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L’INIZIATIVA<br />
Tra<strong>di</strong>zione o innovazione?<br />
Le ricette bergamasche<br />
si mettono in gioco<br />
Alla Campionaria quattro ristoranti a confronto sulla preparazione<br />
originale e su una variante “moderna” <strong>di</strong> altrettanti piatti<br />
Hanno attraversato indenni<br />
i tempi ed ancora<br />
oggi i piatti della<br />
tra<strong>di</strong>zione sono in grado <strong>di</strong> incarnare,<br />
sia per i bergamaschi<br />
sia per i turisti, il sapore del territorio.<br />
Ma, per quanto buoni,<br />
non si vive <strong>di</strong> soli casoncelli e la<br />
ricerca <strong>di</strong> nuove interpretazioni<br />
delle ricette tipiche può essere<br />
importante per valorizzare<br />
l’enogastronomia locale al pari<br />
dell’assoluto rispetto dei canoni<br />
tramandati <strong>di</strong> generazione in generazione.<br />
“I mille sapori tra tra<strong>di</strong>zione e<br />
innovazione. La cucina bergamasca<br />
è uno spettacolo” era il titolo<br />
della tavola rotonda organizzata<br />
dalla Camera <strong>di</strong> Commercio<br />
nell’ambito della scorsa Fiera<br />
Campionaria, che ha invitato<br />
quattro ristoranti bergamaschi a<br />
giocare tra classico e variazioni<br />
sul tema. L’iniziativa rientrava<br />
nel progetto “Ristorante dei Mille<br />
sapori”, il riconoscimento <strong>di</strong><br />
qualità e la guida promossi dalla<br />
Camera <strong>di</strong> Commercio che oggi<br />
raccolgono quasi una settantina<br />
<strong>di</strong> insegne in grado <strong>di</strong> offrire<br />
menù e piatti tipici tutto l’anno.<br />
30 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2011</strong><br />
Il pesce <strong>di</strong> lago in due varianti<br />
Per aprire il menù, Roberto Gambirasio del ristorante Cadei <strong>di</strong> Villongo<br />
ha preparato “Piccolo persico in carpione e pesciolini in cónsa con rondelle<br />
<strong>di</strong> polenta”, secondo l’antica ricetta che permetteva <strong>di</strong> conservare il<br />
pesce <strong>di</strong> lago. I piccoli persici del Sebino ed i pesciolini sono stati infarinati<br />
e fritti in olio extravergine <strong>di</strong> oliva Dop dei laghi Lombar<strong>di</strong>. I persici sono<br />
stati poi cosparsi con un carpione realizzato facendo soffriggere aglio<br />
tritato, cipolla e carote ad anelli, sedano, prezzemolo, una foglia <strong>di</strong> alloro,<br />
aggiungendo un bicchiere <strong>di</strong> aceto bianco e uno <strong>di</strong> Valcalepio bianco e facendo<br />
ritirare sul fuoco. Lo stesso proce<strong>di</strong>mento,<br />
ma con un carpione aromatizzato<br />
solo con aglio tritato, cipolle,<br />
prezzemolo e alloro, è stato usato per i<br />
pesciolini. Entrambe le preparazioni richiedono<br />
un riposo <strong>di</strong> 12-24 ore al fresco.<br />
Di per sé già poco consueto, l’antipasto<br />
è stato riletto da Nicola Bonzi,<br />
del Roof Garden <strong>di</strong> Bergamo, che ha<br />
proposto <strong>di</strong> cuocere sottovuoto il persico<br />
sfilettato, dopo averlo lasciato macerare<br />
per circa un’ora in una riduzione<br />
<strong>di</strong> aceto e vino bianco. Le verdure<br />
vengono invece saltate a parte e affiancate<br />
al pesce ben croccanti. Il proce<strong>di</strong>mento<br />
innovativo, oltre ad eliminare la<br />
frittura, riduce i tempi <strong>di</strong> preparazione.<br />
La cottura sottovuoto a 65 gra<strong>di</strong> richiede<br />
infatti solo 3-4 minuti ed il gusto del<br />
carpione è restituito dalla marinatura.<br />
Brasato, la cottura sottovuoto ha un sapore antico<br />
La tecnica del sottovuoto è stata utilizzata dallo chef stellato del Roof Garden Fabrizio Ferrari<br />
per dare una veste nuova al brasato, realizzato da Marcello Baratella e Nicola Bonzi e servito<br />
accompagnato da una polentina <strong>di</strong> farro. Gli ingre<strong>di</strong>enti sono quelli della tra<strong>di</strong>zione: aglio,<br />
cipolle, carote, sedano rapa, alloro, rosmarino rosolati e con l'aggiunta successiva <strong>di</strong> Valcalepio<br />
rosso, per la marinata nella quale lasciar riposare la carne (cappello del prete sgrassato) per<br />
una notte. A variare è la cottura. Il sottovuoto a bassa temperatura per un lungo periodo permette<br />
alla carne <strong>di</strong> mantenere al meglio succhi ed aromi. È una tecnica nuova, ma è suggestivo<br />
il rimando alla vecchissima cottura con la brace (da cui il termine brasato) del camino messa<br />
sia sotto la pentola sia sopra il coperchio, anch’essa lunga e in grado <strong>di</strong> conservare gli umori.<br />
(servizio fotografi co <strong>di</strong> Yuri Colleoni)