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Giugno<br />

20<strong>13</strong><br />

31<br />

Giovanni Marrazzo<br />

Si torna a casa dopo aver lasciato quella che ormai è l’altra<br />

nostra Casa, Pellegrini della Fede, nell’anno della Fede.<br />

I giorni di Lourdes sono trascorsi ma gli sguardi, i volti<br />

ed i sorrisi di coloro che hanno condiviso con noi questo affascinante<br />

ed intenso cammino, ti restano dentro. E ti restano dentro<br />

i momenti di preghiera, attraversati dal mistero del dolore,<br />

del disagio e della sofferenza ma sempre illuminati dalla Speranza,<br />

dalla Grazia e dalla Fede, di chi ha imparato o di chi sa di poter<br />

accettare sempre con profonda gratitudine, il grande dono della<br />

Vita, talvolta poco generosa da sembrare avara.<br />

In questo clima di toccante solidarietà e di fraternità autentica,<br />

si è svolto dal cinque all’undici di aprile il Pellegrinaggio a<br />

Lourdes, organizzato dalla UNITALSI Romana-Laziale, a cui<br />

ha partecipato anche la Sottosezione UNITALSI della nostra<br />

<strong>Diocesi</strong>. Insieme con il Presidente Vito Capozi, malati, pellegrini<br />

e volontari, si sono stretti in un reciproco abbraccio di fronte<br />

alla Grotta delle<br />

Apparizioni, pregando<br />

Maria in una<br />

sola Voce ma soprattutto<br />

in un unico e palpitante<br />

Cuore.<br />

Avvolti in queste<br />

intime e dolci emozioni<br />

di profonda<br />

Spiritualità, si ritorna<br />

a casa.<br />

In stazione le lacrime,<br />

le strette di<br />

mano e gli abbracci,<br />

sono veri e sinceri, sono gesti di affetto e di amore che da soli ed in<br />

silenzio ti fanno intendere senza ombra di dubbio, che il nostro Pellegrinaggio<br />

non termina qui, anzi è soltanto all’inizio.<br />

Il Viaggio continua, ogni giorno lungo le rotaie della Vita, diretti verso la<br />

nostra desiderata Destinazione, protetti da Maria, avvolti dallo Spirito Santo<br />

e guidati dalla Fede nel Padre e nel Cristo sofferente, che incontriamo ed<br />

incontreremo giorno dopo giorno, stazione dopo stazione.<br />

Questo è il nostro Pellegrinaggio quotidiano, riconoscere il Cristo sofferente<br />

in quelle persone che altro non chiedono che un sorriso, una mano<br />

tesa, un abbraccio, una sola parola e talvolta nemmeno quella, ma soltanto<br />

di essere ascoltate e considerate.<br />

Un immenso e sentito grazie a tutti coloro che con la loro presenza e con<br />

la loro preghiera, ci hanno aiutato a vivere con intensa gioia e spirito di<br />

servizio, questi indimenticabili giorni di Lourdes.<br />

segue da pag. 30<br />

anche con quel mondo, spesso i vari addetti ai<br />

lavori, le persone che lavorano dietro le quinte rimangono<br />

colpite da come ci vogliamo bene; e vengono<br />

poi a testimoniarci come questa cosa li colpisca<br />

e quanto sia rara nel mondo della musica,<br />

e quindi penso sia stupendo, una bella opportunità<br />

anche per noi.<br />

Dall’altra parte, il limite, me lo domando spesso…<br />

forse è che non siamo consacrati, e ad un certo<br />

punto un laico ha un limite; finché vivi nel mondo<br />

come professionista non puoi dimenticarti che<br />

ci sono delle regole e che comunque questo è il<br />

lavoro con cui noi dobbiamo vivere. E quindi giustamente<br />

ci sono dei confini… e ogni tanto mi stanno<br />

stretti.<br />

Lo chiami lavoro… ma è anche la tua vocazione?<br />

Sì! Io in questo momento mi sento pienamente<br />

realizzato, il che non vuol dire non avere<br />

dubbi, domande, anzi! Però mi sento pienamente<br />

realizzato perché è il mio lavoro, dove posso esprimere<br />

la mia capacità, e così veramente alimento<br />

e realizzo quella che è la mia vocazione. Chiamarlo<br />

lavoro è veramente riduttivo, io sogno un mondo<br />

in cui tutte le persone possano vivere questo, cioè<br />

lavorare facendo veramente ciò che sentono, ciò<br />

per cui sono chiamate ad esistere.<br />

Pensando al futuro… C’è un sacco di bene da<br />

fare, e quindi bisogna sorpassare i confini! Mi piacerebbe<br />

entrare in contatto con giovani che non<br />

sono solo italiani, palestinesi o israeliani, tornare<br />

a suonare anche all’estero; dopo un evento fatto<br />

a Roma è stato incredibile perché in un paio<br />

di giorni ci hanno scritto dal Cile, Perù, Messico,<br />

Uruguay; dal Porto-gallo; Spagna... A noi piacerebbe<br />

molto tornare ad avere un contatto anche<br />

con quelle realtà…<br />

Parli di “tornare” perché all’inizio della vostra<br />

carriera suonavate all’estero, vero?!<br />

Si moltissimo, …ecco, quando mi chiedono<br />

cosa mi manca della mia vita di prima, io rispondo<br />

sempre che mi manca suonare all’estero; sarà<br />

perché ho sempre viaggiato molto e l’incontro con<br />

la diversità, con la cultura differente mi ha sempre<br />

dato tantissimo…<br />

Sì, adesso questa esperienza la stiamo coltivando<br />

qui, ed è giusto perché questo ci permette di crescere;<br />

dall’altra parte però penso sia giusto che<br />

porti frutto, se Dio vuole, anche fuori dall’Italia!<br />

Come nascono le canzoni?<br />

Ogni volta che mi fanno questa domanda mi viene<br />

fuori una risata spontanea, è difficile rispondere.<br />

Sarà perché io posso parlare solo per me,<br />

per la mia esperienza. Ti dico che alle spalle, in<br />

particolare del disco LUCE, c’è una dose massiccia<br />

di preghiera, ma tanta tanta tanta. Dio solo<br />

sa quanto ho pregato, quanto ho pianto, quanto<br />

c’è stato dietro a tutto quello che è scritto in quel<br />

disco. Ogni canzone è qualcosa che nasce non<br />

so neanche io esattamente da dove. C’è un’esperienza,<br />

un’idea, un ricordo, un’immagine, una sensazione,<br />

un valore che assume già di per sé nel pensiero<br />

una connotazione musicale. Cioè, io già so<br />

che se penserò ad una determinata storia, quel<br />

tipo di storia mi evoca un certo tipo di armonia e<br />

di ritmica e quindi è come dire è già definito nel<br />

pensiero. Io poi semplicemente lo scrivo nella musica,<br />

nel testo: la musica è una cosa sola. Non avrei<br />

mai potuto scrivere Indelebile sopra la musica di<br />

Spiriti del Sole. È molto chiaro, crescono di pari<br />

passo musica e testo, e in questo senso mi accorgo<br />

che per me è naturalissimo.<br />

Diciamo che ogni testo ha il suo spartito, la<br />

sua “vocazione” di testo in quanto tale...<br />

…esatto, proprio questo!!!<br />

Cosa diresti ai giovani che leggeranno questa<br />

intervista??<br />

Chi cerca trova!!! Ma veramente!! E bisogna che<br />

lo sottolineiamo costantemente: non bisogna stancarsi<br />

di cercare!!!<br />

Prima di andare all’Assemblea Plenaria a Roma,<br />

alla LUMSA, avevamo lanciato un’iniziativa interessante:<br />

dal mio blog avevo fatto 3 domande ai<br />

lettori dove chiedevo di indicare qual è il loro rapporto<br />

con la Chiesa.<br />

Ed è emersa in modo costante la necessità di trovare<br />

delle risposte esaurienti alle loro domande:<br />

molti hanno detto che, dopo aver fatto determinate<br />

domande per esempio a dei preti senza aver<br />

trovato risposta, hanno smesso di farsi quelle domande,<br />

hanno cambiato strada. Ma c’è questa voglia<br />

di cercare e non è vero che i ragazzi non cercano,<br />

i ragazzi non cercano se non sono stimolati<br />

a cercare e se non trovano delle buone risposte.<br />

Per quanto riguarda la mia semplice esperienza,<br />

ho sperimentato la ricchezza delle persone che<br />

ho vicino e quanto è vero che quando uno cerca,<br />

trova. O viene trovato.<br />

(da SE VUOI 2/20<strong>13</strong>)

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