Terapia_occupazionale_161 - Compagnia di San Paolo
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<strong>di</strong> sezione. La relazione viene presentata dal paziente al proprio<br />
me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base nella prima visita dopo la <strong>di</strong>missione e tale documento<br />
rappresenta l’unico canale <strong>di</strong> comunicazione con il me<strong>di</strong>co<br />
<strong>di</strong> base. Nell’Ospedale <strong>di</strong> Cuasso al Monte è previsto, ma soltanto<br />
in casi particolarmente problematici per il reinserimento del paziente<br />
nel proprio ambiente, che al momento delle <strong>di</strong>missioni il me<strong>di</strong>co<br />
fisiatra contatti il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base per programmare gli interventi e<br />
concordare insieme alcuni controlli perio<strong>di</strong>ci. In questi casi può essere<br />
concordata anche una riunione dell’équipe multi<strong>di</strong>sciplinare a<br />
cui partecipa il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base.<br />
Si tratta <strong>di</strong> esempi <strong>di</strong> scarsa rilevanza e che in realtà non sono<br />
molto <strong>di</strong>ffusi. Eppure dalle interviste effettuate emerge con evidenza<br />
la domanda da parte dei terapisti <strong>di</strong> rendere più organici al percorso<br />
riabilitativo e più frequenti i rapporti con il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base.<br />
Per quanto riguarda gli altri servizi territoriali si registra una tale<br />
frammentazione degli interventi che risulta <strong>di</strong>fficile non solo<br />
pre<strong>di</strong>sporre azioni coor<strong>di</strong>nate ma anche semplicemente scambiarsi<br />
informazioni sulle prestazioni e sugli interventi attivati. Molto scarsi<br />
risultano i rapporti con i servizi <strong>di</strong> Assistenza Domiciliare Integrata<br />
(ADI), salvo i pochi casi registrati in cui grazie all’iniziativa<br />
ed alle buone relazioni personali degli operatori si è riusciti a creare<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> collaborazione. Molto limitati risultano anche i rapporti<br />
con le Unità <strong>di</strong> Valutazione Geriatrica (UVG) del territorio e<br />
con le Residenze <strong>San</strong>itarie Assistenziali (RSA). Meno spora<strong>di</strong>ci, ma<br />
comunque sempre limitati, appaiono i rapporti con i servizi sociali<br />
degli enti locali, che spesso si trovano a gestire problemi <strong>di</strong> inserimento<br />
e <strong>di</strong> integrazione sociale del <strong>di</strong>sabile.<br />
Da quanto emerso dalle opinioni espresse dagli operatori intervistati,<br />
risulta che in generale la presenza nell’équipe multi<strong>di</strong>sciplinare<br />
<strong>di</strong> un assistente sociale particolarmente attivo agevola i rapporti<br />
con i servizi territoriali. È probabile che l’assistente sociale<br />
sia la figura più adatta per fungere da “interfaccia” tra il servizio <strong>di</strong><br />
T.O. ed i servizi del territorio.<br />
Più frequenti risultano, invece, i rapporti con le strutture sanitarie<br />
<strong>di</strong> ricovero. Il più delle volte si limitano ad uno scambio <strong>di</strong> informazioni<br />
sui pazienti che vengono trasferiti da un centro ad un<br />
altro, qualche volta si tratta <strong>di</strong> collaborazioni più stabili; raramente<br />
sono previste azioni coor<strong>di</strong>nate e strutturate <strong>di</strong> collegamento, nella<br />
maggioranza dei casi i contatti sono gestiti in modo informale da<br />
operatori che si conoscono personalmente.<br />
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