Dalla malattia di Alzheimer al Mild Cognitive Impairment: il ... - Padis
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All‟epoca non era ancora chiaro che questi materi<strong>al</strong>i fossero dove poi sono stati effettivamen-<br />
te rintracciati e, come nota ancora Manuel B. Graebner (1999), lo scambio epistolare con <strong>il</strong><br />
me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Tokyo funse da stimolo essenzi<strong>al</strong>e per l‟avvio della ricerca.<br />
Nell‟articolo del 1911 Alois <strong>Alzheimer</strong> presenta <strong>il</strong> caso <strong>di</strong> Johann F. e procede <strong>al</strong>l‟esclusione<br />
<strong>di</strong> <strong>al</strong>cune interpretazioni <strong>di</strong>agnostiche, fra cui anche la patologia arteriosclerotica del cervello<br />
perché non era stata riscontrata <strong>al</strong>terazione dei vasi; registra la presenza, r<strong>il</strong>evata<br />
d<strong>al</strong>l‟autopsia, <strong>di</strong> quelle che oggi sono note come “placche” ed esprime un parere incerto ri-<br />
guardo <strong>al</strong>la funzione che esse potrebbero svolgere nella <strong>di</strong>fferenziazione tra <strong>il</strong> quadro patolo-<br />
gico <strong>di</strong> questo paziente e la demenza sen<strong>il</strong>e: «Non può essere messo in dubbio che le placche<br />
in questi specifici casi corrispondono in tutti gli aspetti r<strong>il</strong>evati a quelle che troviamo nella<br />
demenza sen<strong>il</strong>e» (ALZHEIMER A. 1991 [1911]: 87) ma «ci sono casi <strong>di</strong> indubitab<strong>il</strong>e demenza<br />
sen<strong>il</strong>e in cui le placche non sono molto numerose» (ivi: 91). Alois <strong>Alzheimer</strong> non riteneva<br />
neppure che le placche svolgessero un ruolo caus<strong>al</strong>e nell‟insorgenza della demenza sen<strong>il</strong>e, ma<br />
vi vedeva piuttosto elementi connotativi <strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento involutivo del sistema nervoso:<br />
«Le placche non sono la causa della demenza sen<strong>il</strong>e ma solo una caratteristica che accompa-<br />
gna l‟involuzione sen<strong>il</strong>e del sistema nervoso centr<strong>al</strong>e» (ALZHEIMER A. 1991 [1911]: 91).<br />
Come ho già accennato, Alois <strong>Alzheimer</strong> a causa dell‟età relativamente giovane <strong>di</strong> entrambi,<br />
intuì i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> Auguste D. e <strong>di</strong> Johann F. come m<strong>al</strong>attie presen<strong>il</strong>i nonostante le apparenti<br />
congruenze fra le manifestazioni sintomatiche e patologiche gener<strong>al</strong>i dei due pazienti e <strong>il</strong> pro-<br />
f<strong>il</strong>o della demenza sen<strong>il</strong>e e riba<strong>di</strong>sce quest‟assunzione nello scritto del 1911 in cui, riferendosi<br />
<strong>al</strong> suo secondo paziente, afferma: «La demenza sen<strong>il</strong>e era fuori questione d<strong>al</strong> momento che <strong>il</strong><br />
paziente aveva solo 56 anni» (ALZHEIMER A. 1991 [1911]: 74). Questo suo articolo, che ho<br />
ripreso d<strong>al</strong>la versione inglese tradotta ed introdotta da Hans Förstl e Raymond Levy (1991),<br />
contiene una rassegna della letteratura del settore e ricche <strong>di</strong>squisizioni su questioni afferenti<br />
<strong>al</strong> campo della demenza che a tutt‟oggi non hanno perso attu<strong>al</strong>ità.<br />
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«Alcuni dei problemi <strong>di</strong>scussi qui sono rimasti irrisolti e ad oggi continuano ad essere una fonte<br />
<strong>di</strong> speculazione. Queste includono la <strong>di</strong>stinzione tra la demenza sen<strong>il</strong>e e <strong>il</strong> norm<strong>al</strong>e invecchia-<br />
mento cerebr<strong>al</strong>e come la questione se la <strong>m<strong>al</strong>attia</strong> <strong>di</strong> <strong>Alzheimer</strong> dovrebbe essere considerata una<br />
variante della demenza sen<strong>il</strong>e o una patologia separata» (FÖRSTL H. – LEVY R. 1991: 71-72).<br />
È stato ipotizzato che Johann F. soffrisse <strong>di</strong> una forma famigliare <strong>di</strong> <strong>m<strong>al</strong>attia</strong> <strong>di</strong> <strong>Alzheimer</strong><br />
(Goedert M. – GHETTI B. 2007: 59-60). Dopo <strong>il</strong> ritrovamento del materi<strong>al</strong>e istologico origina-<br />
rio, <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o neuropatologico <strong>di</strong> questo paziente è stato ri-an<strong>al</strong>izzato, attraverso esami istopa-<br />
tologici e <strong>di</strong> genetica molecolare che hanno evidenziato placche della corteccia cerebr<strong>al</strong>e ma<br />
l‟assenza <strong>di</strong> grovigli neurofibr<strong>il</strong>lari (GRAEBNER M. B. et <strong>al</strong>. 1997): questo aspetto ha una sua<br />
r<strong>il</strong>evanza perché essi, insieme <strong>al</strong>le placche neuritiche, sono considerati i tratti <strong>di</strong>stintivi della