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San Tino paciere tra gli Ulivi - Unico

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DIANO<br />

8 n°39 26 ottobre 2007<br />

Da <strong>San</strong>za, sull’articolo del "Cervato" conteso<br />

“I Piagginesi non hanno voluto chiudere la vicenda con il pagamento di un fitto”<br />

Parole forti, toni alti nell’articolo di<br />

Bartolo Scandizzo. Già nei titoli si<br />

parla di “montagna contesa” , “di sabotaggio”.<br />

Ma in tutto l’articolo – ed<br />

anche nel box “La storia” sulla “grotta<br />

della discordia” di Gilda Petrone - <strong>gli</strong><br />

autori si lasciano andare a spigolosità<br />

verbali. Sono due le questioni che vo<strong>gli</strong>o<br />

porre. Una di metodo e una di merito.<br />

Non entro nella vertenza relativa alla<br />

s<strong>tra</strong>da che da Piaggine arriva alla croce<br />

di Vallevona perché riguarda il Comune<br />

di <strong>San</strong>za, che saprà cosa dire, come<br />

dirlo, cosa fare, come farlo.<br />

Sul metodo, allora. Non mi pare che <strong>gli</strong><br />

articoli diano un contributo alla pacificazione.<br />

Forse non volevano darlo,<br />

PER IL PRESIDENTE DEL<br />

PARCO IO VOGLIO<br />

indicare tre nomi<br />

——————————————<br />

——————————————<br />

——————————<br />

Specificare nome e cognome e<br />

qualifica professionale<br />

del votante<br />

——————————————<br />

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——————<br />

Spedire a: Settimanale <strong>Unico</strong><br />

Galleria commerciale LAURA<br />

Viale della Repubblica, 177<br />

84040 CAPACCIO PAESTUM<br />

forse volevano per davvero esasperare<br />

<strong>gli</strong> animi. Non si spiega altrimenti l’uso<br />

di termini offensivi nei confronti di<br />

“qualche sanzese” da affidare “alle<br />

cure cliniche”. Forse volevano dividere<br />

la cittadinanza. Tempo sprecato. A<br />

<strong>San</strong>za tutti credono nell’assoluta prerogativa<br />

dell’Arciconfraternita “S.<br />

Maria della Neve” di gestire il culto<br />

alla Madonna della Neve sul Cervato,<br />

grotta compresa.<br />

Né appare congruo parlare di modernità<br />

e di <strong>tra</strong>dizione. Più semplicemente<br />

noi sanzesi sappiamo che il culto<br />

della Madonna della Grotta ci appartiene,<br />

è nei nostri usi e costumi. Nulla<br />

quaestio se altri vo<strong>gli</strong>ono partecipare<br />

alla nos<strong>tra</strong> <strong>tra</strong>dizione religiosa, alla nos<strong>tra</strong><br />

fede. Accade già<br />

oggi per fedeli di paesi<br />

limitrofi e non. Nessun<br />

problema.<br />

Però, però: non si può<br />

surrettiziamente equivocare<br />

sui comportamenti<br />

e scambiare un<br />

gesto isolato, un atteggiamento<br />

sba<strong>gli</strong>ato<br />

con il sopruso, con la<br />

legge della giungla,<br />

con il regno della ex<strong>tra</strong>territorialità.<br />

Termini<br />

e animosità che<br />

forse nascondono inconfessate<br />

e inconfessabili<br />

finalità.<br />

Noi sanzesi, come testimoniamo<br />

da secoli,<br />

proclamiamo la fede<br />

nella nos<strong>tra</strong> Protettrice;<br />

ne custodiamo gelosamente<br />

la <strong>tra</strong>dizione,<br />

con l’attenzione a<br />

non snaturarla, a mantenerla<br />

integra nel<br />

tempo; la <strong>tra</strong>smettiamo<br />

ai nostri fi<strong>gli</strong>. Non<br />

ci sono altri scopi.<br />

La storia della nos<strong>tra</strong><br />

<strong>tra</strong>dizione ha sopportato<br />

gravi avversità nel corso dei secoli,<br />

ha fatto fronte a calamità naturali,<br />

ha superato momenti di difficoltà di<br />

vario genere. Non sono mai servite la<br />

forza e l’intimidazione per confermarla<br />

e custodirla. Ce la ritroviamo oggi<br />

più viva che mai, come patrimonio di<br />

tutti a <strong>San</strong>za e ovunque ognuno abbia<br />

scelto o sia stato costretto a vivere.<br />

Nel merito, poi, pur se sommariamente.<br />

Questa fede secolare, questa <strong>tra</strong>dizione<br />

così forte e vissuta sempre intensamente<br />

sono connaturate al popolo di<br />

<strong>San</strong>za. Capisco che a<strong>gli</strong> occhi de<strong>gli</strong><br />

es<strong>tra</strong>nei alcuni aspetti esteriori possano<br />

sembrare eccessivi; può sembrare antimoderna<br />

(o postmoderna) la partecipazione<br />

a<strong>gli</strong> “eventi” che caratterizzano<br />

la vita a <strong>San</strong>za nel periodo di Cervato;<br />

può sembrare fenomeno antico il calendario<br />

di <strong>San</strong>za permeato dai riferimenti<br />

a questa <strong>tra</strong>dizione millenaria.<br />

Ma la spiegazione è proprio nel fatto<br />

che sono più di mille anni che <strong>San</strong>za<br />

vive sul Cervato, con il Cervato ed<br />

esplica la sua fede sull’intera area della<br />

sommità del monte. E questa nos<strong>tra</strong><br />

storia ci consente di dire che non è vero<br />

che la cappella sia stata costruita nel<br />

1599 (la lapide ne ricorda un rifacimento<br />

– documenti di archivio ci dicono<br />

che la cappella esiste sin dal secolo<br />

Novecento); non è vero che il santuario<br />

abbia mai avuto due porte distinte<br />

(una per i <strong>San</strong>zesi una per i Piagginari);<br />

non è vero che Piaggine abbia mai<br />

praticato nella sua storia religiosa il<br />

culto per la Madonna della Neve; non<br />

è vero che Giuseppe Cavallo sia riuscito<br />

a mantenere una convivenza pacifica<br />

(me<strong>gli</strong>o parlare di temporanea colpevole<br />

accondiscendenza della Congrega<br />

di <strong>San</strong>za che, tuttavia, con la<br />

morte di Zi’ Giuseppe, ha voluto riappropriarsi<br />

–finalmente- delle sue legittime<br />

prerogative sulla Grotta).<br />

Ed infine, anche la questione TAR merita<br />

un completamento: dopo l’ordinanza<br />

di sgombero c’è stata una sospensiva<br />

chiesta dall’Arciconfraternita di<br />

<strong>San</strong>za. Inoltre c’è stato un tentativo di<br />

risoluzione pacifica della querelle <strong>tra</strong> i<br />

sindaci dei due comuni ad opera del<br />

Prefetto di Salerno, la quale però non<br />

ha visto una conclusione scritta perché<br />

non gradita a Piaggine. L’allora Prefetto<br />

di Salerno, infatti, si era pronunciato<br />

sulla disponibilità patrimoniale delle<br />

grotte montane e sulla destinazione<br />

d’uso della grotta del Cervato: la grotta<br />

non è demanio, ma patrimonio disponibile<br />

e la destinazione d’uso è di<br />

culto, gestito da <strong>San</strong>za per la devozione<br />

alla Madonna della Neve, che però<br />

“avrebbe potuto pagare un fitto”. In<br />

questi termini si pronunciò il prefetto di<br />

Salerno nel 1998 e su queste basi doveva<br />

avvenire l’accordo. Nulla di fatto.<br />

Oggi vige il diritto dell’Arciconfraternita<br />

di <strong>San</strong>za, che deriva da una <strong>tra</strong>dizione<br />

millenaria, di curare il culto della<br />

Madonna della Neve anche at<strong>tra</strong>verso<br />

la gestione della cappella/santuario e<br />

della grotta, due luoghi fisici che per<br />

noi sanzesi costituiscono un unicum,<br />

come testimoniano <strong>gli</strong> atteggiamenti di<br />

ognuno, la consuetudine e le celebrazioni<br />

religiose che si ripetono di anno<br />

in anno.<br />

Stando così le cose ci possono essere<br />

le condizioni perché il Cervato sia<br />

“conteso”? Assolutamente no. Suvvia,<br />

questa “diatriba” sarebbe veramente<br />

antistorica!<br />

Venezia, 6 ottobre 2007<br />

Giovanni Giordano<br />

confratello dell’Arciconfraternita<br />

“S. Maria della Neve” di <strong>San</strong>za<br />

Gentile sig. Giovanni, l’articolo è maturato<br />

proprio dal “sabotaggio” effettuato<br />

sulla s<strong>tra</strong>da di “Vaddivona”<br />

messo in atto a due giorni dalla festa<br />

sulla sul Cervati. Antistorico è stato il<br />

gesto, antistoriche e patologiche sono<br />

le motivazioni addotte per tentare di<br />

giustificare l’atto da parte del sindaco<br />

e di molti <strong>San</strong>zesi. Si è <strong>tra</strong>ttato, invece,<br />

di un vero e proprio sopruso nei<br />

confronti di chi, legittimamente, vuole<br />

salire al Cervati per devozione o per<br />

sport nel modo e con i mezzi che ritiene<br />

più adatti (personalmente ci vado a<br />

piedi!). Per il resto, il giudizio sulle<br />

diatribe legate ai diritti sulla chiese e<br />

sulla grotta, lo lascio volentieri ai lettori.<br />

Nel merito sono d’accordo con il vescovo<br />

di Teggiano: “Chi ha frapposto<br />

al legittimo desiderio dei fratelli che<br />

vo<strong>gli</strong>ono recarsi, con il mezzo che ritengono<br />

più opportuno, su un luogo di<br />

preghiera, ha mancato di rispetto al<br />

senso religioso che dovrebbe unire le<br />

comunità di Piaggine e <strong>San</strong>za e di qualunque<br />

altro luogo.”<br />

B.S.<br />

Nuovi vaccini<br />

per allergia<br />

a frutta e verdura<br />

Ogni anno un<br />

numero sempre<br />

maggiore<br />

di persone si<br />

ammala di allergie<br />

alimentari<br />

specie a<br />

frutta e verdura.<br />

Grazie<br />

ad un progetto<br />

di ricerca europeo al quale partecipa<br />

anche l’Italia, presto, anche se<br />

non prima dei 3-5 anni, potrebbe arrivare<br />

il primo vaccino per combattere<br />

questo tipo di allergie. Il primo<br />

campanello d’allarme in caso di allergia<br />

scatta quando mangiando frutta<br />

o verdura si avverte un prurito sotto<br />

la lingua. Si chiama in termini medici<br />

sindrome orale allergica ed è caratterizzata<br />

da prurito e bruciore della<br />

mucosa orale ed edema delle labbra<br />

immediatamente dopo l’ingestione di<br />

alimenti vegetali. A tali sintomi possono,<br />

talvolta, associarsi sintomi gastrointestinali,<br />

orticaria, edema della<br />

glottide e shock anafilattico. Nei soggetti<br />

sensibili i sintomi orali si manifestano<br />

entro pochi minuti dal contatto<br />

con l’alimento, mentre quelli<br />

che interessano altri organi possono<br />

manifestarsi entro 30-60 minuti dall’ingestione<br />

dell’alimento. L’allergia a<br />

frutta e verdura è scatenata dalla molecola<br />

naturale LTP concen<strong>tra</strong>ta nella<br />

buccia della frutta; questo significa<br />

che il 20% circa dei soggetti allergici<br />

potrebbe risolvere il problema eliminando<br />

uno s<strong>tra</strong>to di 5 mm di superficie<br />

quando monda il frutto. Infatti<br />

con questa azione si rimuove l’80% di<br />

tutto l’LTP presente. Il restante 80%<br />

circa è costretto a to<strong>gli</strong>ere dalla propria<br />

dieta frutta e verdura, rischiando<br />

carenze vitaminiche. Per ottenere<br />

una diagnosi precoce al momento è<br />

possibile sottoporsi al test ISAC, che<br />

oggi riesce a rilevare contemporaneamente<br />

90 allergeni diversi, fornendo<br />

una risposta in sole 5 ore. Il<br />

test da ripetere circa una volta all’anno,<br />

è importante soprattutto per i<br />

bambini con uno o en<strong>tra</strong>mbi i genitori<br />

allergici, che corrono un rischio<br />

dal 60 al 90% di divenirlo a loro<br />

volta. Secondo le ricerche di un<br />

gruppo europeo a cui partecipano insieme<br />

Grecia, Spagna, Polonia, Austria<br />

e Islanda in un futuro prossimo si<br />

produrrà il primo vaccino basato<br />

proprio su ltp, per combattere questo<br />

tipo di allergia. In dirittura d’arrivo<br />

quindi i vaccini molecolari basati<br />

sull’allergene specifico.<br />

Alberto Di Muria<br />

redazione@farmaciadimuria.it

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