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Analisi degli effetti indotti dalla funzionalità stradale sulla sicurezza ...

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4<br />

Per gestire progettualmente un reale controllo dei livelli di rischio è<br />

quindi necessario considerare la strada come una delle componenti di un<br />

più complesso sistema uomo-veicolo-strada, caratterizzato da molteplici<br />

variabili che si condizionano reciprocamente e che contribuiscono in<br />

maniera diversa alle dinamiche che governano il verificarsi <strong>degli</strong> eventi<br />

incidentali (figura 1.2) [70,71].<br />

Da alcuni anni a questa parte lo sviluppo delle tecnologie meccaniche ed<br />

elettroniche ha consentito all’industria automobilistica di realizzare<br />

veicoli particolarmente affidabili, sia per la prevenzione <strong>degli</strong> incidenti,<br />

sia per mitigare le conseguenze dei sinistri. Nel contempo però ha<br />

prodotto autovetture capaci di prestazioni che inducono nel conducente un<br />

senso di <strong>sicurezza</strong> che spesso non è compatibile con le caratteristiche<br />

tecniche e funzionali del sistema <strong>stradale</strong> italiano. Ed è proprio il grado di<br />

<strong>sicurezza</strong> dell’utente rapportato a quello assunto dal progettista uno dei<br />

punti più delicati della <strong>sicurezza</strong> dell’esercizio viario.<br />

In questo scenario diviene fondamentale, come verrà ampiamente<br />

discusso nel seguito, studiare ciò che l’utente percepisce e ciò che esso<br />

accetta come rischio. E’ evidente ad esempio che l’aderenza percepita dal<br />

guidatore è una delle variabili che condiziona le velocità che esso adotta<br />

così come le geometrie stradali e l’ambiente al contorno possono<br />

condizionare significativamente il comportamento di guida, così come è<br />

ampiamente discusso in letteratura [1,8,53,58,59,64,94].<br />

Problemi di questo tipo investono la fruizione della rete viaria e vanno<br />

tenuti in debita considerazione per spiegare l’evoluzione del fenomeno<br />

incidentale. Non investono tuttavia le responsabilità del progettista sin<br />

quando non si prevede di realizzare nuove opere o di adeguare le esistenti.<br />

Ma quando ciò si verifica non è eticamente lecito giustificare una<br />

progettazione inadeguata sotto il profilo della <strong>sicurezza</strong> invocando<br />

comportamenti “anomali” <strong>degli</strong> utenti che tali non sono se sono coerenti<br />

con il comportamento di un utente “mediamente prudente”.<br />

E’ infatti il comportamento di quest’ultimo a cui si deve far riferimento<br />

per garantire una progettazione “intrinsecamente sicura”.<br />

Ciò non è facile, ma non possono essere le difficoltà che si incontrano nel<br />

costruire un’affidabile modellazione del comportamento <strong>degli</strong> utenti a<br />

giustificare un diverso approccio progettuale. Non tener conto dei limiti<br />

psicofisiologici del conducente del veicolo, dei suoi condizionamenti<br />

psicologici e <strong>degli</strong> automatismi di guida equivale a supporre che la<br />

<strong>sicurezza</strong> delle nostre strade possa essere garantita imponendo per decreto<br />

che è vietato morire [24].

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