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sistemi territoriali dell’Età del bronzo me<strong>di</strong>o-recente presenti nella bassa<br />

pianura friulana. Si sono così confrontati i <strong>di</strong>fferenti ruoli assunti dall’acqua<br />

all’interno <strong>di</strong> una delle prime società stabili riconosciute e in una relativamente<br />

più complessa. Si sono analizzate queste due fasi culturali,<br />

rispettivamente della Preistoria e della Protostoria, poichè sono i primi<br />

due perio<strong>di</strong> per cui si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un <strong>di</strong>screto numero <strong>di</strong> dati ambientali e<br />

culturali che permettano un tentativo <strong>di</strong> analisi territoriale (VITRI et al., in<br />

stampa). La bassa pianura friulana ha generalmente mantenuto una buona<br />

stabilità ambientale durante l’Olocene e <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> le <strong>di</strong>fferenti scelte inse<strong>di</strong>ative<br />

proprie dei <strong>di</strong>versi perio<strong>di</strong> sono da attribuirsi principalmente a<br />

mutate tra<strong>di</strong>zioni culturali.<br />

Questo lavoro vuol essere soprattutto un esempio <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong><br />

metodologie geografiche e geomorfologiche all’analisi delle società del<br />

passato e, <strong>di</strong> conseguenza, alcuni dei risultati presentati sono ancora semplici<br />

ipotesi <strong>di</strong> lavoro, soggette a sensibili cambiamenti in seguito a stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> maggior dettaglio.<br />

2. L’AMBIENTE<br />

La pianura veneto-friulana rappresenta la continuazione orientale<br />

della grande regione geografica delle pianura padana e risulta uno dei suoi<br />

settori più caratteristici per la vicinanza tra la costa e le montagne (Fig. 1).<br />

Nell’area considerata esistono <strong>degli</strong> estesi conoi<strong>di</strong> alluvionali <strong>di</strong> età<br />

pleistocenica superiore, riconoscibili dai pie<strong>di</strong> della catena alpina meri<strong>di</strong>onale<br />

fino al margine lagunare (CASTIGLIONI, 1999). In questo settore, il<br />

brusco passaggio tra alta e bassa pianura, cioè tra se<strong>di</strong>menti ghiaiosi e<br />

limoso-argillosi, è marcato da una fascia <strong>di</strong> sorgenti chiamata “linea delle<br />

risorgive”. Da essa si originano numerosi fiumi, detti appunto “<strong>di</strong> risorgiva”,<br />

caratterizzati da una portata relativamente costante e da un trasporto<br />

se<strong>di</strong>mentario quasi assente.<br />

L’attuale Bassa friulana è formata dai depositi dei principali torrenti<br />

scaricatori del Ghiacciaio del Tagliamento, tra cui i torrenti Corno <strong>di</strong> S.<br />

Daniele, Cormor e Torre che si <strong>di</strong>sattivarono con lo scioglimento definitivo<br />

del ghiacciaio, avvenuto circa 14.000 anni fa. Dopo quel momento, l’area<br />

considerata è stata solcata esclusivamente da corsi <strong>di</strong> risorgiva come lo<br />

Stella, il Turgnano, la Muzzanella, lo Zellina, il Corno, l’Aussa e il Natissa.<br />

Essi occuparono passivamente la morfologia preesistente esercitando una<br />

scarsa azione modellatrice, ad eccezione dello Stella e del Corno <strong>di</strong> S.<br />

Giorgio <strong>di</strong> Nogaro (Figg. 1 e 5). Verso est e ovest, invece, i depositi pleistocenici<br />

sono sepolti o rimaneggiati dalle più recenti alluvioni del Torre-<br />

Isonzo e del Tagliamento (Fig. 2), che rappresenta il maggiore agente morfologico<br />

attivo dell’area (Fig. 1). Anche l’evoluzione della Laguna <strong>di</strong><br />

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