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Il Patto per la salute e il ruolo dell'Agenas

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<strong>Il</strong> nuovo <strong>Patto</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>salute</strong>: un punto di partenza<br />

to attribuito all’Agenas <strong>per</strong> quanto attiene ai suoi<br />

compiti di monitoraggio e valutazione delle <strong>per</strong>formance.<br />

Infatti, al di là degli adempimenti formali<br />

specifici previsti dal <strong>Patto</strong>, l’Agenzia, dovrà<br />

– come è sempre stato nelle mie intenzioni –<br />

mettere a sistema le competenze necessarie a monitorare<br />

e promuovere l’efficacia e l’efficienza<br />

delle attività regionali ed aziendali.<br />

A questo scopo, è evidente che è necessario<br />

che Agenas possa disporre di una struttura adeguata,<br />

sia dal punto di vista normativo che organizzativo,<br />

<strong>per</strong> affrontare un impegno di tale<br />

consistenza. Per questi motivi, l’Agenzia ha di<br />

recente modificato <strong>il</strong> proprio rego<strong>la</strong>mento <strong>per</strong><br />

introdurre figure professionali in grado di portare<br />

avanti queste nuove attività: <strong>per</strong>sonale medico,<br />

sanitario, economico, professionale, ingegneristico.<br />

Si tratta di figure professionali che andranno<br />

“sul campo” con <strong>il</strong> compito di coadiuvare le<br />

Regioni, soprattutto quelle soggette ai piani di<br />

rientro, con funzioni di supporto tecnico-organizzativo<br />

e di programmazione; fermo restando,<br />

naturalmente, che <strong>la</strong> decisione ultima di ogni<br />

atto legis<strong>la</strong>tivo è di carattere politico e compete<br />

agli organismi istituzionali delle Regioni.<br />

L’es<strong>per</strong>ienza maturata sin qui dall’Agenzia nelle<br />

sue attività di affiancamento alle Regioni soggette<br />

ai piani di rientro dimostra che <strong>il</strong> risanamento<br />

passa non solo dal versante economico<br />

ma anche da una riconversione delle attività, attraverso<br />

<strong>la</strong> de-ospedalizzazione ed <strong>il</strong> potenziamento<br />

dell’assistenza sul territorio.<br />

Si tratta di rimodu<strong>la</strong>re <strong>la</strong> rete ospedaliera, sia<br />

ben chiaro, non di chiudere gli ospedali, ma di<br />

riqualificare l’intera offerta, potenziando l’assistenza<br />

territoriale.<br />

In questa stessa direzione si muovono anche<br />

le convenzioni che abbiamo stipu<strong>la</strong>to e rinnovato<br />

con i medici di medicina generale, con gli<br />

specialisti ambu<strong>la</strong>toriali, con gli o<strong>per</strong>atori del<strong>la</strong><br />

continuità assistenziale, con <strong>la</strong> medicina d’urgenza,<br />

con <strong>il</strong> 118 ecc.<br />

Con questi obiettivi, abbiamo intrapreso tutta<br />

una serie di azioni che intendono incidere nel<strong>la</strong><br />

logica del rafforzamento delle competenze territoriali,<br />

che sono le uniche che possono decongestionare<br />

gli ospedali e consentire, inoltre,<br />

di avere costi compatib<strong>il</strong>i con <strong>il</strong> finanziamento<br />

del Servizio sanitario.<br />

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