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sità della zona considerata rispetto all’a<strong>di</strong>acente alta pianura, asciutta e<br />

spesso priva <strong>di</strong> corsi d’acqua permanenti. Inoltre, i due ecotoni sopra<br />

descritti sono caratterizzati da una notevole bio<strong>di</strong>versità interna e, <strong>qui</strong>n<strong>di</strong>,<br />

da un’ampia varietà <strong>di</strong> risorse naturali sfruttabili, proprietà favorevole alla<br />

sopravvivenza <strong>di</strong> una comunità agricola pre-protostorica (FARINA, 1995).<br />

3. NEOLITICO ANTICO<br />

La prima occupazione stabile del Friuli (7500-6300 anni fa circa) fu<br />

attuata da comunità <strong>di</strong> poche decine <strong>di</strong> persone strutturate in villaggi-fattoria.<br />

Le recenti indagini hanno rivelato importanti legami con i gruppi padani<br />

della Cultura <strong>di</strong> Fiorano, quelli dalmati <strong>di</strong> Danilo e quelli balcanico-danubiani<br />

della Linenbandkeramik. Questi dati testimoniano l’importante ruolo<br />

<strong>di</strong> crocevia svolto dal Friuli fin dalla Preistoria (PESSINA et al., 1998).<br />

In questa ricerca sono stati considerati come siti archeologici tutte<br />

quelle aree che hanno fornito manufatti, anche se limitati a pochi frammenti<br />

litici o ceramici. È stata riscontrata un’alta concentrazione <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />

lungo l’attuale margine lagunare, con oltre 40 stazioni note (Fig. 2), ma è<br />

<strong>di</strong>fficile riconoscere eventuali sistemi territoriali. Infatti, la risoluzione cronologica<br />

fornita dalle datazioni numeriche (metodo del 14 C) e tipologiche è<br />

ancora troppo poco dettagliata per ipotizzare la contemporaneità <strong>di</strong> siti <strong>di</strong>fferenti.<br />

Gli abitati sorgono quasi tutti sui dossi fluviali tardopleistocenici<br />

formanti un conoide molto ampio, avente come apice l’attuale corso del T.<br />

Cormor. I protoagricoltori si stabilirono sugli argini naturali dei paleoalvei,<br />

settore caratterizzato da un buon drenaggio e da una topografia elevata.<br />

L’occupazione della parte sommitale dei dossi deve anche essere stata<br />

indotta dalla facilità con cui si può coltivare il limo sabbioso che la forma<br />

anche senza l’uso dell’aratro (Fig. 3).<br />

Fig. 3. – Sezione schematica <strong>di</strong> un dosso fluviale del sistema del T. Cormor (da FONTANA, 2000,<br />

mo<strong>di</strong>ficato).<br />

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