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Marzo - Sardinews

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Con gli occhi di Paola a cura di Paola Pilia<br />

Daniela ha 22 anni ed è stata colpita<br />

sulla testa a martellate dal suo compagno<br />

che voleva lasciare. Non è morta<br />

solo perché ha fatto in tempo a scappare<br />

via dalla casa di Sant’Antioco dove viveva<br />

e a chiedere aiuto. Maria Diviccaro,<br />

62 anni e la sua badante Maria Strafile,<br />

65 anni sono state accoltellate a Barletta<br />

e sono morte entrambe. In Italia dall’inizio<br />

dell’anno sono 39 le donne uccise: una<br />

ogni tre giorni e quasi sempre per mano<br />

del proprio partner. Tra i 16 e i 44 anni<br />

la violenza è la prima causa di morte per<br />

il gentil sesso. Rashida Manjoo, relatrice<br />

speciale delle Nazioni Unite sul tema, alla<br />

vigilia dell’8marzo riferendosi all’Italia,<br />

ha parlato di “femminicidio”. Mutuando<br />

un termine coniato per lo sterminio delle<br />

donne di Ciudad Juarez in Messico,<br />

ha sottolineato quanto nel nostro paese<br />

gli abusi siano diventati un’emergenza. Il<br />

dato è aberrante, eppure se ne parla solo<br />

in occasione della giornate delle donne. I<br />

dati vengono snocciolati nei giornali, vicini<br />

a quelli sulla vendita delle mimose e<br />

ai dibattiti sull’opportunità della ricorrenza.<br />

E che dire del linguaggio utilizzato sui<br />

media? Scrive Michele Serra su Repubblica:<br />

“Fa male sentire che qualche tg chiama<br />

ancora delitto passionale mattanze dove<br />

un maschio reso feroce dalla sua demenza,<br />

o reso demente dalla sua ferocia, uccide<br />

una donna che considera sua e che non<br />

lo vuole più. Perché gratificare di passione<br />

questo nazismo maschile? O mia o di nessuno<br />

dice il boia di turno, ed è la perfetta<br />

sintesi di una cultura arcaica e mostruosa,<br />

che in un paese civile dovrebbe costruire<br />

un’aggravante. Mentre l’aggettivo passionale<br />

rimanda a a una sorta di attenuante,<br />

quasi a una spiegazione, e fino a una<br />

generazione fa era di fatto un’attenuante<br />

giuridica. Levato dai codici quell’infame<br />

eufemismo che erano le ragioni d’onore,<br />

rendiamo onesto anche il linguaggio giornalistico.<br />

Passione e amore non c’entrano,<br />

c’entrano il potere, il terrore di perderlo,<br />

l’odio della libertà”.<br />

“Rossella Urru è libera”. Il primo tweet<br />

è delle 11.45 di sabato 3 marzo. La notizia<br />

diffusa da Al Jazeera viene rilanciata su<br />

twitter da centinaia di utenti e arriva su<br />

facebook. Pochi minuti dopo mezzogiorno<br />

il Corriere della Sera la pubblica come<br />

La lunga attesa di chi ama Rossella Urru<br />

Storia di Ida, il successo di Geppi Cucciari<br />

ultimora. La battono le agenzie di stampa,<br />

arriva fino ai giornali stranieri. Subito in<br />

apertura sui siti spagnoli che attendono<br />

con ansia aggiornamenti sulla sorte di<br />

Ainhoa Fernandez ed Enric Gonyalons,<br />

i due cooperanti rapiti in Algeria insieme<br />

alla volontaria sarda. Il cortocircuito mediatico<br />

è ufficialmente cominciato. Sulle<br />

bacheche nei social network i messaggi<br />

sono migliaia. “Hip hip Urru”, twitta<br />

Fiorello. Si diffondono in modo virale le<br />

immagini con la scritta “Rossella is free”.<br />

A Samugheo sembra Capodanno: esplode<br />

la festa con caroselli d’auto e petardi. La<br />

notizia della liberazione però è infondata.<br />

Sarà la Farnesina a gelare tutti nel primo<br />

pomeriggio. Finito il delirio collettivo,<br />

resta lo spazio per le riflessioni sul giornalismo<br />

nell’era di twitter: “La vicenda di<br />

Rossella Urru, con il suo auspicato epilogo<br />

felice ancora da scrivere, potrebbe aver<br />

segnato un momento di svolta nella giovane<br />

storia dell’informazione italiana nell’era<br />

del Web”,scrive Marco Bardazzi su La<br />

Stampa. Su l’Unità ricorda la vicenda di<br />

Rossella, l’attesa di Samugheo e dei genitori,<br />

l’ex presidente del Consiglio regionale<br />

Emanuele Sanna. Poi sul sequestro lentamente<br />

è tornato il silenzio. Non in rete<br />

però, dove la mobilitazione è cominciata.<br />

E non qui dove continueremo a parlare di<br />

Rossella, finché non sarà a casa, al sicuro.<br />

Maria Sandra Mariani, 53 anni di Firenze,<br />

è stata rapita in Algeria a febbraio<br />

dell’anno scorso. È l’ostaggio italiano da<br />

più tempo in mano di rapitori. Eppure di<br />

lei non parla nessuno. Non ci sono stati<br />

appelli in tv per la sua liberazione e la rete<br />

non accenna a mobilitarsi. La ricordiamo<br />

e aspettiamo anche lei.<br />

Geppi Cucciari è la donna televisiva<br />

dell’anno. La comica di Macomer ha<br />

sbaragliato tutte le concorrenti, ha fatto<br />

dimenticare la farfallina tatuata di Belén<br />

che ha inebetito gli italiani per qualche<br />

giorno e ha conquistato il premio più ambito<br />

per chi lavora in tv. Con lei, tra gli<br />

uomini, premiato Fiorello. La consegna<br />

del riconoscimento è avvenuta qualche<br />

settimana fa in diretta tv da Sanremo.<br />

Geppi con la sua ironia fulminante, con<br />

una spigliatezza e un acume rari per il<br />

piccolo schermo, è uscita dal personaggio<br />

di bruttina condannata a essere single<br />

che l’ha consacrata su Zelig, ed è riuscita<br />

a ritagliarsi uno spazio di primo piano su<br />

La7. Pochi in tv mi fanno ridere quanto<br />

lei. Applausi.<br />

38 marzo 2012

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