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San Tino paciere tra gli Ulivi - Unico

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n°39 26 ottobre 2007<br />

AGROPOLI-CASTELLABATE 5<br />

Paestum chiama, Alfieri risponde<br />

Prevarrà il campanilismo o saranno privilegiati <strong>gli</strong> interessi economici in ballo?<br />

Franco Alfieri<br />

Franco Alfieri si muove, provoca, propone,<br />

a volte invade anche il campo<br />

vicino. Sollecitato da amici capaccesi,<br />

non si sot<strong>tra</strong>e alle richieste e si dichiara<br />

disponibile ad affrontare insieme<br />

molti aspetti delle problematiche assillano<br />

le due città turistiche dell’estremo<br />

lembo della piana del Sele: Capaccio<br />

Paestum ed Agropoli.<br />

È della settimana scorsa la decisione,<br />

per esempio, che il comune di Agropoli<br />

favorirà insediamenti alberghieri<br />

con una variante al Prg senza aspettare<br />

il nuovo Puc. Mentre a Capaccio <strong>gli</strong><br />

imprenditori turistici s’incon<strong>tra</strong>no per<br />

chiedere più pulizia e più sicurezza<br />

oltre ad invocare la possibilità di adeguare<br />

le strutture ricettive per poter affrontare<br />

il mercato ad armi pari con<br />

altre realtà turistiche italiane e s<strong>tra</strong>niere.<br />

Non sono pochi i Capaccesi ad augurarsi<br />

un accordo <strong>tra</strong> le due amminis<strong>tra</strong>zioni<br />

per poter “attingere” indirettamente<br />

alle risorse politiche e gestionali<br />

del potente assessore ai lavori pubblici<br />

della provincia di Salerno. Lo<br />

stesso Alfieri, non nasconde la sua vo<strong>gli</strong>a<br />

di andare, con il tempo, oltre al<br />

ruolo “provinciale” che la politica finora<br />

<strong>gli</strong> ha assegnato, e, lusingato della<br />

richiesta, ha dato la sua disponibilità<br />

ad incon<strong>tra</strong>re ed a stilare un piano di<br />

interventi comuni.<br />

Dopo le primarie per il partito democratico<br />

in cui tutti sindaci sono impegnati,<br />

direttamente o indirettamente,<br />

maturerà il tempo per un incontro.<br />

La cosa importante è prepararlo bene,<br />

con obiettivi semplici e chiari all’opinione<br />

pubblica e, soprattutto, praticabili<br />

e verificabili nel breve periodo.<br />

Ancora brucia la delusione provocata<br />

dall’impossibilità di trovare un comune<br />

piano d’azione per realizzare il palazzotto<br />

dello sport al confine <strong>tra</strong> i due<br />

comuni. Il progetto fu molto enfatizzato<br />

dai due sindaci del tempo, Enzo<br />

Scia ed Antonio Domini.<br />

Agropoli e Capaccio Paestum sono<br />

due realtà molto diverse <strong>tra</strong> loro. La<br />

prima ha una struttura urbana compatta<br />

e univoca, salvo qualche eccezione.<br />

La seconda ha un’estensione a macchia<br />

di leopardo dovuta a<strong>gli</strong> insediamenti<br />

agricoli ed alla strutturazione in<br />

con<strong>tra</strong>de. Agropoli ha il porto e Paestum<br />

le spiagge. A Mattine c’è un grosso<br />

insediamento industriale, a Paestum<br />

l’agricoltura è la seconda fonte di reddito.<br />

Insomma due realtà che si completano<br />

ma che hanno nel loro futuro<br />

Giuseppe se n’è andato, lasciando dietro<br />

di sé lacrime e dolore. Un triste destino<br />

lo ha atteso lungo una s<strong>tra</strong>da che<br />

aveva già percorso infinite volte in<br />

sella alla sua bici. Un dossetto artificiale<br />

che tante volte aveva scavalcato<br />

con sicurezza e facilità lo ha <strong>tra</strong>dito.<br />

Per una settimana i medici hanno fatto<br />

il possibile ma non è stato sufficiente<br />

così come non sono state sufficienti le<br />

tante preghiere sgorgate dal più profondo<br />

del cuore dei genitori, dei parenti,<br />

de<strong>gli</strong> amici, ma anche di chi non<br />

lo conosceva direttamente, ma è rimasto<br />

colpito da questa <strong>tra</strong>gedia. Due comunità,<br />

quella di Agropoli e quella di<br />

Felitto, paese d’origine del papà Serafino,<br />

unite nel dolore, si sono strette<br />

intorno alla piccola bara bianca e quelli<br />

che non sono riusciti ad en<strong>tra</strong>re nella<br />

pur spaziosa chiesa della Madonna<br />

delle Grazie di Agropoli, si sono stretti<br />

intorno alla chiesa, per un unico,<br />

forte ed affettuoso abbraccio a Giuseppe,<br />

in quel momento fi<strong>gli</strong>o, fratello o<br />

amico di tutti i presenti. Non tutti<br />

hanno retto, qualcuno è anche svenuto<br />

durante quella cerimonia che don<br />

Bruno Lancuba ha definito “ il passaggio<br />

dalla storia terrena alla gloria del<br />

Paradiso”. Una folla, con le lacrime<br />

a<strong>gli</strong> occhi ed il cuore gonfio di dolore,<br />

ha partecipato commossa e silenziosa.<br />

C’erano tutti; anche il gruppo<br />

scout al quale apparteneva, i compagni<br />

di scuola, e non solo della sua III L,<br />

una sola e grande prospettiva: il turismo.<br />

Se i due primi cittadini, che questa<br />

volta sono anche dello stesso partito,<br />

fossero determinati a perseguire un<br />

progetto integrato comune, ci sarebbe<br />

spazio per forme d’integrazione anche<br />

spinte che potrebbero far storcere il<br />

naso a molti, ma che produrrebbero risultati<br />

enormi sotto il profilo della promozione<br />

turistica e della capacità di attirare<br />

risorse ed investimenti.<br />

Chi vive di turismo sa che più è ampia<br />

l’offerta turistica e più grandi sono le<br />

opportunità di aggredire il mercato e<br />

di allungare la stagione tenendo aperte,<br />

utilmente, le strutture. Ecco perché<br />

molti a Paestum confidano nella capacità<br />

di Alfieri di <strong>tra</strong>inare anche la città<br />

dei templi nel vertiginoso giro del fare.<br />

Perché questo si avveri è necessario<br />

mettere in prima fila <strong>gli</strong> interessi e lasciare<br />

indietro le dispute, puerili, di<br />

campanile.<br />

velina<br />

Giuseppe Tucci è volato in Paradiso<br />

Felitto, il paese di origine del papà vicino alla fami<strong>gli</strong>a<br />

dalla prima<br />

Vuoi che ti accompagni...<br />

Poi ci fu un rumore come un’interferenza,<br />

un mormorio… un sussurro…<br />

un pianto.<br />

Lui spense la radio, pigiando sui tasti<br />

come un forsennato: il pianto continuava<br />

ad uscire dalle casse.<br />

La macchina sfrecciava nella notte e<br />

superò il cimitero di Prignano, il centro<br />

di <strong>San</strong>t’Antuono e con una sterzata<br />

imboccò la s<strong>tra</strong>da verso <strong>San</strong> Martino.<br />

Biagio allungò una mano verso la<br />

donna che <strong>gli</strong> era seduta accanto.<br />

Lei era fredda, gelata.<br />

Lui cercò di ri<strong>tra</strong>rre la mano, ma lei la<br />

bloccò e la <strong>tra</strong>ttenne.<br />

Biagio sentiva le sue unghie en<strong>tra</strong>r<strong>gli</strong><br />

nella carne.<br />

Allora la guardò e abbandonando il volante,<br />

si girò e si accorse che lei era<br />

pallida e aveva i capelli scarmi<strong>gli</strong>ati.<br />

Nel viso mancavano le pupille.<br />

La macchina sterzò ancora dirigendosi<br />

verso Rocca Cilento.<br />

Le ruote sgommavano in un rumore<br />

infernale.<br />

Biagio non respirava più: lei continuava<br />

ad arti<strong>gli</strong>ar<strong>gli</strong> la mano e il pianto<br />

adesso era più “umano” e veniva chiaramente<br />

da una presenza alle loro<br />

spalle, sui sedili.<br />

Biagio cercò di guardare nello specchietto<br />

retrovisore e vide qualcosa di<br />

scuro, forse un volto, sì, era il volto<br />

della bambina e aveva <strong>gli</strong> occhi luminosi,<br />

rossi.<br />

I freni cominciarono a stridere sull’asfalto<br />

e la macchina si bloccò.<br />

Era davanti al cimitero di Rocca Cilento.<br />

La donna aprì lo sportello e scese, poi<br />

fece scendere la bambina dal sedile posteriore<br />

e la prese in braccio.<br />

Biagio mise in moto la macchina.<br />

La donna e la bambina salivano il viale<br />

del cimitero.<br />

Le due portiere erano ancora spalancate;<br />

la macchina era già in moto.<br />

La corsa riprese.<br />

Biagio ebbe appena il tempo di vedere<br />

il parapetto infrangersi e fu nel burrone.<br />

(C) 2007 by Milena Esposito, diritti<br />

riservati.<br />

che<br />

hanno<br />

testimoniato<br />

il<br />

loro affetto,<br />

ed<br />

i suoi<br />

insegnanti. Un’insegnante, a nome di<br />

tutti, ha tentato di testimoniare affetto<br />

e partecipazione, ma si è interrotta visibilmente<br />

commossa, riuscendo solo<br />

a dire “ Giuseppe, non ho guardato il<br />

tuo volto di giovane che si affacciava<br />

alla vita”. E la sua commozione è diventata<br />

ancor più la commozione di<br />

tutti. Non ci sono parole per consolare<br />

i genitori, così duramente provati,<br />

oggi e ieri, quando Serafino, più o<br />

meno ventenne, perse prematuramente<br />

il padre. Come è stato dolorosamente<br />

reciso il suo rapporto prima con<br />

l’amato giovane padre, oggi con<br />

l’amatissimo fi<strong>gli</strong>o appena tredicenne!<br />

Non ci sono parole per consolare la<br />

mamma Fatima, la sorella e le nonne.<br />

Nonna Pasqualina vedeva in lui il perpetuarsi<br />

della vita del suo defunto<br />

amato marito. In questi casi solo la<br />

fede ci può aiutare e ci fa pensare che<br />

Giuseppe è in Paradiso, <strong>tra</strong> le braccia<br />

di nonno Giuseppe e che tutti e due si<br />

adoperano per consolare e proteggere<br />

il resto della fami<strong>gli</strong>a mentre continua<br />

ad at<strong>tra</strong>versare questa valle di lacrime.<br />

Donato Di Stasi<br />

“Come miele<br />

d’autunno”: un<br />

romanzo che<br />

si nutre del Cilento<br />

“Come miele<br />

d’autunno”<br />

non è un romanzo<br />

autobiografico,<br />

pur presentando<br />

una<br />

narrazione<br />

in prima persona;<br />

non è<br />

neppure un<br />

romanzo femminista, sebbene l’intera<br />

vicenda si sviluppi intorno ad una<br />

donna; è meno che mai un romanzo<br />

psicologico, nonostante sia incen<strong>tra</strong>to<br />

sulla descrizione di un Io.<br />

“Come miele d’autunno” è un romanzo.<br />

E’ una raccolta di emozioni e<br />

paure nelle quali chiunque può specchiarsi,<br />

di stati d’animo capaci di <strong>tra</strong>scinare<br />

il lettore davvero dentro al<br />

libro. E’ la storia di un Io femminile<br />

che, at<strong>tra</strong>verso i ricordi dell’infanzia e<br />

le esperienze di vita, compie un percorso<br />

di profonda <strong>tra</strong>sformazione e<br />

maturazione.<br />

Nel romanzo, interamente ambientato<br />

nel Cilento, sono meravi<strong>gli</strong>osamente<br />

descritti alcuni suggestivi angoli di<br />

“paradiso”. La vita della protagonista si<br />

svolge ad Agropoli, cittadina sulla<br />

quale l’autrice scrive delle emozionanti<br />

righe, e da qui passa a Laureana Cilento,<br />

fino a Valle dell’Angelo e Laurino.<br />

Si può, quindi, affermare che il Cilento,<br />

in “Come miele d’autunno”, è un<br />

po’ come la colonna sonora in un film:<br />

ne segna tutte le pagine creando<br />

un’incantevole cornice al racconto.<br />

Della baia di Trentova di Agropoli, ad<br />

esempio, si legge: “Trentova è un Sogno:<br />

uno dei più belli di tutto il Cilento, la sua<br />

baia abbraccia il verde, blu e turchese<br />

delle sue acque chiare e iridate e dei suoi<br />

pendii riccioluti di tenere fo<strong>gli</strong>e.”<br />

Il titolo del libro presenta un forte significato<br />

metaforico: il miele è dello<br />

stesso colore de<strong>gli</strong> occhi della protagonista<br />

ed è anche il prodotto di una<br />

lunga fase di lavorazione che le api<br />

svolgono; l’autunno, invece, può essere<br />

inteso sia come stagione nella quale<br />

il miele giunge a maturazione, che<br />

come fase della vita caratterizzata<br />

dalla maturità. Il romanzo, infatti, si sviluppa<br />

in un arco di tempo che, andando<br />

dall’estate all’autunno, coincide con<br />

quello nel quale le api lavorano alla<br />

loro dolce prelibatezza. Inoltre, la protagonista,<br />

con i suoi occhi color miele,<br />

fil<strong>tra</strong> tutta la realtà che la circonda,<br />

l’analizza, la fa sua e cresce.<br />

Ma questo Io, nel quale certamente<br />

ogni lettore ritroverà un po’ sé stesso,<br />

riuscirà a diventare proprio come<br />

il miele d’autunno?<br />

Verena Nigro

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