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Terapia_occupazionale_161 - Compagnia di San Paolo

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Da allora, la storia della T.O. a livello internazionale è stata tutta<br />

– come suol <strong>di</strong>rsi – in <strong>di</strong>scesa; la sua applicazione ha conosciuto<br />

una notevole espansione, sono fiorite attività formative e <strong>di</strong> perfezionamento,<br />

si è formato un rispettabile corpo <strong>di</strong> dottrina che trova<br />

la sua espressione in pubblicazioni, libri, attività formative, convegni<br />

a livello locale e congressi nazionali e internazionali.<br />

Ben <strong>di</strong>versa è la situazione in Italia, dove la figura professionale<br />

del terapista <strong>occupazionale</strong> è stata ufficialmente riconosciuta solo<br />

nel gennaio 1997, con un ritardo che neppure le poche, troppo<br />

poche, se pur efficienti e motivate realtà operative frutto <strong>di</strong> singole<br />

e locali iniziative riescono a non rendere abissale.<br />

E nel nostro Paese si verifica oggi il fenomeno rilevato in Gran<br />

Bretagna all’inizio degli anni ’60: sono pochissime le persone, anche<br />

fra quelle professionalmente vicine al campo della T.O., che<br />

non commettano l’errore <strong>di</strong> confonderla con qualsiasi occupazione<br />

in cui possa essere impegnato un in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong>sabile. In effetti,<br />

un’attività <strong>occupazionale</strong> acquisisce il carattere <strong>di</strong> terapia solo se<br />

prescritta dal me<strong>di</strong>co ed attuata da un operatore esperto con il preciso<br />

scopo <strong>di</strong> affrontare la specifica problematica socio-sanitaria<br />

del paziente.<br />

La T.O. ha assunto il ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>spensabile partner<br />

della chinesiterapia, alla quale gradualmente subentra man mano<br />

che il trattamento riabilitativo procede: essa deve mettere il paziente<br />

in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tradurre i guadagni <strong>di</strong> mobilità e motilità acquisiti<br />

con la chinesiterapia in abilità funzionali a livello <strong>di</strong> attività della<br />

vita quoti<strong>di</strong>ana e soprattutto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza. Si può ritenere che<br />

me<strong>di</strong>amente il 70-80% dei pazienti sottoposti a trattamento riabilitativo<br />

necessitino <strong>di</strong> T.O. Per questo motivo, è necessario che i terapisti<br />

occupazionali siano massicciamente presenti negli organici<br />

dei servizi <strong>di</strong> riabilitazione: in alcuni centri britannici essi giungono<br />

a rappresentare circa la metà degli effettivi.<br />

Come avviene per qualsiasi altro approccio riabilitativo, anche<br />

la T.O. deve essere strettamente in<strong>di</strong>vidualizzata, in base alle specifiche<br />

necessità del paziente e alle caratteristiche del suo ambiente<br />

<strong>di</strong> vita. Gli strumenti della T.O. sono gli stessi con il cui impiego<br />

l’in<strong>di</strong>viduo deve stabilire un <strong>di</strong>verso rapporto, data l’attuale <strong>di</strong>versità<br />

della sua situazione funzionale: effetti personali, stoviglie, mobili,<br />

strumenti vari, ausili, eventuali protesi od ortesi, fino a scale, a-<br />

scensori, mezzi <strong>di</strong> trasporto, e via <strong>di</strong>cendo. Il terapista <strong>occupazionale</strong><br />

può e deve inoltre partecipare allo stu<strong>di</strong>o e alla realizzazione <strong>di</strong>

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