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Dalla malattia di Alzheimer al Mild Cognitive Impairment: il ... - Padis

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d<strong>al</strong>l‟inattività che la privazione delle ab<strong>il</strong>ità intellettive comporta rispetto ai compiti ascritti<br />

gener<strong>al</strong>mente agli in<strong>di</strong>vidui. Il ritratto della persona anziana, qui concepita dunque come un<br />

ostacolo <strong>al</strong> progresso della società moderna, è costruito da Beard per assemblaggio <strong>di</strong> “man-<br />

canze” intellettu<strong>al</strong>i, comportament<strong>al</strong>i e mor<strong>al</strong>i che, nella derivante figura della persona sen<strong>il</strong>e,<br />

sembrano cat<strong>al</strong>ogare e sistematizzare le preoccupazioni che serpeggiavano fra le classi me<strong>di</strong>e<br />

riguardo a stab<strong>il</strong>ità, coerenza ed agentività mor<strong>al</strong>e del sé masch<strong>il</strong>e minacciato d<strong>al</strong>le domande<br />

conflittu<strong>al</strong>i del capit<strong>al</strong>ismo liber<strong>al</strong>e (BALLENGER J. F. 2006: 107). L‟immagine dell‟uomo se-<br />

n<strong>il</strong>e <strong>di</strong>ffusa da Beard ha connotazioni negative e anche sfumature pericolose, poiché sembra<br />

suggerire che la società dovrebbe abbandonare <strong>il</strong> rispetto e <strong>il</strong> riguardo verso gli anziani.<br />

È questa la posizione teorica che fra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento la geronto-<br />

logia americana avrebbe rovesciato, tentando <strong>di</strong> decostruire la visione della sen<strong>il</strong>ità con<strong>di</strong>visa<br />

da Beard attraverso un‟inversione dell‟impostazione del rapporto anziano-società: <strong>al</strong>l‟uomo<br />

sen<strong>il</strong>e che non riesce a collocarsi nella società industri<strong>al</strong>e moderna a causa della decrepitu<strong>di</strong>ne<br />

indotta d<strong>al</strong>l‟età, viene sostituita una società incapace <strong>di</strong> trovare un posto <strong>al</strong>l‟anziano. Questa<br />

concezione dell‟invecchiamento come sottoprodotto patologico della società moderna fu re-<br />

cepita anche d<strong>al</strong>la psichiatria del tempo, che avrebbe strutturato un nuovo approccio <strong>al</strong>la de-<br />

menza sen<strong>il</strong>e in cui i fattori psicosoci<strong>al</strong>i erano anteposti a quelli neuropatologici fino ad af-<br />

fermare che le patologie cerebr<strong>al</strong>i fossero sempre sintomi <strong>di</strong> patologie soci<strong>al</strong>i (ivi: 111). La<br />

demenza non era cioè concepita come un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne cognitivo, ma come «un processo <strong>di</strong><strong>al</strong>etti-<br />

co fra <strong>il</strong> cervello e <strong>il</strong> contesto soci<strong>al</strong>e in cui la persona che stava invecchiando era situata»<br />

(BALLENGER J. F. 2000: 84), ossia una con<strong>di</strong>zione indotta da processi psico<strong>di</strong>namici tra l‟in-<br />

vecchiamento in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>e e la società. Per esempio, <strong>il</strong> pensionamento obbligatorio <strong>al</strong>l‟età arbi-<br />

traria <strong>di</strong> sessantacinque anni, chiaro prodotto del mercato del lavoro del mondo industri<strong>al</strong>e,<br />

imponeva <strong>al</strong>la società <strong>di</strong> ricercare nuovi v<strong>al</strong>ori e nuovi significati per l‟anzianità, poiché esso<br />

deprivava la persone <strong>di</strong> quelli tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>mente condensati d<strong>al</strong>lo svolgimento dell‟attività la-<br />

vorativa. Si tratta <strong>di</strong> un‟osservazione riferita unicamente agli uomini. Infatti, secondo la psi-<br />

chitria dell‟epoca, le donne erano protette d<strong>al</strong>le patologie soci<strong>al</strong>i proprio perché, in vecchiaia,<br />

mantenevano i ruoli rivestiti e le funzioni svolte durante la vita: <strong>di</strong>versamente d<strong>al</strong>l‟attività la-<br />

vorativa masch<strong>il</strong>e, che veniva ad un certo punto bruscamente interrotta, <strong>il</strong> loro impegno nei<br />

compiti domestici proseguiva, le responsab<strong>il</strong>ità assunte erano preservate, le gioie della mater-<br />

nità venivano replicate d<strong>al</strong>la prospettiva <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare nonne. Così le donne, secondo la psi-<br />

chiatria del tempo, sfuggivano <strong>al</strong>la demenza sen<strong>il</strong>e <strong>al</strong>meno fintantoché un evento traumatico<br />

non irrompeva nella loro esistenza sconvolgendola: d<strong>al</strong>la partenza da casa dell‟ultimo figlio<br />

rimasto <strong>al</strong>la morte del marito (BALLENGER J. F. 2000: 95-96).<br />

La visione della demenza sen<strong>il</strong>e sostenuta d<strong>al</strong>la psichiatria non qu<strong>al</strong>ificava questa con<strong>di</strong>zione<br />

come un‟entità patologica veramente <strong>di</strong>stinguib<strong>il</strong>e d<strong>al</strong>l‟intero processo <strong>di</strong> invecchiamento:<br />

questo modo <strong>di</strong> pensare la demenza era ricongiungib<strong>il</strong>e <strong>al</strong> progetto dell‟<strong>al</strong>lora nascente geron-<br />

tologia americana <strong>di</strong> abbattere la sen<strong>il</strong>ità. Per raggiungere questo obbiettivo, <strong>al</strong>la luce delle<br />

convinzioni vigenti, i gerontologi ipotizzarono che <strong>il</strong> miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni materi<strong>al</strong>i<br />

e soci<strong>al</strong>i in cui vivevano gli anziani potesse essere un v<strong>al</strong>ido strumento per sconfiggerla e far<br />

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