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Paesaggio
3.2 Agricoltura
animali) [pressione per il trasferimento in altra zona]. La sempre maggiore pressione economica
sulle aziende agricole porta all’aumento della produzione specializzata. Si riscontra inoltre una
maggiore diversificazione per quanto riguarda la garanzia del reddito (attività secondarie, offerta
turistica in proprio). Per i pascoli locali e gli alpi la legge regola l‘utilizzazione massima.
Localmente si registra tuttavia la tendenza ad un’utilizzazione insufficiente.
Perdita di superficie: Da un lato le superficie più produttive delle basse quote vengono
utilizzate ad altri scopi, come per esempio per lo sviluppo edilizio (insediamenti, traffico) o
vengono sopraffatte da installazioni per lo svago e lo sport; d’altro canto la coltivazione sembra
essere assicurata in futuro solo per le superficie adatte alla lavorazione meccanica e che nel
contempo permettono di far capo ai pagamenti diretti. I terreni che non permettono affatto o in
misura insufficiente la lavorazione meccanica (di regola si tratta di terreni ai limiti della
redditività) sono seriamente minacciati dalla rinuncia alla coltivazione.
Possibilità di cambiamento di destinazione degli edifici agricoli: l’ordinanza federale sulla
pianificazione del territorio del 28.6.2000 regola ampiamente i dettagli a livello di ordinanza (art.
24-24d LPT e art. 39 e sgg. OPT).
Per ampliamento interno va intesa l’integrazione di un settore di produzioni indipendenti dal
suolo nelle attività aziendali dipendenti dal suolo (nel settore dell’economia zootecnica, della
coltivazione di verdure e delle altre attività orticole). Il limite massimo dell’ampliamento interno
con produzione indipendente dal suolo è regolato nel seguente modo nella legislazione federale:
la parte di produzione dipendente dal suolo supera quella non dipendente dal suolo, oppure il
fabbisogno di sostanza secca proviene almeno nella misura del 70% dalla produzione
dell’azienda stessa.
Zone agricole ad uso intensivo sono definite le aree con edifici ed impianti che servono
esclusivamente o in misura determinante alla produzione indipendente dal suolo e che superano il
cosiddetto ampliamento interno. Le zone agricole ad uso intensivo vanno definite come tali e
fanno parte della zona agricola.
Il territorio utilizzato a scopi agricoli va determinato nella pianificazione delle utilizzazioni
come zona agricola. La zona agricola comprende quindi – ad eccezione delle zone non ancora
sopraedificate e di quelle ancora utilizzate per l’agricoltura e previste in seguito per
l’insediamento, nonché i pascoli boschivi ed i boschi pascolati – tutto il territorio utilizzato per
l’agricoltura e la frutticoltura, incluse le zone dei maggesi e degli alpi.
Produzione e cura: Una modifica sostanziale della struttura agricola a livello nazionale ed
internazionale è inevitabile. Il modo in cui potrà essere realizzata questa modifica strutturale ed
acquisito nel contempo l’auspicato posizionamento favorevole in una situazione di mercato
aperta e deregolamentata dipenderà dalle decisioni politiche che saranno prese sul piano
nazionale e regionale. L’agricoltura grigione non è in grado di sopravvivere in un mercato di
massa. Per ragioni economiche occorre mirare alla qualità, ciò che è pure nell’interesse di
interventi sul territorio sostenibili anche a lunga scadenza e della salvaguardia del paesaggio e
della cultura agricola quale capitale di fondamentale importanza turistica.
Concetti di connessione
Nell’ambito di un concetto di connessione si determina per ogni singola area quali prestazioni
particolari debbano essere assicurate dall’agricoltura per la salvaguardia del paesaggio rurale e
della varietà delle specie. Tali prestazioni possono essere sostenute con dei contributi maggiorati.
I concetti di connessione possono anche costituire parte dei concetti per lo sviluppo del
paesaggio (capitolo 3.1).
Le aree particolarmente adatte all’agricoltura, definite nel quadro del piano direttore 1988,
comprendono le superficie agricole nel senso di nucleo centrale della zona utilizzata a scopo
agricolo e rappresentano dal punto di vista quantitativo il potenziale più importante
dell’agricoltura del Grigioni. Le aree particolarmente adatte all’agricoltura sono raffigurate nella
carta di sintesi.
Stato 19 settembre 2003 37