere”. Quei risultati hanno<br />
evidenziato la responsabilità della scuola.<br />
Si domanda Bettelheim: nel momento “magico” in cui la prima maestra insegna a decifrare e<br />
combinare i segni alfabetici per leggere e scrivere il proprio e l’altrui pensiero, quali<br />
libri offre, la scuola, ai suoi scolari?<br />
L’analisi dei primi libri scolastici di lettura in tutto il mondo, che egli condusse,<br />
rivelò un panorama sconcertante per il suo squallore: storie con personaggi stereotipati,<br />
falsi, senza vita. Conclusione: davanti a libri così poco stimolanti i bambini hanno buoni<br />
motivi per rifiutarsi di leggere e dedicarsi ad altro. L’invito dello studioso americano è<br />
di offrire ai bambini, sin dai primi giorni di scuola, non un solo libro noioso com’è in<br />
genere quello scolastico, ma tanti libri belli, stimolanti, dove realtà, sogno e avventura<br />
incantino i piccoli lettori invitandoli ad aprire con la chiave offerta dalla maestra, i<br />
cancelli del “Giardini” della cultura e creare così l’innamoramento verso i libri, che<br />
resterà per tutta la vita. E, aggiungo io, quando l’insegnante trova un libro bello, che<br />
piace ai bambini, non lo trasformi in un manuale facendo seguire ad ogni capitolo schede<br />
di verifica, esercizi grammaticali e altre noiose attività didattiche.<br />
In difesa della lettura come piacere scese in campo Gianni Rodari, con i “Nove modi di<br />
insegnare ai ragazzi a odiare la lettura”:<br />
I. presentare il libro come alternativa alla TV;<br />
II. presentare il libro come alternativa al fumetto;<br />
III. dire ai bambini di oggi che una volta i loro coetanei<br />
leggevano di più (ma quando? Venticinque anni fa<br />
avevamo ancora dieci milioni di analfabeti);<br />
VI. ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni;<br />
V. dare la colpa ai bambini se non amano la lettura;<br />
VI. trasformare il libro in uno strumento di tortura (con il<br />
riassunto, l’analisi grammaticale e logica);<br />
VII. rifiutarsi di leggere al bambino (la voce del genitore<br />
è intermediario affettuoso fra la carta stampata<br />
e il bambino);<br />
VIII. non offrire scelta sufficiente;<br />
ix. obbligare a leggere.<br />
Più recentemente Daniel Pennac ha riassunto in un decalogo i diritti “imprescrittibili”<br />
del lettore bambino e adulto:<br />
I. il diritto di non leggere;<br />
II. di saltare le pagine;<br />
III. di non finire un libro;<br />
IV. di rileggere;<br />
V. di leggere qualsiasi cosa;<br />
VI. di leggere senza regole;<br />
VII. di leggere ovunque;<br />
VIII. di spizzicare;<br />
IX. di leggere a voce alta;<br />
X. di tacere.