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L’APPROFONDIMENTO<br />
<strong>di</strong> Riccardo Lagorio<br />
Pasta,<br />
il piacere<br />
che primeggia<br />
ed il clima hanno ovviamente infl uenzato<br />
la <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> culture della pasta lungo lo Sti-<br />
L’ambiente<br />
vale. La semola <strong>di</strong> grano duro con la quale la pasta<br />
veniva comunemente preparata nel Meri<strong>di</strong>one (i Romani<br />
importavano il grano dall’Egitto e dalla Sicilia) era infatti<br />
raramente reperibile nelle regioni del nord, a causa del<br />
clima più umido e freddo, favorevole piuttosto alla coltivazione<br />
del grano tenero. Ancora oggi in pianura padana<br />
è molto più lecito aspettarsi durante un banchetto l’arrivo<br />
<strong>di</strong> pasta <strong>di</strong> grano tenero impastata con uova e magari<br />
ripiena <strong>di</strong> carni varie e verdure, piuttosto che pasta<br />
<strong>di</strong> grano duro impastata con semplice<br />
acqua e farina e poi essiccata.<br />
E neppure irrealistico sarà<br />
Ripiena, essiccata, in brodo<br />
o asciutta: comunque sia, siamo <strong>di</strong> fronte<br />
ad un puzzle culturale. Dove non mancano<br />
le “contese” come sui casoncelli, la cui paternità<br />
pensare che la pasta ripiena<br />
verrà servita in brodo<br />
piuttosto che con ragù.<br />
Testimone Boccaccio<br />
nel Decamerone, nella<br />
novella <strong>di</strong> Calandrino<br />
e l’eliotropia: …genti che<br />
niuna altra cosa facevano che<br />
far maccheroni e raviuoli e cuocerli<br />
in bro<strong>di</strong> <strong>di</strong> capponi. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quegli agnolotti<br />
<strong>di</strong> cui all’inizio, ripieni <strong>di</strong> brasato, un’idea <strong>di</strong> formaggio<br />
e verdure e innaffi ati da un bagno <strong>di</strong> barbera o freisa,<br />
oppure serviti nature in un can<strong>di</strong>do tovagliolo come avviene<br />
in Piemonte. Insomma un mondo <strong>di</strong> pasta, anzi <strong>di</strong><br />
paste, che accomuna il nostro Paese e al tempo stesso<br />
è riven<strong>di</strong>cata sia da Bergamo<br />
che da Brescia<br />
che lo rende simile a un puzzle <strong>di</strong> culture che veleggia<br />
nel Me<strong>di</strong>terraneo, a un Paese dalla gastronomia mutante<br />
come la pelle <strong>di</strong> un camaleonte che si adatta all’ambiente<br />
circostante. Come le torte o i pasticci o pastelli, manufatti<br />
alimentari tanto semplici quanto geniali, dal duplice<br />
scopo <strong>di</strong> contenere e cuocere un ripieno,<br />
magari preparato sbarazzandosi del<br />
formaggio in eccedenza duran-<br />
te i banchetti del padrone,<br />
mischiato ad erbe <strong>di</strong> campo<br />
o <strong>di</strong> rivo. Esattamente come<br />
formalizzato nei tortelli<br />
con la coda <strong>di</strong> Vigolzone,<br />
nel Piacentino, o nei culurgiones<br />
barbaricini e ogliastrini<br />
ripieni <strong>di</strong> menta e patate,<br />
aglio e formaggio cuciti a mano a forma<br />
<strong>di</strong> spiga. E, per attenersi alla Lombar<strong>di</strong>a, nei tortelli <strong>di</strong><br />
zucca al pomodoro <strong>di</strong> Piadena. Attualmente in Provincia<br />
<strong>di</strong> Cremona, ma storico crocevia che ha come apici<br />
del triangolo città importanti per tra<strong>di</strong>zione gastronomica<br />
come Mantova, Brescia e Cremona, gli aspetti della<br />
sua cucina sono un insieme sistematico <strong>di</strong> aspetti che<br />
<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2011</strong><br />
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