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Giugno<br />
20<strong>13</strong><br />
11<br />
Gaetano Sabetta<br />
“Il rumore di fondo della Bibbia incontra le culture, non va contro di<br />
esse, la Bibbia è dunque luogo di accoglienza dell’altro”.<br />
Con queste parole don Luigi Vari ha accolto, presso la sua parrocchia<br />
di Valmontone, i partecipanti al primo Corso di<br />
Formazione Missionaria organizzato dall’UMD, in vista della partenza<br />
per l’Etiopia del prossimo agosto. Universalità e particolarità nella<br />
grammatica biblica non sono “scelta esclusiva”.<br />
Diversamente, cogliere il respiro profondo del testo sacro significa tenere<br />
insieme i due movimenti, quasi come l’armonico alternarsi delle sistole<br />
e delle diastole nel battito cardiaco.<br />
Tutte le culture vengono colte ed accolte dalla Bibbia, pur nel dovuto discernimento.<br />
Essa si forma in un continuo dialogo creativo con l’alterità culturale<br />
e religiosa che incontra lungo il suo cammino. È così nel caso della<br />
religione dei patriarchi, dove il Dio El (plurale Elohim) evidenzia una<br />
continuità, pur nella novità,<br />
tra l’esperienza religiosa<br />
cananea e la rivelazione<br />
biblica. È la stessa atmosfera<br />
che si respira nel ciclo<br />
iniziale del testo biblico (Gn<br />
1-11), dove creazionedistruzione-nuova<br />
creazione<br />
sono riferiti all’intero<br />
cosmo e non certo ad<br />
una singola religione.Il<br />
Dio liberatore, quello dell’alleanza<br />
(berith), che ha<br />
creato l’identità d’Israele<br />
come popolo viene qui colto,<br />
in maniera retrospettiva,<br />
come il Dio creatore,<br />
il cui disegno d’amore si<br />
estende a tutto il creato e<br />
a tutta l’umanità, considerata come una sola famiglia. L’alleanza speciale<br />
d’Israele viene dunque calata nella più ampia alleanza noaica, quella cosmica,<br />
che è universale; questo colloca la storia d’Israele nel mezzo della<br />
storia di salvezza che Dio ha già esteso a tutta l’umanità.<br />
Alleanza, quella noaica, mai revocata, come ci ricorda Ireneo nel suo Adversus<br />
Haereses, richiamando le alleanze di Adamo, di Noè, di Abramo-Mosè<br />
e di Gesù-Cristo. È lo stesso filo rosso che spinge la tradizione profetica<br />
a spostare l’asse dal Dio, tribale, degli israeliti al Dio delle nazioni, e<br />
che fa scrivere ad Isaia: “Benedetto sia l’Egiziano mio popolo, l’Assiro<br />
opera delle mie mani e Israele mia eredità” (Is 19-19-23).<br />
Che dire poi dei libri sapienziali (Sapienza, Giobbe, Qoelet). Essi segnano<br />
in maniera indelebile l’incontro tra la religiosità israelitica e le tradizioni<br />
sapienziali del Vicino Oriente Antico.<br />
La Sapienza, frutto di quest’incontro, si presenta come persona che chiama<br />
gli uomini ad ascoltare ed imparare, che è fonte di giustizia e di equità,<br />
che è presente nella totalità della creazione, perché è accanto a Dio,<br />
come sicurezza, in principio (Pr 8). Essa è il “Verbo di Dio” e il “libro dell’alleanza<br />
del Dio altissimo” (Sir 24,1-32) e, infine il disegno (boulè) di<br />
Dio che media la sua conoscenza, poiché dove sta la Sapienza sta lo<br />
Spirito (Sap 9).<br />
Nel Nuovo Testamento, il Regno di Dio, ovvero la centralità di Dio nella<br />
missione di Gesù è l’orizzonte a partire dal quale egli si rivolge ai membri<br />
del popolo dell’alleanza ma anche agli stranieri, poiché “Dio non usa<br />
parzialità” (Dt 10,17), non “fa preferenze di persone” (Rm 2,12). Tutti i<br />
miracoli operati da Gesù a favore degli stranieri gli consentono di allargare<br />
la visione della salvezza, poiché mostrano che la fede che salva è<br />
operativa anche fuori dal recinto ebraico (Lc 7,9).<br />
La conferma definitiva che il Regno di Dio travalica ogni muro religioso<br />
è senza dubbio l’episodio nel quale i discepoli vogliono impedire a chi<br />
non appartenga al circolo di Gesù di scacciare demoni “nel suo nome”<br />
(Mc 9,38-39). La risposta di Gesù è chiara: “chi non è contro di noi è per<br />
noi”. Gesù-Cristo, dunque, oltrepassa le barriere di razza, cultura e religione<br />
nel corso della sua<br />
vita e a maggior ragione<br />
nella resurrezione (GS22)<br />
proiettando tutti noi nella<br />
“vera adorazione spirituale”<br />
(Gv 4,23).<br />
In tale luogo, l’ipocrisia,<br />
l’autorefenzialità, la vuota<br />
appartenenza religiosa,<br />
le cerimonie esteriori<br />
sono bandite a vantaggio<br />
della profondità spirituale,<br />
dell’interiorizzazione della<br />
legge così che possa<br />
diventare forza spirituale<br />
centrata nell’amore, come<br />
le Beatitudini chiaramente<br />
indicano.<br />
La tentazione di ritornare<br />
indietro sulla strada inaugurata dal Maestro è forte nell’esperienza delle<br />
prime comunità cristiane. Ci vorrà una vera e propria conversione di<br />
Pietro (At 10,1-48), che ancora riteneva di avere in bocca il punto di vista<br />
di Dio, per fargli scoprire, attraverso “la fede prima della fede” (Congar)<br />
del centurione romano, che “Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo<br />
teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto”<br />
(At 10, 34-35).<br />
Proprio quest’esperienza dello spirito porterà Pietro, nel Concilio di Gerusalemme,<br />
ad affermare che Dio: “non ha fatto nessuna discriminazione tra noi o<br />
loro [pagani], purificandone i cuori con la fede (At 15, 9); con ciò non solo<br />
affermando la non necessità di passare dall’ebraismo, attraverso la circoncisione,<br />
per diventare poi cristiano, ma soprattutto dichiarando che<br />
la fede non è esclusivo patrimonio degli ebrei e dei cristiani, ma è presente<br />
sempre laddove la giustizia di Dio si incarna nelle vite di ogni uomo<br />
e donna a qualsiasi cultura o religione egli o ella appartenga.<br />
segue da pag. 10<br />
ni e donne del domani. Così dopo esserci confrontate<br />
con Saba abbiamo deciso di portare al<br />
centro Blein due asini, un maschio ed una femmina.<br />
Presto al mattino ci siamo recate al mercato<br />
degli animali, abbiamo dato indicazioni al<br />
custode del centro che è partito alla ricerca.<br />
Chuky e Ronny sono entrati al centro con la meraviglia<br />
di adulti e bambini. I custodi del centro pensavano<br />
all’ennesima pazzia di Saba.<br />
Cosa fare con due asini? I bambini, stupiti e divertiti,<br />
hanno però iniziato a trattarli come era stato<br />
loro insegnato. Iniziava il nostro progetto: mostrare<br />
loro che occorreva prendersi cura dei due nuovi<br />
ospiti del centro, curarli, pulire il terreno, perché<br />
avrebbero collaborato nei numerosi lavori<br />
del centro! Abbiamo iniziato costruendo la stalla…non<br />
potevano rimanere sotto le intemperie!<br />
Abbiamo fatto uno schizzo, consegnato il progetto<br />
ai custodi e comprato il materiale.<br />
Diciamo che tra il progetto e la realizzazione ci<br />
passa un treno, ma la stalla è stata costruita in<br />
4 giorni! Ed ora attaccato alla parete c’è un cartello<br />
che ringrazia la nostra diocesi.<br />
Saba ci scrive di Chuky e Ronny stanno bene,<br />
tranne qualche normale acciacco. E iniziano a<br />
lavorare per il centro trasportando materiale, caricando<br />
mobili e portando in giro i bimbi.<br />
Certo, occorre ricordare che devono essere puliti,<br />
condotti in differenti zone del centro perché<br />
trovino erba fresca (sono diventati i tagliaerba<br />
ufficiali), legati con corde lunghe che non gli feriscano<br />
le zampe, ma a piccoli passi sta passando<br />
l’idea che il futuro si costruisce curando il presente!<br />
PS: Il Progetto Asini è stato finanziato dalla <strong>Diocesi</strong><br />
con 380 €: costo asini 180€, costo stalla 200€.<br />
*Dir. Ufficio Missionario Diocesano