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Giugno<br />
20<strong>13</strong><br />
3<br />
Vincenzo Apicella, vescovo<br />
Il 3 <strong>giugno</strong> di 50 anni fa piazza San Pietro viveva un momento<br />
indimenticabile della sua storia, almeno per quelli che lo<br />
hanno vissuto personalmente. Per alcuni giorni una piccola<br />
folla silenziosa era sparpagliata nella grande piazza, gente di ogni<br />
età e condizione si dava silenziosamente il cambio, col volto triste,<br />
spesso rigato di lacrime, ma sempre raccolta in una preghiera<br />
intensa e accorata. Era il popolo di Roma, che sentiva, con dolore<br />
lacerante, l’avvicinarsi del distacco dal suo pastore, dal suo amatissimo<br />
vescovo, quell’Angelo Giuseppe Roncalli, che cinque anni<br />
prima aveva preso il nome di Giovanni XXIII.<br />
E’ doveroso, dopo aver ricordato nell’ottobre scorso il 50° anniversario<br />
dell’apertura del Concilio Vaticano II, fare memoria, oggi,<br />
di chi quel Concilio l’aveva voluto e iniziato e ne aveva accompagnato<br />
i primi passi, permettendogli<br />
di prendere il largo.<br />
Da parte sua fu uno straordinario atto<br />
di fede, un abbandono senza riserve<br />
ad una ispirazione incontenibile:<br />
“Fu un tocco inatteso, uno sprazzo di<br />
superna luce; una grande soavità negli<br />
occhi e nel cuore” (dal discorso di apertura<br />
del Concilio).<br />
Da allora il mondo è molto cambiato,<br />
ma anche la Chiesa è cambiata, non<br />
nella sostanza immutabile voluta dal<br />
suo Fondatore e Signore, ma nella consapevolezza<br />
della sua natura e della<br />
sua missione, nell’atteggiamento e nel<br />
volto con cui si presenta al mondo.<br />
Papa Giovanni l’aveva definita, nella<br />
sua prima enciclica, Madre e Maestra,<br />
perché “innalzando la fiaccola della<br />
verità religiosa, vuol mostrarsi madre<br />
amorevole di tutti, benigna, paziente,<br />
piena di misericordia e di bontà,<br />
anche verso i figli da lei separati”, in<br />
quanto “ora la sposa di Cristo preferisce<br />
usare la medicina della misericordia<br />
piuttosto che della severità. Essa<br />
ritiene di venire incontro ai bisogni<br />
di oggi mostrando la validità della sua<br />
dottrina, piuttosto che rinnovando condanne” (dal discorso di apertura<br />
del Concilio).<br />
In questi cinquant’anni moltissime altre volte piazza San Pietro<br />
è tornata a riempirsi di folle sempre più numerose e la Chiesa sembra<br />
rinnovare continuamente e misteriosamente la sua giovinezza,<br />
poiché, nonostante l’avvicendarsi dei suoi Vicari terreni, ognuno<br />
col suo carisma inconfondibile e provvidenziale, è sempre lo<br />
stesso Cristo a sospingerla col soffio del suo Spirito.<br />
Il miracolo si sta rinnovando sotto i nostri occhi con questo inizio<br />
di pontificato di Papa Francesco, con cui si avverte in modo<br />
più deciso e visibile l’adempimento di quel programma enunciato<br />
dai Padri del Concilio nel loro primo messaggio rivolto al mondo<br />
intero: “Rivolgiamo continuamente il nostro animo verso tutte<br />
le angosce che affliggono oggi gli uomini; perciò anzitutto le<br />
nostre premure si volgono verso i più umili, i più poveri, i più<br />
deboli, sull’esempio di Cristo…” (dal Messaggio del 20 ottobre<br />
1962). Parole simili i vescovi italiani hanno ascoltato in San Pietro<br />
la sera del 23 maggio scorso, nel rinnovare la professione di fede<br />
sulla tomba dell’Apostolo, quando il Papa ha chiesto, nella sua<br />
preghiera a Maria, di poter “sperimentare la gioia di una Chiesa<br />
umile, povera e al servizio di tutti”.<br />
Anche la nostra diocesi sente l’esigenza di proseguire il cammino,<br />
di aumentare il passo per varcare la Porta della Fede, come<br />
ci è stato chiesto da Benedetto XVI, per il quale restano immutati<br />
il nostro affetto e il nostro ricordo nella preghiera.<br />
In questo Anno, egli scriveva, “Dovrà intensificarsi la riflessione<br />
sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole<br />
ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto<br />
in un momento di profondo cambiamento<br />
come quello che l’umanità<br />
sta vivendo.<br />
Avremo l’opportunità di confessare<br />
la fede nel Signore Risorto nelle nostre<br />
Cattedrali e nelle chiese di tutto il mondo,<br />
nelle nostre case e presso le nostre<br />
famiglie, perché ognuno senta forte<br />
l’esigenza di conoscere meglio e di<br />
trasmettere alle generazioni future la<br />
fede di sempre…<br />
Nel contempo auspichiamo che la testimonianza<br />
di vita dei credenti cresca<br />
nella sua credibilità. Riscoprire i contenuti<br />
della fede professata, celebrata,<br />
vissuta e pregata e riflettere sullo<br />
stesso atto con cui si crede è un impegno<br />
che ogni credente deve fare proprio,<br />
soprattutto in questo Anno” (Porta<br />
Fidei, n.8-9).<br />
Come gesto comune, con cui la nostra<br />
Chiesa di <strong>Velletri</strong>-<strong>Segni</strong> vuole accogliere<br />
e rispondere all’invito di Papa<br />
Benedetto, mercoledì 19 <strong>giugno</strong> ci recheremo<br />
insieme in pellegrinaggio alla<br />
Tomba degli Apostoli per rinnovare<br />
la nostra professione di fede, partecipando<br />
all’Udienza Generale di<br />
Papa Francesco in piazza San Pietro e celebrando l’Eucarestia,<br />
nel pomeriggio, presso la Basilica di San Paolo. Sono i due luoghi,<br />
che non conservano solo i resti mortali di Pietro e Paolo, ma<br />
rappresentano la memoria vivente di una testimonianza imperitura<br />
e il punto di partenza di un cammino che continua nella storia,<br />
fino a quando non si compirà per tutti nella Patria celeste, per<br />
renderci partecipi della stessa Gloria.<br />
Per fede Giovanni XXIII aprì il Concilio; per fede Paolo VI soffrendo<br />
lo portò a compimento; per fede Giovanni Paolo II lo rese<br />
presente con forza in ogni angolo della terra; per fede Benedetto<br />
XVI, maestro umile e sapiente, si è consacrato alla preghiera; per<br />
fede viviamo anche noi, perché Cristo Risorto regni nei nostri cuori<br />
e la sua luce risplenda sul nostro volto e perché l’annuncio della<br />
salvezza raggiunga tutti i poveri e gli umili della terra.