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Terapia_occupazionale_161 - Compagnia di San Paolo

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Nonostante la presenza <strong>di</strong> tali elementi <strong>di</strong> debolezza, dalle interviste<br />

effettuate i terapisti occupazionali mostrano elevati livelli<br />

motivazionali nello svolgere il loro lavoro. Tra gli in<strong>di</strong>catori che<br />

esprimono queste spinte motivazionali ritroviamo: i) un’elevata<br />

flessibilità nel rispondere celermente ai carichi <strong>di</strong> lavoro quando si<br />

presenta una forte domanda <strong>di</strong> trattamenti terapeutici; ii) un basso<br />

turn over all’interno del servizio riabilitativo; iii) un forte coinvolgimento<br />

umano e professionale per un approccio terapeutico che, a<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri trattamenti, prende in considerazione il paziente<br />

globalmente, nelle sue componenti fisiche, psicologiche e relazionali.<br />

Il basso turn over degli operatori può essere spiegato dal forte<br />

investimento iniziale necessario all’attivazione del servizio che<br />

scoraggia il trasferimento ad altri mansioni o ruoli, pena la cessazione<br />

stessa dell’attività. È probabile quin<strong>di</strong> che le forti motivazioni<br />

professionali mostrate dai terapisti occupazionali possano rappresentare<br />

il vero fattore <strong>di</strong> forza della T.O., la cui azione è stata spesso<br />

vincolata dalla scarsità <strong>di</strong> risorse e <strong>di</strong> strutture adeguate.<br />

Per ultimo, passiamo ad analizzare l’assetto collegiale con cui<br />

si svolge l’attività e viene fatta la valutazione del paziente. Se da un<br />

lato il terapista <strong>occupazionale</strong> svolge un ruolo centrale nel trattamento<br />

riabilitativo e nella relazione con il paziente, è altrettanto vero<br />

che l’efficacia degli interventi è legata alla valutazione del deficit<br />

e della sua gravità ed alla in<strong>di</strong>viduazione degli interventi più i-<br />

donei. Ciò è possibile soltanto se alla valutazione contribuiscono<br />

tutte le competenze coinvolte e se gli interventi sul paziente sono<br />

coor<strong>di</strong>nati tra loro.<br />

La figura che coor<strong>di</strong>na il servizio <strong>di</strong> T.O. e che ha la responsabilità<br />

me<strong>di</strong>ca del paziente è nella maggioranza dei casi il Fisiatria:<br />

10 servizi su 19 ha in<strong>di</strong>cato tale figura me<strong>di</strong>ca come responsabile<br />

del servizio (tab. 7.6). Negli altri casi troviamo il Neurologo (3 centri),<br />

il me<strong>di</strong>co Geriatra (3 centri) o il Neuropsichiatra (2 centri), a<br />

seconda delle patologie prevalentemente trattate dal servizio. Il fatto<br />

però che sia un me<strong>di</strong>co a coor<strong>di</strong>nare il servizio non esclude il<br />

ruolo attivo del terapista <strong>occupazionale</strong> nell’organizzare e nel gestire<br />

operativamente il servizio.

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