San Tino paciere tra gli Ulivi - Unico

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CAMPAGNA 4 n°39 26 ottobre 2007 Primarie Pd: Luongo stacca l’opposizione Vanificata l’azione di disturbo della destra L’impressione è che siano i lavori ad attendere l’apertura e non l’apertura che attende il completamento delle opere per dare il via all’infrastruttura più importante della provincia di Salerno dei lavori se si esclude il completamento della Salerno Reggio Calabria. Il sottosegretario ai lavori pubblici, Andrea Annunziata, aveva addirittura messo sul piatto della bilancia le sue dimissioni dal governo se ad ottobre l’aeroporto non fosse stato completato ed in grado di far atterrare e far decollare degli aerei. Allo stato di certo c’è solo che un pool di banche di credito cooperativo del territorio sono corse a sostenere le ultime spese per il completamento, che evidentemente non c’è, aprendo una linea di credito di tre milioni di Euro. Sembra anche superata la questione della gestione che nella prima fase sarebbe assunta direttamente dal consorzio guidato da Augusto Strianese, presidente della Camera di Commercio. Anche i rapporti con alcune compagnie aeree sono intensi ma tutte chiedono garanzie per venire a Pontecagnano: non vogliono perdere e vogliono che qualcuno si accolli l’onere dei posti vacanti fino al pareggio delle spese. A tal proposito la Camera di Commercio, pare che abbia messo a bilancio una cifra consistente per andare incontro alla esigenze di mancato incasso delle compagnie. Intanto, la strumentazione per i controlli è stata messa in opera ed anche il Vor (strumentazione per l’atterraggio notturno) ha superato il collaudo effettuato presso altri aeroporti. La “tela” si allunga e molto altro “filo” è stato messo sul “telaio” ma è difficile prevedere al conclusione della vicenda. L’impressione è proprio quella che si stia tirando per le lunghe una situazione che potrebbe essere definita in poco tempo. Il motivo è da ricercarsi proprio nella volontà politica di andare, in fretta, alla conclusione dei lavori e, nei fatti, all’apertura dello scalo ai voli turistici e poi all’attivazione di un paia di voli di linea al giorno. Davanti al seggio di Camppgna Cinque i Candidati campagnesi: per l’Assemblea Nazionale: Annalisa Caponigro; Germano De Chiara, Biagio Luongo Aldo Polisciano; Bruno Avagliano. A Campagna hanno votato 1342 cittadini (670 CS-ZA e 672 ZB). Così i voti per l’Elezione dell’Assemblea Nazionale: Generazione ‘U’ Mario Adinolfi - 32; “Un Nuovo Inizio per l’Italia” - 414; “Campania Democratica per Veltroni” - 326; “Con Veltroni - Ambiente, Innovazione, Lavoro” - 90; “I Riformisti Coraggiosi con Veltroni” - 22; “I Democratici per Enrico Letta” - 47; “Con Rosy Bindi Democratici Davvero” - 310. Schede Bianche 73 e Nulle 27. Invece, per l’Elezione dell’Assemblea Regionale, dove la competizione è stata più agguerrita, considerate le presenze in campo di ben 4 Candidati locali, è andata così: “Campania Democratica per Iannuzzi” - Candidato Germano De Chiara: Voti 395; “Itinerario Democratico” con Tino Iannuzzi - Candidato 5 Aldo Polisciano: Voti 268; “Un Nuovo Inizio per la Campania” con Salvatore Piccolo - Candidato Biagio Luongo: Voti 569; “I Riformisti Coraggiosi con De Franciscis” - Voti 11; “I Democratici per Enrico Letta” con Eugenio Mazzarella: Voti 32; Schede Bianche 18 e Nulle 6. Sindaci e big hanno fatto la differenza. Non sono mancate contrapposizioni tra le diverse liste in competizione per la leadership locale. Infatti, anche a Campagna, le votazioni hanno assunto un forte significato politico, fra l’attuale maggioranza guidata da Luongo ed i suoi oppositori in Consiglio Comunale e fuori di esso (la Margherita di Minoranza, l’ex assessore di PpC, il consigliere di “Rinnovato Impegno”, a cui si è aggiunta qualche associazione). Un po’ tutti questi ultimi, non hanno mancato di “avvicinare” elettori dichiaratamente di destra, di centro-destra e della società civile (in paese si Aeroporto, banco di prova della classe politica Dopo tutto, sarebbe anche uno sgravio di problemi del super congestionato scalo napoletano di Capodichino. Ogni ulteriore ritardo sarebbe un pericoloso avvicinamento verso il baratro dell’inattività e questo, sarebbe la pietra tombale su anni di aspirazioni e, soprattutto, vorrebbe dire aver buttato al vento centinaia di milioni di Euro: insomma sarebbe un’altra cattedrale nel deserto costruita per essere demolita. Con essa verrebbe abbattuto un altro pezzo di credibilità di una classe politica incapace di mettersi in sintonia con le aspirazioni di un territorio che pure li ha espressi. Bartolo Scandizzo parla…), che si sono prestati al gioco, esprimendo un “voto di disturbo”, pur di contribuire a “mandare a casa Luongo” alle Amministrative del 2008. Il seme della divisione, che sta avvelenando Campagna da circa tre lustri, è duro a morire. Un dualismo pericoloso, oggi non più comprensibile, soprattutto alla luce di quanto è successo domenica 14 Ottobre 2007. Perché anche a Campagna si sta facendo strada la buona politica. Se prevarrà il senso di responsabilità, la svolta ci sarà, altrimenti tutti saranno responsabili di aver consegnato il paese alle destre. Il che non è uno scandalo, perché in democrazia tutto è legittimo. Ora però, col nuovo partito, tutti sono obbligati, al loro interno, a trovare una sintesi, altrimenti il paese per davvero non capirebbe più. In tal modo non ci sarà spazio con gli avventurieri e con le “corse solitarie”. Mario Onesti www.divenuta.it, diventa un portale tutto dedicato ad Altavilla Silentina Il Portale www.divenuta.it è stato realizzato da Bruno Di Venuta, informatico nato ad Altavilla Silentina che vive a Roma. Il sito si propone di trattare non solo gli aspetti storico-culturali, ma anche di creare una rete capace di dare spazio alle varie associazioni operanti nel territorio comunale altavillese e a tutti i cittadini, fornendo informazioni e utilità di vario genere. Ecco quindi l’idea di creare un sito che abbracci Altavilla e le sue frazioni e/o contrade dando così spazio oltre che alle già citate associazioni, anche alle aziende, alle attività commerciali e, in generale, a tutte le realtà operanti nel nostro territorio. Il Portale è online da ottobre 2007. L’ obiettivo è di crescere sempre più nel tempo, divenendo una realtà concreta e duratura, ma perchè ciò si realizzi c’è bisogno della collaborazione di tutte le associazioni e dei cittadini. Chiunque voglia collaborare o portare delle migliorie è pregato di farlo contattando il seguente indirizzo bruno@divenuta.it ricordando che a questo indirizzo sono ben accette anche le critiche (purchè aiutino a crescere e a migliorare).
n°39 26 ottobre 2007 AGROPOLI-CASTELLABATE 5 Paestum chiama, Alfieri risponde Prevarrà il campanilismo o saranno privilegiati gli interessi economici in ballo? Franco Alfieri Franco Alfieri si muove, provoca, propone, a volte invade anche il campo vicino. Sollecitato da amici capaccesi, non si sottrae alle richieste e si dichiara disponibile ad affrontare insieme molti aspetti delle problematiche assillano le due città turistiche dell’estremo lembo della piana del Sele: Capaccio Paestum ed Agropoli. È della settimana scorsa la decisione, per esempio, che il comune di Agropoli favorirà insediamenti alberghieri con una variante al Prg senza aspettare il nuovo Puc. Mentre a Capaccio gli imprenditori turistici s’incontrano per chiedere più pulizia e più sicurezza oltre ad invocare la possibilità di adeguare le strutture ricettive per poter affrontare il mercato ad armi pari con altre realtà turistiche italiane e straniere. Non sono pochi i Capaccesi ad augurarsi un accordo tra le due amministrazioni per poter “attingere” indirettamente alle risorse politiche e gestionali del potente assessore ai lavori pubblici della provincia di Salerno. Lo stesso Alfieri, non nasconde la sua voglia di andare, con il tempo, oltre al ruolo “provinciale” che la politica finora gli ha assegnato, e, lusingato della richiesta, ha dato la sua disponibilità ad incontrare ed a stilare un piano di interventi comuni. Dopo le primarie per il partito democratico in cui tutti sindaci sono impegnati, direttamente o indirettamente, maturerà il tempo per un incontro. La cosa importante è prepararlo bene, con obiettivi semplici e chiari all’opinione pubblica e, soprattutto, praticabili e verificabili nel breve periodo. Ancora brucia la delusione provocata dall’impossibilità di trovare un comune piano d’azione per realizzare il palazzotto dello sport al confine tra i due comuni. Il progetto fu molto enfatizzato dai due sindaci del tempo, Enzo Scia ed Antonio Domini. Agropoli e Capaccio Paestum sono due realtà molto diverse tra loro. La prima ha una struttura urbana compatta e univoca, salvo qualche eccezione. La seconda ha un’estensione a macchia di leopardo dovuta agli insediamenti agricoli ed alla strutturazione in contrade. Agropoli ha il porto e Paestum le spiagge. A Mattine c’è un grosso insediamento industriale, a Paestum l’agricoltura è la seconda fonte di reddito. Insomma due realtà che si completano ma che hanno nel loro futuro Giuseppe se n’è andato, lasciando dietro di sé lacrime e dolore. Un triste destino lo ha atteso lungo una strada che aveva già percorso infinite volte in sella alla sua bici. Un dossetto artificiale che tante volte aveva scavalcato con sicurezza e facilità lo ha tradito. Per una settimana i medici hanno fatto il possibile ma non è stato sufficiente così come non sono state sufficienti le tante preghiere sgorgate dal più profondo del cuore dei genitori, dei parenti, degli amici, ma anche di chi non lo conosceva direttamente, ma è rimasto colpito da questa tragedia. Due comunità, quella di Agropoli e quella di Felitto, paese d’origine del papà Serafino, unite nel dolore, si sono strette intorno alla piccola bara bianca e quelli che non sono riusciti ad entrare nella pur spaziosa chiesa della Madonna delle Grazie di Agropoli, si sono stretti intorno alla chiesa, per un unico, forte ed affettuoso abbraccio a Giuseppe, in quel momento figlio, fratello o amico di tutti i presenti. Non tutti hanno retto, qualcuno è anche svenuto durante quella cerimonia che don Bruno Lancuba ha definito “ il passaggio dalla storia terrena alla gloria del Paradiso”. Una folla, con le lacrime agli occhi ed il cuore gonfio di dolore, ha partecipato commossa e silenziosa. C’erano tutti; anche il gruppo scout al quale apparteneva, i compagni di scuola, e non solo della sua III L, una sola e grande prospettiva: il turismo. Se i due primi cittadini, che questa volta sono anche dello stesso partito, fossero determinati a perseguire un progetto integrato comune, ci sarebbe spazio per forme d’integrazione anche spinte che potrebbero far storcere il naso a molti, ma che produrrebbero risultati enormi sotto il profilo della promozione turistica e della capacità di attirare risorse ed investimenti. Chi vive di turismo sa che più è ampia l’offerta turistica e più grandi sono le opportunità di aggredire il mercato e di allungare la stagione tenendo aperte, utilmente, le strutture. Ecco perché molti a Paestum confidano nella capacità di Alfieri di trainare anche la città dei templi nel vertiginoso giro del fare. Perché questo si avveri è necessario mettere in prima fila gli interessi e lasciare indietro le dispute, puerili, di campanile. velina Giuseppe Tucci è volato in Paradiso Felitto, il paese di origine del papà vicino alla famiglia dalla prima Vuoi che ti accompagni... Poi ci fu un rumore come un’interferenza, un mormorio… un sussurro… un pianto. Lui spense la radio, pigiando sui tasti come un forsennato: il pianto continuava ad uscire dalle casse. La macchina sfrecciava nella notte e superò il cimitero di Prignano, il centro di Sant’Antuono e con una sterzata imboccò la strada verso San Martino. Biagio allungò una mano verso la donna che gli era seduta accanto. Lei era fredda, gelata. Lui cercò di ritrarre la mano, ma lei la bloccò e la trattenne. Biagio sentiva le sue unghie entrargli nella carne. Allora la guardò e abbandonando il volante, si girò e si accorse che lei era pallida e aveva i capelli scarmigliati. Nel viso mancavano le pupille. La macchina sterzò ancora dirigendosi verso Rocca Cilento. Le ruote sgommavano in un rumore infernale. Biagio non respirava più: lei continuava ad artigliargli la mano e il pianto adesso era più “umano” e veniva chiaramente da una presenza alle loro spalle, sui sedili. Biagio cercò di guardare nello specchietto retrovisore e vide qualcosa di scuro, forse un volto, sì, era il volto della bambina e aveva gli occhi luminosi, rossi. I freni cominciarono a stridere sull’asfalto e la macchina si bloccò. Era davanti al cimitero di Rocca Cilento. La donna aprì lo sportello e scese, poi fece scendere la bambina dal sedile posteriore e la prese in braccio. Biagio mise in moto la macchina. La donna e la bambina salivano il viale del cimitero. Le due portiere erano ancora spalancate; la macchina era già in moto. La corsa riprese. Biagio ebbe appena il tempo di vedere il parapetto infrangersi e fu nel burrone. (C) 2007 by Milena Esposito, diritti riservati. che hanno testimoniato il loro affetto, ed i suoi insegnanti. Un’insegnante, a nome di tutti, ha tentato di testimoniare affetto e partecipazione, ma si è interrotta visibilmente commossa, riuscendo solo a dire “ Giuseppe, non ho guardato il tuo volto di giovane che si affacciava alla vita”. E la sua commozione è diventata ancor più la commozione di tutti. Non ci sono parole per consolare i genitori, così duramente provati, oggi e ieri, quando Serafino, più o meno ventenne, perse prematuramente il padre. Come è stato dolorosamente reciso il suo rapporto prima con l’amato giovane padre, oggi con l’amatissimo figlio appena tredicenne! Non ci sono parole per consolare la mamma Fatima, la sorella e le nonne. Nonna Pasqualina vedeva in lui il perpetuarsi della vita del suo defunto amato marito. In questi casi solo la fede ci può aiutare e ci fa pensare che Giuseppe è in Paradiso, tra le braccia di nonno Giuseppe e che tutti e due si adoperano per consolare e proteggere il resto della famiglia mentre continua ad attraversare questa valle di lacrime. Donato Di Stasi “Come miele d’autunno”: un romanzo che si nutre del Cilento “Come miele d’autunno” non è un romanzo autobiografico, pur presentando una narrazione in prima persona; non è neppure un romanzo femminista, sebbene l’intera vicenda si sviluppi intorno ad una donna; è meno che mai un romanzo psicologico, nonostante sia incentrato sulla descrizione di un Io. “Come miele d’autunno” è un romanzo. E’ una raccolta di emozioni e paure nelle quali chiunque può specchiarsi, di stati d’animo capaci di trascinare il lettore davvero dentro al libro. E’ la storia di un Io femminile che, attraverso i ricordi dell’infanzia e le esperienze di vita, compie un percorso di profonda trasformazione e maturazione. Nel romanzo, interamente ambientato nel Cilento, sono meravigliosamente descritti alcuni suggestivi angoli di “paradiso”. La vita della protagonista si svolge ad Agropoli, cittadina sulla quale l’autrice scrive delle emozionanti righe, e da qui passa a Laureana Cilento, fino a Valle dell’Angelo e Laurino. Si può, quindi, affermare che il Cilento, in “Come miele d’autunno”, è un po’ come la colonna sonora in un film: ne segna tutte le pagine creando un’incantevole cornice al racconto. Della baia di Trentova di Agropoli, ad esempio, si legge: “Trentova è un Sogno: uno dei più belli di tutto il Cilento, la sua baia abbraccia il verde, blu e turchese delle sue acque chiare e iridate e dei suoi pendii riccioluti di tenere foglie.” Il titolo del libro presenta un forte significato metaforico: il miele è dello stesso colore degli occhi della protagonista ed è anche il prodotto di una lunga fase di lavorazione che le api svolgono; l’autunno, invece, può essere inteso sia come stagione nella quale il miele giunge a maturazione, che come fase della vita caratterizzata dalla maturità. Il romanzo, infatti, si sviluppa in un arco di tempo che, andando dall’estate all’autunno, coincide con quello nel quale le api lavorano alla loro dolce prelibatezza. Inoltre, la protagonista, con i suoi occhi color miele, filtra tutta la realtà che la circonda, l’analizza, la fa sua e cresce. Ma questo Io, nel quale certamente ogni lettore ritroverà un po’ sé stesso, riuscirà a diventare proprio come il miele d’autunno? Verena Nigro
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