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mastica <strong>di</strong> un’area montana attualmente <strong>di</strong>sabitata e abbandonata può<br />
contribuire a testimoniare quale fosse stato in passato il peculiare rapporto<br />
tra una comunità e lo spazio allora vissuto, quali le forme tra<strong>di</strong>zionali<br />
<strong>di</strong> utilizzo, quali le con<strong>di</strong>zioni ambientali rilevanti, ecc., ricreando uno<br />
spaccato umano e paesaggistico importante.<br />
D’altro canto, rilevando invece la flui<strong>di</strong>tà della presenza toponimica<br />
<strong>di</strong> un’area, è possibile ripercorrere in prospettiva <strong>di</strong>acronica le alterne<br />
vicende della presenza antropica. Le variazioni quantitative (oltre che qualitative)<br />
della copertura toponomastica, impronta vocale consegnata alla<br />
memoria collettiva, possono essere <strong>di</strong>retta conseguenza dell’affievolirsi o<br />
intensificarsi della conoscenza, della frequentazione e dell’utilizzo <strong>di</strong> un’area;<br />
registrare queste variazioni in ambito montano può significare allora la<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un altro apprezzabile elemento per la ricerca.<br />
3. GLI STRUMENTI DELLA RICERCA TOPONOMASTICA PER LE “TERRE ALTE”<br />
È possibile rilevare l’aumento o il depauperamento della copertura<br />
toponomastica principalmente attraverso due momenti che si integrano<br />
vicendevolmente: l’analisi dei documenti scritti, specie cartografici, e<br />
l’indagine <strong>di</strong>retta dei toponimi in uso (Fig. 1).<br />
Considerando che le fonti cartografiche a piccola scala non sono evidentemente<br />
adatte alla ricerca toponomastica, è proficuo analizzare e confrontare<br />
le varie e<strong>di</strong>zioni delle tavolette dell’Istituto Geografico Militare e<br />
la Carta Tecnica Regionale. Esistono nella maggior parte dei casi anche<br />
mappe catastali <strong>di</strong> età napoleonica o asburgica: anche se <strong>qui</strong> i toponimi sono<br />
spesso presenti in quantità modesta (rispetto alla scala), queste mappe storiche<br />
sono sussi<strong>di</strong>ate da specifici Sommarioni, al cui interno si trovano<br />
informazioni dettagliate (anche toponomastiche) per ogni proprietà a cui<br />
corrisponda un numero mappale. Ogni area montana potrà poi eventualmente<br />
possedere altri tipi <strong>di</strong> cartografia più antica, specifici stu<strong>di</strong> o selezioni<br />
locali, documenti storici (compraven<strong>di</strong>ta, testamenti, pratiche amministrative,<br />
ecc.) che possono arricchire ulteriormente la raccolta.<br />
La registrazione cartografica dei toponimi presenta tuttavia <strong>degli</strong><br />
inconvenienti: i toponimi, che già al raffronto quantitativo sono in numero<br />
sempre minore rispetto a quello reale per oggettivi problemi <strong>di</strong> spazio<br />
(proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> selezione), possono incorrere in errori <strong>di</strong> trascrizione<br />
(per esempio quando il cartografo non comprende il <strong>di</strong>aletto, e magari lo<br />
italianizza) e <strong>di</strong> attribuzione errata <strong>di</strong> un nome ad un oggetto a cui in realtà<br />
non si riferisce 8 .<br />
8<br />
“Appare opportuno far presente che il meccanismo ufficiale <strong>di</strong> fissazione dei<br />
toponimi sulle carte topografiche, come quello adottato dall’IGMI, consisteva (e consiste)<br />
nel reperimento dei nomi sul terreno e nella loro legittimazione attraverso l’appro-<br />
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