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Ottobre - Sardinews

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Impari opportunità<br />

Il retrò di Villa Devoto, il riapparire dei Floris e degli Oppi, il non vedere la società sarda<br />

Il Giunto di Cappellacci ha 678 anni<br />

Perché tanta chiusura verso le donne?<br />

Aspettando con sereno scetticismo gli<br />

omissis, e magari i dimissis, di questa<br />

storia tormentata e complessa che ha condotto<br />

al capolavoro del Cappellacci bis, ci<br />

concediamo qualche riflessione su questa<br />

Giunta che non vogliamo chiamare “nuova”<br />

perché con i suoi 678 anni complessivi<br />

non ci pare abbia la “novità” fra i suoi<br />

pregi, e che, a pensarci bene, non vogliamo<br />

neanche chiamare “giunta”. Perciò la chiameremo<br />

Giunto. Forse che il presidente, in<br />

preda a ricordi liceali a causa di quei locali<br />

un po’ retrò di Villa Devoto, abbia pensato<br />

a una meccanica soluzione dei suoi problemi<br />

attraverso una sorta di “giunto” cardanico<br />

che faccia leva sulla sua debolezza, preso<br />

atto che essa è il suo unico punto di forza?<br />

Che pensi che lo stare in mezzo, facendo<br />

perno, tra quei due “assi” (nel senso della<br />

fisica meccanica) degli ex democristiani<br />

Floris e Oppi, gli permetta di trasmettere<br />

almeno un’idea di movimento, seppur rotatorio<br />

e quindi fine a se stesso? In realtà<br />

vedere i due grandi vecchi, icone del potere<br />

che non tramonta mai, seduti a latere<br />

di Cappellacci a pregustare la preda, fa<br />

pensare più a un triste gioco della vecchia<br />

politica che alla fisica meccanica, perché di<br />

fronte al nulla politico, da Cappellacci rappresentato,<br />

il tempo assolve ogni peccato e<br />

riabilita certi seniores a rientrare dalla porta<br />

principale.<br />

E se questo Giunto non ha niente di rosa,<br />

ma molto grigio (e non solo per le tempie<br />

dei suoi assessori) è perché, dice Cappellacci:<br />

“la nostra attenzione era concentrata<br />

sull’obiettivo di aggredire i punti del<br />

programma”. Ma che diamine deve fare<br />

il Giunto di Cappellacci che necessita di<br />

cotanta mascolina attività? Deve spostare<br />

l’intero mobilio a Villa Devoto? O ha<br />

intenzione di perforare il sottosuolo alla<br />

ricerca di risorse impensabili che ci faranno<br />

diventare tutti ricchi e sorridenti come<br />

promesso? Per ora l’impressione è che<br />

l’obiettivo non sia quello di governare, ma<br />

quello di tirare a campare per un paio di<br />

mesi, per prendere magari due piccioni con<br />

una fava. La fava sono le elezioni, i due piccioni<br />

il presidente della Regione e il sindaco<br />

di Cagliari. Credo che i sardi agli effetti<br />

speciali del giunto che “eppur si muove”,<br />

avrebbero preferito e meritato una giunta<br />

Marina Spinetti<br />

in grado di governare, di “aggredire” i disagi<br />

della Sardegna e trasformarli in opportunità.<br />

Ma, per governare, un esecutivo deve<br />

anche essere specchio della società, che è<br />

formata da entrambi i generi. E le donne<br />

sono una risorsa importante da mettere in<br />

campo proprio per “aggredire” e invertire<br />

la crisi economica e di valori civili in cui ci<br />

troviamo. Le donne possano tutto e anche<br />

meglio di ciò che sinora è stato fatto da una<br />

società maschilista. Possono non solo in<br />

virtù dei loro punti di forza: la sensibilità,<br />

l’amore, lo spirito di sacrificio di cui si avvarrebbero<br />

anche in ruoli di responsabilità<br />

ma anche perché portano utili modelli di<br />

una diversa organizzazione amministrativa<br />

di vita, utilità di cui parte dell’Europa e del<br />

mondo si è accorto. Vogliamo ricordare che<br />

questo Giunto nasce mentre a Strasburgo<br />

si ribadisce che “non si può vincere se<br />

metà della squadra resta negli spogliatoi”,<br />

mentre l’America ha affidato la sua politica<br />

estera ad Hillary Clinton, l’Australia<br />

ha scelto la fascinosa Julia Gillard come<br />

premier e la Finlandia si è affidata a Mari<br />

Kiviniemi, 41 anni, per lo stesso incarico<br />

e mentre nel continente latino americano<br />

c’e’ un’autentica star politica e mediatica a<br />

tenere banco: Cristina Fernandez Kirchner,<br />

presidente dell’Argentina.<br />

Ma se Cappellacci ritiene questi modelli<br />

geograficamente troppo lontani per il suo<br />

orizzonte culturale, gli basterebbe voltarsi<br />

indietro per guardare avanti, all’esperienza<br />

della precedente legislatura. Quando Renato<br />

Soru guidava una Giunta con ben sei<br />

donne e la Sardegna era orgogliosamente<br />

esempio nel campo delle pari opportunità<br />

per l’intera penisola, in un momento in cui<br />

l’Italia scivolava rovinosamente nelle zone<br />

basse di una classifica internazionale sulle<br />

pari opportunità. Perciò la domanda non<br />

credo sia quella sottesa alla risposta di Cappellacci<br />

e cioè: “C’è posto per le quote rose<br />

in questa urgenza di aggredire la crisi?” ma<br />

piuttosto: “La Sardegna, e con lei l’Italia e<br />

le economie e le politiche moderne possono<br />

permettersi di non sfruttare pienamente la<br />

risorsa che le donne sono?” Se iniziassimo a<br />

pensare alle donne come un’opportunità e<br />

non un optional, credo agevoleremmo anche<br />

l’uscita dalla crisi. Ma per vincere conformismo<br />

e complessi di inferiorità, alcuni<br />

addirittura autoindotti servono leggi ad<br />

hoc. Come ha fatto la Norvegia. Oggi, in<br />

quella parte della Scandinavia, i temi non li<br />

affrontano partendo dalla prospettiva ideologica,<br />

come facciamo noi, ma provano<br />

a considerarli esclusivamente dal versante<br />

di praticità, efficacia, sostenibilità e senso<br />

critico, dunque tenendo conto degli effetti<br />

sulla popolazione, promuovendo un’autentica<br />

alleanza generazionale, dall’infanzia alla<br />

vecchiaia, trasversale ai sessi. Il punto non<br />

è se le donne siano migliori degli uomini o<br />

viceversa, ma piuttosto che insieme si aprono<br />

altre prospettive. Per fare più strada e in<br />

modo migliore. Tutti.<br />

ottobre 2010<br />

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