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Nodi storici<br />
Le incertezze della politica regionale, l’abisso che ci separa dal resto dell’Europa<br />
Tanti i misteri del Master and Back<br />
Più fuga che circolazione di cervelli<br />
Luca Cappai<br />
fattori produttivi immateriali, basati sulla<br />
conoscenza, sulla cultura, sulla creati-<br />
I<br />
vità e sull’innovazione scientifica e tecnologica,<br />
rivestono un ruolo fortemente strategico<br />
nei processi di sviluppo locale. Su tale<br />
consapevolezza lungimirante si fondarono<br />
agli inizi del nuovo millennio gli elaboratori<br />
della Strategia di Lisbona, con la quale<br />
l’Unione Europea si propose, forse un pò<br />
troppo ottimisticamente alla luce dell’attuale<br />
crisi economica e finanziaria, di fare<br />
del Vecchio Continente “l’economia basata<br />
sulla conoscenza più competitiva e dinamica<br />
del mondo, in grado di realizzare una<br />
crescita economica sostenibile con nuovi<br />
e migliori posti di lavoro e una maggiore<br />
coesione sociale”.<br />
Il programma Master and Back nacque nel<br />
2005, agli inizi del governo guidato da Renato<br />
Soru e con il contributo progettuale<br />
dell’allora assessore alla Programmazione e<br />
al bilancio Francesco Pigliaru, perfettamente<br />
in linea con i suddetti orientamenti<br />
comunitari in materia di istruzione, ricerca<br />
e valorizzazione del talento e delle risorse<br />
umane. Il Por Fse della Regione autonoma<br />
della Sardegna, nell’ambito del quale si è<br />
sviluppato il programma, individua infatti<br />
nella diffusione dell’innovazione e della conoscenza<br />
gli elementi essenziali per la crescita<br />
economica, sociale e culturale dell’isola.<br />
L’intento del Master and Back è stato<br />
fin dai suoi albori quello di incentivare la<br />
specializzazione dei migliori laureati sardi<br />
tramite percorsi di alta formazione in contesti<br />
d’eccellenza italiani e stranieri, per poi<br />
mettere a disposizione del territorio isolano<br />
le competenze acquisite sostenendone il rientro<br />
professionale, il Back appunto, presso<br />
organismi privati, pubblici e di ricerca.<br />
In questi anni il programma ha sicuramente<br />
mostrato il suo grande valore ma ha<br />
manifestato anche diversi limiti strutturali,<br />
squilibri ed incongruenze. Si segnalano, ad<br />
esempio, le disparità economiche tra vecchi<br />
e nuovi bandi, l’eliminazione dei tirocini e<br />
dei percorsi di alta formazione artistica e<br />
musicale, l’ingiusta tassazione della parte<br />
della borsa proveniente da fondi comunitari,<br />
i ritardi notevoli nell’erogazione dei<br />
finanziamenti che divengono spesso dei<br />
meri rimborsi, costringendo i candidati ad<br />
anticipare i costi d’iscrizione con il rischio<br />
concreto di non ricevere i soldi, il tutto a<br />
chiaro vantaggio delle famiglie più abbienti<br />
e a discapito della mobilità sociale già<br />
sufficientemente minacciata da un sistema<br />
del lavoro scarsamente meritocratico e<br />
fortemente gerontocratico. Nel suo saggio<br />
intitolato “L’economia della conoscenza<br />
oltre il capitalismo”, Enrico Grazzini, analista<br />
dell’economia della comunicazione e<br />
dell’innovazione, ha affermato con crudo<br />
realismo che “i lavoratori della conoscenza<br />
si scontrano con un’organizzazione del<br />
lavoro e con una cultura autoritaria e gerarchica<br />
che mortificano le capacità individuali,<br />
la produttività e l’efficacia del loro<br />
lavoro e le prospettive di mobilità sociale”.<br />
Uno dei limiti strutturali più lampanti del<br />
programma M&B, rappresentato dall’incertezza<br />
del Back, nel 2011 ha raggiunto<br />
una dimensione paradossale, quando centinaia<br />
di giovani altamente formati e con<br />
contratti firmati (sia a tempo determinato<br />
che indeterminato), ottenuti con fatica e<br />
sudore tramite una serie infinita di selezioni,<br />
colloqui e concorsi pubblici, hanno<br />
rischiato di non vedere attivato il proprio<br />
percorso di rientro in Sardegna. Un’eventualità<br />
drammatica, specialmente in un<br />
momento di crisi economica e occupazionale<br />
come quello che stiamo vivendo.<br />
Ovviamente di fronte a questa possibilità<br />
in autunno si è attivata una grande mobilitazione<br />
sia da parte dei giovani candidati,<br />
tramite manifestazioni, sit-in sotto il palazzo<br />
della Regione (con un emblematico<br />
striscione sul quale campeggiava la scritta<br />
“Siamo una risorsa non una spesa”) e raccolta<br />
di firme mediante una petizione online,<br />
che da parte di alcuni politici, soprattutto<br />
esponenti del Partito Democratico,<br />
particolarmente attenti a queste importanti<br />
tematiche legate allo sviluppo della<br />
Sardegna.<br />
Molto attivi su questo fronte sono stati<br />
Franco Sabatini e Francesca Barracciu,<br />
nella foto, la quale ha presentato una interpellanza<br />
per denunciare la gravità della<br />
situazione e “incrementare i fondi a disposizione<br />
dei percorsi di rientro così da garantire<br />
il finanziamento di tutte le domande<br />
idonee per realizzare un rapido inserimento<br />
lavorativo delle eccellenze formatesi negli<br />
ultimi anni”. La Barracciu, in particolare,<br />
8 marzo 2012