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San Tino paciere tra gli Ulivi - Unico

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n°39 26 ottobre 2007<br />

LAURINO 11<br />

Almerica Schiavo e Luciana Libera lavorano senza compenso<br />

“L’inaugurazione è costata solo cinquemila Euro”<br />

Caro Direttore, a proposito dell’articolo<br />

del 12 ottobre u.s. comparso sul Vostro<br />

giornale sul Teatro di Laurino, ti<br />

preghiamo cortesemente di ospitare<br />

una nos<strong>tra</strong> replica. Intanto suscita alcune<br />

perplessità l’aver raccolto e riferito<br />

di denunce anonime a proposito di<br />

una gestione “familistica” del teatro da<br />

parte del Comune. Lasciamo ovviamente<br />

al Comune di Laurino ogni tutela<br />

al proposito ma, per quanto riguarda<br />

noi, si impongono alcune precisazioni.<br />

Noi abbiamo raccolto l’invito<br />

del Comune di Laurino ad occuparci<br />

gratuitamente di questo teatro. Non vi<br />

è stato, finora, alcun formale affidamento<br />

di gestione: per la direzione artistica<br />

la scelta è caduta su un’attrice<br />

originaria del luogo con una lunga<br />

esperienza in compagnie professionistiche<br />

italiane ed europee; e come consulente<br />

su una giornalista-critico di origini<br />

salernitane che da circa trenta anni<br />

si occupa professionalmente di teatro<br />

in particolare del Sud. Professionalità<br />

è una parola non casuale: è una delle<br />

rare volte infatti che in un paese del salernitano<br />

si siano scelte delle persone<br />

con una specifica competenza. E proprio<br />

grazie a questa esperienza e alle<br />

personali relazioni artistiche che con<br />

una spesa ridicola (circa cinquemila<br />

euro) si è potuta effettuare una inaugurazione<br />

prestigiosa di cui ha parlato<br />

tutta la stampa nazionale e che ha riscosso<br />

successo e attenzione. Che poi<br />

questo inaspettato successo possa suscitare<br />

animosità o polemiche discutibili,<br />

questo purtroppo è espressione di<br />

un localismo che non spetta a noi valutare<br />

né racco<strong>gli</strong>ere. Ma sorprendono<br />

nell’articolo le critiche più o meno velate,<br />

<strong>gli</strong> inviti a ricondurre a “più realistiche<br />

aspettative” <strong>gli</strong> “ambiziosi proclami”<br />

dell’inaugurazione, a racco<strong>gli</strong>ere<br />

“le sollecitazioni provenienti da un<br />

territorio” che è felice di acco<strong>gli</strong>ere<br />

“maestri europei e attori di razza” ma<br />

nell’attesa dei “massimi sistemi” deve<br />

“garantire ai cittadini opportunità culturali<br />

e occasioni di incontro”. Caro<br />

direttore, è proprio quello che abbiamo<br />

fatto il 23 settembre dove, con modica<br />

spesa, un intero paese e pubblico<br />

venuto da fuori ha avuto un’occasione<br />

di incontro e un’ottima opportunità<br />

culturale ascoltando per un intero pomeriggio<br />

fino a sera inol<strong>tra</strong>ta, Peter<br />

Stein e Ruggero Cappuccio e rimanendo<br />

incantati dinanzi alla bravura di<br />

un’attrice come Maddalena Crippa.<br />

Ora che queste critiche giungano da un<br />

giornale di Paestum dove da anni si<br />

spendono centinaia di mi<strong>gli</strong>aia di euro<br />

per “Antichità spettacolari” in un sito<br />

patrimonio dell’umanità; dove scorrono<br />

fiumi di denaro per iniziative di<br />

arte varia, dalle sagre alle sfilate o più<br />

di 130 mila euro per 3 repliche delle<br />

“Trachinie”; verrebbe da dire che ben<br />

altre “gestioni” meriterebbero tanta attenzione<br />

critica. Se certamente è <strong>tra</strong> le<br />

nostre intenzioni quella di portare il<br />

teatro nelle scuole come anche rassegne<br />

amatoriali, permettici però di dissentire<br />

sul fatto che questa sia la vera<br />

e unica domanda del territorio. Anzi.<br />

La provincia di Salerno scoppia di iniziative<br />

amatoriali che finiscono col tenere<br />

queste zone in uno stato di inferiorità<br />

rispetto ad altre parti dell’Italia.<br />

Il teatro amatoriale avrà anche una sua<br />

funzione (non ultima quella di serbatoio<br />

elettorale) ma perché mai il Cilento<br />

non dovrebbe meritare una proposta<br />

Winston Churchill, affermava: “Ci<br />

sono uomini che cambiano idea per<br />

amore del loro partito, altri che cambiano<br />

partito per amore delle proprie<br />

idee”. Il 14 ottobre 2007 è stata<br />

eletta l’assemblea costituente nazionale<br />

e regionale del nuovo partito<br />

democratico. La popolazione italiana<br />

è stata divisa nelle circoscrizioni del<br />

voto alla Camera e i seggi sono stati<br />

attribuiti in base alla popolazione e ai<br />

voti ottenuti dall’Ulivo nel 2006. Il risultato<br />

di questa operazione può essere<br />

definita un’opera di ingegneria<br />

politica. Il Partito democratico favorisce<br />

il ritorno della politica, crea nel<br />

paese delle nuove speranze, delle<br />

nuove attese, in quanto, c’è un dato<br />

incontrovertibile, che alla politica, si<br />

risponde con la politica. È la risposta<br />

a quella rivoluzione sociale e politica<br />

di tangentopoli de<strong>gli</strong> anni ’90.<br />

Tangentopoli, nel bene e nel male, ha<br />

cambiato il rapporto <strong>tra</strong> il cittadino<br />

e lo Stato. La politica, dopo tangentopoli,<br />

è tornata alla gente, ma ha<br />

Teatro di Laurino<br />

culturale più ambiziosa? E’ forse il Cilento<br />

un territorio “inferiore” dove solo<br />

il teatro dilettante ha diritto di cittadinanza?<br />

O le compagnie professionali<br />

vanno lasciate, con ricchezza di mezzi,<br />

a<strong>gli</strong> impresari napoletani? E’ questa<br />

la difesa del territorio? E inoltre il successo<br />

della serata del 23 non dimos<strong>tra</strong><br />

forse il con<strong>tra</strong>rio, che c’è invece in<br />

questi luoghi una domanda di cultura<br />

alta da sempre disattesa?<br />

A Laurino stiamo cercando con fatica<br />

di fare cose diverse; non sappiamo se<br />

le nostre “ambizioni” verranno realizzate<br />

visto che il Comune non ha soldi<br />

e la legge regionale sul teatro ostacola<br />

creato nella società confusioni e disorientamento.<br />

L’obiettivo di partenza<br />

era quello di ridare fiducia nello<br />

stato, garantire i diritti dei cittadini,<br />

abbassare il costo della politica, infondere<br />

<strong>tra</strong>sparenza nella gestione<br />

della cosa pubblica, semplificare il sistema<br />

politico, ragionare per alleanze<br />

o schieramenti. Dal proporzionale,<br />

si è passati al sistema maggioritario.<br />

Il proporzionale garantiva le rappresentanze,<br />

ma a volte non consentiva<br />

la governabilità. All’interno di<br />

quel sistema, si teorizzava il principio<br />

della formazione politica, con la<br />

creazione di scuole di pensiero che<br />

si istruivano nelle sezioni. Abiurate<br />

le sezioni, il coordinamento dei pensieri<br />

politici sono ritornati alla società,<br />

nel senso lato. L’avvento del mediatico<br />

(della televisione, in particolare)<br />

ha favorito non tanto le persone<br />

preparate ma quelle conosciute.<br />

Oggi, con l’avvento del Partito democratico,<br />

anche se inteso come un<br />

grande contenitore, si è messo fine a<br />

le nuove istanze; che il nostro impegno<br />

volontario non può certo durare a<br />

lungo, né possiamo chiedere all’infinito<br />

ad amici artisti di intervenire soltanto<br />

a titolo amichevole. Quindi è con<br />

non poche difficoltà che ci siamo dedicate<br />

a Laurino come una nos<strong>tra</strong> “militanza”<br />

di operatrici meridionali a favore<br />

di un territorio che ci sta nel<br />

cuore.<br />

Per cui ben vengano tutti i suggerimenti<br />

ma da un giornale come il Vostro che<br />

conduce molte batta<strong>gli</strong>e culturali, ci<br />

aspettiamo incoraggiamento, non di<br />

diventare, ancor prima di cominciare,<br />

un bersa<strong>gli</strong>o perché proviamo a fare,<br />

per la nos<strong>tra</strong> terra, qualcosa di nuovo.<br />

Grazie<br />

Luciana Libero e Almerica Schiavo<br />

Care Luciana e Almerica,<br />

Vivere lontano dal territorio è un buon<br />

motivo per non conoscerlo, ecco perché<br />

non potete sapere che il nostro<br />

giornale ha fatto una vera e propria<br />

batta<strong>gli</strong>a contro <strong>gli</strong> sprechi che “meriterebbero<br />

tanta attenzione critica”.<br />

Mi auguro che riusciate a portare a<br />

Laurino il me<strong>gli</strong>o del teatro nazionale<br />

e internazionale. Ma lasciatemi sperare<br />

che, più realisticamente, trovi spazio<br />

nel piccolo teatro di via Collegiata,<br />

anche quel teatro amatoriale che è<br />

fatto di passione e veri slanci culturali<br />

e che stanno in piedi su<strong>gli</strong> sforzi di<br />

pochi e motivati volontari. Dopotutto,<br />

lo ha detto proprio Ruggero Cappuccio,<br />

il giorno dell’inaugurazione che<br />

“bisogna andare alle origini e rivalutare<br />

la <strong>tra</strong>dizione del teatro di s<strong>tra</strong>da<br />

cilentano”. In merito poi alle risorse<br />

assegnate con metodo clientelare che,<br />

invece, dovrebbero premiare la professionalità<br />

... Condivido pienamente.<br />

Il problema è chi stabilisce le “graduatorie”<br />

e allora anche <strong>gli</strong> appelli ai<br />

politici intervenuti alla bella inaugurazione<br />

per ottenere un “aiutino” forse<br />

avrebbero potuto essere evitati.<br />

Un ultima precisazione merita la lettera<br />

anonima pervenuta in redazione che<br />

era la copia di un manifesto già affisso<br />

sui muri di Laurino. Ne abbiamo<br />

dato conto solo per dovere di cronaca<br />

e non certo per mettere in “croce” due<br />

persone (Gaetano Pacente e Lucia<br />

Schiavo) che stimo e con cui ho collaborato<br />

spesso per portare in Alta Valle<br />

del Calore, ed a Laurino in particolare,<br />

iniziative meno importanti delle vostre<br />

ma, sono sicuro, altrettanto gradite.<br />

Pur consapevole che non c’è<br />

competizione: noi siamo provinciali e<br />

di basso livello culturale!<br />

Con i mi<strong>gli</strong>ori auguri di un pieno successo,<br />

di cui daremo conto,<br />

Bartolo Scandizzo<br />

Il Pd, un’opera di ingegneria politica<br />

“Cuorvo cu cuorvo, nun se cecano l’uocchi”<br />

quella rivoluzione avvenuta ne<strong>gli</strong> anni<br />

‘90, in cui la classe politica e i partiti<br />

storici sono stati decimati. Romano<br />

Prodi, a proposito del partito democratico,<br />

afferma: “Le grandi<br />

innovazioni sono spesso circondate<br />

da scetticismo perché,<br />

in effetti, non sono mai<br />

prive di un pizzico di follia e<br />

chi si avvia <strong>tra</strong> i primi sul<br />

cammino dell’innovazione è<br />

naturalmente destinato a<br />

sentirsi solo. Ma ha dalla sua<br />

la forza s<strong>tra</strong>ordinaria che <strong>gli</strong><br />

deriva dal sapere che l’innovazione<br />

è un’esigenza imposta<br />

dai tempi ed è l’unica risposta<br />

possibile a sfide<br />

nuove”. Certo, il nuovo, il senso<br />

del cambiamento va gestito e sostanziato.<br />

Il ritorno alla politica deve essere<br />

un fatto reale e non fittizio. Non<br />

si può essere vittime sempre di quei<br />

poteri forti e occulti. Le alleanze<br />

debbono essere di contenuto e non<br />

di apparato. I bisogni della gente debbono<br />

essere affrontanti e risolti e<br />

non solo dichiarati. L’antipolitica, per<br />

il cittadino è l’estrema ratio di un<br />

malessere diffuso. Per il cittadino, se<br />

la politica non cambia e non si dà<br />

delle regole, se i politici non fanno<br />

altro che pensare ai loro interessi, di<br />

apparato o di bottega, il divario <strong>tra</strong> la<br />

politica e la gente si allarga sempre di<br />

più. Alla fine, con le vecchie e le<br />

nuove componenti (ex correnti), non<br />

si ridurranno i costi della politica e si<br />

fanno avanti sempre i soliti noti che<br />

con la politica, con i problemi della<br />

gente, non hanno niente a che spartire.<br />

La gente anziana, dalle nostre<br />

parti, a queste logiche, una volta rispondeva,<br />

con un proverbio: “cuorvo<br />

cu cuorvo, nun se cecano l’uocchi”.<br />

“Corvo con corvo non si accecano<br />

<strong>gli</strong> occhi”. Questa concezione non<br />

giova certamente al nuovo partito<br />

democratico, ma la grande partecipazione<br />

popolare al voto del 14 ottobre<br />

2007, fa ben sperare.<br />

Cosmo Guazzo

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