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Un modello territoriale per l'analisi economica sull'uso dell ... - Inea

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Gestione Commissariale<br />

ex Agensud<br />

Istituto Nazionale di Economia Agraria<br />

UN MODELLO TERRITORIALE PER<br />

L’ANALISI ECONOMICA SULL’USO<br />

DELL’ACQUA IN AGRICOLTURA<br />

quaderno irrigazione<br />

a cura di<br />

G. Dono, C. Liberati, S. Severini<br />

INEA, 2007<br />

Contiene<br />

CD-Rom


Dipartimento di Economia<br />

Agro-forestale e <strong>dell</strong>’Ambiente Rurale<br />

<strong>Un</strong>iversità <strong>dell</strong>a Tuscia -Viterbo<br />

Istituto Nazionale di<br />

Economia Agraria<br />

Roma<br />

Progetto O<strong>per</strong>ativo RISORSE IDRICHE<br />

Attività di indirizzo e supporto al coordinamento <strong>dell</strong>a programmazione e <strong>dell</strong>’attuazione degli<br />

interventi irrigui nel Mezzogiorno – I STRALCIO<br />

PON Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema - QCS Obiettivo 1 2000-2006 Misura I.2<br />

UN MODELLO TERRITORIALE PER L’ANALISI<br />

ECONOMICA SULL’USO DELL’ACQUA<br />

IN AGRICOLTURA<br />

a cura di<br />

G. Dono, C. Liberati, S. Severini<br />

INEA, Roma 2007


Prefazione: Guida alla lettura<br />

Il presente lavoro sintetizza l’intera l’attività svolta dal gruppo di lavoro suddividendo le<br />

varie parti in Sezioni.<br />

Il lettore interessato solo a una sintesi <strong>dell</strong>’attività svolta può limitarsi a leggere le sezioni 1<br />

e 4. Chi invece indente approfondire il tipo di utilizzazioni del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> in termini di<br />

strumento <strong>per</strong> svolgere simulazioni può leggere anche la sezione 2. Infine, chi desidera<br />

conoscere i dettagli sulla metodologia utilizzata e gli strumenti di gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può<br />

trovare questi elementi nella sezione 3.<br />

Il lavoro è frutto <strong>dell</strong>a collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Economia Agraria –<br />

I.N.E.A. e il Dipartimento di Economia Agro-forestale e <strong>dell</strong>’Ambiente Rurale – D.E.A.R.<br />

<strong>dell</strong>’<strong>Un</strong>iversità <strong>dell</strong>a Tuscia di Viterbo.<br />

Il gruppo di lavoro è composto da Claudio Liberati (Responsabile, INEA), Gabriele Dono<br />

(Referente Scientifico, D.E.A.R.), Simone Severini (D.E.A.R.).<br />

Gli Autori hanno comune responsabilità del lavoro. La stesura <strong>dell</strong>e singole parti è stata<br />

curata da:<br />

Introduzione<br />

SEZIONE 1<br />

Claudio Liberati<br />

Gabriele Dono<br />

SEZIONE 2 Gabriele Dono: Capitoli 1, 2, 3, 4 e 7; Capitolo 5 - paragrafi 5.3, 5.4, 5.5<br />

Simone Severini: Capitolo 5 - paragrafi 5.1, 5.2 e 5.6; Capitolo 6<br />

Luca Giraldo: Capitolo 2 - paragrafi 2.2, 3.4<br />

SEZIONE 3 Simone Severini: Capitoli 8, 9, 10, 12<br />

Luca Giraldo: Capitolo 11<br />

SEZIONE 4<br />

Gabriele Dono<br />

Coordinamento editoriale: Federica Giralico<br />

Impaginazione grafica: Sofia Mannozzi<br />

Foto di co<strong>per</strong>tina: Serena Tarangioli


INDICE<br />

Introduzione<br />

V<br />

SEZIONE 1: Finalità, caratteristiche e applicazioni del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>territoriale</strong><br />

sull’uso <strong>dell</strong>’acqua in agricoltura<br />

1. Le finalità di un <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>territoriale</strong> <strong>dell</strong>’agricoltura 1<br />

2. Caratteristiche del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> economico <strong>territoriale</strong> e aziendale 2<br />

3. Principali problemi analizzati e indicazioni ottenute dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>territoriale</strong> 6<br />

SEZIONE 2: L’applicazione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> a quattro zone di agricoltura irrigua ed il suo<br />

impiego <strong>per</strong> l’analisi <strong>economica</strong><br />

1. Risultati e indicazioni del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> 11<br />

2. L’assetto produttivo ed economico dei territori nell’anno di base 14<br />

2.1 <strong>Un</strong>a misura <strong>dell</strong>a scarsità idrica 17<br />

2.2 L’esame dei risultati produttivi ed economici <strong>per</strong> azienda rappresentativa 19<br />

2.3 Considerazioni riassuntive 24<br />

3. Il contributo <strong>dell</strong>e aziende agricole al finanziamento <strong>dell</strong>a distribuzione irrigua 25<br />

3.1. Contributi e costi <strong>dell</strong>a distribuzione irrigua nei quattro Consorzi 25<br />

3.2 Effetti di un pagamento basato sull’uso <strong>dell</strong>’acqua e sui costi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica 27<br />

3.3 Effetti <strong>dell</strong>a nuova contribuzione irrigua <strong>per</strong> tipologia aziendale 31<br />

3.4 Considerazioni riassuntive 37<br />

4. Interventi che influenzano l’allocazione <strong>dell</strong>a risorsa idrica 39<br />

4.1 Effetti di un aumento dei contributi irrigui 39<br />

4.2 Effetti di un trasferimento dei volumi d’acqua disponibili 41<br />

4.2.2 Compensazioni <strong>per</strong> il trasferimento <strong>dell</strong>’acqua disponibile 42<br />

4.3 Considerazioni riassuntive 44<br />

5. Modifiche strutturali dei sistemi di adduzione idrica 45<br />

5.1 Riconversione <strong>dell</strong>e reti <strong>per</strong>iferiche di distribuzione a pelo libero 47<br />

5.2 Fenomeni di peggioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>e acque 48<br />

5.3 Espansione del servizio consortile ad altre aree 50<br />

5.4 Espansione del servizio consortile ad altre aree con aumento <strong>dell</strong>a disponibilità idrica 51<br />

5.5 Aumento <strong>dell</strong>e disponibilità idriche senza espandere il servizio consortile 53<br />

5.6 Considerazioni di sintesi 55<br />

III


6. Impatto <strong>dell</strong>’evoluzione <strong>dell</strong>e condizioni politiche e di mercato nelle aree di studio 57<br />

6.1 Gli scenari considerati 59<br />

6.2 Impatto <strong>dell</strong>a riforma “Agenda 2000” 61<br />

6.3 Evoluzione dei mercati dei prodotti ortofrutticoli 63<br />

6.4 Considerazioni riassuntive sull’impatto <strong>dell</strong>e condizioni politiche e di mercato 66<br />

7. L’applicazione simultanea degli interventi considerati 68<br />

SEZIONE 3: Caratteristiche, struttura e gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

8. Obiettivi e caratteristiche dei sistemi di supporto alla gestione <strong>dell</strong>e risorse idriche 71<br />

9. Caratteristiche e struttura del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> utilizzato nell’analisi 74<br />

9.1 Caratteristiche generali del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> 74<br />

9.2 Funzione obiettivo 75<br />

9.3 Vincoli 78<br />

9.4 Gestione, calibrazione e validazione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> 83<br />

10. Dati necessari <strong>per</strong> la definizione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> 86<br />

11. Il programma MEGRIA <strong>per</strong> la gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e del data-base 90<br />

12. Considerazioni conclusive sulle caratteristiche e la gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> 97<br />

SEZIONE 4: Sintesi dei risultati e conclusioni<br />

13. Considerazioni conclusive 99<br />

13.1 Risultati <strong>dell</strong>e simulazioni svolte 100<br />

13.2 Limiti e potenzialità del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> 103<br />

Riferimenti bibliografici 107<br />

IV


Introduzione<br />

L'attenzione posta in questi ultimi anni alle risorse idriche e al loro utilizzo a fini<br />

irrigui è focalizzata non solo sui paesi in via di sviluppo o in situazioni locali a rischio di<br />

desertificazione, ma anche in Italia, dove si avverte fortemente l'esigenza di un<br />

approfondimento conoscitivo sul tema <strong>dell</strong>'acqua e sul settore primario, responsabile<br />

<strong>dell</strong>’utilizzo di buona parte <strong>dell</strong>e risorse idriche disponibili.<br />

L'irrigazione è, infatti, un elemento strategico <strong>per</strong> la maggior parte dei sistemi<br />

agricoli italiani. Rende possibile il mantenimento di paesaggi di notevole qualità, la<br />

realizzazione di produzioni agricole ad alto valore aggiunto e il mantenimento di culture<br />

locali socialmente preziose.<br />

L'irrigazione, tuttavia, determina un aumento notevole dei conflitti legati all'uso<br />

<strong>dell</strong>'acqua, anche a causa <strong>dell</strong>'alto livello di consumo e <strong>dell</strong>'efficienza relativamente bassa di<br />

impiego. L’acqua, infatti, non è un fattore produttivo solo <strong>per</strong> l’agricoltura, e non è solo un<br />

fattore produttivo, ma risorsa pubblica da salvaguardare.<br />

L’utilizzazione irrigua è, infatti, considerata nel nostro paese preziosa <strong>per</strong> la sua<br />

valenza <strong>economica</strong> e sociale. Ciò si traduce nel fatto che il settore agricolo è quello che<br />

registra il più alto livello di impiego idrico (circa il 60% dei consumi totali) ma, al tempo<br />

stesso, è quello che rischia di subire un pesante ridimensionamento se si dovesse arrivare a<br />

decidere una politica di risparmio generalizzato nell’approvvigionamento idrico.<br />

È evidente, quindi, la centralità <strong>dell</strong>’irrigazione <strong>per</strong> l’agricoltura nazionale: ben il<br />

55% <strong>dell</strong>a produzione agricola si avvale <strong>dell</strong>’irrigazione. Vanno <strong>per</strong>ò messe in evidenza le<br />

differenze tra le aree geografiche. L’Italia settentrionale e quella meridionale, seppur <strong>per</strong><br />

ragioni diverse, si affidano in modo consistente alla pratica irrigua, mentre nell’Italia<br />

centrale (che comprende sostanzialmente le regioni presenti nel Bacino del Tevere) il<br />

fabbisogno d’acqua complessivo <strong>per</strong> l’agricoltura, messo a confronto con altri settori come<br />

il civile o l’idroelettrico, non sembra rappresentare un fattore critico di pressione.<br />

L'irrigazione non è solo importante in termini quantitativi. Infatti, ha un ruolo chiave<br />

nel garantire la qualità <strong>dell</strong>a produzione ed è, <strong>per</strong>tanto, un elemento chiave nella strategia<br />

complessiva <strong>dell</strong>a maggior parte <strong>dell</strong>'agricoltura italiana. Data la natura dei prodotti,<br />

l'agricoltura irrigua produce anche un indotto notevole in termini di industrie associate.<br />

Tra i problemi più attuali <strong>per</strong> il settore irriguo, la scarsità <strong>dell</strong>e risorse idriche dovute<br />

a fattori climatici rappresenta il fatto più evidente. I fenomeni siccitosi non sono più<br />

geograficamente limitati soltanto alle Regioni meridionali, ma si estendono anche a quelle<br />

del Nord, che non avevano mai manifestato in passato reali situazioni di emergenza. Le<br />

regioni meridionali, invece, sono tradizionalmente interessate da carenze idriche, che hanno


messo in difficoltà produzioni ortofrutticole di pregio da cui, in assenza di insediamenti<br />

industriali, dipende l'economia di intere aree.<br />

L’acqua rappresenta, quindi, un elemento del tutto fuori schema rispetto agli altri<br />

fattori <strong>dell</strong>a produzione agricola. Ciò impone una migliore programmazione <strong>dell</strong>’impiego<br />

<strong>dell</strong>’acqua ed il coordinamento <strong>dell</strong>’uso con altri settori. Di conseguenza, le politiche di<br />

ambito risultano strettamente connesse non solo ad altre politiche del settore primario, ma<br />

anche alle politiche ambientali, energetiche e di sviluppo del territorio.<br />

Nell’ultimo decennio si è vissuta una fase di profonda evoluzione del quadro<br />

normativo e <strong>dell</strong>’assetto <strong>dell</strong>e competenze, che ha condotto all’adozione di una politica<br />

<strong>dell</strong>’acqua di tipo sostenibile sotto tutti i punti di vista, ecologico, etico, economicofinanziario.<br />

Le normative comunitarie, su tutte la Direttiva 2000/60, pur non trattando le<br />

disposizione in materia di gestione <strong>economica</strong> <strong>dell</strong>e risorse idriche in agricoltura in maniera<br />

dettagliata e puntuale, pongono l’uso irriguo, in una posizione, almeno di principio, di<br />

relativo “privilegio” rispetto agli altri usi. La Direttiva, infatti, stabilisce un punto<br />

fondamentale <strong>per</strong> le prospettive <strong>dell</strong>’agricoltura e cita: “Gli Stati membri tengono conto del<br />

principio del recu<strong>per</strong>o dei costi dei servizi idrici … e provvedono entro il 2010 ad un<br />

adeguato contributo al recu<strong>per</strong>o dei costi dei servizi idrici a carico dei vari settori di<br />

impiego <strong>dell</strong>’acqua, suddivisi almeno in industria, famiglie e agricoltura”. Si tratta di un<br />

principio che non è previsto in termini tassativi, ma, in relazione all’esigenza di introdurre<br />

uno strumento finanziario capace di scoraggiare una dinamica insostenibile dei fattori di<br />

pressione antropica sulla risorsa, a seconda <strong>dell</strong>e varie interpretazioni, potrebbe costituire<br />

<strong>per</strong> l’agricoltura un elemento dirompente o, viceversa, cautelativo.<br />

La versione negativa è legata al fatto che attualmente il “prezzo” <strong>dell</strong>’acqua in<br />

agricoltura è largamente protetto <strong>per</strong> ragioni sociali, specialmente in alcune aree del Paese.<br />

Puntare al recu<strong>per</strong>o dei costi anche a carico del settore irriguo significherebbe, nella<br />

versione dirompente, mettere in ginocchio l’agricoltura irrigua, in particolare in vaste zone<br />

del Mezzogiorno; nella versione cautelativa, garantirne la continuità. Sta di fatto che<br />

recentemente sono sempre più numerose le posizioni di chi considera il “prezzo” <strong>dell</strong>’acqua<br />

in agricoltura ingiustificatamente protetto, ed è cresciuta la consapevolezza che una<br />

responsabilizzazione degli utilizzatori potrebbe essere una fondamentale componente<br />

<strong>dell</strong>’efficienza <strong>economica</strong>, nella logica del user-pays- principle.<br />

Nel caso italiano, l’affidamento ai Consorzi di Bonifica <strong>dell</strong>a gestione <strong>dell</strong>e o<strong>per</strong>e<br />

irrigue, e cioè ad enti pubblici a struttura associativa, indipendentemente dal giudizio<br />

generale che se ne può dare, in un certo senso è in principio già coerente con una politica di<br />

recu<strong>per</strong>o dei costi. Per statuto infatti ai Consorzi è attribuito uno specifico potere impositivo<br />

<strong>per</strong> recu<strong>per</strong>are quanto è stato speso <strong>per</strong> la gestione del servizio irriguo, basandosi sulla<br />

VI


ipartizione di tale spesa tra tutti gli utenti in proporzione ai benefici conseguibili dalla<br />

pratica irrigua. A smentire questa potenziale corretta impostazione generale sta la<br />

considerazione che questo sistema è certamente ancora molto squilibrato, non solo <strong>per</strong>ché<br />

continua a sussistere una separazione nella contribuzione come se fossero chiaramente<br />

separabili gli usi irrigui da quelli urbani, ma anche in ragione <strong>dell</strong>e diverse condizioni <strong>dell</strong>e<br />

realtà territoriali dei Consorzi e <strong>dell</strong>e modalità di contribuzione.<br />

In questo contesto, quindi, è evidente il ruolo strategico, nel settore <strong>dell</strong>a ricerca in<br />

agricoltura, di ricerche sull’uso <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> l’irrigazione che rispondano alle esigenze di<br />

complessità e di integrazione del settore. L’INEA già da diversi anni sviluppa temi nel<br />

settore <strong>dell</strong>a risorsa idrica ad uso irriguo attraverso studi specifici grazie ai quali dispone<br />

oggi di un bacino di informazioni e competenze tali da rappresentare un punto di<br />

riferimento nel settore, sia <strong>per</strong> le istituzioni preposte alla programmazione e gestione <strong>dell</strong>a<br />

risorsa, sia <strong>per</strong> il mondo <strong>dell</strong>a ricerca.<br />

Il Progetto O<strong>per</strong>ativo Risorse Idriche - attività di indirizzo e supporto al<br />

coordinamento <strong>dell</strong>a programmazione e <strong>dell</strong>’attuazione di interventi irrigui nel<br />

mezzogiorno – I° Stralcio, PON Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema - QCS 2000/2006<br />

<strong>per</strong> l’Obiettivo 1 - Misura 1.2, affidato all’INEA quale ente s<strong>per</strong>imentale specializzato e<br />

vigilato dal MiPAAF, ha, tra gli altri, l’obiettivo di fornire, nel settore <strong>dell</strong>e “Risorse<br />

Idriche”, alcuni strumenti metodologici e supporto specialistico che consentano di orientare<br />

le scelte di programmazione e le attività di gestione verso obiettivi di sviluppo sostenibile e<br />

di uso razionale di una risorsa naturale scarsa quale è l’acqua, e di migliorare l’efficacia<br />

<strong>dell</strong>e funzioni di indirizzo e coordinamento <strong>dell</strong>e Amministrazioni regionali.<br />

Nell’ambito di questo progetto, a partire dai risultati ottenuti con lo Studio <strong>sull'uso</strong><br />

irriguo <strong>dell</strong>a risorsa idrica, sulle produzioni agricole irrigate e sulla loro redditività,<br />

affidato all’INEA dagli allora Ministero <strong>per</strong> le Politiche Agricole e Forestali e Ministero dei<br />

Lavori Pubblici, in attuazione del QCS 1994/99 <strong>per</strong> le Regioni Ob.1, l’INEA ha messo a<br />

punto il MEGRIA, Mo<strong>dell</strong>o Economico <strong>per</strong> la Gestione <strong>dell</strong>a Risorsa Idrica in Agricoltura,<br />

come strumento di supporto alle decisioni, il cui impiego può certamente dare un contributo<br />

di rilievo all’inquadramento e alla gestione dei problemi di utilizzo <strong>dell</strong>’acqua in<br />

agricoltura. Le potenzialità esprimibili da questo <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> vanno divulgate ai soggetti<br />

interessati <strong>per</strong>ché valutino l’opportunità di svilupparne gli adattamenti più idonei ad<br />

affrontare i problemi <strong>dell</strong>e aree in cui o<strong>per</strong>ano.<br />

L’attività di assistenza tecnica nell’inquadramento e nella gestione dei problemi<br />

relativi all’uso <strong>dell</strong>e risorse idriche in agricoltura è, quindi, rivolta a tutti quei soggetti che a<br />

vario titolo si occupano <strong>dell</strong>a materia, in particolare alle Regioni ed ai Consorzi di Bonifica<br />

e Irrigazione, sollecitati sempre più ad adattare i propri criteri di gestione <strong>dell</strong>a risorsa<br />

irrigua <strong>per</strong> rispondere alle esigenze del nuovo contesto in cui si trovano ad o<strong>per</strong>are.<br />

VII


SEZIONE 1<br />

Finalità, caratteristiche e applicazioni del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>territoriale</strong><br />

sull’uso <strong>dell</strong>’acqua in agricoltura<br />

1. Le finalità di un <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>territoriale</strong> <strong>dell</strong>’agricoltura<br />

Gli organismi che gestiscono gli impianti collettivi <strong>per</strong> la distribuzione idrica a<br />

scopo irriguo, tra questi i Consorzi di Bonifica, sono sollecitati a modernizzare i loro criteri<br />

di gestione <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> rispondere alle esigenze <strong>dell</strong>a Società sull’uso <strong>dell</strong>a risorsa. Molti<br />

di questi organismi o<strong>per</strong>ano in condizioni strutturali diverse dal passato, spesso<br />

caratterizzate dalla scarsità idrica dovuta al ciclico ripetersi di situazioni climatiche estreme<br />

e alla crescente competizione degli altri utilizzatori. Ciò richiede di trasmettere la nozione<br />

di questa scarsità agli agricoltori, sollecitandoli a razionalizzare l’uso <strong>dell</strong>’acqua<br />

impiegando tutte le possibili pratiche di risparmio idrico. Allo stesso tempo, questa<br />

situazione richiede di modernizzare la rete riducendone le <strong>per</strong>dite e rendendo la<br />

distribuzione idrica più efficiente e flessibile. Inoltre, a seguito <strong>dell</strong>a Direttiva Quadro<br />

Acqua del Parlamento e del Consiglio Europeo 1 , anche in agricoltura si sviluppano le<br />

sollecitazioni a cambiare il sistema dei pagamenti irrigui, allo scopo di coprire quote<br />

sempre più rilevanti degli oneri sostenuti <strong>per</strong> fornire l’acqua al settore, inclusi i costi<br />

ambientali. Tutto ciò spinge i Consorzi a migliorare l'efficienza e la qualità dei servizi idrici<br />

offerti alle imprese agricole in modo da giustificare e, allo stesso tempo, contenere,<br />

eventuali aumenti nei livelli dei pagamenti irrigui richiesti.<br />

Lo sforzo d’adattamento che compiono i Consorzi può essere agevolato dalla<br />

disponibilità d’informazioni sistematiche, aggiornate e, soprattutto, relative agli aspetti<br />

cruciali dei problemi che devono affrontare. I dati devono riguardare le strutture di<br />

captazione e distribuzione <strong>dell</strong>’acqua, le caratteristiche tecniche ed economiche <strong>dell</strong>e<br />

aziende servite e la situazione politica e di mercato in cui o<strong>per</strong>ano. Queste informazioni<br />

vanno poi convogliate in un sistema di valutazione che <strong>per</strong>metta di simulare cosa può<br />

accadere all’uso <strong>dell</strong>’acqua o ai risultati economici <strong>dell</strong>e aziende agricole se si attuano<br />

diverse strategie di governo <strong>dell</strong>a risorsa o se cambiano le condizioni del mercato o <strong>dell</strong>e<br />

politiche agricole. Questo sistema deve raffigurare i processi di scelta degli agricoltori in<br />

modo da poterne cogliere le possibili reazioni. In questa sede si presenta un <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

economico <strong>territoriale</strong> e aziendale che, organizzando e interpretando in forma coerente ed<br />

efficiente le varie informazioni sui fattori che sono alla base <strong>dell</strong>e scelte produttive, può<br />

fornire un supporto alle decisioni di governo <strong>dell</strong>e risorse irrigue.<br />

1 Dir. 2000/60/CE del 23 Ottobre 2000; G.U. L 327 del 22.12.2000.


2. Caratteristiche del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> economico <strong>territoriale</strong> e aziendale<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> economico presentato nelle prossime pagine, denominato MEGRIA<br />

(Mo<strong>dell</strong>o Economico <strong>per</strong> la Gestione <strong>dell</strong>e Risorse Idriche in Agricoltura), è allestito con<br />

l’approccio <strong>dell</strong>a programmazione matematica. Quest’approccio è utile <strong>per</strong>ché, in primo<br />

luogo, richiede di definire in modo esplicito la logica che guida il comportamento degli<br />

agenti e i vincoli cui questi soggiacciono (Hazell e Norton; Marenco; Paris). Inoltre la<br />

programmazione matematica è adatta a costruire dei mo<strong>dell</strong>i economici territoriali che,<br />

raffigurando la composita realtà <strong>dell</strong>e aziende agricole, distinte <strong>per</strong> dimensioni, indirizzi<br />

produttivi e posizione nell’area, offrono indicazioni altrettanto disaggregate sulle loro scelte<br />

produttive e risultati economici.<br />

<strong>Un</strong>’altra apprezzata proprietà <strong>dell</strong>a programmazione matematica è di offrire<br />

informazioni su aspetti che non si possono osservare direttamente nella realtà, ma che<br />

possono fornire un aiuto importante <strong>per</strong> decidere in che modo gestire la risorsa idrica.<br />

Queste informazioni riguardano i prezzi ombra associati ai vincoli entro cui o<strong>per</strong>a il sistema<br />

come, ad esempio, la disponibilità d’acqua, quella di lavoro e quella di terra, oppure alcune<br />

caratteristiche tecniche dei sistemi di approvvigionamento idrico. L’indicazione fornita è<br />

una stima numerica di quanto è stringente ognuno di questi vincoli. In particolare, essa<br />

segnala di quanto potrebbero migliorare i risultati economici agricoli qualora uno di questi<br />

vincoli si allentasse. Ad esempio, i prezzi ombra segnalano come potrebbero variare i<br />

redditi se mutasse la disponibilità idrica <strong>dell</strong>e aree rappresentate. <strong>Un</strong> valore elevato di<br />

questa variazione segnala che una diversa disponibilità d’acqua potrebbe avere una<br />

funzione importante nel determinare il livello dei redditi e, in tal modo, indica il disagio<br />

economico sofferto dalle zone che si trovano in condizioni di scarsità <strong>dell</strong>a risorsa.<br />

Infine, la programmazione matematica consente di svolgere varie simulazioni basate<br />

sulla modifica di parametri che potrebbero cambiare a seguito, ad esempio, d’interventi di<br />

politica agraria, di cambiamenti nel quadro di mercato o di nuove scelte di governo<br />

<strong>dell</strong>’acqua. Ogni simulazione fornisce una nuova soluzione che mostra gli effetti di quelle<br />

modifiche sugli ordinamenti colturali e sulle scelte tecnologiche, sull’uso <strong>dell</strong>’acqua e<br />

sull’occupazione del lavoro, sui risultati economici <strong>dell</strong>e aziende e sui pagamenti dei<br />

contributi consortili.<br />

a. La struttura del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

L’utilizzo <strong>dell</strong>a programmazione lineare <strong>per</strong> rappresentare l’uso <strong>dell</strong>e risorse<br />

agricole in specifici territori richiede di delimitare queste zone. Questo può essere fatto<br />

seguendo criteri amministrativi, di gestione o ambientali, anche se è bene che vi siano<br />

importanti legami funzionali tra le parti del territorio o fattori di forte caratterizzazione<br />

sociale o ambientale. Ad esempio, in varie es<strong>per</strong>ienze di applicazione di mo<strong>dell</strong>i precedenti<br />

a MEGRIA sono state rappresentate aree che ricadono totalmente all’interno di un bacino<br />

2


idrografico o semplici porzioni di esso. In alcuni casi sono state rappresentate zone che,<br />

accanto ai territori di un bacino idrografico, includono anche aree confinanti che attingono<br />

alla stessa risorsa idrica. Ancora, sono stati rappresentati territori all’interno dei quali vi<br />

sono sia zone servite da Consorzi di bonifica, sia zone esterne a questi, che non ne<br />

utilizzano la risorsa idrica e attingono con mezzi propri ad acque sotterranee o su<strong>per</strong>ficiali.<br />

In tutti questi casi si è posta particolare attenzione a identificare i legami funzionali, di tipo<br />

ambientale o amministrativo, tra le parti del territorio.<br />

MEGRIA è poi strutturato in modo da considerare le varie, possibili configurazioni<br />

<strong>dell</strong>’assetto produttivo e <strong>territoriale</strong> da rappresentare. A tal proposito esso è definito con<br />

una struttura regionale, cioè è articolato in blocchi, ognuno costituito da unità elementari e<br />

da aggregati di queste. Le unità elementari sono le tipologie aziendali diffuse nella zona in<br />

esame (di seguito dette semplicemente aziende o tipologie), che sono raffigurate in modo<br />

da occupare su<strong>per</strong>fici proporzionali alla loro rappresentatività nell’area. Ognuna di queste<br />

tipologie rappresenta un gruppo di aziende con diverse caratteristiche strutturali, ossia con<br />

proprie specializzazioni produttive o dotazioni di terra e lavoro familiare. Cosi vi sono le<br />

tipologie che rappresentano le imprese gestite in part-time, le piccole, le medie e le grandi<br />

aziende, e, <strong>per</strong> ognuna di queste, vi sono le tipologie che hanno vincolato il loro sistema a<br />

indirizzi produttivi specifici. Ad esempio, vi sono le tipologie frutticole in cui una parte<br />

<strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie aziendale è destinata alle colture arboree, che presentano fabbisogni<br />

difficilmente modificabili dei vari fattori produttivi. Nelle tipologie zootecniche, oltre<br />

all’esigenza dei fattori <strong>per</strong> la cura del bestiame, è specificata la necessità di soddisfare i<br />

fabbisogni alimentari <strong>dell</strong>e mandrie o <strong>dell</strong>e greggi, che ne condiziona l’uso del suolo<br />

richiedendo di destinare aree a pascolo e di produrre foraggiere.<br />

Queste tipologie sono poi aggregate in porzioni del territorio, dette macro-distretti,<br />

che possono essere diversi tra loro <strong>per</strong> motivi di vario genere. Ad esempio possono<br />

presentare diverse condizioni ambientali che influenzano gli aspetti tecnici <strong>dell</strong>a produzione<br />

grazie, ad esempio, alla presenza di suoli molto fertili o esigenti di apporti idrici. Vi<br />

possono essere anche differenze nei volumi d’acqua disponibili, nelle caratteristiche<br />

tecniche <strong>dell</strong>a rete <strong>per</strong> la distribuzione idrica e, talora, nei sistemi di pagamento <strong>dell</strong>’acqua.<br />

In ogni macro-distretto possono ricadere aziende piccole, medie e grandi che seguono i<br />

diversi orientamenti produttivi. Alcune di queste possono avere un indirizzo frutticolo, altre<br />

possono essere zootecniche, altre possono essere predisposte <strong>per</strong> irrigare una parte o tutta la<br />

su<strong>per</strong>ficie aziendale.<br />

In sintesi, la struttura a blocchi di MEGRIA gli <strong>per</strong>mette di rappresentare l’azione<br />

dei diversi tipi di vincoli. Alcuni di questi, come il lavoro familiare, la terra disponibile o il<br />

numero di capi allevati, agiscono sulle singole aziende. Altri agiscono in modo diverso<br />

sulle varie porzioni del territorio, come accade <strong>per</strong> l’acqua che è disponibile in quantità e a<br />

costi diversi nelle zone servite dalle reti consortili e in quelle esterne alla giurisdizione dei<br />

Consorzi d’irrigazione. Altri agiscono infine a livello <strong>dell</strong>’intera area, come accade <strong>per</strong> il<br />

lavoro avventizio, la cui disponibilità interessa tutto il territorio raffigurato.<br />

3


. La riproduzione <strong>dell</strong>e scelte economiche nel <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

Definite le caratteristiche strutturali <strong>dell</strong>e tipologie aziendali e le peculiarità tecniche<br />

<strong>dell</strong>’area, si può precisare che MEGRIA agisce con l’approccio <strong>dell</strong>a programmazione<br />

lineare, trovando il valore massimo di una funzione obiettivo costituita dalla somma dei<br />

margini lordi <strong>dell</strong>e aziende rappresentate. A questo scopo il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> sceglie il livello<br />

ottimale di un complesso di variabili, assicurando il rispetto di un ampio insieme di vincoli.<br />

Adottare questo schema significa assumere che nel compiere le loro scelte produttive, gli<br />

agricoltori <strong>dell</strong>’area, presi nel loro aggregato, seguono un comportamento di razionalità<br />

<strong>economica</strong>. Secondo quest’ipotesi, essi trovano le soluzioni che rendono massimo il<br />

reddito, date le loro attese sui prezzi dei prodotti e dei fattori, sui vincoli e sugli incentivi<br />

<strong>dell</strong>e politiche, sulle prestazioni <strong>dell</strong>e tecniche produttive e sulla disponibilità <strong>dell</strong>e varie<br />

risorse. È poi importante evidenziare che i dati di MEGRIA riguardano le attese degli<br />

agricoltori e non le effettive condizioni economiche e tecniche di un certo anno. Ciò<br />

<strong>per</strong>mette, infatti, di rappresentare un aspetto essenziale <strong>dell</strong>a realtà agricola, in cui molte<br />

scelte sono programmate ben prima di quando si svolgono le attività: esse sono, quindi,<br />

definite in base alle attese sui prezzi, sulle misure politiche e sulle condizioni tecniche e<br />

non in base alle loro effettive realizzazioni. 2<br />

Le scelte considerate dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> fanno riferimento a un complesso di variabili che<br />

si possono dividere in tre gruppi, rispettivamente riferiti alle attività colturali,<br />

all’acquisizione di lavoro esterno e all’uso <strong>dell</strong>a risorsa idrica.<br />

Per quanto riguarda il gruppo <strong>dell</strong>e attività colturali, queste sono articolate <strong>per</strong> tenere<br />

conto che spesso una coltura può essere praticata con tecniche diverse, ad esempio,<br />

impiegando sistemi d’irrigazione differenti o sviluppando stagionalità diverse. In questo<br />

gruppo sono inserite <strong>dell</strong>e speciali attività, chiamate o<strong>per</strong>azioni trasferibili, che<br />

rappresentano gli interventi che nell’ambito di una coltura possono essere svolti in diversi<br />

<strong>per</strong>iodi, tra cui i produttori scelgono in base alle loro disponibilità di lavoro. In alcuni casi<br />

la posticipazione o l’anticipazione di queste o<strong>per</strong>azioni è fatta considerando oltre agli effetti<br />

sull’uso del lavoro, anche quelli sull’utilizzo <strong>dell</strong>a terra. Si pensi agli interventi di<br />

preparazione dei suoli, che occupano terra da quando si realizza la lavorazione, oppure alle<br />

o<strong>per</strong>azioni di eliminazione <strong>dell</strong>a pacciamatura che invece liberano terra. Ebbene, in<br />

entrambi i casi, l’agricoltore deciderà quando svolgere quelle lavorazioni considerando non<br />

solo gli effetti sull’uso del lavoro ma anche le conseguenze sulla possibilità di liberare terra<br />

2 Ad esempio, le decisioni sulle su<strong>per</strong>fici da destinare alle colture irrigue e, implicitamente, le<br />

decisioni sulle esigenze idriche aziendali, sono prese quando si preparano le arature <strong>dell</strong>e colture<br />

asciutte, decidendone la su<strong>per</strong>ficie e, <strong>per</strong> converso, delimitando lo spazio <strong>dell</strong>e colture irrigue.<br />

Queste scelte sono spesso fatte nell’anno che precede quello in cui si rileva l’uso del suolo. Esse sono<br />

poi condizionate da attese di mercato che, in tempi precedenti, hanno influenzato gli investimenti<br />

<strong>dell</strong>e aziende in colture arboree, in strutture <strong>per</strong> il bestiame e composizione degli allevamenti, in<br />

infrastrutture irrigue e in rapporti col mercato dei prodotti e <strong>dell</strong>e risorse, anzitutto acqua e lavoro.<br />

4


<strong>per</strong> realizzare altre colture. Infine, in questo gruppo vi sono alcune attività d’investimento<br />

che <strong>per</strong>mettono di espandere le infrastrutture irrigue aziendali oltre le dotazioni iniziali.<br />

Queste attività sono inserite quando le condizioni produttive cambiano e si creano le<br />

condizioni <strong>per</strong> aumentare le su<strong>per</strong>fici irrigate oltre il livello <strong>dell</strong>e condizioni di base. Esse<br />

accrescono i costi aziendali in una misura che è direttamente proporzionale alle nuove<br />

su<strong>per</strong>fici usate da quelle coltivazioni.<br />

Il secondo gruppo di attività incluso in MEGRIA riguarda l’acquisizione di ore di<br />

lavoro salariato avventizio da parte <strong>dell</strong>e aziende. Queste attività sono definite in modo da<br />

poter essere innescate nei vari mesi o decadi <strong>dell</strong>’anno. Le aziende le scelgono nei <strong>per</strong>iodi<br />

in cui hanno esaurito il lavoro familiare, il cui uso non comporta costi espliciti. Il loro<br />

livello è definito confrontando il reddito che è possibile produrre introducendo o<br />

espandendo le varie colture e il costo dovuto all’assunzione di ore di lavoro salariato. Il loro<br />

livello è direttamente influenzato, oltre che dal costo di assunzione del lavoro, anche dalla<br />

disponibilità di lavoro familiare nelle singole aziende e da quella di lavoro avventizio <strong>per</strong><br />

tutto il territorio in esame.<br />

L’ultimo gruppo di variabili di scelta riguarda l’uso <strong>dell</strong>’acqua nelle aziende. In<br />

particolare, esse considerano la risorsa distribuita dai Consorzi e, ove presente, anche quella<br />

direttamente pompata da ogni azienda da pozzi aziendali o da altre fonti. Queste attività<br />

sono anch’esse definite in modo da poter essere innescate nei vari mesi o decadi <strong>dell</strong>’anno.<br />

Il livello di queste attività è definito confrontando il reddito che è possibile produrre<br />

introducendo o espandendo le colture che hanno fabbisogni irrigui e il costo legato<br />

all’approvvigionamento idrico. Il loro livello è direttamente influenzato dalla possibilità e<br />

dal costo di accesso a fonti di approvvigionamento individuale come pozzi e corsi fluviali,<br />

oltre che dalla disponibilità di acqua consortile <strong>per</strong> tutto il territorio. Nel caso di<br />

quest’ultima risorsa il tipo di sistema di contribuzione irrigua usato nei Consorzi di bonifica<br />

influenza il livello <strong>dell</strong>’attività, collegando in modo specifico il pagamento <strong>per</strong> l’acqua, al<br />

livello d’uso <strong>dell</strong>a risorsa e all’espansione <strong>dell</strong>e colture irrigue.<br />

In sintesi il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA sceglie il livello ottimale di un complesso di variabili<br />

incluse nei tre gruppi appena descritti, assicurando il rispetto di un ampio insieme di<br />

vincoli. Questo livello ottimale è quello che rende massimo il reddito lordo <strong>dell</strong>’insieme<br />

<strong>dell</strong>e aziende rappresentate date le attese degli agricoltori sui prezzi, sulle politiche di<br />

regolazione e sostegno <strong>dell</strong>’agricoltura, sulle tecniche produttive adottabili e sulla<br />

disponibilità <strong>dell</strong>e varie risorse.<br />

5


3. Principali problemi analizzati e indicazioni ottenute dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

<strong>territoriale</strong><br />

A questo punto può essere interessante descrivere i principali risultati ottenuti<br />

applicando MEGRIA <strong>per</strong> analizzare l’assetto e i problemi <strong>dell</strong>’irrigazione in quattro zone in<br />

cui la distribuzione <strong>dell</strong>a risorsa idrica è gestita da Consorzi di Bonifica. In particolare, di<br />

seguito si presentano i risultati avuti nell’esaminare il caso del territorio servito dal<br />

Consorzio di Bonifica del Campidano d’Oristano (detto in seguito Campidano), quello del<br />

Consorzio del Bradano e Metaponto (Bradano), l’area servita dal Consorzio del Vulture e<br />

Alto Bradano (Vulture) e quella fornita dal Consorzio del Destra Sele (Destra Sele). Questi<br />

risultati si riferiscono alle condizioni in cui hanno o<strong>per</strong>ato quelle agricolture alla fine degli<br />

anni ‘90. In questa sede è sembrato utile esaminarli poiché le applicazioni del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> in<br />

queste quattro aree sono state svolte nel corso di un’unica ricerca (Dono, Liberati e<br />

Severini, 2001). Pertanto, esse presentano una particolare omogeneità nelle prospettive di<br />

analisi considerate e nelle procedure di selezione, raccolta e trattamento dei dati.<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato applicato anche in altre zone del Centro Italia (Dono, 1995; Dono<br />

e Severini, 2002) e del Sud Italia (Dono e Al., 2005), inoltre le applicazioni di alcune <strong>dell</strong>e<br />

quattro zone in esame zone sono state rivisitate a più riprese <strong>per</strong> aggiornare il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e<br />

utilizzarlo <strong>per</strong> altri tipi di analisi (Dono e Severini, 2002, 2004, 2005). Infine è interessante<br />

rilevare che mo<strong>dell</strong>i basati su tecniche analitiche simili sono stati largamente utilizzati <strong>per</strong><br />

altri territori agricoli sia di altri Paesi (Bernardo et Al., 1993), sia del nostro Paese<br />

(Gallerani et Al., 2004; Bartolini et Al., 2005; Chinnici et Al., 2006; Bartolini et Al., 2007).<br />

La scelta di concentrare la discussione di questa sede sui risultati ottenuti nei quattro<br />

territori agricoli indicati sopra dipende dal fatto che questi presentano vari problemi<br />

comuni.<br />

<strong>Un</strong>o di questi problemi riguarda gli stimoli a cambiare i sistemi di pagamento<br />

<strong>dell</strong>’acqua fornita dai Consorzi alle aziende agricole. Il cambiamento è sollecitato in primo<br />

luogo dalla necessità di accrescere la partecipazione <strong>dell</strong>e aziende agricole al finanziamento<br />

<strong>dell</strong>e spese consortili <strong>per</strong> la distribuzione idrica collettiva. A questa si affianca la necessità<br />

di equilibrare questa partecipazione tra le zone e le aziende fornite da ogni Consorzio,<br />

contem<strong>per</strong>ando a un’esigenza di equità che non sempre è pienamente soddisfatta dai sistemi<br />

di calcolo dei pagamenti irrigui in vigore. Altri stimoli a cambiare questi sistemi sono dati<br />

infine dall’esigenza di adottare sistemi di pagamento <strong>dell</strong>’acqua che ne stimolino un uso più<br />

efficiente.<br />

Altri problemi comuni alle quattro zone riguardano le diverse sfaccettature <strong>dell</strong>a<br />

scarsità idrica. Questa richiede, ad esempio, di scegliere con quali criteri allocare gli esigui<br />

volumi d’acqua che sono disponibili tra le diverse aziende agricole o zone servite da un<br />

Consorzio. Per altri versi nelle condizioni di scarsità idrica è spesso richiesto di valutare gli<br />

eventuali trasferimenti di una parte <strong>dell</strong>’acqua usata dall’agricoltura di una zona, ad altri<br />

utilizzi nello stesso territorio o a impieghi in altre aree.<br />

6


<strong>Un</strong> altro problema riguarda la valutazione degli investimenti di ristrutturazione o<br />

d’espansione <strong>dell</strong>a rete irrigua, di cui si stima l’effetto nelle aree fornite dai Consorzi e in<br />

quelle dove si potrebbe espandere il servizio di questi Enti. Infine, vi è il problema di<br />

valutare l’impatto <strong>dell</strong>e nuove politiche agricole e <strong>dell</strong>a modifica nell’equilibrio dei<br />

mercati, di cui si stima l’effetto sui redditi <strong>dell</strong>e aziende rappresentate. L’effetto di questi<br />

problemi nelle diverse situazioni è valutato anche considerandoli simultaneamente, in modo<br />

da prospettare il quadro generale in cui potrebbe o<strong>per</strong>are l‘agricoltura di queste aree in un<br />

futuro relativamente prossimo.<br />

Venendo ai risultati ottenuti, nelle pagine successive si mostrerà che MEGRIA ha<br />

rivelato una notevole versatilità nel rappresentare zone molto diverse tra loro <strong>per</strong><br />

dimensione generale e <strong>per</strong> aspetti tecnici ed economici <strong>dell</strong>a conduzione agricola. In<br />

particolare, si mostrerà che i suoi risultati <strong>per</strong> l’anno di riferimento (base) servono a<br />

valutarne la capacità di riprodurre le caratteristiche <strong>dell</strong>a conduzione agricola nel territorio<br />

rappresentato e le scelte basilari fatte dagli imprenditori agricoli <strong>dell</strong>’area. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è<br />

utilizzato <strong>per</strong> le simulazioni che modificano il quadro o<strong>per</strong>ativo <strong>dell</strong>e imprese solo dopo<br />

aver appurato questa capacità. Questa verifica è svolta costatando che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> riesce a<br />

riprodurre l’uso dei suoli prevalso nell’area in un certo anno di base.<br />

I risultati di MEGRIA <strong>per</strong> l’anno base aiutano anche a definire alcuni caratteri<br />

basilari <strong>dell</strong>e attività agricole nella zona in esame. Essi <strong>per</strong>mettono, infatti, di contabilizzare<br />

i ricavi, i costi e i redditi lordi <strong>dell</strong>e aziende di quel territorio, con un dettaglio che giunge<br />

fino ai distretti <strong>dell</strong>’area e alle singole tipologie. Quest’indicazione sull’economia agricola<br />

<strong>dell</strong>’area è preziosa <strong>per</strong>ché non è in genere re<strong>per</strong>ibile dalle fonti statistiche. <strong>Un</strong>’altra<br />

indicazione dei risultati <strong>dell</strong>a base riguarda la rilevanza <strong>economica</strong> <strong>dell</strong>a scarsità <strong>dell</strong>e<br />

risorse. A tale scopo, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> elabora i prezzi ombra che indicano di quanto può variare<br />

il reddito lordo agricolo <strong>dell</strong>’area se muta la disponibilità <strong>dell</strong>e risorse che vincolano il<br />

sistema. I prezzi ombra sono alti <strong>per</strong> le risorse la cui scarsità affligge in modo grave il<br />

sistema e bassi, o addirittura nulli, <strong>per</strong> le risorse che non vincolano il sistema o sono poco<br />

rilevanti nel condizionarne le scelte. In particolare, l’applicazione ai quattro Consorzi<br />

mostra che i prezzi ombra <strong>dell</strong>’acqua sono spesso ben più alti dei pagamenti irrigui richiesti<br />

alle aziende. Ciò indica che in quelle zone, e soprattutto in alcuni mesi, l’acqua ha un valore<br />

molto alto e presenta una domanda molto rigida.<br />

Quest’indicazione ha varie ricadute interessanti. In primo luogo suggerisce che solo<br />

forti aumenti dei contributi irrigui potranno spingere le aziende a ridurre in modo rilevante<br />

gli usi irrigui, rinunciando ai redditi prodotti dall’acqua. Anzi, una manovra volta a ottenere<br />

forti risparmi idrici alzando i contributi irrigui, ha soprattutto un impatto negativo sui<br />

redditi agricoli. In secondo luogo, quest’indicazione mostra che i prezzi ombra aiutano a<br />

valutare l’impatto di eventuali sottrazioni d’acqua sui redditi <strong>dell</strong>e aziende agricole. In<br />

particolare, questi prezzi possono aiutare a definire i risarcimenti da pagare alle agricolture<br />

<strong>dell</strong>e zone cui si chiede di rinunciare a una parte <strong>dell</strong>’acqua che usano, <strong>per</strong> sop<strong>per</strong>ire alle<br />

esigenze di altri utilizzatori.<br />

7


Informazioni altrettanto utili provengono dai risultati <strong>dell</strong>e simulazioni svolte con<br />

MEGRIA.<br />

<strong>Un</strong>a prima simulazione descritta nelle pagine successive riguarda una riforma dei<br />

sistemi di calcolo dei contributi irrigui aziendali, volta a favorire l’uso più efficiente<br />

<strong>dell</strong>’acqua. A tale scopo, in ogni Consorzio si è applicato un sistema che lega i contributi<br />

irrigui al costo medio d’esercizio <strong>dell</strong>a distribuzione e all’uso effettivo <strong>dell</strong>’acqua. Questo<br />

non è il classico sistema d’efficienza e, <strong>per</strong>ò, a differenza di quello che vige in molti casi,<br />

spinge le aziende a considerare in maniera più diretta i costi sostenuti <strong>per</strong> fornirgli l’acqua.<br />

I risultati indicano che dove non è possibile attingere a fonti idriche alternative a quelle<br />

consortili, quel sistema aumenta i pagamenti al Consorzio. Allo stesso tempo esso produce<br />

un effetto sui redditi agricoli lordi totali molto piccolo o, addirittura nullo. Infine, effetti di<br />

un qualche rilievo nel favorire il risparmio idrico si hanno solo nei casi in cui l’attuale<br />

sistema dei contributi irrigui è più lontano dall’efficienza, come accade quando esso si basa<br />

su un canone fisso a ettaro. È <strong>per</strong>ò interessante notare che questi impatti medi sono la<br />

risultante di effetti molto diversi sui distretti dei Consorzi e sulle tipologie aziendali, che<br />

MEGRIA indica in maniera dettagliata. In particolare emerge un effetto redistributivo sui<br />

redditi e sui pagamenti dei contributi irrigui, che colpisce particolarmente alcuni distretti,<br />

migliorando la situazione <strong>economica</strong> di altri. Si può immaginare che quest’effetto<br />

produrrebbe tensioni di un certo rilievo tra gli associati dei Consorzi e tra questi e la<br />

dirigenza degli Enti.<br />

Altre simulazioni hanno <strong>per</strong>messo di valutare un altro problema connesso a quello<br />

<strong>dell</strong>a scarsità <strong>dell</strong>’acqua, ossia quello <strong>dell</strong>a ristrutturazione e <strong>dell</strong>’ammodernamento <strong>dell</strong>a<br />

rete idrica <strong>per</strong> ridurre dis<strong>per</strong>sioni e sprechi <strong>dell</strong>’acqua e <strong>per</strong>metterne una migliore gestione.<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA è stato usato <strong>per</strong> stimare gli effetti di vari progetti dei quattro Consorzi<br />

che trasformano gli impianti a canalette in sistemi di condotte. Questi progetti riducono le<br />

<strong>per</strong>dite d’acqua e se n’è simulato l’impatto sui redditi <strong>dell</strong>e aziende e sui loro pagamenti<br />

irrigui. I risultati indicano che la crescita dei redditi nelle aree soggette a ristrutturazione<br />

non è tale da <strong>per</strong>mettere di addossare ai produttori agricoli una quota rilevante dei costi di<br />

quelle o<strong>per</strong>e. Altre simulazioni hanno riguardato interventi strutturali che accrescono in<br />

modo più consistente i volumi idrici disponibili <strong>per</strong> l’agricoltura e che, in alcuni casi,<br />

consentono di espandere le aree consortili. Da queste applicazioni è emerso che invece<br />

quelle o<strong>per</strong>e possono avere effetti positivi e di un maggiore rilievo sui redditi agricoli,<br />

producendo margini che possono <strong>per</strong>mettere alle aziende di partecipare in misura<br />

apprezzabile alla co<strong>per</strong>tura dei costi degli interventi. Gli aumenti di reddito possono poi<br />

crescere in modo ancora maggiore se si riesce a favorire un aggiustamento strutturale <strong>dell</strong>e<br />

aziende che gli <strong>per</strong>metta di utilizzare meglio le risorse idriche disponibili.<br />

L’importanza di questi interventi strutturali emerge quando è simulata l’applicazione<br />

<strong>dell</strong>a riforma <strong>dell</strong>a PAC, nota come Agenda 2000. Gli effetti di quella riforma sono ormai<br />

passati, ma quello che conta in questa sede è la dimostrazione che MEGRIA riesce a<br />

predire gli effetti di un cambiamento <strong>dell</strong>e politiche agricole. Le sue previsioni mostrano,<br />

8


infatti, l’impatto negativo non trascurabile di quella riforma sui risultati economici <strong>dell</strong>e<br />

aziende, che riduce i redditi <strong>dell</strong>e diverse zone in misura proporzionale alla rilevanza <strong>dell</strong>e<br />

colture interessate alla riforma <strong>dell</strong>a PAC. In queste condizioni le simulazioni dimostrano<br />

che è importante poter irrigare <strong>per</strong> sottrarsi agli effetti <strong>dell</strong>a minore protezione dei mercati<br />

agricoli europei. Le applicazioni mostrano, infatti, che quando le aziende dispongono<br />

d’acqua, possono rispondere prontamente alle convenienze offerte dai mercati, modificando<br />

gli ordinamenti produttivi e lo sfruttamento dei terreni e <strong>dell</strong>e altre risorse. La disponibilità<br />

d’acqua diventa quindi strategica <strong>per</strong> affrontare al meglio una contrazione <strong>dell</strong>a redditività<br />

<strong>dell</strong>e colture COP. In caso contrario, l’applicazione <strong>dell</strong>a riforma inasprisce le condizioni di<br />

scarsità idrica, evidenziata dall’aumento dei prezzi ombra <strong>dell</strong>’acqua.<br />

Queste simulazioni sono state anche applicate simultaneamente, integrando la<br />

riforma di Agenda 2000, le o<strong>per</strong>e di ristrutturazione <strong>dell</strong>a rete e l’aumento dei prezzi<br />

<strong>dell</strong>’energia. A questo scenario sono state sovrapposte le variazioni dei prezzi degli<br />

ortofrutticoli. I risultati confermano che Agenda 2000 ha un effetto negativo consistente sui<br />

redditi di molte aziende di questi territori. Questo può essere <strong>per</strong>ò bilanciato dal recu<strong>per</strong>o<br />

d’acqua determinato da interventi di ristrutturazione <strong>dell</strong>a rete o dall’aggiunta di nuove<br />

risorse idriche. In breve, i risultati di MEGRIA mostrano che la possibilità di irrigare è<br />

sempre cruciale, anche se a volte insufficiente, <strong>per</strong> contrastare la riduzione dei redditi<br />

dovuta alla riforma <strong>dell</strong>’intervento pubblico in agricoltura.<br />

9


SEZIONE 2<br />

L’applicazione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> a quattro zone di agricoltura irrigua<br />

ed il suo impiego <strong>per</strong> l’analisi <strong>economica</strong><br />

1. Risultati e indicazioni del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

In questa sezione si riassumono le principali indicazioni tecniche ed economiche fornite<br />

dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di programmazione lineare MEGRIA (Mo<strong>dell</strong>o Economico <strong>per</strong> la Gestione <strong>dell</strong>e<br />

Risorse Idriche in Agricoltura) costruito <strong>per</strong> le aree di quattro Consorzi di bonifica <strong>dell</strong>’Italia<br />

meridionale. Questi Consorzi sono il Campidano di Oristano in Sardegna (CO), il Destra Sele in<br />

Campania (DS), il Vulture Alto Bradano (VAB) e il Bradano Metaponto (BM) in Basilicata. Il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato applicato anche in un’area <strong>dell</strong>’Italia Centrale posta in provincia di Viterbo<br />

(Dono e Severini, 2002) e in un’altra zona <strong>dell</strong>’Italia meridionale in provincia di Sassari (Dono e<br />

Al., 2005). Allo stesso modo, le applicazioni in alcune di quelle zone sono state rivisitate a più<br />

riprese <strong>per</strong> aggiornare il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e utilizzarlo <strong>per</strong> specifiche analisi (Dono e Severini, 2002,<br />

2004, 2005). In questa sede è parso utile limitarsi ai risultati avuti in quelle quattro aree poiché<br />

quelle applicazioni sono state svolte nel corso di un’unica ricerca. Pertanto, quei casi presentano<br />

una particolare omogeneità nell’approccio seguito <strong>per</strong> l’analisi e le procedure di selezione,<br />

raccolta e trattamento dei dati (Dono, Liberati e Severini, 2001). I dati riportati di seguito si<br />

riferiscono alle condizioni produttive ed economiche di quelle aree alla fine degli anni 90,<br />

quando si è svolta la ricerca. La struttura del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> costruito <strong>per</strong> quei territori è descritta nella<br />

terza sezione di questo volume.<br />

La procedura <strong>per</strong> l’uso del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA verifica prima che esso è capace di<br />

riprodurre le scelte <strong>dell</strong>e imprese in un anno di base. A tale scopo si pone in o<strong>per</strong>a un insieme<br />

di dati tecnici ed economici che raffigurano lo scenario in cui le imprese hanno compiuto le<br />

loro scelte in quell’anno e che riguarda, ad esempio, i prezzi dei prodotti e dei fattori o le<br />

politiche di sostegno agricolo. Si confrontano, quindi, le scelte effettivamente fatte dalle<br />

imprese in quell’anno con i risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e si valuta la sua capacità di riprodurre le<br />

decisioni prese. Nei casi discussi in seguito, il confronto ha riguardato l’uso del suolo previsto<br />

da MEGRIA e l’uso del suolo che si è avuto nella realtà. Appena il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> si dimostra riesce<br />

a riprodurre le scelte <strong>dell</strong>e imprese, è usato <strong>per</strong> simulare i cambiamenti che queste farebbero<br />

se cambiassero i parametri tecnici o economici <strong>dell</strong>o scenario. 3<br />

3 Quando emergono difformità rilevanti si cerca di capire <strong>per</strong> quale motivo tecnico o economico il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> non riproduce le scelte effettive. Si torna quindi in campo <strong>per</strong> discutere con gli agronomi o<br />

con gli agricoltori le varie ipotesi sulle tecniche colturali, sui sistemi di conduzione, sui prezzi e sulla<br />

disponibilità <strong>dell</strong>e varie risorse. Ne scaturisce un processo di aggiustamento che <strong>per</strong>mette di<br />

migliorare la capacità del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di riprodurre le scelte aziendali.


In ogni caso non va trascurato che i risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>per</strong> l’anno di base non<br />

servono solo a verificarne la capacità di riprodurre le scelte degli agricoltori. Essi, infatti,<br />

forniscono anche varie indicazioni preziose su aspetti economici <strong>dell</strong>’area che non sono<br />

rilevabili in altro modo, come i prezzi ombra <strong>dell</strong>e risorse vincolanti o i redditi <strong>dell</strong>e varie<br />

attività produttive. Il prossimo capitolo presenta tutte queste informazioni passando in<br />

rassegna i risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> nello scenario di base. I capitoli che seguono riportano<br />

invece i risultati ottenuti con le varie simulazioni.<br />

Prima di entrare nella discussione è utile evidenziare che in alcune <strong>dell</strong>e quattro aree<br />

in cui si è applicato il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, vi erano progetti che prevedevano l’espansione <strong>dell</strong>a rete<br />

consortile a nuove zone. In quei casi il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato costruito in modo da fornire<br />

indicazioni sia sulle aziende <strong>dell</strong>’area consortile, sia sulle aziende di queste zone, che<br />

coltivavano senza irrigare o irrigavano attingendo con propri mezzi ad acque sotterranee o<br />

su<strong>per</strong>ficiali. In questo modo, MEGRIA ha <strong>per</strong>messo di simulare gli effetti che si potranno<br />

associare all’attivazione dei progetti che estendono la rete idrica consortile. Da ciò è facile<br />

capire che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può essere applicato anche a zone in cui non vi sono reti di<br />

distribuzione idrica collettiva e s’intende impiantarle con specifici investimenti. Bisogna<br />

<strong>per</strong>ò considerare che nel caso di progetti che modificano totalmente le potenzialità<br />

produttive del territorio, i risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA vanno vagliati con cautela. Esso<br />

<strong>per</strong>mette, infatti, di sviluppare analisi di breve <strong>per</strong>iodo e non può cogliere gli aggiustamenti<br />

strutturali <strong>dell</strong>e imprese che sono innescati dal nuovo assetto produttivo. Le indicazioni di<br />

MEGRIA sono <strong>per</strong>ò utili anche nel caso di modifiche importanti <strong>per</strong>ché, da una parte,<br />

riguardano la direzione in cui il sistema potrà muoversi quando saranno realizzati gli<br />

investimenti, dall’altra, indicano le frizioni che potranno emergere nello sviluppo <strong>dell</strong>e<br />

forze produttive. Queste indicazioni potranno essere usate <strong>per</strong> approntare dei piani che<br />

sostengono gli aggiustamenti <strong>dell</strong>e imprese e <strong>per</strong>mettono di sfruttare meglio le risorse rese<br />

disponibili dagli investimenti.<br />

Venendo ai risultati che saranno discussi in seguito, <strong>per</strong> quanto riguarda l’uso<br />

<strong>dell</strong>’acqua questi indicano in primo luogo i volumi richiesti nei vari <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>a stagione<br />

irrigua. Poi <strong>per</strong>mettono di distinguere tra esigenze soddisfatte con acque di fonte consortile<br />

ed esigenze soddisfatte con autonome fonti d’approvvigionamento, ossia con il ricorso a<br />

pozzi aziendali o a corsi idrici su<strong>per</strong>ficiali. Inoltre, indicano gli oneri sostenuti dalle<br />

imprese <strong>per</strong> usare queste varie risorse, ossia i pagamenti <strong>per</strong> il servizio irriguo consortile e i<br />

costi di sollevamento e di rilancio <strong>dell</strong>’acqua. Infine, indicano gli ettari irrigati con i vari<br />

sistemi di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua al campo. A tal proposito, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>per</strong>mette di<br />

svolgere diverse simulazioni che consentono di valutare l’impatto di vari possibili<br />

cambiamenti sulla pratica irrigua. Ad esempio, MEGRIA <strong>per</strong>mette di valutate il possibile<br />

impatto <strong>dell</strong>e modifiche nei contributi irrigui consortili. Lo stesso vale <strong>per</strong> i cambiamenti<br />

nei costi sostenuti dalle aziende <strong>per</strong> sollevare l’acqua dai pozzi e <strong>per</strong> rilanciarla. Per<br />

converso, le sue simulazioni possono anche riguardare l’effetto <strong>dell</strong>e misure che sostengono<br />

la diffusione dei sistemi di risparmio idrico. <strong>Un</strong> ultimo tipo d’indicazioni riguarda i prezzi<br />

ombra <strong>dell</strong>’acqua, questi segnalano la rilevanza <strong>economica</strong> <strong>dell</strong>a scarsità idrica oppure il<br />

12


grado d’efficienza associato a eventuali scelte che allocano la risorsa tra diverse aree o<br />

imprese.<br />

<strong>Un</strong> pacchetto d’indicazioni analogo a quelle sull’uso <strong>dell</strong>’acqua, riguarda l’impiego<br />

del lavoro. In questo caso, <strong>per</strong> l’area e <strong>per</strong> le tipologie d’impresa, le indicazioni del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

distinguono tra occupazione del lavoro familiare o aziendale e impiego del lavoro<br />

avventizio e stagionale. Queste indicazioni sono fornite <strong>per</strong> tutto l’anno e <strong>per</strong> i vari <strong>per</strong>iodi,<br />

mesi o decadi. Come <strong>per</strong> l’acqua, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> identifica i prezzi ombra del lavoro, che<br />

segnalano l’incidenza <strong>dell</strong>a scarsità di questa risorsa nel condizionare lo sviluppo <strong>dell</strong>’area<br />

e <strong>dell</strong>e varie tipologie aziendali.<br />

Vi sono poi le indicazioni sull’uso dei suoli agricoli e, quindi, sulle potenzialità<br />

<strong>dell</strong>’offerta dei vari prodotti nella zona. Queste, ad esempio, mostrano quanto cambia la<br />

produzione <strong>dell</strong>e colture annuali al variare dei loro prezzi o di quelli di alcuni importanti<br />

fattori usati nella loro coltivazione. <strong>Un</strong> discorso simile vale <strong>per</strong> le quote che gravano la<br />

produzione di alcune colture, come, nel <strong>per</strong>iodo in esame, il pomodoro da industria o la<br />

barbabietola. MEGRIA <strong>per</strong>mette di discutere gli effetti associabili alla rimozione di queste<br />

quote o alla loro diversa distribuzione sul territorio.<br />

A queste indicazioni si affiancano quelle sull’uso dei fattori produttivi agricoli, con<br />

specifico riferimento ai mezzi tecnici. In particolare il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> segnala il livello d’uso dei<br />

concimi azotati, di quelli fosfatici e dei potassici, e l’uso dei principi attivi degli<br />

antiparassitari e dei diserbanti. Inoltre i suoi risultati <strong>per</strong>mettono anche di distinguere tra i<br />

fattori produttivi convenzionali e quelli propri <strong>dell</strong>e tecniche agricole a basso impatto<br />

ambientale. In tal modo essi <strong>per</strong>mettono di integrare le valutazioni più strettamente<br />

economiche con le prospettive e di tipo ambientale.<br />

Per completare il panorama vanno citate le indicazioni sui risultati economici che<br />

possono essere associati alle decisioni <strong>dell</strong>e imprese agricole. In particolare, i risultati del<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA riguardano i ricavi e i costi <strong>dell</strong>e coltivazioni e <strong>dell</strong>e produzioni animali<br />

e, quindi, i redditi aziendali. Le produzioni animali sono previste nelle tipologie aziendali<br />

che gestiscono allevamenti bovini, ovini o bufalini. In quel caso il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> considera il<br />

problema di soddisfare i fabbisogni alimentari <strong>dell</strong>e mandrie o <strong>dell</strong>e greggi, espressi<br />

secondo in unità foraggiere e sostanza secca e, quindi, in vari tipi di razioni bilanciate. In<br />

particolare, MEGRIA prevede che le aziende possono combinare gli acquisti di alimenti, il<br />

pascolo e la produzione di foraggi irrigui e asciutti, scegliendo in base alle convenienze<br />

economiche e alle disponibilità di risorse <strong>per</strong> la produzione autonoma di alimenti. Il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>per</strong>mette anche di simulare gli effetti dovuti alla variazione nelle dimensioni <strong>dell</strong>e<br />

mandrie e <strong>dell</strong>e greggi.<br />

Passiamo ora all’analisi dei risultati e <strong>dell</strong>e indicazioni fornite <strong>per</strong> l’anno di base.<br />

13


2. L’assetto produttivo ed economico dei territori nell’anno di base<br />

In questi anni il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA è stato applicato <strong>per</strong> diversi tipi di analisi. La<br />

tabella 2.1 fornisce una panoramica sulle caratteristiche <strong>dell</strong>e aree considerate in<br />

quest’esposizione e <strong>per</strong>mette di comprendere la versatilità del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> nell’adattarsi a<br />

situazioni molto diverse tra loro <strong>per</strong> dimensione ed aspetti tecnici ed economici <strong>dell</strong>a<br />

conduzione agricola.<br />

Tabella 2.1 - Dati produttivi dei quattro Consorzi di Bonifica (µ 1998/2000)<br />

CO VAB BM DS<br />

Su<strong>per</strong>fici e disponibilità idriche<br />

SAU coltivata (ettari) 15.850 6.695 63.458 21.590<br />

SAU irrigata/ coltivata (%) 0,57 0,41 0,39 1,00<br />

SAU irrigata/attrezzata (%) 0,36 0,50 0,42 1,51<br />

Acqua disponibile/ettaro attrezzato (m 3 ) 3.138 3.689 4.134 9.662<br />

Usi idrici totali (milioni di m 3 ) 74,3 16,4 119,9 74,2<br />

Perdite medie di rete in % sulle immissioni 14,0 14,0 29,0 22,0<br />

Peso % colture su totale coltivato<br />

Frutteti 5,3 1,4 20,1 19,3<br />

Ortaggi 10,4 23,9 8,5 66,7<br />

COP 58,0 57,7 23,5 2,1<br />

Foraggiere 22,0 13,1 40,1 11,6<br />

Vigneti, oliveti, industriali, altri 4,2 3,9 7,8 0,4<br />

Risultati produttivi dei mo<strong>dell</strong>i base<br />

Su<strong>per</strong>ficie Coltivata (Ha) 18.333 13.196 63.458 21.458<br />

Su<strong>per</strong>ficie Irrigata (Ha) 9.384 3.349 26.000 21.073<br />

Su<strong>per</strong>ficie Irrigata a Goccia (Ha) 2.372 1.373 12.334 10.955<br />

Altri sistemi d’irrigazione (Ha) 7.012 2.976 13.667 10.119<br />

I/C (%) 51,2 25,4 41,0 98,2<br />

In particolare, essa riporta le dimensioni assolute e le attività produttive praticate<br />

nelle quattro aree, <strong>per</strong>mettendo di verificare l’eterogeneità di quelle agricolture. In termini<br />

assoluti le differenze tra le aree sono notevoli: si va da su<strong>per</strong>fici di 13 mila ettari nel<br />

Vulture, a di 63 mila ettari nel Bradano. La su<strong>per</strong>ficie irrigata varia anch’essa da un<br />

territorio all’altro: poco più di 3 mila ettari nel Vulture, più di 26 mila ettari nel Bradano. Il<br />

raffronto tra le su<strong>per</strong>fici irrigate e coltivate mostra altre grosse difformità. Si passa, infatti,<br />

dal 25% di su<strong>per</strong>ficie irrigata sul totale nel Vulture, alla quasi totalità del Destra Sele, 98%,<br />

14


dove l’intensità <strong>dell</strong>a pratica irrigua si deve al fatto che, su oltre la metà <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici<br />

consortili, essa interessa almeno due coltivazioni l’anno. Il risultato dipende certamente<br />

dalle dotazioni idriche, come suggerisce il legame tra il peso <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici irrigate e le<br />

dotazioni idriche <strong>per</strong> ettaro attrezzato, anche se teoriche e al lordo <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>dite di<br />

distribuzione.<br />

Sono diverse anche le scelte colturali dei quattro sistemi agricoli. La sezione <strong>dell</strong>a<br />

tabella sull’uso del suolo conferma la produzione intensiva del Destra Sele, con 85% <strong>dell</strong>a<br />

SAU coltivata a frutta e ortaggi. Emerge anche il peso <strong>dell</strong>e COP, soprattutto dei cereali,<br />

che espone le aree lucane e quella sarda agli effetti <strong>dell</strong>a riforma <strong>dell</strong>a PAC. In particolare,<br />

nel Vulture e nel Campidano le COP occupano il 55% <strong>dell</strong>a SAU. Quest’incidenza dipende<br />

da cause diverse. Nel Campidano si deve alla coltivazione del riso, che <strong>per</strong>mette di sfruttare<br />

dei suoli non adatti ad altre colture irrigue. Nel Vulture si deve alla scarsissima disponibilità<br />

idrica, dovuta all’inagibilità del principale invaso di approvvigionamento, il Rendina, che<br />

sta spingendo l’area a estensivizzare le sue attività agricole. La tabella <strong>per</strong>mette inoltre di<br />

rilevare che nel Bradano e nel Destra Sele, dove è maggiore la diffusione di colture ortive e<br />

di arboree da frutto, la diffusione <strong>dell</strong>’irrigazione a goccia giunge a livelli molto elevati e si<br />

attesta tra il 47 e il 50% <strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie irrigata.<br />

È utile ricordare che il dato sulle su<strong>per</strong>fici è basilare <strong>per</strong> la definizione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e<br />

dei suoi risultati. L’informazione fornita dalla tabella <strong>per</strong> ognuna <strong>dell</strong>e quattro aree<br />

consortili riassume, infatti, un risultato ben più articolato, che riporta la su<strong>per</strong>ficie di tutte le<br />

colture, in tutte le tipologie aziendali, in tutti i distretti in cui sono divise quelle zone.<br />

Questo risultato è confrontato con le informazioni in possesso del Consorzio sull’uso dei<br />

suoli o con rilevazioni aerofotografiche di quest’ultimo, <strong>per</strong> stabilire la capacità del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

di riprodurre le scelte <strong>dell</strong>e imprese nell’anno di base. Nei casi in esame la somiglianza tra i<br />

risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e l’uso effettivo del suolo è sempre stata alta, con valori di 0,93 – 0,96<br />

<strong>dell</strong>’indice di Finger e Kreinin. 4 Ciò ha indicato la capacità del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di riprodurre le<br />

scelte basilari <strong>dell</strong>e imprese e ne ha sostenuto l’impiego <strong>per</strong> simulare le modifiche che<br />

possono emergere se cambia lo scenario in cui si muovono gli o<strong>per</strong>atori.<br />

La variabilità nelle dimensioni <strong>dell</strong>e aree si ritrova anche <strong>per</strong> i risultati economici<br />

ottenuti nelle condizioni di base, tabella 2.2.<br />

A tal proposito la tabella riporta i ricavi totali, distinti in ricavi <strong>per</strong> la vendita dei<br />

prodotti e introiti dovuti agli aiuti comunitari. Poi vi sono i costi sostenuti dalle imprese che<br />

includono i costi variabili <strong>dell</strong>e attività produttive, i costi <strong>per</strong> il lavoro avventizio e i costi<br />

legati alla pratica irrigua. Questi ultimi includono i canoni irrigui, i costi sostenuti <strong>per</strong> i<br />

prelievi idrici da pozzi privati o da corsi fluviali e alcuni costi degli impianti <strong>per</strong> la<br />

distribuzione <strong>dell</strong>’acqua al campo. Alla fine vi sono i redditi lordi espressi in totale e <strong>per</strong><br />

ettaro coltivato.<br />

4 Quest’indice assume valore massimo 1 nel caso di <strong>per</strong>fetta coincidenza tra le due strutture a<br />

confronto.<br />

15


Questi dati confermano le differenze tra quelle aree. Se confrontiamo il peso<br />

<strong>per</strong>centuale <strong>dell</strong>e vendite e degli aiuti europei sui ricavi, emerge che nel Destra Sele,<br />

specializzato nella produzione di colture ortofrutticole ad alto reddito, quasi tutti i ricavi,<br />

provengono dalla vendita dei prodotti <strong>dell</strong>e coltivazioni e degli allevamenti. Nelle aree più<br />

estensive, come il Vulture, il peso degli aiuti comunitari sui ricavi aziendali sale invece al<br />

16%. L’incidenza di questi aiuti è ovviamente più alta se rapportata ai redditi lordi: si va,<br />

infatti, dal 12% del Campidano, al 33% del Vulture. Nel Bradano questa <strong>per</strong>centuale<br />

raggiunge il 13,5%, mentre è trascurabile nel Destra Sele, 0,2%. I dati confermano il peso<br />

<strong>dell</strong>e COP ed il processo d’estensivizzazione <strong>dell</strong>’agricoltura del Vulture.<br />

Tabella 2.2 - Risultati economici <strong>per</strong> i quattro Consorzi di bonifica - media 1998/2000<br />

CO VAB BM DS<br />

Ricavi totali (milioni €) 59.4 25.8 184.0 261.7<br />

di cui: da vendita (milioni €) 53.9 21.6 169.8 261.3<br />

di cui: da aiuti (milioni €) 5.5 4.2 14.2 0.4<br />

Costi totali (milioni €) 15.1 13.0 79.1 83.7<br />

di cui: spesa <strong>per</strong> acqua (milioni €) 1.7 1.65 5.01 0.98<br />

Redditi Lordi totali (milioni €) 44.3 12.8 104.9 178.0<br />

Reddito Lordo <strong>per</strong> ettaro (€) 2.786 1.993 1.651 8.250<br />

Indicatori <strong>per</strong>centuali<br />

Ricavi da vendite / Ricavi totali (%) 90.7 83.8 92.3 99.8<br />

Ricavi da aiuti / Ricavi totali (%) 9.3 16.2 7.7 0.2<br />

Ricavi da aiuti / Redditi aziendali (%) 12.4 32.7 13.5 0.2<br />

Costi totali / Ricavi totali (%) 25.5 50.5 43.0 32.0<br />

La tabella fornisce anche alcune indicazioni sulla spesa sostenuta dalle imprese <strong>per</strong><br />

l’uso <strong>dell</strong>’acqua. Questa voce include sia i contributi irrigui da pagare i Consorzi <strong>per</strong> la<br />

co<strong>per</strong>tura dei costi di gestione del servizio irriguo, sia i costi <strong>dell</strong>e imprese agricole <strong>per</strong><br />

l’uso <strong>dell</strong>e fonti proprie di approvvigionamento idrico che si basano su pozzi privati o<br />

captazioni da fiumi. 5 La spesa sostenuta nei due casi è diversa. Ad esempio, <strong>per</strong> le imprese<br />

<strong>dell</strong>a penisola del Sinis in Sardegna, il costo <strong>per</strong> unità di risorsa ottenuta con il pompaggio<br />

da pozzi a valori 2000, è stato stimato in circa 0,377 € al metro cubo. Questo è ben più alto<br />

5 La presenza di pozzi aziendali privati è stata riscontrata nella fascia costiera metapontina e<br />

nell’area del Sinis, attualmente non attrezzata, limitrofa al Campidano. L’approvvigionamento<br />

diretto da fiume <strong>per</strong> mezzo di pompe è stato rilevato su una porzione di territorio gestito dal Vulture<br />

dove, nel <strong>per</strong>iodo in esame, l’inagibilità <strong>dell</strong>a diga del Rendina impediva al Consorzio di garantire la<br />

fornitura d’acqua a tutte le aree del territorio servito.<br />

16


di 0,020 € al metro cubo pagate in quegli anni <strong>per</strong> il servizio irriguo fornito dal Consorzio.<br />

Allo stesso modo, le aziende non raggiunte dal servizio irriguo del Consorzio del Vulture<br />

attingevano all’acqua del fiume Ofanto con proprie motopompe, sostenendo un costo di<br />

0,106 € al metro cubo, ben più alto di 0,0374 € al metro cubo pagato <strong>per</strong> il servizio del<br />

Consorzio.<br />

2.1 <strong>Un</strong>a misura <strong>dell</strong>a scarsità idrica<br />

La scarsità idrica è un limite cruciale alle possibilità di sviluppo economico<br />

<strong>dell</strong>’agricoltura di queste aree. L’analisi svolta con il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di programmazione<br />

matematica MEGRIA ha fornito varie indicazioni sulla natura e la rilevanza di questa<br />

scarsità, che emergono già dai risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>per</strong> l’anno di base. In particolare, il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> applicato nei quattro Consorzi elabora i prezzi ombra che indicano la variazione<br />

che si avrebbe nel reddito lordo agricolo se mutasse la disponibilità di tutte quelle risorse<br />

che vincolano il sistema. Nel caso <strong>dell</strong>’acqua, il valore dei prezzi ombra indica la sensibilità<br />

di quei sistemi, ossia la variazione del loro reddito lordo, all’aumento, o alla riduzione, di<br />

unità <strong>dell</strong>a risorsa disponibile. Nell’applicazione ai quattro Consorzi, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> indica<br />

diversi valori dei prezzi ombra <strong>dell</strong>’acqua che dipendono dalla conformazione e dalla<br />

disponibilità d’acqua degli schemi che alimentano gli usi di quelle zone e dalle connessioni<br />

tra questi. In generale, MEGRIA produce un valore medio annuo <strong>per</strong> l’insieme <strong>dell</strong>’area, un<br />

valore medio annuo <strong>per</strong> ognuno degli schemi idrici, un valore <strong>per</strong> ognuno dei <strong>per</strong>iodi (mesi<br />

o decadi) in cui è divisa la stagione irrigua.<br />

Quest’indicatore fornisce vari contributi interessanti e può aiutare gli enti che<br />

gestiscono la risorsa ad allocarla secondo criteri d’efficienza <strong>economica</strong>, come chiesto dalla<br />

direttiva europea sulle acque (Consiglio Europeo, 2000; Tietenberg). 6 In particolare, poiché<br />

il prezzo ombra misura l’aumento di reddito che si può avere variando le disponibilità<br />

idriche, esso si può interpretare come la massima disponibilità a pagare (DAP) <strong>per</strong> ottenere<br />

unità aggiuntive d’acqua. Così, una DAP elevata indica che il sistema sta soffrendo<br />

notevolmente la scarsità idrica, <strong>per</strong>ché la disponibilità limitata <strong>dell</strong>a risorsa incide molto<br />

nell’impedire l’aumento del reddito. Allo stesso tempo, se la DAP <strong>per</strong> metro cubo d’acqua<br />

è molto più alta dei contributi irrigui unitari, si può dedurre che solo forti aumenti di questi<br />

pagamenti faranno ridurre gli usi idrici, spingendo gli agricoltori a rinunciare al reddito che<br />

l’acqua è capace di produrre. In questo modo il dato del prezzo ombra <strong>per</strong>mette anche di<br />

tracciare le possibilità di successo nel controllo degli usi idrici attraverso i pagamenti<br />

irrigui.<br />

6 Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> fornisce anche altre indicazioni. Ad esempio, nei territori che confinano con i Consorzi,<br />

dove non vi sono reti di distribuzione idrica, mostrano l’importanza <strong>dell</strong>’irrigazione giacché queste<br />

aree, avendo minori possibilità produttive, sono più esposte alle azioni di riforma dei prezzi e degli<br />

aiuti comunitari.<br />

17


I dati <strong>dell</strong>a tabella 2.3 presentano in maniera sintetica i risultati di MEGRIA sui<br />

prezzi ombra <strong>dell</strong>’acqua nei territori dei quattro Consorzi. Questi valori sono ottenuti<br />

rielaborando le stime del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, che fornisce un prezzo ombra <strong>per</strong> ogni <strong>per</strong>iodo, mesi e<br />

decadi, in cui s’impiega l’acqua consortile e <strong>per</strong> ogni distretto irriguo. Qui, <strong>per</strong> rapidità di<br />

esposizione e pur forzando alcuni aspetti teorici <strong>dell</strong>a loro natura, i vari prezzi ombra sono<br />

aggregati ponderandoli <strong>per</strong> le quantità d’acqua utilizzate e ottenendo valori medi,<br />

denominati DAP. 7<br />

Tabella 2.3: DAP media ponderata (€/m3) nei quattro Consorzi<br />

CO VAB BM DS<br />

Gennaio - Febbraio - - 0,0516 -<br />

Marzo - Aprile 0,0274 0,1338 0,0578 0,5237<br />

Maggio - Giugno 0,2174 0,0387 0,1462 0,2742<br />

Luglio - Agosto - 0,0470 0,0945 -<br />

Settembre - Ottobre 0,4281 0,0630 0,1462 -<br />

Novembre - Dicembre - - 0,0862 0,2195<br />

DAP media annuale 0,1415 0,0620 0,1167 0,1942<br />

Contributo irriguo medio (€/m 3 ) 0,0196 0,0584 0,0372 0,0119<br />

Pagamento irriguo + DAP 0,1611 0,1203 0,1539 0,2061<br />

È facile notare che i valori <strong>dell</strong>e DAP medie consortili sono quasi sempre ben più<br />

alti dei contributi richiesti dai Consorzi <strong>per</strong> metro cubo d’acqua consegnato alle aziende.<br />

Ciò fornisce una prima indicazione sulla domanda <strong>per</strong> l’acqua di queste aree<br />

caratterizzandola come molto rigida. Se, infatti, il reddito prodotto da un metro cubo<br />

d’acqua è cosi alto come indicano i valori <strong>dell</strong>e DAP, allora è certo che solo forti aumenti<br />

dei contributi irrigui potranno spingere le aziende a rinunciare ai redditi prodotti dall’acqua<br />

disponibile, riducendo in modo rilevante gli usi irrigui. La natura giuridica dei Consorzi,<br />

che <strong>per</strong>mette loro di imputare agli agricoltori solo i costi di gestione, rende improbabile che<br />

questi organismi possano applicare aumenti di quella portata. In ogni modo, aumenti di tale<br />

dimensione produrrebbero fortissime tensioni sociali, data l’entità del reddito cui<br />

dovrebbero rinunciare gli agricoltori.<br />

7 La ponderazione riguarda i dati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> base e quelli di tre simulazioni relative a scenari che si<br />

presentano comunemente nelle zone d’irrigazione. I tre scenari riguardano l’aumento dei prezzi<br />

ortofrutticoli (+5%), la loro riduzione (-5%) e l’incremento dei ruoli irrigui dovuto alla crescita dei<br />

costi <strong>per</strong> l’energia elettrica. In tal modo si ottengono valori di DAP che misurano la scarsità in<br />

condizioni usuali <strong>per</strong> chi impiega l’acqua in quelle zone.<br />

18


<strong>Un</strong> altro aspetto rilevante è che la scarsità idrica presenta dei picchi altissimi, come<br />

appare chiaro se si pensa che le DAP medie ponderano anche i valori di quei momenti in<br />

cui la disponibilità d’acqua non è vincolante. Si ha un’idea <strong>dell</strong>a gravità <strong>dell</strong>a scarsità idrica<br />

quando si considera che in alcuni distretti del Bradano Metaponto, MEGRIA stima che i<br />

prezzi ombra sono su<strong>per</strong>iori a 1,033 € <strong>per</strong> metro cubo d’acqua a valori <strong>dell</strong>’anno 2000. La<br />

situazione è comune al Destra Sele e al Campidano. I picchi dei prezzi ombra <strong>per</strong> il<br />

Vulture, pur essendo più contenuti, si spingono ben oltre 0,775 € <strong>per</strong> metro cubo d’acqua.<br />

Emerge una variabilità molto alta anche tra i vari distretti dei Consorzi, <strong>per</strong> i quali spesso,<br />

in uno stesso <strong>per</strong>iodo, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> stima notevoli differenze tra i prezzi ombra.<br />

In breve, negli scenari con cui usualmente si confronta l’irrigazione, i risultati di<br />

MEGRIA forniscono un quadro di forte rigidità <strong>dell</strong>a domanda <strong>dell</strong>’acqua, che sarà difficile<br />

controllare variando i pagamenti irrigui richiesti alle aziende. I redditi cui dovrebbero<br />

rinunciare gli agricoltori con la riduzione degli usi idrici sono sempre molto più alti dei<br />

contributi unitari attualmente richiesti. Solo forti aumenti di questi ultimi potrebbero quindi<br />

ridurre apprezzabilmente i consumi, ma vi sarebbero grosse tensioni sociali <strong>per</strong> la<br />

conseguente riduzione dei redditi. I risultati indicano poi una forte variabilità dei picchi di<br />

sofferenza <strong>per</strong> la scarsità idrica nelle zone d’ogni Consorzio e nel tempo. La variabilità si<br />

trasmette alla domanda <strong>dell</strong>’acqua, facendone variare nel tempo e nello spazio la rigidità e,<br />

con essa, le richieste degli agricoltori dei vari distretti. Ciò comporta che nell’allocare la<br />

risorsa, gli organismi consortili devono impegnarsi in una continua o<strong>per</strong>a di mediazione,<br />

basata sulla dettagliata conoscenza <strong>dell</strong>e esigenze reclamate dagli agricoltori. Appare<br />

difficile sostituire quest’o<strong>per</strong>a con dei sistemi tariffari che siano capaci di allocare l’acqua<br />

senza scatenare forti tensioni sociali, giacché essi finirebbero con l’introdurre grosse<br />

differenze di trattamento rispetto alla situazione attuale.<br />

Per terminare va precisato che quella dei prezzi ombra è un’indicazione di tipo<br />

marginale, nel senso che indica la modifica che si potrebbe avere aumentando, o anche<br />

riducendo, di un metro cubo la disponibilità <strong>dell</strong>’acqua. Ciò comporta che un’analisi<br />

accurata non può limitarsi all’esame <strong>dell</strong>a situazione di base ma deve ricostruire la<br />

traiettoria dei prezzi ombra al variare <strong>dell</strong>e disponibilità <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> il sistema. Questa<br />

traiettoria può essere disegnata svolgendo con MEGRIA più simulazioni che variano<br />

progressivamente la disponibilità <strong>dell</strong>’acqua. In questi casi i prezzi ombra, ossia la<br />

rilevanza <strong>dell</strong>a scarsità idrica, potrebbe modificarsi notevolmente variando le disponibilità<br />

<strong>dell</strong>a risorsa.<br />

2.2 L’esame dei risultati produttivi ed economici <strong>per</strong> azienda rappresentativa<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA <strong>per</strong>mette di svolgere analisi economiche a un livello molto<br />

dettagliato che interessa la singola tipologia aziendale. In questa sede, come esempio <strong>dell</strong>e<br />

informazioni fornite, si riportano i dati ottenuti <strong>per</strong> una <strong>dell</strong>e tipologie che o<strong>per</strong>ano nel<br />

Campidano di Oristano, ossia sulla macroazienda di medie dimensioni, S4, che o<strong>per</strong>a nel<br />

19


distretto D1, in cui la distribuzione <strong>dell</strong>’acqua avviene <strong>per</strong> sollevamento ad alta pressione. I<br />

dati sulla stessa macroazienda sono ripresi in un prossimo paragrafo <strong>per</strong> esaminare gli<br />

effetti dovuti alla modifica del sistema di calcolo dei pagamenti <strong>dell</strong>’acqua.<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> considera come unità decisionale minima la macroazienda. Questa è data<br />

dall’insieme <strong>dell</strong>e aziende il cui uso del suolo ricade sotto lo stesso sistema di vincoli<br />

strutturali o di ordinamento produttivo, come il rapporto tra terra e lavoro, la presenza di<br />

allevamenti o di colture arboree, la localizzazione in uno dei distretti in cui e ripartito il<br />

territorio consortile. I dati forniti riguardano la macroazienda ma possono essere divisi <strong>per</strong><br />

il numero di aziende che questa rappresenta, in modo da avere un’indicazione <strong>per</strong> singola<br />

unità. 8 Questi dati riguardano le su<strong>per</strong>fici destinate alle diverse attività colturali, quelle<br />

interessate dai metodi d’irrigazione (as<strong>per</strong>sione, goccia, ecc.), l’impiego del lavoro,<br />

l’utilizzo <strong>dell</strong>’acqua, l’uso dei vari mezzi tecnici chimici e gli elementi che determinano i<br />

risultati economici aziendali.<br />

Per esaminare queste informazioni si può iniziare dalla tabella 2.4 che riporta i dati<br />

sull’uso del suolo nella macroazienda D1-S4.<br />

Tabella 2.4 - Dati <strong>dell</strong>e attività colturali <strong>per</strong> la macroazienda D1-S4<br />

Attività Colturali<br />

Su<strong>per</strong>fici (ettari)<br />

Arancio 16.600<br />

Barbabietola 122.548<br />

Bosco 42.900<br />

Frumento 1378.667<br />

Mais 0.000<br />

Olivo 155.800<br />

Pesco 15.600<br />

Riso 1048.838<br />

Set Aside 153.185<br />

Vite 77.700<br />

Questi dati possono essere divisi <strong>per</strong> il numero di aziende rappresentate dalla<br />

tipologia, ottenendo una descrizione <strong>per</strong> unità aziendale, come indicano la tabella 2.5 e da<br />

quelle che seguono. In particolare, il raggruppamento D1-S4 rappresenta 51 aziende, la cui<br />

dimensione media è di circa 58 ettari. I dati <strong>dell</strong>a tabella 2.5 sono dunque ottenuti dividendo<br />

i valori <strong>dell</strong>a tabella 2.4 <strong>per</strong> 51. L’analisi prosegue esaminando l’uso dei vari fattori<br />

produttivi, quali l’acqua, il lavoro e i mezzi tecnici chimici. In particolare, l’uso <strong>dell</strong>’acqua<br />

8 Il valore medio di una distribuzione potrebbe essere insufficiente <strong>per</strong> descriverla. Tuttavia in questo<br />

caso il valore è verosimile poiché le aziende di ogni raggruppamento sono tra loro molto simili <strong>per</strong><br />

dimensione, ordinamento tecnico, localizzazione e sistema di irrigazione.<br />

20


si presenta nella tabella 2.6 come dato mensile, aggregando i valori <strong>dell</strong>e decadi di giugno,<br />

luglio, agosto e settembre. Questi valori offrono un’indicazione globale sulla struttura<br />

aziendale e sull’uso dei vari fattori, <strong>per</strong>mettendo d’inquadrare le dimensioni <strong>dell</strong>e attività<br />

che si stanno valutando. Il dato di utilizzo <strong>per</strong> ettaro <strong>per</strong>mette poi di o<strong>per</strong>are un confronto<br />

diretto tra le attività colturali svolte in tipologie aziendali diverse.<br />

Tabella 2.5 - Su<strong>per</strong>fici <strong>dell</strong>e attività colturali <strong>per</strong> la singola azienda rappresentata<br />

dalla macroazienda D1-S4<br />

Attività Colturali<br />

Su<strong>per</strong>fici (ettari)<br />

Arancio 0.32<br />

Barbabietola 2.40<br />

Bosco 0.84<br />

Frumento 27.03<br />

Mais 0.00<br />

Olivo 3.06<br />

Pesco 0.30<br />

Riso 20.56<br />

Set Aside 3.00<br />

Vite 1.52<br />

Tabella 2.6 - Uso <strong>dell</strong>’acqua (metri cubi)<br />

Periodi<br />

Metri cubi<br />

APR 153<br />

MAG 60.894<br />

GIU 60.243<br />

LUG 68.387<br />

AGO 77.894<br />

SET 2.272<br />

OTT 1.392<br />

TOTALE 280.165<br />

Totale <strong>per</strong> ettaro 4.832<br />

La programmazione lineare rappresenta aziende che allocano prima il lavoro<br />

disponibile interno e poi si rivolgono a quello esterno. I dati <strong>dell</strong>a tabella 2.7 riportano l’uso<br />

del lavoro interno ed esterno mostrando come quest’ultimo sia assorbito soprattutto nei<br />

momenti cruciali <strong>dell</strong>a coltivazione del riso, oltre che <strong>dell</strong>a raccolta e <strong>dell</strong>a potatura<br />

21


invernale <strong>dell</strong>a vite e <strong>dell</strong>’olivo. Accanto al dato assoluto è fornito quello <strong>per</strong> ettaro, nella<br />

tabella riportato <strong>per</strong> il solo totale annuale, che <strong>per</strong>mette un confronto con tipologie diverse<br />

da quella in esame.<br />

Informazioni analoghe sono fornite <strong>per</strong> le applicazioni dei vari mezzi tecnici, che in<br />

questo caso sono definiti in termini di tonnellate applicate in azienda <strong>per</strong> i principi attivi dei<br />

diserbanti, degli antiparassitari e degli elementi nutritivi dei vari concimi, tabella 2.8.<br />

Queste indicazioni assumono una funzione interessante se si vogliono considerare gli<br />

aspetti ambientali <strong>dell</strong>e attività colturali svolte in azienda. In particolare, il dato <strong>per</strong> ettaro<br />

fornisce una prima indicazione generale sul livello di applicazione dei vari fattori chimici<br />

utilizzati e <strong>per</strong>mette un confronto con la situazione che caratterizza altre tipologie del<br />

territorio in esame o di zone diverse.<br />

Tabella 2.7 - Uso del lavoro aziendale ed esterno (ore)<br />

Ore Aziendale Esterno Totale<br />

Gennaio 156,9 10,4 167,3<br />

Febbraio 146,7 11,7 158,3<br />

Marzo 169,4 200,8 370,2<br />

Aprile 156,9 0,0 156,9<br />

Maggio 170,6 32,2 202,8<br />

Giugno 183 187,2 370,1<br />

Luglio 186,6 0 186,6<br />

Agosto 178,2 129,6 307,8<br />

Settembre 172,5 124,4 296,9<br />

Ottobre 149,6 227,9 377,5<br />

Novembre 503,0 603,7 1106,7<br />

Dicembre 247,0 516,8 763,7<br />

TOTALE 2.420 2.044 4.464<br />

Totale <strong>per</strong> ettaro 42 35 77<br />

Tabella 2.8 - Uso dei principi attivi e degli elementi nutritivi (tonnellate)<br />

Totale<br />

Per ettaro<br />

Antiparassitari 0,48 0,08<br />

Diserbanti 0,26 0,05<br />

Potassio 2,31 0,40<br />

Azoto 32,34 5,58<br />

Fosforo 34,15 5,89<br />

22


Infine, i risultati di MEGRIA <strong>per</strong>mettono di valutare le condizioni economiche in cui<br />

si svolge l’attività <strong>dell</strong>e varie unità rappresentate dalla tipologia in esame. In particolare i<br />

dati economici di maggiore interesse sono il totale dei ricavi e dei costi, le diverse voci che<br />

li compongono e i redditi lordi, che sono l’elemento massimizzato dal risolutore del<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. La tabella 2.9 riporta queste voci calcolate <strong>per</strong> singola unità aziendale. Queste<br />

informazioni <strong>per</strong>mettono di svolgere una serie di valutazioni economiche di maggior<br />

dettaglio, ad esempio, con l’esame del peso assunto dalle varie voci di costo o di ricavo, o<br />

con l’analisi del reddito lordo <strong>per</strong> ettaro o <strong>per</strong> ora di lavoro aziendale impiegato.<br />

Così, in particolare il peso assunto dalle diverse voci di ricavo sul totale degli introiti<br />

aziendali mostra la rilevanza degli aiuti europei e, tra questi, dei contributi accoppiati <strong>per</strong> le<br />

colture cerealicole, ossia <strong>per</strong> frumento e riso. La rilevanza di questi pagamenti nel<br />

determinare gli introiti di questa tipologia aziendale ne indica una dipendenza del reddito e<br />

<strong>dell</strong>a redditività dalle politiche europee. È anche possibile notare il peso <strong>dell</strong>e voci di costo<br />

sul totale, che mostra la rilevanza dei costi <strong>per</strong> il lavoro avventizio e la scarsa consistenza<br />

<strong>dell</strong>e spese <strong>per</strong> il pagamento <strong>dell</strong>’acqua consortile, nonostante i volumi totali utilizzati. La<br />

tabella mostra infine i dati di reddito lordo <strong>per</strong> ettaro e <strong>per</strong> ora di lavoro aziendale<br />

impiegato che <strong>per</strong>mettono di confrontare la situazione <strong>economica</strong> di questa tipologia con<br />

quella di altri mo<strong>dell</strong>i aziendali, diversi <strong>per</strong> dimensione, orientamento e caratteristiche<br />

strutturali.<br />

Tabella 2.9 - Dati economici <strong>per</strong> la singola azienda rappresentata dalla macroazienda<br />

D1-S4<br />

Variabili economiche<br />

Valori in Euro<br />

% su ricavi e<br />

costi<br />

Ricavi da Aiuti 37.324 30,3<br />

Ricavi da Aiuti accoppiati 37.324 30,3<br />

Ricavi da Aiuti COP 34.896 28,3<br />

Ricavi da Aiuti non COP 2.428 2,0<br />

Ricavi da Vendite 85.974 69,7<br />

Ricavi Totali 123.298 100,0<br />

Contributi Irrigui 7.753 16,1<br />

Costi Vari 22.906 47,6<br />

Costi <strong>per</strong> l’irrigazione a goccia 537 1,1<br />

Costi <strong>per</strong> il lavoro avventizio 16.887 35,1<br />

Costi Totali 48.083 100,0<br />

REDDITO LORDO 75.215<br />

Reddito lordo ad ettaro 1.296,8<br />

Reddito lordo ad ora di lavoro 31,1<br />

23


2.3 Considerazioni riassuntive<br />

In questi anni MEGRIA è stato applicato <strong>per</strong> diversi tipi di analisi e ha dimostrato<br />

una certa versatilità nell’adattarsi a rappresentare territori molto diversi tra loro <strong>per</strong><br />

dimensione ed aspetti tecnici ed economici <strong>dell</strong>a conduzione agricola. Qui si è mostrato che<br />

anche i risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di base forniscono indicazioni utili ad interpretare e a definire<br />

alcuni caratteri basilari <strong>dell</strong>’attività agricola svolta nel territorio in esame.<br />

I risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> base hanno una prima funzione di <strong>per</strong>mettere di valutarne la<br />

capacità di riprodurre le caratteristiche <strong>dell</strong>a conduzione agricola nel territorio in esame e le<br />

scelte basilari degli imprenditori agricoli <strong>dell</strong>’area. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è utilizzato <strong>per</strong> le simulazioni<br />

che modificano il quadro o<strong>per</strong>ativo <strong>dell</strong>e imprese solo dopo aver appurato questa capacità.<br />

Quest’o<strong>per</strong>azione è svolta verificando che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> riesce a riprodurre l’uso dei suoli<br />

prevalso nell’area in un certo anno di base.<br />

I risultati ottenuti <strong>per</strong> quell’anno forniscono <strong>per</strong>ò anche altre indicazioni utili e, in<br />

particolare, <strong>per</strong>mettono di contabilizzare l’entità dei ricavi, dei costi e dei redditi lordi<br />

realizzati dalle imprese agricole che o<strong>per</strong>ano in quella zona. Le informazioni su queste<br />

variabili sono fornite anche <strong>per</strong> le singole tipologie aziendali e <strong>per</strong> i distretti che<br />

costituiscono l’area.<br />

L’indicazione che, <strong>per</strong>ò, appare più interessante riguarda la rilevanza <strong>economica</strong><br />

<strong>dell</strong>a scarsità di alcune risorse. In particolare, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> elabora i prezzi ombra che<br />

indicano la variazione che si può avere nel reddito lordo agricolo <strong>dell</strong>a zona se muta la<br />

disponibilità <strong>dell</strong>e risorse che vincolano il sistema. Nell’applicazione ai quattro Consorzi, il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> ha indicato diversi valori dei prezzi ombra <strong>dell</strong>’acqua, che dipendono dalla<br />

conformazione e dalla disponibilità degli schemi idrici che alimentano gli usi di quei<br />

territori e dalle connessioni tra questi. Esaminando i valori <strong>dell</strong>e diverse zone è emerso che<br />

i dati medi consortili sono di solito ben più alti dei pagamenti richiesti dai Consorzi <strong>per</strong><br />

metro cubo d’acqua consegnato alle aziende. Ciò suggerisce che la domanda <strong>per</strong> l’acqua di<br />

queste aree è molto rigida, giacché solo forti aumenti dei contributi irrigui potranno<br />

spingere le aziende a rinunciare ai redditi prodotti dall’acqua disponibile, riducendo in<br />

modo rilevante gli usi irrigui. <strong>Un</strong> altro aspetto rilevante è che la scarsità idrica presenta dei<br />

picchi altissimi, con una forte variabilità dei momenti di sofferenza nelle zone d’ogni<br />

Consorzio e nel tempo. Ciò testimonia che, nell’allocare l’acqua, gli organismi consortili<br />

devono impegnarsi in una continua o<strong>per</strong>a di mediazione, basata sulla dettagliata conoscenza<br />

<strong>dell</strong>e esigenze reclamate dagli agricoltori. Appare difficile sostituire quest’o<strong>per</strong>a con<br />

sistemi di pagamento che siano capaci di allocare l’acqua senza scatenare forti tensioni<br />

sociali. Infatti, questi sistemi introdurrebbero grosse differenze di trattamento rispetto alla<br />

situazione attuale senza consentire nessuna possibilità di mediazione.<br />

24


3. Il contributo <strong>dell</strong>e aziende agricole al finanziamento <strong>dell</strong>a distribuzione<br />

irrigua<br />

Verificata la capacità di riprodurre le scelte <strong>dell</strong>e imprese <strong>per</strong> un anno di riferimento<br />

(base) il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può essere utilizzato <strong>per</strong> simulare varie modifiche negli elementi che<br />

costituiscono lo scenario in cui o<strong>per</strong>ano le imprese. Questo paragrafo presenta i risultati<br />

<strong>dell</strong>e simulazioni sui sistemi di pagamento <strong>dell</strong>’acqua consortile.<br />

I Consorzi adottano vari criteri <strong>per</strong> ripartire i costi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica tra le<br />

imprese attraverso i contributi irrigui che, <strong>per</strong>ò, in vari casi hanno una configurazione e un<br />

livello non adeguato a indicare agli agricoltori il vero costo sostenuto <strong>per</strong> fornirgli l’acqua.<br />

Nei quattro casi esaminati, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA è stato usato <strong>per</strong> verificare il possibile<br />

impatto di un sistema che calcola i contributi irrigui collegandoli direttamente all’uso<br />

effettivo <strong>dell</strong>’acqua e al costo medio <strong>dell</strong>a distribuzione idrica consortile. Questo non è il<br />

classico sistema d’efficienza descritto dalle analisi economiche sull’uso <strong>dell</strong>a risorsa e,<br />

<strong>per</strong>ò, a differenza di quello che vige in molti Consorzi, spinge le aziende a valutare in modo<br />

più diretto i costi sostenuti <strong>per</strong> fornirgli l’acqua. 9<br />

Per svolgere questa simulazione si sono prima calcolati i costi <strong>dell</strong>a distribuzione<br />

idrica nei quattro Consorzi, poi si è simulata l’applicazione del sistema di contribuzione<br />

irrigua che calcola i pagamenti agricoli in base al livello di questi costi e ai consumi idrici<br />

effettivi <strong>dell</strong>e aziende.<br />

3.1. Contributi e costi <strong>dell</strong>a distribuzione irrigua nei quattro Consorzi<br />

<strong>Un</strong>a prima parte <strong>dell</strong>’analisi è servita a identificare quella parte dei costi consortili<br />

che varia più direttamente con l’acqua erogata, detti qui costi d’esercizio. Nel fare ciò si è<br />

anche verificato se le quote variabili dei contributi irrigui riuscivano a coprire questi costi.<br />

In particolare, <strong>per</strong> ognuno dei quattro Consorzi si sono rilevati i costi sostenuti <strong>per</strong> il<br />

lavoro che gestisce la rete idrica e quelli <strong>per</strong> l’energia usata nel sollevamento <strong>dell</strong>e acque.<br />

Invece le spese d’amministrazione e manutenzione <strong>dell</strong>a rete non sono incluse nel calcolo<br />

9 Vari Autori sostengono che <strong>per</strong> spingere gli agricoltori all’uso efficiente <strong>dell</strong>’acqua si devono<br />

ripartire i pagamenti irrigui vanno in due parti (Tsur e Dinar, 1995, 1997). La prima può essere un<br />

canone fisso che ripaga l’investimento negli impianti idrici e ne sostiene i costi d’ammortamento e<br />

manutenzione. Le amministrazioni regionali possono finanziare parte di questi oneri. I Consorzi<br />

possono distribuire il resto tra le imprese in base alle caratteristiche <strong>dell</strong>a rete e degli impianti che le<br />

servono. L’altra parte del pagamento dovrebbe invece variare con la quantità d’acqua ricevuta <strong>per</strong><br />

indicare alle imprese come cambiano i costi al variare degli usi idrici e favorire così gli usi più<br />

efficienti <strong>dell</strong>’acqua. In particolare, le condizioni d’efficienza dovrebbero scaturire dal confronto tra<br />

la domanda <strong>dell</strong>’acqua e i costi marginali, che indicano di quanto variano i costi al variare del<br />

volume usato. Il risultato dovrebbe essere un sistema di scaglioni che variano con la quantità<br />

d’acqua fornita (Martin e Al.; Tietenberg).<br />

25


giacché, in genere, non variano con l’acqua erogata e sono ripagate da quote fisse dei<br />

pagamenti che non influiscono sulle scelte d’allocazione <strong>dell</strong>a risorsa nel breve <strong>per</strong>iodo.<br />

Dall’altra parte, i pagamenti sono stati ricostruiti applicando i criteri di calcolo dei<br />

contributi irrigui alle colture, alle su<strong>per</strong>fici o, dove previsto, ai volumi d’acqua usati dagli<br />

agricoltori in quegli anni. 10 La tabella 3.1 riporta i valori assoluti dei pagamenti irrigui<br />

agricoli e quelli dei costi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica, totale e <strong>per</strong> metro cubo d’acqua.<br />

Tabella 3.1 - Rapporto tra contributi irrigui e costi d’esercizio <strong>dell</strong>a distribuzione<br />

idrica<br />

Consorzi<br />

Contributi irrigui<br />

(000 €)<br />

Contributi<br />

Costi <strong>per</strong><br />

<strong>per</strong> metro Costi di esercizio<br />

metro cubo<br />

cubo (000 €)<br />

utilizzato (€)<br />

utilizzato (€)<br />

Contributi<br />

Costi<br />

CO 1.599,5 0,0261 1.709,7 0,0279 0,94<br />

VAB 916,9 0,0583 791,5 0,0504 1,16<br />

BM 4.160,1 0,0372 4.123,4 0,0343 1,01<br />

DS 953,7 0,0119 670,5 0,0084 1,42<br />

I risultati mostrano che la struttura del sistema influenza la composizione e l’entità<br />

dei costi. Così, nel Destra Sele i costi al metro cubo sono minori poiché prevale la<br />

distribuzione <strong>per</strong> gravità che non usa energia elettrica. Sempre nel Destra Sele la diffusione<br />

<strong>dell</strong>’irrigazione, svolta su molte colture in successione, contribuisce ad abbassare i costi<br />

unitari. Infine, i costi d’esercizio crescono quando vanno gestiti, direttamente o<br />

10 Nel momento in cui si è svolta l’analisi, i quattro Consorzi calcolavano i contributi irrigui <strong>dell</strong>e<br />

aziende agricole con sistemi diversi. Il Vulture applicava un canone fisso <strong>per</strong> ettaro attrezzato con<br />

impianti consortili e calcolava i contributi variabili con criteri diversi. In alcuni distretti li calcolava<br />

in base all’uso <strong>dell</strong>’acqua, rilevato da contatori e moltiplicato <strong>per</strong> un parametro di costo al metro<br />

cubo. In altri applicava il criterio <strong>dell</strong>’ettaro/coltura, definito in base alle stime sui fabbisogni idrici<br />

<strong>dell</strong>e colture, al sistema d’adacquamento adottato in azienda e alla necessità di sollevare l’acqua<br />

nelle varie zone. Anche il Bradano aveva un sistema binomio. In una parte del territorio la quota<br />

variabile si calcolava in base agli scaglioni di consumo, alle tecniche d’irrigazione, alla qualità del<br />

servizio fornito dalla rete e alle condizioni di reddito <strong>dell</strong>’area, <strong>per</strong> favorire le zone svantaggiate. Nel<br />

resto del territorio i contributi variavano solo in base al livello dei consumi. Nel momento in cui si è<br />

svolta l’analisi, <strong>per</strong>ò, lo stato <strong>dell</strong>a rete impediva di rilevare i consumi e, cosi, il Consorzio adottava<br />

ovunque un sistema forfettario di scaglioni che attribuiva il 90% dei pagamenti allo scaglione di<br />

180,76 € a ettaro. Anche il Campidano aveva un elemento fisso dei contributi irrigui <strong>per</strong> pagare la<br />

manutenzione degli impianti. <strong>Un</strong> altro elemento finanziava i costi d’esercizio ed era calcolato col<br />

criterio <strong>dell</strong>’ettaro/coltura, distinguendo in base ai consumi medi <strong>dell</strong>e colture. Il Destra Sele<br />

applicava un canone fisso a ettaro indipendente dall’uso <strong>dell</strong>’acqua. Il canone dei vari distretti era<br />

diverso <strong>per</strong> considerare le condizioni <strong>dell</strong>a rete e, quindi, <strong>dell</strong>a fornitura idrica.<br />

26


indirettamente, gli invasi (Vulture, Bradano e Campidano), mentre è minore quando è<br />

possibile captare l’acqua da fiumi (Destra Sele). 11 Nel valutare i contributi va invece<br />

ricordato che nel Vulture questi finanziano anche una parte dei costi di manutenzione e<br />

amministrazione <strong>dell</strong>a fornitura idrica, mentre nel Destra Sele vi è un pagamento unico che<br />

finanzia tutti i costi. Per questo il rapporto tra contributi e costi d’esercizio nei due Consorzi<br />

è su<strong>per</strong>iore a uno. 12<br />

Gli aspetti più interessanti riguardano, <strong>per</strong>ò, la situazione interna dei Consorzi e<br />

mostrano che spesso i sistemi di calcolo adottati generano <strong>dell</strong>e disparità tra distretti,<br />

aziende e colture nel pagamento dei costi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica. In particolare, nei<br />

Consorzi in cui le aree sono servite da sistemi diversi, con diversi costi d’esercizio <strong>dell</strong>a<br />

distribuzione idrica, i contributi irrigui <strong>dell</strong>e imprese non coprono quelle spese nella stessa<br />

misura. Più in dettaglio, nelle aree servite da impianti di sollevamento, dove si sostengono i<br />

costi <strong>per</strong> l’energia, talora i contributi irrigui pagano solo il 50% dei costi d’esercizio<br />

sostenuti <strong>per</strong> fornirgli l’acqua. Nei distretti serviti <strong>per</strong> gravità questa quota giunge invece a<br />

livelli ben più alti, e capita che alcune zone paghino fino al doppio dei costi sostenuti <strong>per</strong><br />

conferirgli l’acqua. Questa disparità si riflette anche nel rapporto tra i pagamenti <strong>dell</strong>e<br />

colture e i costi sostenuti <strong>per</strong> fornirgli l’acqua che queste utilizzano. Così, le colture irrigate<br />

con tecniche di risparmio idrico pagano fino al doppio dei costi sostenuti <strong>per</strong> fornirgli<br />

l’acqua, mentre le stesse colture irrigate con metodi che usano più acqua, pagano anche<br />

meno del 50% di quei costi. Da queste indicazioni si può dedurre che il sistema di<br />

pagamento <strong>dell</strong>’acqua spesso non induce le imprese a risparmiare la risorsa, un risultato che<br />

non appare desiderabile in casi di scarsità <strong>dell</strong>’acqua come quelli dei quattro Consorzi.<br />

3.2 Effetti di un pagamento basato sull’uso <strong>dell</strong>’acqua e sui costi <strong>dell</strong>a distribuzione<br />

idrica<br />

Ricavate le informazioni sui costi medi d’esercizio, si è usato MEGRIA <strong>per</strong> simulare<br />

la modifica dei contributi irrigui, applicando un sistema di calcolo che lega i pagamenti agli<br />

usi idrici effettivi e al costo unitario d’esercizio calcolato <strong>per</strong> la media di ogni Consorzio .13<br />

11 Il rapporto tra questi costi e i volumi d’acqua distribuiti non è di proporzionalità diretta. Studi<br />

successivi sui costi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica in quei Consorzi, hanno dimostrato che il rapporto è<br />

diverso <strong>per</strong> le reti a gravità e <strong>per</strong> quelle a sollevamento, che vi sono componenti fisse anche <strong>per</strong> quei<br />

costi e che essi variano sia in funzione dei volumi d’acqua distribuiti, sia in base all’area servita. I<br />

risultati di quegli studi sono stati usati <strong>per</strong> stimare gli effetti di un sistema di pagamento <strong>dell</strong>’acqua di<br />

piena efficienza (Dono, 2003; Dono e Severini, 2004, 2007).<br />

12 L’analisi ha anche mostrato che quei Consorzi erano impegnati a contenere i costi del servizio<br />

idrico con tagli negli organici e riduzione <strong>dell</strong>e spese <strong>per</strong> l’energia elettrica (Dono, Liberati e<br />

Severini, 2001).<br />

13 Per il Destra Sele e il Vulture si è anche istituito un canone fisso ad ettaro, che finanzia gli altri<br />

costi, come accade <strong>per</strong> gli attuali contributi irrigui. Questo canone è applicato agli ettari attrezzati<br />

<strong>per</strong> l’irrigazione. Esso <strong>per</strong>mette di conseguire un livello dei pagamenti prossimo a quello del sistema<br />

in vigore.<br />

27


Come detto, questo sistema non riflette i costi marginali <strong>dell</strong>a gestione del servizio e,<br />

quindi, non è coerente con le indicazioni <strong>dell</strong>a teoria <strong>economica</strong>. Esso <strong>per</strong>ò, almeno, induce<br />

gli agricoltori a considerare direttamente il costo <strong>dell</strong>a distribuzione idrica nel formulare le<br />

scelte d’ordinamento colturale e d’uso <strong>dell</strong>e tecniche irrigue. Naturalmente non è detto che<br />

il Consorzio possa effettivamente applicare contributi calcolati in questo modo. Vari motivi<br />

tecnici, ad esempio legati alla struttura <strong>dell</strong>e reti, possono impedire l’applicazione o il<br />

funzionamento dei contatori che rilevano gli usi aziendali effettivi. 14 Potrebbe anche<br />

accadere che i costi associati alla gestione del sistema, ad esempio con la misurazione dei<br />

consumi effettivi, siano tali da sconsigliarne l’utilizzo. Le indicazioni scaturite sono, quindi,<br />

solo un riferimento <strong>per</strong> interventi che richiedono anche di modificare la rete e<br />

l’organizzazione consortile e che, <strong>per</strong> altro, possono essere simulati dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>.<br />

La tabella 3.2 riporta i possibili effetti <strong>dell</strong>a riforma dei contributi irrigui sui redditi<br />

lordi aziendali, sugli usi idrici e sui pagamenti irrigui rispetto al <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> base. La tabella<br />

mostra che gli effetti nei vari Consorzi sono diversi. Questo accade <strong>per</strong>ché la riforma<br />

simulata comporta modifiche di tipo diverso: nel Vulture riduce i contributi unitari variabili<br />

e istituisce un canone aggiuntivo che finanzia i costi fissi. Nel Destra Sele istituisce un<br />

raccordo tra usi idrici e pagamenti, che non esiste nella situazione attuale. 15 Inoltre gli effetti<br />

sono differenti <strong>per</strong>ché sono molto diversi i sistemi di contribuzione iniziali e le relative<br />

condizioni di utilizzo <strong>dell</strong>’acqua su cui si è applicato il cambiamento.<br />

Tabella 3.2 - Variazioni <strong>per</strong>centuali dei redditi lordi aziendali, degli usi idrici e dei<br />

pagamenti al Consorzio con la riforma dei contributi irrigui<br />

Consorzi<br />

Redditi lordi<br />

aziendali<br />

Consumi idrici<br />

Contributi<br />

irrigui<br />

CO 0,2 -0,1 5,3<br />

VAB -0,1 1,9 0,9<br />

BM -0,3 0,4 10,0<br />

DS 0,0 -3,0 -6,6<br />

In particolare, spicca il caso del Bradano dove il nuovo sistema fa aumentare<br />

sensibilmente i contributi irrigui che gli agricoltori devono pagare, anche se i consumi<br />

idrici, invece di ridursi, aumentano. Il Campidano ha una risposta di tipo più classico,<br />

poiché la modifica prospettata fa aumentare i pagamenti irrigui e, <strong>per</strong> converso, induce a<br />

14 Ad esempio nelle aree servite da canali a pelo libero, in alcuni tratti <strong>dell</strong>a rete è molto difficile<br />

esercitare un controllo sugli attingi menti diretti ai canali.<br />

15 In quel caso s’istituisce un costo di 0,017 € <strong>per</strong> metro cubo d’acqua e si riduce in proporzione il<br />

canone fisso.<br />

28


idurre si pur lievemente gli usi idrici. A tal proposito l’effetto più consistente di risparmio<br />

idrico emerge nel Destra Sele, dove il cambiamento simulato trasforma in maniera più<br />

radicale all’attuale sistema di calcolo dei contributi irrigui. 16 Infine, è possibile notare che<br />

gli effetti totali di reddito sono sempre molto contenuti o, addirittura nulli.<br />

Queste variazioni generali sono frutto di risposte molto differenti che emergono<br />

all’interno dei Consorzi e che riflettono modifiche di notevole portata nei rapporti tra i vari<br />

distretti e le tipologie aziendali presenti. Queste differenze aiutano a spiegare le apparenti<br />

incongruenze nelle risposte come, ad esempio, quella registrata <strong>per</strong> il contemporaneo<br />

aumento dei pagamenti irrigui e degli usi idrici nel Bradano Metaponto.<br />

Risultati simili sono stati ottenuti anche in altri studi svolti in seguito sulle stesse<br />

aree o su altre zone, che hanno mostrato la preminenza <strong>dell</strong>e ricadute distributive nel caso<br />

in cui si modifichino i criteri di pagamento <strong>dell</strong>’acqua (Dono, Severini e Marongiu, 2007;<br />

Dono e Severini, 2005).<br />

In questa sede ci si può limitare a riportare i cambiamenti che emergono nei singoli<br />

distretti, <strong>per</strong> i quali la tabella 3.3 riassume le variazioni <strong>per</strong>centuali nei redditi lordi<br />

aziendali nei singoli distretti che compongono i quattro Consorzi, rispetto al dato di base.<br />

Tabella 3.3 - Variazioni <strong>per</strong>centuali dei redditi lordi aziendali nei distretti dei<br />

Consorzi con i pagamenti <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> metro cubo consumato<br />

CO VAB BM DS<br />

D1 -1,0 0,4 -0,4 0,1<br />

D2 -0,1 -2,5 -0,4 -0,3<br />

D3 20,9 -0,8 0,2 0,7<br />

D4 1,4 -0,4 -0,3 0,3<br />

D5 -0,2<br />

Variazione media consortile -0,2 -0,1 -0,1 0,0<br />

I dati <strong>dell</strong>a tabella mostrano che in tutti i casi c’è un forte effetto redistributivo, <strong>per</strong><br />

cui il reddito <strong>dell</strong>e aziende dei vari distretti cambia in misura diversa dalla variazione media<br />

del Consorzio. In alcuni casi la media di alcuni distretti migliora, a volte anche<br />

notevolmente, mentre l’opposto accade <strong>per</strong> altri. Si consideri, ad esempio, la situazione del<br />

Vulture dove, intorno ad una sostanziale stabilità media dei redditi lordi aziendali di tutta<br />

l’area, emerge un certo miglioramento dei valori medi nel distretto D1 e un sostanziale<br />

16 L’aumento si avrebbe anche nel Destra Sele calibrando diversamente i canoni fissi a ettaro. La<br />

simulazione è svolta, infatti, con un canone uguale <strong>per</strong> tutti i distretti. Si potrebbe invece applicare<br />

una differenza analoga a quella <strong>dell</strong>’attuale sistema dei pagamenti. Ciò farebbe crescere il<br />

pagamento di alcuni distretti, compensando il bilancio consortile.<br />

29


peggioramento <strong>dell</strong>a situazione nel distretto D2. Analoghe, consistenti contrapposizioni si<br />

riscontrano <strong>per</strong> il Campidano e <strong>per</strong> il Destra Sele. 17 Tutto ciò aiuta a profilare i cambiamenti<br />

economici e, dunque, le tensioni che possono emergere cambiando i sistemi di calcolo dei<br />

contributi irrigui e, <strong>per</strong> converso, le tensioni che si hanno, o che possono emergere, se<br />

restano i sistemi in questo momento utilizzati.<br />

Naturalmente con l’effetto distributivo sui redditi emerge anche una risposta diversa<br />

degli usi idrici e dei contributi irrigui <strong>dell</strong>e aziende nei vari distretti. La tabella 3.4 riporta i<br />

cambiamenti <strong>per</strong>centuali di queste variabili rispetto al dato di base. Emerge anche qui la<br />

diversa posizione dei distretti e, anche se la tabella non lo riporta, <strong>dell</strong>e tipologie che vi<br />

o<strong>per</strong>ano. In particolare, le risposte si distribuiscono in modo difforme intorno alla media,<br />

con miglioramenti e aggravi che interessano specifiche aree e soggetti e produrranno<br />

tensioni nella gestione del Consorzio.<br />

Tabella 3.4 - Variazioni <strong>per</strong>centuali degli usi e dei pagamenti irrigui aziendali nei<br />

distretti dei Consorzi con i pagamenti <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> metro cubo<br />

consumato<br />

CO VAB BM DS<br />

Variazione <strong>per</strong>centuale negli usi irrigui<br />

D1 -2,0 1,6 0,9 -4,5<br />

D2 0,0 4,8 -0,2 -5,8<br />

D3 42,0 1,0 -0,2 2,0<br />

D4 3,3 0,0 -0,4 0,3<br />

D5 3,4<br />

Variazione media consortile -0,1 1,9 0,4 -3,0<br />

Variazione <strong>per</strong>centuale nei pagamenti irrigui<br />

D1 3,9 0,6 9,8 -0,9<br />

D2 2,0 2,5 12,7 -7,3<br />

D3 56,9 0,4 0,8 -12,0<br />

D4 8,9 8,2 49,1 -26,7<br />

D5 4,8<br />

Variazione media consortile 5,3 0,9 10,0 -6,6<br />

17 In questo quadro, e anche se la tabella non lo riporta, vanno rilevate anche le differenze che si<br />

determinano tra le tipologie aziendali all’interno di ogni distretto.<br />

30


Oltre a questi effetti specifici vi sono anche implicazioni più generali di una riforma<br />

che lega i pagamenti irrigui all’uso effettivo <strong>dell</strong>’acqua e ai costi medi <strong>dell</strong>a distribuzione<br />

idrica consortile. Tra questi si rileva una modifica degli ordinamenti e <strong>dell</strong>e tecniche<br />

colturali che fa intensificare l’uso <strong>dell</strong>e risorse agricole. Ad esempio, nel Vulture le imprese<br />

espandono l’irrigazione a goccia nella produzione di alcune colture tipiche <strong>dell</strong>’area, olivo e<br />

vite, accrescendo le quantità prodotte e i livelli qualitativi. Nel Bradano le aziende si<br />

orientano verso colture più ricche, riducendo il peso di quelle sostenute dalla politica<br />

europea. Nelle due zone aumentano le ore lavorate, quasi tutte nella frazione salariata, e<br />

cresce l’uso di antiparassitari, fertilizzanti e diserbanti. Muta anche la distribuzione<br />

<strong>dell</strong>’irrigazione nel territorio e nel tempo: ciò accresce l’uso <strong>dell</strong>’acqua nonostante una più<br />

spinta diffusione dei metodi di risparmio idrico.<br />

Gli ordinamenti s’intensificano anche nel Campidano e aumentano le ore lavorate,<br />

stavolta di manodo<strong>per</strong>a familiare, e l’uso di antiparassitari, diserbanti e di alcuni<br />

fertilizzanti. Qui si ha <strong>per</strong>ò un lieve calo degli usi idrici totali, giacché la forte scarsità<br />

<strong>dell</strong>’acqua sostiene la diffusione dei metodi di risparmio idrico, facendo ridurre i consumi<br />

anche nei <strong>per</strong>iodi in cui la risorsa è disponibile.<br />

<strong>Un</strong> risultato diverso emerge nel Destra Sele, dove la riforma dei contributi riduce gli<br />

usi irrigui senza avere effetti sul reddito agricolo. Ciò accade <strong>per</strong>ché il sistema corrente,<br />

ossia un canone fisso a ettaro, non ha collegamenti con la scelta di irrigare, ossia non<br />

genera un onere legato ai consumi idrici. Così le imprese, non rilevando alcun costo diretto,<br />

spingono l’uso <strong>dell</strong>’acqua fin quando la sua produttività marginale cade a zero, mentre con<br />

un sistema che indica un prezzo <strong>per</strong> l’acqua ne riducono i consumi tenendo conto di questo<br />

valore. Tuttavia, poiché nella condizione di base l’acqua è usata con una produttività<br />

marginale nulla e poiché, data la distribuzione <strong>per</strong> gravità, il prezzo <strong>dell</strong>’acqua è basso, la<br />

sua riduzione non fa scendere apprezzabilmente il reddito. Inoltre la simulazione indica che<br />

il nuovo sistema dei contributi fa estensivizzare gli ordinamenti, facendo ridurre l’uso <strong>dell</strong>e<br />

sostanze chimiche di sintesi ma non l’impiego di lavoro.<br />

In breve, un criterio di calcolo dei contributi irrigui legato all’uso <strong>dell</strong>’acqua, spinge<br />

le imprese a usare metodi d’irrigazione che impiegano la risorsa in modo più efficiente,<br />

anche se, in linea di massima, non ha impatti consistenti sugli usi idrici totali. Questo<br />

accade <strong>per</strong>ché quelle zone già soffrono molto <strong>per</strong> la mancanza <strong>dell</strong>’acqua e non reagiscono<br />

significativamente a modifiche nelle condizioni di pagamento <strong>dell</strong>a risorsa. Infine, gli<br />

effetti generali sui redditi lordi aziendali sono limitati ma vi possono essere effetti<br />

distributivi forti, con notevoli cambiamenti economici <strong>per</strong> specifiche tipologie o intere aree<br />

del Consorzio.<br />

3.3 Effetti <strong>dell</strong>a nuova contribuzione irrigua <strong>per</strong> tipologia aziendale<br />

MEGRIA fornisce informazioni molto dettagliate anche <strong>per</strong> un’analisi <strong>economica</strong> a<br />

livello di singola tipologia aziendale. In precedenza (cfr. Cap. 2.2) sono stati mostrati i<br />

31


isultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>per</strong> l’anno base, relativamente ad un’azienda di medie dimensioni con<br />

ordinamento misto, localizzata nel distretto con distribuzione <strong>dell</strong>’acqua ad alta pressione<br />

<strong>per</strong> sollevamento (S4-D1). Tali dati sono quelli utilizzati ora <strong>per</strong> il confronto, identificati in<br />

genere come situazione di base o di riferimento, <strong>per</strong> valutare l’impatto del nuovo metodo di<br />

contribuzione.<br />

Si ricorda che nella situazione di base il pagamento avviene col sistema <strong>dell</strong>’ettaro<br />

coltura (detto HCO), ossia secondo la su<strong>per</strong>ficie che, entro febbraio, ogni agricoltore ha<br />

prenotato <strong>per</strong> ogni coltura irrigua. Il contributo dovuto si calcola su medie d’impiego idrico<br />

di quella coltura in tutto il territorio ed è un riferimento basilare <strong>per</strong> programmare le scelte<br />

colturali. Ad esempio, nel <strong>per</strong>iodo in cui si è svolta la ricerca ogni agricoltore del<br />

Campidano, nel prenotare le su<strong>per</strong>fici da irrigare a mais, sapeva di dover pagare una somma<br />

di 233 euro <strong>per</strong> ettaro. 18 Nella simulazione si è ipotizzato un diverso sistema di pagamento<br />

<strong>dell</strong>’acqua, passando dall’ettaro coltura al pagamento <strong>per</strong> metro cubo effettivamente<br />

consumato. In particolare, l’analisi dei dati consortili ha <strong>per</strong>messo di rilevare che in quel<br />

<strong>per</strong>iodo il costo <strong>per</strong> il lavoro e l’energia elettrica impiegata nella distribuzione idrica, era di<br />

0,027903 euro al metro cubo. Così, nella simulazione MEGRIA calcola il consumo d’acqua<br />

<strong>dell</strong>e aziende e, quindi, determina il valore dei pagamenti irrigui, moltiplicando il costo al<br />

metro cubo <strong>per</strong> i fabbisogni d’acqua <strong>dell</strong>e diverse attività contenuti in una matrice.<br />

La tabella 3.5 riporta il primo set di risultati sulle dimensioni <strong>dell</strong>e diverse attività<br />

colturali, espressi in ettari <strong>per</strong> singola azienda. Sono presenti i valori <strong>dell</strong>a situazione di<br />

base (HCO), i risultati <strong>dell</strong>a simulazione (MC) e infine la variazione <strong>per</strong>centuale rispetto<br />

allo scenario di base.<br />

Tabella 3.5 - Attività colturali <strong>dell</strong>a macroazienda D1-S4<br />

Attività Colturali ettari (HCO) ettari (MC) Variazione %<br />

Arancio 16,60 16,60 0,0<br />

Barbabietola 122,55 0,00 -100,0<br />

Bosco 42,90 42,90 0,0<br />

Frumento 1.378,67 1.378,67 0,0<br />

Mais 0,00 110,29 -<br />

Olivo 155,80 155,80 0,0<br />

Pesco 15,60 15,60 0,0<br />

Riso 1.048,84 976,75 -6,9<br />

Set Aside 153,19 165,44 8,0<br />

Vite 77,70 77,70 0,0<br />

18 Più precisamente, gli agricoltori definiscono le loro scelte considerando che al contributo irriguo<br />

vanno aggiunti eventuali conguagli di fine stagione irrigua.<br />

32


La tabella 3.6 contiene gli stessi dati espressi <strong>per</strong> la singola unità aziendale<br />

rappresentata.<br />

Tabella 3.6 - Attività colturali nella singola azienda D1-S4<br />

Attività Colturali ettari (HCO) ettari (MC) Variazione %<br />

Arancio 0,33 0,33 0,0<br />

Barbabietola 2,40 0,00 -100,0<br />

Bosco 0,84 0,84 0,0<br />

Frumento 27,03 27,03 0,0<br />

Mais 0,00 2,16 -<br />

Olivo 3,06 3,06 0,0<br />

Pesco 0,31 0,31 0,0<br />

Riso 20,57 19,15 -6,9<br />

Set Aside 3,00 3,24 8,0<br />

Vite 1,52 1,52 0,0<br />

Si nota che la coltivazione più importante in termini di su<strong>per</strong>ficie, il frumento, ossia<br />

un’attività non irrigua, non è coinvolta nei cambiamenti strutturali <strong>dell</strong>’azienda. Si nota poi<br />

che col pagamento <strong>dell</strong>’acqua a metro cubo le aziende non coltivano più la barbabietola e<br />

producono il mais, che <strong>per</strong>mette loro di ridurre il fabbisogno d’acqua. <strong>Un</strong> altro effetto di<br />

riduzione degli usi idrici si ottiene spostando una parte <strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie dal riso al set aside,<br />

che aumenta con l’inserimento del mais.<br />

L’analisi prosegue considerando l’uso del lavoro, <strong>dell</strong>’acqua e degli input chimici.<br />

Nella tabella 3.7 si possono confrontare, <strong>per</strong> i due differenti sistemi di pagamento, le<br />

quantità d’acqua impiegate da ogni azienda nel corso <strong>dell</strong>’anno. Il totale <strong>dell</strong>’acqua<br />

utilizzata complessivamente diminuisce del 6,6%: si registra soltanto un aumento del 57,1<br />

% nel mese di settembre, ma di scarso valore in metri cubi poiché sul totale annuo influisce<br />

<strong>per</strong> meno di un punto <strong>per</strong>centuale.<br />

Si ricorda (cfr. Cap. 3.2) che nell’intero distretto l’introduzione del nuovo sistema di<br />

pagamento <strong>dell</strong>’acqua provoca una diminuzione nell’uso <strong>dell</strong>a risorsa idrica pari al 2,0 %. È<br />

interessante soffermarsi su come questa variazione sia ben differente <strong>per</strong> le diverse zone e<br />

tipologie aziendali. In particolare, nel caso che si sta studiando, cioè di un’azienda di medie<br />

dimensioni (58 ha) con ordinamento misto e distribuzione <strong>dell</strong>’acqua ad alta pressione <strong>per</strong><br />

sollevamento, il passaggio a questo diverso sistema di pagamento consortile provoca una<br />

33


iduzione nel suo impiego del 6,6 %. MEGRIA aiuta quindi a individuare quelle tipologie<br />

aziendali che risentono maggiormente <strong>dell</strong>e variazioni degli scenari in cui o<strong>per</strong>ano.<br />

Tabella 3.7 - Uso <strong>dell</strong>’acqua (m 3 ) <strong>per</strong> azienda nei <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>’anno<br />

Periodi Base HCO MC %<br />

Aprile 152,9 152,9 0,0<br />

Maggio 60.894,1 55.708,1 -8,5<br />

Giugno 60.243,0 56.206,1 -6,7<br />

Luglio 68.387,5 63.714,5 -6,8<br />

Agosto 77.894,3 72.585,3 -6,8<br />

Settembre 2.271,8 3.569,3 57,1<br />

Ottobre 1.392,0 1.392,0 0,0<br />

TOTALE 271.235,6 253.328,3 -6,6<br />

Totale <strong>per</strong> ettaro 4.676,5 4.367,7 -6,6<br />

Si può ora valutare l’impatto di questo nuovo scenario sull’impiego del lavoro. Le<br />

aziende tendono ad allocare prima il lavoro disponibile interno e poi si rivolgono a quello<br />

esterno: ciò accade con entrambi i sistemi di contribuzione idrica, come si vede anche dalle<br />

tabelle seguenti. Mentre il lavoro interno è quindi utilizzato completamente con entrambe i<br />

sistemi di pagamento, l’assorbimento di lavoro esterno, da parte <strong>dell</strong>e aziende, subisce nel<br />

complesso una riduzione, che si accentua nei <strong>per</strong>iodi in cui la coltivazione <strong>dell</strong>a<br />

barbabietola ne richiede di più.<br />

Tabella 3.8 - Uso del lavoro esterno (ore)<br />

Periodi Base HCO MC %<br />

Gennaio 0,5 0,5 0,0<br />

Febbraio 0,6 0,5 -22,6<br />

Marzo 10,2 9,2 -10,5<br />

Aprile 0,0 0,0 0,0<br />

Maggio 1,6 1,1 -35,2<br />

Giugno 9,5 9,0 -5,3<br />

Luglio 0,0 0,0 0,0<br />

Agosto 6,6 6,2 -6,1<br />

Settembre 6,3 5,9 -6,3<br />

Ottobre 11,6 10,8 -6.9<br />

Novembre 30,8 30,8 0,0<br />

Dicembre 26,4 26,4 0,0<br />

TOTALE 104,3 100,2 -3,9<br />

Totale <strong>per</strong> ettaro 1,8 1,7 -3,9<br />

34


Come sì è già detto, l’impiego di lavoro aziendale non subisce variazioni neanche<br />

durante i <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>’anno poiché, data l’assenza di oneri diretti rispetto a lavoro salariato,<br />

è completamente usato. Ne consegue che, complessivamente, il lavoro totale che ogni<br />

azienda utilizza, con il pagamento <strong>dell</strong>’acqua al metro cubo, si riduce <strong>dell</strong>’1,8 %.<br />

Tabella 3.9 - Uso del lavoro aziendale (ore) nei <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>’anno<br />

Periodi Base HCO MC %<br />

Gennaio 8,0 8,0 0,0<br />

Febbraio 7,5 7,5 0,0<br />

Marzo 8,6 8,6 0,0<br />

Aprile 8,0 8,0 0,0<br />

Maggio 8,7 8,7 0,0<br />

Giugno 9,3 9,3 0,0<br />

Luglio 9,5 9,5 0,0<br />

Agosto 9,1 9,1 0,0<br />

Settembre 8,8 8,8 0,0<br />

Ottobre 7,6 7,6 0,0<br />

Novembre 25,7 25,7 0,0<br />

Dicembre 12,6 12,6 0,0<br />

TOTALE 123,4 123,4 0,0<br />

Totale <strong>per</strong> ettaro 2,1 2,1 0,0<br />

L’ottimizzazione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, nello scegliere le quantità <strong>dell</strong>e diverse tipologie di<br />

lavoro impiegate, tiene in considerazione che ogni agricoltore preferisce allocare totalmente<br />

il lavoro interno, prima di doversi rivolgere al mercato esterno. Questo emerge chiaramente<br />

nella tabella 3.9, dove si può notare che <strong>per</strong> la situazione con i pagamenti ad ettaro coltura,<br />

l’allocazione <strong>dell</strong>a risorsa è già stata fatta in maniera ottimale e dunque non necessita di<br />

aggiustamenti.<br />

Di seguito è possibile osservare i risultati sull’utilizzo degli input chimici. Questi<br />

valori hanno una certa importanza <strong>per</strong> quello che riguarda l’impatto ambientale. Il<br />

cambiamento degli ordinamenti colturali porta con se un diverso schema di concimazioni e<br />

trattamenti nel corso <strong>dell</strong>’anno. In particolare la barbabietola da zucchero ha un elevato<br />

bisogno di trattamenti protettivi (antiparassitari e diserbanti); il mais, che la sostituisce nel<br />

nuovo scenario, ha invece una maggiore necessità di essere “nutrito”, provocando una più<br />

rilevante distribuzione dei concimi minerali.<br />

35


Tabella 3.10 - Input chimi ad ettaro <strong>per</strong> singola azienda in Kg<br />

Principio Chimico Base HCO MC Variazione %<br />

Antiparassitari 8,21 7,65 -6,9<br />

Diserbanti 4,52 4,09 -9,6<br />

Potassio 39,76 48,00 20,7<br />

Azoto 557,62 567,04 1,7<br />

Fosforo 588,84 586,27 -0,4<br />

Si può dedurre che c’è un’attenuazione <strong>dell</strong>’impatto ambientale: l’aumento di azoto<br />

distribuito è molto basso (1,7%) e il potassio, che invece aumenta del 20,7% non ha un<br />

ruolo importante nell’inquinamento ambientale <strong>per</strong>ché è poco mobile nel terreno e non è<br />

dis<strong>per</strong>so ne verticalmente ne orizzontalmente.<br />

Infine, sono riportati e discussi i dati economici: i ricavi e i costi totali, le diverse<br />

voci che li compongono e i redditi lordi che, come già detto, rappresentano l’elemento<br />

massimizzato dal risolutore del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. La tabella 3.11 mostra come i redditi lordi di ogni<br />

azienda si riducono di 4,3 punti <strong>per</strong>centuali; la contrazione deriva principalmente da una<br />

diminuzione dei ricavi da vendita, poiché la barbabietola esce dall’ordinamento tecnico.<br />

Riferendosi sempre alla variazione dei redditi nell’intero distretto, che diminuisce invece<br />

<strong>dell</strong>’1%, questa tipologia aziendale subisce un calo dei redditi ben più consistente.<br />

Tabella 3.11 - Dati economici in euro ad ettaro<br />

Base HCO MC %<br />

Ricavi Aiuti 32.820 32.282 -1,6<br />

Ricavi Aiuti Accoppiati 32.820 32.282 -1,6<br />

Ricavi Aiuti COP 30.684 30.147 -1,8<br />

Ricavi Aiuti non COP 2.135 2.135 0,0<br />

Ricavi da Vendite 108.417 102.684 -5,3<br />

Ricavi Totali 75.598 70.401 -6,9<br />

Contributi Irrigui 6.817 6.216 -8,8<br />

Costi Vari 42.280 39.418 -6,8<br />

Costi <strong>per</strong> l’Irrigazione a Goccia 472 472 0,0<br />

Costi <strong>per</strong> il Lavoro avventizio 14.849 14.275 -3,9<br />

Costi Totali 20.142 18.456 -8,4<br />

REDDITO LORDO 66.138 63.265 -4,3<br />

36


Prendendo in esame i pagamenti consortili, è possibile costatare che anche in questo<br />

caso c’è una riduzione, pari all’8,8 % rispetto al sistema di base. Confrontando poi questo<br />

valore con quello di tutto il distretto, che è del 3,9%, si comprende che la risposta<br />

all’introduzione di cambiamenti si differenzia <strong>per</strong> le diverse aree e tipologie aziendali.<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> fornisce informazioni con differenti livelli di aggregazione, <strong>per</strong> consentire<br />

un’analisi completa e approfondita. L’impatto di alcune scelte può ri<strong>per</strong>cuotersi in ambiti<br />

più lontani da quelli oggetto del cambiamento. Ad esempio, l’introduzione del pagamento<br />

<strong>dell</strong>’acqua in base all’effettivo consumo, provoca un minore consumo <strong>dell</strong>’acqua, una<br />

contrazione <strong>dell</strong>a domanda di lavoro esterno, un inferiore impatto ambientale da diserbanti<br />

e antiparassitari e infine comporta una riduzione degli introiti <strong>per</strong> il consorzio irriguo.<br />

3.4 Considerazioni riassuntive<br />

I Consorzi di Bonifica adottano criteri diversi <strong>per</strong> ripartire i costi <strong>dell</strong>a distribuzione<br />

idrica tra le aziende associate. Qui si è mostrato che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può aiutare a valutare che<br />

cosa può accadere se si applicano dei criteri che spingono gli agricoltori a usare l’acqua in<br />

modo più efficiente. Vari fattori possono indurre ad applicare riforme di questo tipo. Tra<br />

questi fattori vi sono le disparità nella partecipazione dei distretti e <strong>dell</strong>e aziende al<br />

finanziamento dei costi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica consortile. Tali differenze creano tensioni<br />

tra agricoltori associati e tra questi e gli organismi direttivi dei Consorzi e spingono a<br />

modificare il sistema in modo che ognuno paghi in base ai costi sostenuti <strong>per</strong> portargli<br />

l’acqua. Disparità analoghe vi sono tra sistemi d’irrigazione <strong>dell</strong>e colture, <strong>per</strong> cui quelle<br />

irrigate con tecniche di risparmio idrico arrivano anche a pagare contributi più alti dei costi<br />

sostenuti <strong>per</strong> fornirgli la risorsa, mentre l’opposto può accadere <strong>per</strong> i sistemi che non<br />

risparmiano l’acqua. Il fatto che in condizioni di scarsità i sistemi di pagamento non<br />

orientino le imprese verso le tecniche di risparmio idrico, non è desiderabile e diverge dalle<br />

indicazioni <strong>dell</strong>a direttiva europea sulle acque.<br />

Così, <strong>per</strong> valutare cosa può accadere se cambia il sistema di calcolo dei contributi<br />

irrigui nei quattro Consorzi, si sono prima esaminati i rapporti tra i pagamenti e i costi di<br />

gestione <strong>dell</strong>a distribuzione idrica, calcolando un costo a metro cubo. Poi, <strong>per</strong> ogni<br />

Consorzio, si è simulata l’applicazione di una riforma che lega i contributi all’uso effettivo<br />

<strong>dell</strong>’acqua e al costo medio d’esercizio <strong>dell</strong>a distribuzione. Questo non è il classico sistema<br />

d’efficienza e, <strong>per</strong>ò, a differenza di quanto accade in molti casi, spinge gli agricoltori a<br />

considerare in maniera più diretta i costi sostenuti <strong>per</strong> fornirgli l’acqua.<br />

I risultati ottenuti indicano che nella maggior parte dei casi il nuovo sistema aumenta<br />

le contribuzioni pagate al Consorzio. Gli effetti di compressione del reddito sono molto<br />

contenuti o, addirittura nulli. In quasi tutti i casi si ha un cambiamento degli ordinamenti<br />

colturali e <strong>dell</strong>e tecniche adottate, cui è associata una certa intensificazione nell’uso <strong>dell</strong>e<br />

risorse. Gli agricoltori sono spinti a un maggiore impegno nell’attività produttiva che<br />

accresce l’impiego dei sistemi d’irrigazione localizzata. Cresce anche l’uso di vari fattori<br />

37


chimici. Effetti di un certo rilievo nel ridurre gli usi idrici agricoli si hanno nei casi in cui<br />

l’attuale sistema dei contributi irrigui è più lontano da un sistema di efficienza, ossia si basa<br />

su un canone fisso ad ettaro.<br />

Questi risultati medi sono <strong>per</strong>ò la risultante di reazioni molto diverse dei singoli<br />

distretti e <strong>dell</strong>e tipologie aziendali che o<strong>per</strong>ano nei territori rappresentati. In sintesi, gli<br />

effetti distributivi di modifiche dei sistemi di pagamento sono sempre preminenti sui<br />

risultati generali e questo può determinare l’esplosione di forti tensioni tra gli agricoltori e<br />

tra questi e gli organi dirigenti dei Consorzi.<br />

38


4. Interventi che influenzano l’allocazione <strong>dell</strong>a risorsa idrica<br />

<strong>Un</strong> altro effetto che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA <strong>per</strong>mette di valutare è quello associato alle<br />

azioni che modificano il livello d’uso <strong>dell</strong>’acqua da parte <strong>dell</strong>’agricoltura. Interventi come<br />

questi possono essere richiesti <strong>per</strong> spostare risorse idriche a favore di altri utilizzatori, siano<br />

essi interessati a usi non agricoli nello stesso territorio in esame, siano essi interessati a usi<br />

agricoli e non agricoli in altre zone. Qui non ci s’interroga sull’opportunità <strong>economica</strong> di<br />

agire in questo senso ma solo sugli effetti economici degli eventuali trasferimenti<br />

<strong>dell</strong>’acqua.<br />

In particolare, si considera prima la possibilità che il trasferimento <strong>dell</strong>a risorsa sia<br />

l’effetto di una modifica dei contributi irrigui richiesti alle imprese, il cui aumento può<br />

farne ridurre gli usi idrici e, quindi, generare una disponibilità di volumi d’acqua da<br />

destinare ad altri impieghi. Poi si considera la possibilità che di una manovra che trasferisce<br />

la risorsa o<strong>per</strong>ando direttamente sui volumi idrici utilizzabili, ossia cedendo una parte <strong>dell</strong>a<br />

risorsa presente negli invasi a utilizzatori diversi dagli agricoltori del territorio in esame.<br />

Queste simulazioni sono state applicate a MEGRIA nelle quattro aree in esame e i risultati<br />

sono brevemente presentati in questo paragrafo.<br />

4.1 Effetti di un aumento dei contributi irrigui<br />

Si può iniziare dai cambiamenti innescati da un aumento dei contributi irrigui<br />

richiesti. In alcune aree questo tipo di manovra può essere applicata <strong>per</strong> seguire le<br />

indicazioni <strong>dell</strong>a direttiva quadro sulle acque, emanata dall’<strong>Un</strong>ione Europea. Questa<br />

richiede che i pagamenti irrigui contribuiscano in modo rilevante a finanziare i costi di<br />

lungo <strong>per</strong>iodo degli impianti irrigui e i costi ambientali legati all’uso <strong>dell</strong>a risorsa idrica in<br />

agricoltura. Ciò può comportare che le istituzioni regionali applichino un prelievo<br />

finanziario <strong>per</strong> gli usi agricoli <strong>dell</strong>’acqua che obbligherebbe i Consorzi ad aumentare i<br />

contributi irrigui richiesti alle aziende. L’effetto di quest’aumento è stato simulato nelle<br />

quattro aree applicando diversi livelli d’incremento <strong>per</strong>centuale dei contributi irrigui. Nel<br />

Destra Sele, dove i pagamenti non sono legati agli usi idrici aziendali, si sono svolte varie<br />

simulazioni, sia aumentando i canoni <strong>dell</strong>’attuale sistema di pagamento, sia agendo con<br />

pagamenti calcolati in base ai consumi idrici effettivi.<br />

I principali risultati ottenuti sono inclusi nella tabella 4.1 che, rispetto alla situazione<br />

di base, riporta le modifiche <strong>per</strong>centuali nell’uso aziendale <strong>dell</strong>’acqua, associabili a diversi<br />

livelli di aumento <strong>per</strong>centuale dei contributi irrigui. Si nota che, nel campo di variazione dei<br />

pagamenti che si è considerato, tutte le aree riducono il consumo totale d’acqua in una<br />

misura molto limitata, a volte assolutamente im<strong>per</strong>cettibile. Nel Destra Sele si ha qualche<br />

riduzione solo cambiando prima il sistema di calcolo dei contributi irrigui, ossia<br />

collegandolo all’uso <strong>dell</strong>’acqua e poi accrescendo il livello dei pagamenti richiesti in quel<br />

modo.<br />

39


Tabella 4.1 - Variazione <strong>per</strong>centuale degli usi irrigui <strong>dell</strong>’acqua al variare dei<br />

contributi irrigui<br />

+ 10% + 30% + 50%<br />

CO 0,0 -0,1 -0,2<br />

VAB -0,4 -0,4 -0,6<br />

BM -0,7 -0,7 -0,8<br />

DS -0,0 -0,0 -0,0<br />

DS -0,9 -0,9 -1,0<br />

Tutto ciò significa che <strong>per</strong> indurre un apprezzabile risparmio d’acqua i contributi<br />

irrigui applicati in quelle aree devono crescere ancora più di quanto è mostrato nella tabella.<br />

In particolare, solo raddoppiando o, secondo i casi, triplicando i contributi attuali si<br />

generano riduzioni di una certa entità nell’uso irriguo <strong>dell</strong>’acqua e, quindi, si determina<br />

un’apprezzabile disponibilità idrica <strong>per</strong> altri utilizzatori o <strong>per</strong> altre zone. 19<br />

La possibilità di aumentare i ruoli irrigui in questa misura potrebbe <strong>per</strong>ò essere<br />

ostacolata dalle reazioni sicuramente ostili suscitate dalle notevoli riduzioni dei redditi<br />

agricoli. Ad esempio, nel Campidano la triplicazione dei contributi ha un certo effetto<br />

<strong>per</strong>ché riduce l’uso <strong>dell</strong>’acqua <strong>dell</strong>’1,2%, con punte del 4% in Agosto. Purtroppo questa<br />

manovra ha anche l’effetto di ridurre in maniera drammatica i redditi agricoli <strong>dell</strong>’area, che<br />

in media scendono <strong>dell</strong>’8% e presentano anche picchi di riduzione del 10% in alcuni<br />

distretti e livelli ancora su<strong>per</strong>iori <strong>per</strong> alcune tipologie aziendali che o<strong>per</strong>ano in quei distretti.<br />

In ogni modo, proprio a Oristano, già con le variazioni previste nella tabella, si hanno<br />

cospicue riduzioni del reddito: l’aumento del 50% nei contributi irrigui riduce, infatti, del<br />

2% i redditi lordi aziendali medi, con punte del 4% in alcuni distretti. Quest’impatto così<br />

pesante sui redditi agricoli si avrebbe a fronte di un calo del solo 0,14% dei consumi idrici<br />

da parte <strong>dell</strong>e aziende agricole di quell’area.<br />

La scarsa reattività <strong>dell</strong>a domanda <strong>dell</strong>’acqua alla variazione nel livello dei contributi<br />

irrigui si deve a vari motivi. In talune zone, in particolare nel Bradano e nel Destra Sele, si<br />

deve alla diffusa presenza d’impianti arborei che vanno adacquati in ogni caso e, quindi,<br />

fanno ridurre poco l’uso <strong>dell</strong>’acqua quando aumentano i suoi prezzi. In alcuni casi vi è poi il<br />

peso ridotto dei contributi consortili, che nel Destra Sele e nel Bradano rappresentano<br />

19 Ciò non significa che la domanda <strong>dell</strong>’acqua di quelle zone sia insensibile alla variazione dei<br />

contributi irrigui. Le simulazioni mostrano che in alcuni mesi <strong>dell</strong>’anno vi sono consistenti modifiche<br />

negli impieghi. A volte emergono riduzioni in alcuni mesi cruciali <strong>dell</strong>a stagione irrigua, come quelli<br />

primaverili ed estivi. In questi <strong>per</strong>iodi il consumo irriguo assume dimensioni di una certa entità e la<br />

sua riduzione può rendere disponibili cospicui volumi d’acqua. Purtroppo la disponibilità di alcuni<br />

mesi non risolverebbe i problemi d’approvvigionamento idrico degli altri possibili utilizzatori che<br />

riguardano archi temporali più ampi.<br />

40


ispettivamente solo 1,2% e 5% del totale dei costi aziendali. In tutti i casi, <strong>per</strong>ò, è soprattutto<br />

la limitatissima convenienza relativa <strong>dell</strong>e coltivazioni non irrigue che spinge le aziende ad<br />

accettare notevoli aumenti del costo <strong>dell</strong>’acqua senza ridurre l’irrigazione.<br />

4.2 Effetti di un trasferimento dei volumi d’acqua disponibili<br />

Possibilità diverse sono legate a interventi che sottraggono all’agricoltura del<br />

territorio una parte dei volumi idrici che sono impiegati abitualmente, <strong>per</strong> trasferirli ad altri<br />

utilizzatori. Nelle quattro zone in esame l’attivazione di questo intervento è plausibile,<br />

anche se può avere motivazioni e configurazioni diverse. Ad esempio, i gravi fenomeni di<br />

siccità che si presentano in alcuni anni nel Destra Sele e nel Campidano, possono richiedere<br />

di usare l’acqua di solito impiegata in agricoltura <strong>per</strong> sop<strong>per</strong>ire alle necessità di altri<br />

utilizzatori <strong>dell</strong>a stessa zona. Nei Consorzi lucani l’intervento può invece presentarsi come<br />

trasferimento <strong>dell</strong>’acqua verso altri territori.<br />

Questi trasferimenti vanno valutati <strong>per</strong> gli effetti ambientali, sociali ed economici<br />

che generano e MEGRIA può stimare i possibili effetti <strong>dell</strong>a riduzione nei volumi di risorsa<br />

disponibile sui redditi agricoli dei territori studiati. La tabella 4.2 riporta dunque i risultati<br />

<strong>dell</strong>e simulazioni effettuate in questo senso sottraendo volumi d’acqua crescenti alle aree<br />

esaminate. 20<br />

I risultati indicano che il Campidano soffre più <strong>dell</strong>e altre zone di eventuali<br />

sottrazioni d’acqua, con un calo del 19% nei redditi lordi aziendali che si determina già<br />

intervenendo al 20% dei volumi disponibili. Nelle altre zone è invece possibile trasferire<br />

anche il 20% subendo riduzioni dei redditi meno rilevanti e che, comunque, sono tali da<br />

essere compensate con trasferimenti finanziari alle aziende.<br />

Tabella 4.2 - Riduzioni <strong>per</strong>centuali del reddito lordo aziendale dovute ad una<br />

diminuzione <strong>dell</strong>e disponibilità idriche consortili<br />

Riduzioni <strong>per</strong>centuali <strong>dell</strong>’acqua disponibile<br />

10% 20% 30%<br />

CO -2,8 -14,6 -23,5<br />

VAB -0,9 -1,9 -2,9<br />

BM -1,4 -3,7<br />

Problemi tecnici <strong>per</strong> le<br />

colture frutticole<br />

DS -1,2 -2,7 -7,2<br />

20 Queste simulazioni riducono nella stessa proporzione le disponibilità di tutti i mesi. Fa eccezione il<br />

Bradano, dove ciò rende subito impraticabili le colture frutticole e agrumicole, che hanno esigenze<br />

minime in molti <strong>per</strong>iodi. In quei <strong>per</strong>iodi la simulazione sottrae minori quantità d’acqua, compensate<br />

da trasferimenti più sostenuti nel resto <strong>dell</strong>’anno. Anche in questo modo, <strong>per</strong>ò, le esigenze minime<br />

degli arboreti impediscono di sottrarre il 30% <strong>dell</strong>e disponibilità idriche.<br />

41


In breve questi risultati e quelli del paragrafo precedente indicano che, più di una<br />

manovra sui contributi, il trasferimento diretto <strong>dell</strong>a risorsa può condizionare in modo più<br />

efficace l’allocazione <strong>dell</strong>’acqua tra aree o impieghi. Ovviamente, non vanno sottovalutati i<br />

cambiamenti istituzionali che devono affiancare il ricorso a questa misura. In particolare, il<br />

trasferimento diretto <strong>dell</strong>’acqua comporta l’attivazione dei sistemi che non congelano l’uso<br />

<strong>dell</strong>a risorsa al quadro stabilito dalle assegnazioni o dai trasferimenti iniziali. La definizione<br />

di un mercato o un sistema di scambio <strong>dell</strong>e quote o dei diritti sull’acqua è un’applicazione<br />

nuova <strong>per</strong> il nostro Paese che, <strong>per</strong>ò, può essere d’interesse s<strong>per</strong>imentare nelle aree più<br />

colpite dalla mancanza d’acqua.<br />

4.2.2 Compensazioni <strong>per</strong> il trasferimento <strong>dell</strong>’acqua disponibile<br />

Alcuni territori forniscono cospicue risorse idriche a zone confinanti <strong>per</strong> usi di tipo<br />

civile, industriale e agricolo. Data l’entità di questi trasferimenti da anni vi sono trattative<br />

tra varie Regioni italiane <strong>per</strong> identificare forme di compensazione, addirittura prezzi<br />

all’ingrosso <strong>per</strong> l’acqua ceduta da alcune di esse. Stabilire un prezzo <strong>per</strong> questa risorsa è<br />

difficile. Infatti, oltre ai costi economici e ambientali sostenuti <strong>per</strong> realizzare e gestire i<br />

sistemi di trasferimento, vanno considerati i redditi a cui si rinuncia trasferendo la risorsa da<br />

una zona ad un altra. <strong>Un</strong> <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di programmazione lineare <strong>dell</strong>’area che cede l’acqua<br />

fornisce varie indicazioni su questi effetti di reddito. I suoi prezzi ombra, infatti, indicano<br />

<strong>per</strong> il settore raffigurato il valore <strong>dell</strong>a produzione che si può ottenere impiegando unità<br />

aggiuntiva d’acqua, e il valore che si può <strong>per</strong>dere sottraendogli unità di risorsa.<br />

Naturalmente il dato dei prezzi ombra agricoli è solo una parte di ciò che serve <strong>per</strong> stimare i<br />

costi opportunità, che vanno ricostruiti considerando tutti i possibili usi <strong>dell</strong>’acqua e le<br />

ricadute nei settori collegati. Quest’informazione è <strong>per</strong>ò una base di partenza qualora l’area<br />

volesse definire le compensazioni da richiedere <strong>per</strong> rinunciare a una parte <strong>dell</strong>’acqua che<br />

usualmente impiega.<br />

La tabella 4.3 riporta i principali risultati ottenuti simulando la parziale cessione<br />

<strong>dell</strong>’acqua irrigua da parte del Bradano e Metaponto. Ci si è concentrati su questa zona<br />

poiché essa utilizza l’acqua di un territorio lucano che ha ricche disponibilità idriche e già<br />

ne trasferisce una parte verso aree pugliesi afflitte da forte scarsità idrica. Quest’esame,<br />

<strong>per</strong>ò, non è stato svolto <strong>per</strong>ché vi sono programmi di riduzione <strong>dell</strong>e dotazioni idriche, ma<br />

solo <strong>per</strong> mostrare le potenzialità di MEGRIA. Inoltre le simulazioni sono effettuate nelle<br />

condizioni che si avranno quando saranno stati realizzati alcuni investimenti che<br />

ristrutturano la rete e arricchiscono di altre risorse idriche le dotazioni <strong>dell</strong>’area. Le<br />

simulazioni sottraggono volumi crescenti d’acqua a questa situazione di riferimento e si<br />

valutano i prezzi ombra <strong>dell</strong>a risorsa nei vari mesi, i redditi lordi <strong>dell</strong>e aziende, le su<strong>per</strong>fici<br />

irrigate, gli usi irrigui, i pagamenti al Consorzio, le ore lavorate in zona. 21<br />

21 Da marzo a settembre la simulazione sottrae il doppio <strong>dell</strong>’acqua degli altri mesi, ciò <strong>per</strong>ché è in<br />

quei <strong>per</strong>iodi che sono più consistenti i deficit idrici dei territori verso i quali si potrebbe trasferire<br />

42


Tabella 4.3 - Sottrazione d’acqua all’agricoltura del Consorzio del Bradano<br />

Riferimento Volumi d’acqua sottratti (milioni m 3 )<br />

Sottrazione annuale (milioni m 3 ) 0 50 75 100 125 150<br />

Prezzi ombra associati alla cessione <strong>dell</strong>’acqua<br />

Gennaio 0,00 0,09 0,14 0,18 0,27 4,68<br />

Febbraio 0,00 0,00 0,14 0,18 0,27 4,68<br />

Marzo 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00<br />

Aprile 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00<br />

Maggio 0,00 0,00 0,14 0,14 0,16 0,00<br />

Giugno 0,00 0,09 0,14 0,18 0,27 4,68<br />

Luglio 0,00 0,00 0,07 0,04 0,14 0,00<br />

Agosto 0,00 0,09 0,14 0,18 0,27 4,68<br />

Settembre 0,00 0,09 0,14 0,18 0,27 4,68<br />

Ottobre 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00<br />

Novembre 0,00 0,09 0,14 0,18 0,27 4,68<br />

Dicembre 0,00 0,09 0,14 0,18 0,27 4,68<br />

Dati tecnico - economici<br />

Reddito aziendale (milioni €) 104,94 104,69 103,08 100,61 97,25 85,11<br />

Pagamenti Consorzio (milioni €) 5,32 5,22 4,70 4,34 3,87 3,36<br />

Su<strong>per</strong>fici irrigate (ettari) 30.008 29.454 25.941 24.157 21.376 18.051<br />

Consumi idrici totali (milioni m 3 ) 160,7 157,1 144,5 133,3 120,6 103,8<br />

Ore lavorate 17.256 17.355 17.283 17.155 16.884 16.314<br />

Si nota che, grazie agli investimenti realizzati, nella situazione di riferimento la<br />

disponibilità idrica non è vincolante <strong>per</strong> l’area e non emergono prezzi ombra. Le<br />

simulazioni sottraggono volumi crescenti d’acqua da 50 a 150 milioni di metri cubi. Oltre<br />

questo livello sorgono gravi problemi tecnici <strong>per</strong> l’agricoltura <strong>dell</strong>a zona, segnalati<br />

dall’impennarsi del prezzo ombra. 22 È interessante notare che anche la prima sottrazione<br />

d’acqua, 50 milioni di metri cubi, riduce subito il reddito agricolo <strong>dell</strong>’area sotto il livello di<br />

base. Lo stesso accade <strong>per</strong> i pagamenti al Consorzio, <strong>per</strong> l’area irrigata e <strong>per</strong> i volumi<br />

d’acqua utilizzati. Invece l'occupazione del lavoro aziendale e salariato <strong>dell</strong>a zona scende<br />

solo dopo successivi interventi di sottrazione.<br />

l’acqua. Ovviamente la cessione potrebbe essere distribuita anche in altro modo e il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> ne<br />

indicherebbe gli effetti.<br />

22 Questi problemi si possono su<strong>per</strong>are distribuendo in modo diverso la sottrazione di risorsa tra i<br />

mesi. Ad esempio, si possono accrescere i volumi ceduti nei mesi il cui prezzo ombra è zero, ossia in<br />

cui l’acqua non è utilizzata tutta, riducendoli negli altri. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> indicherà gli effetti di<br />

distribuzioni alternative.<br />

43


Per calcolare una compensazione all’agricoltura <strong>per</strong> ogni metro cubo d’acqua<br />

ceduta, si può considerare che il prezzo ombra indica il costo opportunità al margine e non<br />

in media. Così, i volumi ceduti in ogni mese vanno moltiplicati <strong>per</strong> la media dei valori agli<br />

estremi <strong>dell</strong>’intervallo di cambiamento considerato. Ad esempio, passando da 50 a 75<br />

milioni di metri cubi, il valore da moltiplicare a Gennaio è di 0,112 €, ossia la media di<br />

0,087 e 0,138 € <strong>per</strong> metro cubo. 23 Per avere un dato più generale, questo valore va sommato<br />

ai costi sostenuti <strong>per</strong> realizzare e gestire gli impianti di trasferimento <strong>dell</strong>’acqua verso le<br />

zone destinatarie, a una stima costi sostenuti dai settori non agricoli, a una valutazione<br />

<strong>economica</strong> degli effetti ambientali dovuti al trasferimento.<br />

Il sistema adottato qui <strong>per</strong> valutare i prezzi ombra considera <strong>dell</strong>e compensazioni<br />

mensili e, così, con la cessione di 75 milioni di m3, in Marzo, Aprile e Ottobre, il prezzo<br />

ombra è zero, indicando che la sottrazione <strong>dell</strong>’acqua non implica effetti economici <strong>per</strong><br />

l’area. Volendo giungere a un prezzo medio relativo a un <strong>per</strong>iodo più lungo, anche annuale,<br />

si può ponderare il valore del prezzo ombra di ogni mese incluso nell’intervallo <strong>per</strong> le<br />

relative quantità d’acqua cedute. In tal modo, ad esempio, sottraendo 75 milioni di metri<br />

cubi, si otterrebbe <strong>per</strong> il <strong>per</strong>iodo Gennaio - Maggio un valore medio di 0,067 lire. 24<br />

4.3 Considerazioni riassuntive<br />

L’applicazione di MEGRIA alle quattro aree consortili <strong>per</strong>mette di valutarne la<br />

possibile risposta ad azioni volte a modificare l’allocazione <strong>dell</strong>’acqua. Si rileva che<br />

l’aumento del 50% nei contributi irrigui riduce solo di poco l’uso <strong>dell</strong>’acqua, rendendo<br />

disponibili volumi limitati <strong>per</strong> trasferimenti ad altri utilizzatori o ad altre aree. Per ridurre in<br />

modo apprezzabile gli usi idrici agricoli e favorire i trasferimenti, i contributi irrigui devono<br />

raddoppiare o triplicare il loro livello attuale. Ciò riduce molto i redditi agricoli e può avere<br />

ricadute sociali e politiche che ostacolerebbero l’intervento.<br />

Possibilità diverse sono legate a interventi di trasferimento <strong>dell</strong>’acqua disponibile<br />

negli invasi. Le simulazioni indicano che le quattro agricolture si adeguano a trasferimenti<br />

del 10% <strong>dell</strong>a risorsa senza subire forti riduzioni dei redditi. In vari casi l’impatto è piccolo<br />

anche con trasferimenti del 20%. Non vanno <strong>per</strong>ò sottovalutati i cambiamenti istituzionali<br />

che devono affiancare il ricorso a questa misura. Essa richiede, infatti, di attivare dei<br />

sistemi di scambio dei diritti sulla risorsa, che <strong>per</strong>mettono di non congelarne l’uso al quadro<br />

<strong>dell</strong>e assegnazioni o dei trasferimenti iniziali. La definizione di un sistema di scambio dei<br />

diritti sulla risorsa è un’applicazione nuova <strong>per</strong> il nostro Paese che, <strong>per</strong>ò, può essere utile<br />

s<strong>per</strong>imentare nelle aree più colpite dalla mancanza d’acqua.<br />

23 Ciò suggerisce che è opportuno simulare cessioni di volumi d’acqua che crescono con intervalli<br />

piccoli.<br />

24 Questi risultati possono essere forniti <strong>per</strong> i vari distretti in cui esso è diviso e <strong>per</strong> le tipologie<br />

aziendali che vi o<strong>per</strong>ano.<br />

44


5. Modifiche strutturali dei sistemi di adduzione idrica<br />

In questo capitolo si analizzano i risultati di un gruppo di simulazioni relative a<br />

modifiche strutturali dei sistemi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica. Queste simulazioni riguardano in<br />

genere interventi strutturali complessi, da realizzarsi in tempi lunghi e sostenendo notevoli<br />

costi e che consentono l’aumento dei volumi d’acqua disponibili alle aziende <strong>per</strong><br />

l’irrigazione. L’analisi di questi interventi è realizzata confrontando i risultati del settore<br />

agricolo nella situazione di base con quelli ottenuti applicando le condizioni post –<br />

progetto. Questo approccio ha tre peculiarità che è opportuno tenere in mente in fase di<br />

lettura ed interpretazione dei risultati.<br />

La prima è che la condizione post-progetto rappresenta la situazione a regime, che si<br />

potrà avere solo alcuni anni dopo la realizzazione degli interventi. Durante la transizione,<br />

invece, i risultati economici potrebbero collocarsi a livelli intermedi tra la situazione di base<br />

e quella a regime. In particolare, quando gli interventi aumentano i volumi idrici<br />

disponibili, i risultati economici <strong>dell</strong>e aziende nella fase di transizione possono essere meno<br />

positivi di quelli evidenziati dai mo<strong>dell</strong>i nelle condizioni post - progetto. Questi risultati,<br />

tuttavia, dovrebbero essere raggiunti alla fine <strong>dell</strong>a fase di transizione.<br />

La seconda peculiarità <strong>dell</strong>’approccio utilizzato è che le condizioni post - progetto<br />

non considerano che durante la fase di transizione - che potrebbe durare alcuni anni - le<br />

aziende agricole possono rispondere alle mutate condizioni modificando le proprie<br />

caratteristiche strutturali. Si è cercato di considerare il problema <strong>dell</strong>’aggiustamento<br />

aziendale prevedendo che un incremento <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici irrigate si associ ad un<br />

investimento in capitali necessari all’espansione <strong>dell</strong>e colture irrigue (essenzialmente<br />

macchine). Non si è potuto considerare <strong>per</strong>ò, se non in una simulazione, che un aumento<br />

<strong>dell</strong>e disponibilità idriche può indurre un aumento nelle disponibilità di lavoro o di altri<br />

fattori produttivi fissi, o l’introduzione di nuove attività o tecniche colturali. Per questo i<br />

mo<strong>dell</strong>i forniscono un’indicazione <strong>dell</strong>’impatto di breve <strong>per</strong>iodo, ossia tendono a<br />

sottostimare l’impatto che potrebbe verificarsi dopo che, passati alcuni anni, si sono avuti<br />

quegli aggiustamenti.<br />

La terza peculiarità è che l’approccio usato non valuta i costi degli interventi in<br />

esame, ma si concentra sui benefici che essi determinano. I mo<strong>dell</strong>i matematici utilizzati<br />

massimizzano, infatti, la somma dei redditi lordi <strong>dell</strong>e aziende <strong>dell</strong>’area. Pertanto il<br />

confronto tra i risultati <strong>dell</strong>e condizioni di base e di post-progetto si limita a stimare la<br />

variazione dei redditi lordi agricoli generata dall’intervento. Questo parametro fornisce<br />

un’indicazione <strong>dell</strong>a modifica <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>formance economiche <strong>dell</strong>e aziende nell’area, ma<br />

non risulta da solo adeguato a valutare la convenienza interna dei progetti. Questi possono,<br />

infatti, generare aumenti di reddito rilevanti ma non sufficienti a compensare i costi<br />

sostenuti <strong>per</strong> realizzare il progetto.<br />

Gli interventi analizzati hanno natura piuttosto eterogenea, è <strong>per</strong>ò possibile dividere<br />

le simulazioni realizzate nelle diverse aree in cinque categorie concettuali rilevanti.<br />

45


<strong>Un</strong>a prima categoria simula la riconversione <strong>dell</strong>e reti <strong>per</strong>iferiche a pelo libero<br />

(canalette) in sistemi intubati (condotte) a domanda. Nel gruppo rientra la ristrutturazione<br />

<strong>dell</strong>e aree servite da canalette nel Campidano, nel Bradano e nel Destra Sele. Gli interventi<br />

hanno il duplice obiettivo di migliorare la qualità del servizio offerto alle aziende e di<br />

ridurre le elevate <strong>per</strong>dite che caratterizzano gli impianti a pelo libero. Essi consentono un<br />

migliore e più esteso utilizzo <strong>dell</strong>a risorsa già disponibile <strong>per</strong> l’agricoltura e hanno una<br />

solida giustificazione all’interno <strong>dell</strong>e logiche che governano la politica di gestione<br />

<strong>dell</strong>’acqua che è sempre più mirata al risparmio idrico.<br />

<strong>Un</strong> secondo tipo di simulazioni riguarda gli effetti di alcuni fenomeni di<br />

peggioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>e acque che si sono registrati in alcuni distretti del Destra<br />

Sele, dove l’irrigazione è in parte realizzata con risorse recu<strong>per</strong>ate dallo scolo di altre aree<br />

del Consorzio.<br />

<strong>Un</strong>a terza categoria di simulazioni riguarda interventi che espandono l’area servita<br />

da un Consorzio senza <strong>per</strong>ò aumentare i volumi idrici totali che questi possono fornire<br />

all’insieme <strong>dell</strong>e aziende associate. In particolare, si simula l’espansione <strong>dell</strong>a rete<br />

consortile nell’area del Sinis del Campidano d’Oristano, che adesso non è servita dal<br />

Consorzio.<br />

Altre simulazioni riguardano interventi che espandono le aree servite da un<br />

Consorzio ma, contemporaneamente, aumentano anche l’acqua di cui l’Ente dispone.<br />

Questa categoria include tre interventi del Consorzio del Vulture: la ristrutturazione del<br />

canale allacciatore Ofanto -Rendina, il ripristino <strong>dell</strong>a funzionalità <strong>dell</strong>a diga sul Rendina e<br />

di quella sul Lampeggiano. Alcuni di questi casi non espandono il servizio in nuove aree<br />

ma lo ripristinano in zone già prima servite dal Consorzio che, <strong>per</strong> problemi strutturali,<br />

l’Ente non era più in grado di rifornire.<br />

<strong>Un</strong> ultimo tipo di simulazioni riguarda interventi che aumentano le disponibilità<br />

idriche senza espandere il servizio consortile a nuove aree. Nel gruppo ricadono due<br />

simulazioni <strong>per</strong> la zona del Bradano. La prima riguarda la costruzione di una traversa e di<br />

una condotta che captano acqua dal fiume Basento e la trasportano verso l’invaso di San<br />

Giuliano, in modo da aumentare i volumi disponibili nello schema irriguo del Bradano. La<br />

seconda prevede la realizzazione di un adduttore dalla diga di Genzano a quella del<br />

Basentello che consentirebbe di espandere le disponibilità di acqua nell’area del Basentello.<br />

Queste ultime due categorie di simulazioni riguardano interventi che recu<strong>per</strong>ano<br />

volumi d’acqua che si possono destinare al settore agricolo locale, a quello di regioni<br />

limitrofe ed anche ad utilizzi non agricoli. Pertanto i loro risultati possono fornire alcuni<br />

spunti di riflessione nel dibattito sulla ripartizione <strong>dell</strong>e risorse rese disponibili tra i vari<br />

utilizzatori. In particolare, <strong>per</strong>mettono di verificare se l’entità <strong>dell</strong>e risorse è adeguata alle<br />

varie potenzialità di utilizzazione locale.<br />

I risultati <strong>dell</strong>e simulazioni sono commentati considerando la variazione relativa nell’uso<br />

<strong>dell</strong>’acqua, nelle su<strong>per</strong>fici irrigate e nei redditi lordi agricoli rispetto alle condizioni di base. È<br />

46


inoltre esaminata la crescita del reddito lordo <strong>per</strong> unità di su<strong>per</strong>ficie. Infine si riporta un<br />

coefficiente di elasticità che rapporta la variazione relativa dei redditi alla variazione relativa<br />

nell’uso d’acqua. Questa elasticità dà un’indicazione sulla produttività media <strong>dell</strong>e risorse<br />

idriche aggiuntive, che si può interpretare come impulso che queste mediamente forniscono alla<br />

produzione di reddito. I dati sono analizzati <strong>per</strong> le aree direttamente interessate dagli interventi e<br />

<strong>per</strong> il complesso del territorio consortile in cui sono inserite.<br />

5.1 Riconversione <strong>dell</strong>e reti <strong>per</strong>iferiche di distribuzione a pelo libero<br />

Buona parte <strong>dell</strong>e reti irrigue italiane è tuttora costituita da sistemi di distribuzione a<br />

pelo libero che hanno numerosi problemi funzionali e strutturali. Questi sistemi poco si<br />

adattano alle esigenze organizzative degli agricoltori che preferiscono sistemi a domanda in<br />

cui essi possono scegliere con un buon grado di flessibilità i <strong>per</strong>iodi d’utilizzo <strong>dell</strong>’acqua.<br />

D’altra parte i sistemi a pelo libero sono retaggio di interventi realizzati da alcuni decenni e<br />

sono spesso caratterizzati da <strong>per</strong>dite di rete molto alte che, nei casi analizzati, si stimano tra<br />

l’11,5 e il 30%. Per questi motivi esiste una solida giustificazione a realizzare la<br />

riconversione dei sistemi a pelo libero (canalette) in sistemi a condotte intubati a domanda.<br />

In questo studio si considera la ristrutturazione <strong>dell</strong>e zone servite a pelo libero nel Destra<br />

Sele, nel Bradano e nel Campidano. Nelle simulazioni si ipotizza che le reti a pelo libero siano<br />

sostituite con sistemi di condotte a domanda con caratteristiche funzionali analoghe a quelle<br />

riscontrate nelle altre porzioni <strong>dell</strong>e aree consortili analizzate: da sottolineare che questo tipo di<br />

interventi consente di giungere a <strong>per</strong>dite d’acqua molto contenute. Le zone in cui si dovrebbero<br />

realizzare gli interventi sono ampie: occupano dal 20 al 30% <strong>dell</strong>e aree di studio e assorbono dal<br />

13 al 30% degli impieghi totali d’acqua. Esse presentano, <strong>per</strong>ò, un diverso livello d’uso<br />

<strong>dell</strong>’acqua. Nella zona del Bradano soggetta all’intervento, l’utilizzo idrico medio è piuttosto<br />

basso, 1.600 m3/Ha di SAU. Nelle altre tre aree i livelli d’utilizzo medio sono assai più alti e,<br />

addirittura, su<strong>per</strong>ano 6.000 m3/Ha in un distretto del Campidano d’Oristano. La simulazione<br />

valuta dunque alcuni effetti di un cambiamento nella struttura <strong>dell</strong>a rete che determina una<br />

drastica riduzione <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>dite di rete.<br />

I risultati indicano che, in tutti e tre i casi, le ristrutturazioni <strong>dell</strong>a rete generano<br />

rilevanti aumenti nelle su<strong>per</strong>fici irrigate e nell’uso d’acqua nelle aree dove si realizzano gli<br />

interventi. Nei mo<strong>dell</strong>i del Campidano e nel Bradano esse generano cospicui aumenti dei<br />

redditi, che variano dal 2,2 al 4,2%. Inoltre, quei progetti, nonostante il ridotto peso dei<br />

territori cui si dovrebbero realizzare, potrebbero diffondere benefici anche alle altre aree. Il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> indica infatti che i redditi agricoli del complesso di quelle aree consortili<br />

aumentano da 12 a 37 Euro <strong>per</strong> ettaro di SAU. 25 L’elasticità reddito/acqua, che è una misura<br />

25 Nell’area del Destra Sele l’acqua recu<strong>per</strong>ata è utilizzata essenzialmente dagli altri macro-distretti<br />

allacciati allo stesso schema irriguo. È <strong>per</strong> questo che gli aumenti di reddito all’interno <strong>dell</strong>’area<br />

soggetta all’intervento sono irrilevanti, mentre sono cospicui gli aumenti di reddito nelle altre zone<br />

(tabella 5.1).<br />

47


sintetica <strong>dell</strong>’impulso dato da quelle ristrutturazioni assume valori tra 0,14 e 0,28 ad<br />

indicare che <strong>per</strong> ogni 10% di aumento nell’uso d’acqua si associano aumenti dei redditi che<br />

variano da 1,4 a 2,8%.<br />

Tabella 5.1 - Impatto degli interventi di ristrutturazione <strong>dell</strong>e reti da pelo libero ad<br />

intubato<br />

Uso Acqua<br />

Variazioni <strong>per</strong>centuali di:<br />

Su<strong>per</strong>ficie<br />

Irrigata<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Variazioni<br />

assolute<br />

(€/Ha)<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Elasticità<br />

reddito/acqua<br />

Dati riferiti alle specifiche aree dove si realizza l'intervento:<br />

Campidano di O. 7,7 6,7 2,2 52,7 0,29<br />

Bradano M. 19,7 7,1 4,2 59,1 0,21<br />

Destra Sele 28,7 21,1 0,03 0,0 0,00<br />

Dati riferiti alle intere aree di studio<br />

Campidano di O. 3,0 2,7 0,7 19,3 0,23<br />

Bradano M. 2,5 4,2 0,7 12,5 0,28<br />

Destra Sele 2,2 3,2 0,3 37,0 0,14<br />

Salvo il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> del Destra Sele, dove si parte da una situazione di già relativa<br />

abbondanza d’acqua, negli altri casi questi interventi determinano un aumento dei redditi<br />

che risulta rilevante nelle aree soggette agli interventi ma molto limitato nelle aree<br />

limitrofe. In ogni modo, la ridotta entità di questi aumenti suggerisce che, nelle realtà<br />

studiate e nelle ipotesi considerate, la possibilità che i produttori contribuiscano in modo<br />

rilevante a coprire i costi di realizzazione <strong>dell</strong>e o<strong>per</strong>e è piuttosto contenuta.<br />

5.2 Fenomeni di peggioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>e acque<br />

Fenomeni di degrado <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>e acque usate a scopo irriguo appaiono<br />

sempre più frequentemente nella realtà, tanto che questo tema ha assunto un ruolo molto<br />

importante nella politica di gestione <strong>dell</strong>a risorsa idrica. Gli interventi attuati <strong>per</strong> affrontare<br />

il problema si possono, schematicamente, raggruppare in due categorie: misure che<br />

riducono i fattori che provocano il degrado <strong>dell</strong>a risorsa; interventi di trattamento <strong>dell</strong>e<br />

acque <strong>per</strong> ripristinare livelli qualitativi accettabili. Gli approcci del primo tipo, data la<br />

natura non puntuale dei fenomeni ambientali che generano il problema, sono complessi,<br />

richiedono tempi lunghi e complicati interventi di sensibilizzazione e controllo. Gli<br />

approcci del secondo tipo si basano spesso sulla costruzione di impianti <strong>per</strong> il trattamento<br />

48


<strong>dell</strong>e acque di scolo. La risoluzione dei problemi di qualità <strong>dell</strong>e acque richiede quindi<br />

tempi lunghi ed è possibile che il peggioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>’acqua spinga i gestori<br />

<strong>dell</strong>a risorsa a ridurne più o meno drasticamente l’uso in alcuni <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>’anno. In altri<br />

casi, il problema ricade sugli agricoltori che devono sostenere costi aggiuntivi <strong>per</strong> trattare<br />

l’acqua prima di utilizzarla.<br />

Nel caso analizzato nel Destra Sele, le sospensioni solide nelle acque sono a livello<br />

tale da creare problemi di malfunzionamento degli impianti d’irrigazione aziendali. La<br />

situazione è peggiorata nel corso del tempo tanto che, negli ultimi anni, l’uso <strong>dell</strong>e acque di<br />

scolo è stato molto ridotto. La simulazione ipotizza che le condizioni siano tali da non<br />

consentire l’utilizzo di queste acque. Si tratta di un caso estremo che potrebbe almeno in<br />

parte essere su<strong>per</strong>ato con la creazione di strutture atte a migliorare la qualità <strong>dell</strong>e acque<br />

recu<strong>per</strong>ate o, <strong>per</strong> lo meno, a miscelare acque con caratteristiche qualitative diverse. Nel<br />

breve <strong>per</strong>iodo, almeno fin quando questi interventi non saranno completati, il<br />

peggioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>’acqua potrebbe <strong>per</strong>ò determinare una forte contrazione dei<br />

volumi disponibili e la simulazione realizzata tenta di stimare l’impatto economico di<br />

questa situazione.<br />

L’applicazione <strong>dell</strong>o scenario di simulazione comporta un forte taglio <strong>dell</strong>e<br />

disponibilità idriche, pari al 20% di quelle deviate dal fiume Sele, tabella 5.2. Il fenomeno<br />

riguarda una porzione pari all’86,8% <strong>dell</strong>’area consortile e che utilizza l’88,4% <strong>dell</strong>’acqua<br />

utilizzata. Per questo il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> indica un netto calo <strong>dell</strong>’uso <strong>dell</strong>’acqua e <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici<br />

irrigate nell’intera area di studio. L’impatto sui redditi agricoli è <strong>per</strong>ò relativamente<br />

contenuto determinando una contrazione dei redditi di circa l’1%. Quest’ultimo risultato<br />

dipende dal fatto che nell’area considerata vi sono livelli di utilizzazione media di acqua<br />

alquanto elevati che, nelle condizioni di base, si attestano sui 5.347 m3 <strong>per</strong> ettaro di SAU.<br />

La riduzione assoluta dei redditi <strong>per</strong> unità di su<strong>per</strong>ficie appare tuttavia non trascurabile,<br />

oltrepassando i 100 Euro <strong>per</strong> ettaro di SAU.<br />

Tabella 5.2 - Impatto degli interventi volti a su<strong>per</strong>are la difficoltà di riutilizzare le<br />

acque recu<strong>per</strong>ate da canali di scolo<br />

Uso Acqua<br />

Variazioni <strong>per</strong>centuali di:<br />

Su<strong>per</strong>ficie<br />

Irrigata<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Variazioni<br />

assolute<br />

(€/Ha)<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Elasticità<br />

reddito/acqua<br />

Dati riferiti alle specifiche aree dove si realizza l'intervento:<br />

Destra Sele -10,6 -6,3 -1,0 -116,72 0,09<br />

Dati riferiti alle intere aree di studio<br />

Destra Sele -8,7 -4,9 -0,9 -105,41 0,10<br />

49


Nella situazione esaminata, uno scadimento qualitativo <strong>dell</strong>e acque che riduca<br />

fortemente le disponibilità e, dunque, l’uso <strong>dell</strong>’acqua e <strong>dell</strong>a terra, non dovrebbe avere un<br />

impatto drammatico sui redditi. L’impatto potrebbe tuttavia essere assai più rilevante nelle<br />

aree in cui la disponibilità idrica unitaria è meno abbondante. Per converso in altri casi il<br />

deterioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>’acqua, almeno nel medio – lungo <strong>per</strong>iodo, potrebbe non<br />

necessariamente azzerare le disponibilità. In questo caso, il fenomeno potrebbe ridurre<br />

parzialmente le disponibilità e/o far aumentare i costi <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> i trattamenti necessari<br />

a raggiungere adeguati standard qualitativi.<br />

5.3 Espansione del servizio consortile ad altre aree<br />

In alcuni casi le imprese <strong>dell</strong>e aree limitrofe chiedono di entrare nello schema<br />

distributivo dei Consorzi: spesso, infatti, le disponibilità idriche di queste aree sono limitate<br />

e sono alti i costi d’approvvigionamento <strong>dell</strong>’acqua da altre fonti, su<strong>per</strong>ficiali o sotterranee.<br />

I Consorzi possono essere sensibili a questa richiesta <strong>per</strong> consolidare le loro dimensioni<br />

o<strong>per</strong>ative e sfruttare al meglio le loro dotazioni di capitali fissi. In alcuni casi, <strong>per</strong>ò, questa<br />

richiesta va valutata considerando che non è possibile acquisire altre risorse idriche da<br />

destinare alle aree cui estendere il servizio. In tali condizioni può nascere una competizione<br />

<strong>per</strong> l’uso <strong>dell</strong>’acqua tra le aziende <strong>dell</strong>e zone originarie e quelle <strong>dell</strong>e aree d’espansione. Le<br />

prime osteggerebbero l’espansione <strong>dell</strong>e aree consortili senza avere adeguate quantità<br />

aggiuntive d’acqua.<br />

La simulazione condotta nel Campidano cerca di valutare questi aspetti e riguarda<br />

un’area di espansione, il Sinis, che è piuttosto piccola rispetto all’intera area consortile, 600<br />

ettari pari al 3,6% <strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie del Consorzio. Alcune aziende <strong>dell</strong>’area praticano già<br />

l’irrigazione che assume, <strong>per</strong>ò, un peso limitato poiché gli approvvigionamenti avvengono<br />

da pozzi molto profondi, oltre 100 m, che hanno alti costi di realizzazione, manutenzione ed<br />

esercizio.<br />

Si è svolta allora una simulazione che prevede l’inclusione di questa zona nel<br />

Consorzio, che la fornisce d’acqua senza acquisire, <strong>per</strong>ò, risorse aggiuntive. I risultati<br />

indicano che gli usi <strong>dell</strong>’acqua, le su<strong>per</strong>fici irrigate e i redditi agricoli del Sinis crescono<br />

molto, tabella 5.3. In particolare, il coefficiente d’elasticità indica che l’aumento del 10%<br />

negli usi idrici <strong>dell</strong>e aziende area <strong>dell</strong>’area ne accresce i redditi del 3,4%, con un aumento<br />

assoluto dei redditi di 82,6 € <strong>per</strong> ettaro di SAU. Ciò suggerisce che i produttori <strong>dell</strong>’area<br />

possono anche contribuire a coprire una parte <strong>dell</strong>e spese di espansione <strong>dell</strong>a rete<br />

consortile.<br />

La disponibilità totale d’acqua è <strong>per</strong>ò costante e, cosi, l’intervento non ne<br />

modifica l’uso e le su<strong>per</strong>fici irrigate in tutta l’area consortile. La possibilità di<br />

riallocare l’acqua tra le aree di vecchia e di nuova irrigazione consortile ha un impatto<br />

minimo anche sui redditi agricoli totali, che restano prossimi a quelli precedenti<br />

l’intervento. Vi è invece un forte impatto distribuivo. L’intervento produce effetti<br />

50


positivi nell’area in cui si espande la rete, mentre vi sono effetti negativi sulle aree<br />

consortili originali, che si opporrebbero ad esso. L’accresciuta competitività dei<br />

produttori del Sinis gli <strong>per</strong>mette di acquisire la risorsa idrica scarsa, le quote che<br />

interessano alcune colture e parte del lavoro salariato.<br />

Tabella 5.3 - Espansione <strong>dell</strong>’area servita dal Campidano senza aumentare l’acqua<br />

disponibile<br />

Variazioni <strong>per</strong>centuali di:<br />

Uso Acqua<br />

Su<strong>per</strong>ficie<br />

Irrigata<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Variazioni<br />

assolute<br />

(€/Ha)<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Elasticità<br />

reddito/acqua<br />

Area d’intervento: Sinis 27,4 28,6 9,3 82,63 0,34<br />

Intero Consorzio -0,1 -0,1 0,1 2,01 -1,00<br />

5.4 Espansione del servizio consortile ad altre aree con aumento <strong>dell</strong>a disponibilità<br />

idrica<br />

Naturalmente con il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA è possibile anche svolgere simulazioni che, a<br />

differenza <strong>dell</strong>a precedente, espandono le aree servite dai Consorzi prevedendo l’aumento<br />

dei volumi idrici disponibili. Ad esempio, nelle quattro zone esaminate, molti di questi<br />

interventi recu<strong>per</strong>ano volumi d’acqua che, a seguito del deterioramento <strong>dell</strong>e infrastrutture,<br />

sono andati <strong>per</strong>si. I volumi recu<strong>per</strong>ati possono anche essere destinati solo in parte<br />

all’agricoltura locale e andare invece a utilizzatori non-agricoli o essere avviati all’uso<br />

agricolo in aree limitrofe, anche oltre i confini regionali. I risultati di queste simulazioni<br />

forniscono spunti di riflessione su come ripartire l’acqua resa disponibile da questi<br />

interventi tra i vari utilizzatori.<br />

In particolare, si possono valutare tre esempi che riguardano il Vulture dove, al<br />

momento <strong>dell</strong>’analisi, alcune aree non si rifornivano più dalla rete consortile ma si<br />

approvvigionavano dal fiume Ofanto. Gli interventi simulati riguardano l’esecuzione di tre<br />

progetti: la ristrutturazione del canale allacciatore Ofanto - Rendina, il ripristino <strong>dell</strong>a diga<br />

sul Lampeggiano e il ripristino <strong>dell</strong>a diga sul Rendina. Quest’ultimo intervento è analizzato<br />

in due scenari. Il breve <strong>per</strong>iodo (BP) accoglie tutte le assunzioni di base, esclusa la<br />

ripristinata funzionalità e disponibilità idrica <strong>dell</strong>a diga. Il lungo <strong>per</strong>iodo (LP) allenta o<br />

rimuove alcuni vincoli strutturali, come quello sulle su<strong>per</strong>fici <strong>dell</strong>e colture arboree o sulla<br />

disponibilità di quote produttive. La simulazione mostra che i risultati <strong>dell</strong>’intervento si<br />

devono a modifiche strutturali i cui tempi non è possibile prevedere.<br />

Questi interventi forniscono ingenti quantità aggiuntive d’acqua (da 2,6 a 10 Mm3) e<br />

<strong>per</strong>mettono di allargare la rete o l’irrigazione su aree che rappresentano dal 6 al 29,2% di<br />

tutta la zona. Nella maggioranza dei casi queste aree sono già irrigate con prelievi da fiume<br />

51


o da pozzi aziendali che, completato l’intervento, non saranno più usati. Fa eccezione<br />

l’intervento sulla diga del Lampeggiano che comporta l’espansione <strong>dell</strong>a rete in una zona di<br />

650 Ha, al momento non irrigua. L’acqua fornita dagli interventi, oltre ad essere<br />

convogliata alle aree di nuova espansione, potrà essere usata anche nelle aree già allacciate<br />

alla rete.<br />

I risultati indicano che nelle aree dove si espande la rete consortile, l’uso <strong>dell</strong>’acqua<br />

e le su<strong>per</strong>fici irrigate aumentano anche più del 60%. I redditi crescono dal 22,5%, nel caso<br />

<strong>dell</strong>a ristrutturazione del canale allacciatore, al 77,2%, nel caso <strong>dell</strong>a diga del<br />

Lampeggiano. In particolare, i coefficienti d’elasticità assumono valori che vanno da 0,38<br />

<strong>per</strong> l’intervento sull’allacciatore, a 0,80 <strong>per</strong> la diga sul Rendina in condizioni di lungo<br />

<strong>per</strong>iodo. Gli aumenti di reddito <strong>per</strong> ettaro di SAU sono alti e variano da 199,35 a 320,72 €<br />

<strong>per</strong> ettaro nelle prime tre simulazioni; giungono addirittura a 373,41 € <strong>per</strong> ettaro nel caso<br />

<strong>dell</strong>a simulazione in condizioni di lungo <strong>per</strong>iodo.<br />

La rilevanza dei volumi forniti dagli interventi comporta, nella maggioranza dei casi,<br />

un forte aumento nell’uso d’acqua e nelle su<strong>per</strong>fici coltivate, che crescono di 11% nel<br />

Lampeggiano e su<strong>per</strong>ano il 40% negli altri casi. Crescono anche i redditi di tutta l’area<br />

consortile: 1,1% con la diga sul Lampeggiano, 7,4 e 7,3% con il canale allacciatore e il<br />

ripristino <strong>dell</strong>a diga sul Rendina in condizioni di breve <strong>per</strong>iodo. L’aumento del reddito nel<br />

lungo <strong>per</strong>iodo è più rilevante e su<strong>per</strong>a il 27%. Infine, il coefficiente d’elasticità indica che<br />

nelle prime tre simulazioni l’acqua aggiuntiva ha una modesta produttività media: con un<br />

aumento degli utilizzi d’acqua del 10% si hanno, infatti, aumenti del reddito del solo 0,9 o<br />

1,7%. La situazione cambia nella simulazione di lungo <strong>per</strong>iodo, dove l’allentamento<br />

d’alcuni vincoli strutturali produce un forte impatto sul reddito: così un aumento del 10%<br />

negli usi idrici accresce il reddito del 6,7%.<br />

Questi risultati forniscono tre indicazioni. Da una parte suggeriscono che esistono<br />

margini <strong>per</strong> coprire una parte dei costi degli interventi con forme di contribuzione degli<br />

agricoltori. 26 D’altra indicano che i nuovi volumi d’acqua, anche se cospicui, possono<br />

trovare un utilizzo efficiente nel Consorzio e avere un impatto positivo e consistente sui<br />

redditi agricoli <strong>dell</strong>’area. Infine, il confronto tra le simulazioni in condizione di breve e di<br />

lungo <strong>per</strong>iodo mostra che l’effetto principale degli interventi si avrà nel lungo <strong>per</strong>iodo<br />

quando le aziende compiranno gli aggiustamenti strutturali che gli <strong>per</strong>metteranno di<br />

sfruttare al meglio l’aumentata disponibilità <strong>dell</strong>’acqua.<br />

26 Ciò se i costi <strong>dell</strong>a gestione consortile non crescono più che proporzionalmente dei volumi d’acqua<br />

distribuiti.<br />

52


Tabella 5.4 - Interventi che espansioni le disponibilità idriche e le aree servite dal<br />

Vulture<br />

Variazioni <strong>per</strong>centuali di:<br />

Uso Acqua<br />

Su<strong>per</strong>ficie<br />

Irrigata<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Variazioni<br />

assolute<br />

(€/Ha)<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Elasticità<br />

reddito/acqua<br />

Dati riferiti alle sole zone dove si realizza l'intervento:<br />

Canale allacciatore 59,3 60,9 22,5 199,56 0,38<br />

Diga Lampeggiano n.d. n.d. 77,2 320,98 n.d.<br />

Diga sul Rendina BP 62,7 63,2 26,3 204,26 0,42<br />

Diga sul Rendina LP 60,0 57,5 48,2 373,81 0,80<br />

Dati riferiti all’intera area consortile<br />

Canale allacciatore 46,2 43,1 6,9 68,90 0,16<br />

Diga Lampeggiano 12,5 10,8 1,0 10,33 0,09<br />

Diga sul Rendina BP 42,7 41,3 6,8 68,17 0,17<br />

Diga sul Rendina LP 40,5 38,0 32,0 253,12 0,67<br />

5.5 Aumento <strong>dell</strong>e disponibilità idriche senza espandere il servizio consortile<br />

<strong>Un</strong> ultimo gruppo di simulazioni riguarda interventi che aumentano le disponibilità<br />

idriche, ma non espandono il servizio consortile a nuove aree. Questa situazione può<br />

verificarsi quando tutte le aree consortili sono già servite e non vi sono altre zone che<br />

chiedono di beneficiare del servizio irriguo consortile.27 Inoltre si può avere <strong>per</strong>ché il<br />

finanziamento di progetti d’espansione <strong>dell</strong>e aree attrezzate può passare in secondo piano,<br />

dato la crescita <strong>dell</strong>a domanda idrica non agricola e la modifica <strong>dell</strong>e priorità e degli<br />

strumenti di politica <strong>economica</strong> emerse negli ultimi anni.<br />

Tra questi interventi ricadono due simulazioni <strong>per</strong> l’area del Bradano. La prima<br />

riguarda la costruzione di un adduttore che dalla diga di Genzano porta acqua alla diga del<br />

Basentello. Secondo i progetti, quest’intervento aumenterà le disponibilità che giungono al<br />

Basentello di circa 17 Mm3. L’altra simulazione riguarda la costruzione di una condotta<br />

che trasferisce acqua dal fiume Basento all’invaso di San Giuliano. L’intervento aumenta le<br />

27 Può accadere che parte <strong>dell</strong>a SAU non è irrigata <strong>per</strong> la scarsa disponibilità d’acqua o <strong>per</strong><br />

problemi tecnici, come la presenza di alte <strong>per</strong>dite di rete. In queste circostanze un intervento che<br />

aumenta la disponibilità idrica può essere utile e giustificabile sotto il profilo economico. In uno dei<br />

casi simulati dopo, l’intervento genera una vera e propria riattivazione <strong>dell</strong>a rete consortile e si può<br />

assimilare a un’espansione <strong>dell</strong>’area servita.<br />

53


disponibilità del Consorzio, 18 Mm3 nello schema irriguo Bradano, e quelle da avviare alla<br />

Regione Puglia. Le quantità d’acqua che possono essere fornite dai due interventi sono alte.<br />

Ancora più rilevante è che l’uso idrico iniziale nelle aree direttamente influenzate dagli<br />

interventi è molto basso: 879 e 1.572 m3 <strong>per</strong> ettaro di SAU.<br />

La tabella 5.5 riporta i risultati <strong>dell</strong>e simulazioni e mostra l’enorme impatto<br />

<strong>dell</strong>’espansione nelle disponibilità idriche nelle aree che beneficiano direttamente degli<br />

interventi. In particolare, emerge il notevole aumento <strong>per</strong>centuale negli usi <strong>dell</strong>’acqua e<br />

nelle su<strong>per</strong>fici irrigue. L’impatto è forte <strong>per</strong>ché in queste aree, nelle condizioni correnti, la<br />

pratica <strong>dell</strong>’irrigazione è piuttosto limitata. È rilevante anche l’impulso sui redditi, che nel<br />

Basentello crescono del 6%, 75,92 € a ettaro di SAU, e nel Bradano aumentano del 23%,<br />

336,93 € a ettaro di SAU. La minore reattività del Basentello dipende dal suo orientamento<br />

verso le coltivazioni in asciutta, che fa partire l’agricoltura di questa zona da una<br />

condizione strutturale meno attrezzata <strong>per</strong> sfruttare le accresciute disponibilità idriche.<br />

Tabella 5.5 - Espansione <strong>dell</strong>e disponibilità idriche ma non <strong>dell</strong>e area del Bradano -<br />

Metaponto<br />

Variazioni <strong>per</strong>centuali di:<br />

Uso Acqua<br />

Su<strong>per</strong>ficie<br />

Irrigata<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Variazioni<br />

assolute<br />

(€/Ha)<br />

Reddito<br />

Lordo<br />

Dati riferiti alle aree dove si realizza l'intervento:<br />

Elasticità<br />

reddito/acqua<br />

Basentello 196,7 215,8 6,0 75,92 0,03<br />

Bradano 90,3 78,2 23,2 336,73 0,26<br />

Dati riferiti alle intere aree di studio<br />

Basentello 5,0 5,2 1,1 18,23 0,22<br />

Bradano 13,5 12,4 3,3 57,69 0,24<br />

Gli interventi considerati hanno un impatto positivo sull’intera area<br />

consortile;questo, <strong>per</strong>ò, non è molto rilevante <strong>per</strong> le ridotte dimensioni <strong>dell</strong>e aree<br />

direttamente interessate dai due interventi. L’uso <strong>dell</strong>’acqua e la su<strong>per</strong>ficie irrigata si<br />

espandono del 5% nel primo caso e del 12-13% nel secondo. Altrettanto ridotto è l’impatto<br />

sui redditi totali, che varia da 1,1% del primo a 3,3% del secondo intervento. In breve, gli<br />

aumenti dei redditi sono pari al 22 – 24% degli aumenti nelle utilizzazioni d’acqua dovute<br />

alla realizzazione <strong>dell</strong>e o<strong>per</strong>e considerate.<br />

Le simulazioni indicano che i volumi aggiuntivi d’acqua trovano utilizzi proficui e<br />

aumentano i redditi soprattutto nelle zone in cui la scarsità idrica frena un sistema che già<br />

pratica l’irrigazione in modo diffuso ed è quindi preparato a essa. Nelle zone in cui<br />

54


l’agricoltura è invece orientata alla produzione in asciutto, l’espansione <strong>dell</strong>e disponibilità<br />

idriche produrrà effetti di un qualche rilievo solo nel lungo <strong>per</strong>iodo.<br />

5.6 Considerazioni di sintesi<br />

Questo capitolo ha presentato i risultati di alcune simulazioni su modifiche<br />

strutturali dei sistemi di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua. Nella maggioranza dei casi sono<br />

interventi complessi, da realizzarsi in tempi lunghi e sostenendo dei costi rilevanti. I<br />

risultati ottenuti forniscono vari elementi <strong>per</strong> una valutazione ex-ante del possibile impatto<br />

di queste o<strong>per</strong>e.<br />

Gli interventi di sostituzione <strong>dell</strong>e reti <strong>per</strong>iferiche di distribuzione a pelo libero con<br />

sistemi di condotte consentono di migliorare la qualità del servizio offerto agli agricoltori e<br />

di aumentare le disponibilità idriche aziendali recu<strong>per</strong>ando risorse che ora sono <strong>per</strong>se.<br />

Inoltre questi interventi portano le aree attualmente servite a pelo libero in condizioni<br />

strutturali e funzionali analoghe a quelle <strong>dell</strong>e altre zone consortili equiparando le<br />

condizioni di utilizzo <strong>dell</strong>’acqua. Ciò è evidenziato dalla crescita dei redditi evidenziati<br />

nelle aree soggette a ristrutturazione. Questi interventi <strong>per</strong>ò non accrescono molto i redditi<br />

agricoli complessivi <strong>dell</strong>e aree di studio. Ciò suggerisce di verificare con attenzione l’entità<br />

del rapporto tra i benefici e costi degli interventi e pone in dubbio che i produttori possano<br />

contribuire a coprire una quota rilevante dei costi <strong>dell</strong>e o<strong>per</strong>e considerate.<br />

Il peggioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>e acque di scolo recu<strong>per</strong>ate rende difficile<br />

utilizzarle <strong>per</strong> uso irriguo. Il fenomeno potrebbe ridurre sostanzialmente le disponibilità<br />

idriche totali nel caso che questa fonte sia rilevante ai fini del bilancio idrico <strong>dell</strong>e aree<br />

consortili. Nella simulazione realizzata s’ipotizza l’abbandono di questa fonte<br />

d’approvvigionamento. Ciò determina un impatto molto alto in termini di riduzione<br />

<strong>dell</strong>’uso <strong>dell</strong>’acqua e <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici irrigate ma, almeno nelle condizioni analizzate,<br />

l’impatto sui redditi è piuttosto contenuto. Si noti tuttavia che quest’ultimo potrebbe essere<br />

più rilevante in condizioni di minori disponibilità idriche unitarie di partenza. D’altra parte,<br />

almeno nel medio - lungo <strong>per</strong>iodo, il deterioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>’acqua non porta<br />

necessariamente al completo azzeramento <strong>dell</strong>e disponibilità, ma sicuramente almeno ad un<br />

aumento dei costi sostenuti dai Consorzi e dalle singole aziende <strong>per</strong> affrontare il problema.<br />

<strong>Un</strong> terzo tipo di simulazioni ha riguardato l’espansione <strong>dell</strong>’area consortile senza<br />

accrescere la risorsa idrica disponibile. Questa condizione genera problemi di conflitto e<br />

competizione tra utilizzatori. Nel caso analizzato, sebbene l’impatto sui redditi agricoli<br />

totali sia molto contenuto, è invece forte la ridistribuzione dei redditi: i produttori <strong>dell</strong>’area<br />

d’espansione aumentano l’uso d’acqua e, quindi, i redditi; l’intervento ha segno opposto sui<br />

produttori <strong>dell</strong>e aree consortili tradizionali. Questi ultimi potrebbero <strong>per</strong>tanto opporsi con<br />

forza all’intervento anche se, in teoria, i primi potrebbero compensarli contribuendo in<br />

maniera più rilevante a finanziare i costi del servizio irriguo. Il ridotto aumento del reddito<br />

55


totale <strong>dell</strong>’area suggerisce che i produttori potrebbero non essere in grado di contribuire in<br />

modo apprezzabile alla co<strong>per</strong>tura dei costi <strong>per</strong> la realizzazione di questo tipo d’intervento.<br />

Le simulazioni di interventi strutturali che accrescono molto i volumi idrici<br />

disponibili e consentono l’espansione <strong>dell</strong>e aree consortili danno tre indicazioni di una certa<br />

rilevanza. In primo luogo, se i costi medi <strong>dell</strong>a gestione irrigua del Consorzio sono costanti,<br />

le o<strong>per</strong>e hanno effetti positivi e consistenti sui redditi agricoli. Si può affermare che vi sono<br />

margini <strong>per</strong>ché gli agricoltori contribuiscano alla co<strong>per</strong>tura di almeno una parte dei costi<br />

degli interventi. Si può poi affermare che i volumi idrici resi disponibili <strong>per</strong> l’irrigazione<br />

possono trovare una valida utilizzazione nell’area consortile. In terzo luogo, le simulazioni<br />

in condizione di lungo <strong>per</strong>iodo evidenziano che l’impulso produttivo e reddituale derivante<br />

dagli interventi potrebbe crescere qualora alcuni dei vincoli strutturali siano allentati,<br />

magari con opportuni aggiustamenti strutturali.<br />

I risultati <strong>dell</strong>e simulazioni sugli interventi che aumentano le disponibilità idriche ma<br />

non espandono il servizio consortile a nuove aree sono in parte simili a quelli appena<br />

discussi. In particolare, almeno nelle realtà esaminate, dove la scarsità <strong>dell</strong>’acqua frena<br />

l’espansione <strong>dell</strong>a pratica irrigua, mostrano che i volumi aggiuntivi d’acqua possono<br />

trovare utilizzazione nel settore agricolo.<br />

In molti casi, gli interventi di queste due ultime categorie sono volti a recu<strong>per</strong>are<br />

volumi di acqua da destinare non solo all’agricoltura locale, ma anche ad altri utilizzi non<br />

agricoli e ad usi agricoli in regioni limitrofe. In questi casi il dibattito sulla ripartizione di<br />

queste risorse tra gli utilizzatori è spesso carico di tensioni. Queste simulazioni, pur<br />

riferendosi a specifiche realtà, indicano che le aree di studio sono in grado di utilizzare in<br />

maniera proficua buona parte <strong>dell</strong>e risorse idriche aggiuntive generate dagli interventi<br />

considerati.<br />

56


6. Impatto <strong>dell</strong>’evoluzione <strong>dell</strong>e condizioni politiche e di mercato nelle aree<br />

di studio<br />

I mo<strong>dell</strong>i di base fanno riferimento a condizioni di mercato e di politica agraria che<br />

sono destinate a modificarsi nel futuro, cambiando il sistema degli incentivi in cui o<strong>per</strong>ano<br />

gli agricoltori di quelle aree. Pertanto è stato ritenuto utile testare come possono cambiare i<br />

risultati ottenuti dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> al variare <strong>dell</strong>e condizioni di mercato e di politica agraria <strong>per</strong><br />

avere indicazioni sugli effetti di eventuali modifiche di queste condizioni. In questo lavoro<br />

si sono considerati due casi di modifica <strong>dell</strong>o scenario di politica agraria e di mercato. Il<br />

primo caso riguarda i cambiamenti legati all’applicazione <strong>dell</strong>a riforma <strong>dell</strong>a Politica<br />

Agricola Comune (PAC) detta di Agenda 2000. Benché gli effetti di questa riforma si siano<br />

oramai già evidenziati, si ritiene utile presentare i risultati <strong>dell</strong>a simulazione ex-ante svolta<br />

<strong>per</strong> evidenziare come il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> consente di quantificare l’impatto di modifiche <strong>dell</strong>a<br />

modalità e del livello del sostegno accordato dalla PAC sulle scelte produttive e sui risultati<br />

economici <strong>dell</strong>e aziende <strong>dell</strong>e aree di studio. Il secondo scenario di simulazione riguarda<br />

invece i possibili effetti di ipotetiche e generiche variazioni, di aumento e di riduzione, dei<br />

prezzi dei prodotti ortofrutticoli.<br />

L’analisi confronta i risultati <strong>dell</strong>e diverse aree e presenta anche una sintesi<br />

<strong>dell</strong>’impatto considerando la somma di quelle aree (colonna: Totale nella Tabella 6.1).<br />

Tuttavia, la natura eterogenea di quelle zone richiede di analizzare con cautela la somma<br />

dei dati <strong>dell</strong>e aree di studio, utilizzandola solo come riferimento di massima.<br />

Tabella 6.1 - Utilizzo <strong>dell</strong>a terra nelle aree di studio nella situazione di base -<br />

ripartizione <strong>per</strong>centuale <strong>dell</strong>a SAU sul totale<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture<br />

Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra<br />

Sele<br />

Totale<br />

COP e altri cereali 59,0 74,9 23,5 2,1 31,0<br />

Ortaggi 13,8 20,3 8,5 68,7 21,8<br />

Frutta 5,5 3,7 25,9 19,7 19,0<br />

Prima di descrivere l’impatto <strong>dell</strong>’applicazione degli scenari è utile fornire altri<br />

elementi sulle diversità che vi sono tra le quattro aree sotto il profilo degli ordinamenti<br />

colturali. Il peso relativo dei vari comparti produttivi influenza, infatti, i risultati <strong>dell</strong>e<br />

simulazioni su quelle aree. In particolare, il peso <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate con cereali,<br />

oleaginose e proteiche (COP) assume nelle tre aree un valore medio del 31%. Esso, <strong>per</strong>ò, è<br />

molto diverso nelle varie zone e si va dal 2,1% del Destra Sele al 74,9% del Vulture.<br />

Ugualmente il peso <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici investite ad ortaggi varia dal 13,8% del Campidano<br />

all’68,7% del Destra Sele, con una media di 21,8%. Varia molto anche il peso <strong>dell</strong>e colture<br />

frutticole, che va dal 3,7% del Vulture, al 25,9% del Bradano, con una media del 10%.<br />

57


Queste differenze d’indirizzo produttivo hanno un impatto anche sulla struttura dei risultati<br />

economici e sull’uso <strong>dell</strong>’acqua nelle diverse aree.<br />

Tabella 6.2 - Risultati economici totali nelle aree di studio nella situazione di base -<br />

milioni di Euro<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture<br />

Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra<br />

Sele Totale<br />

Ricavi totali 59,4 25,8 184,0 261,7 530,9<br />

di cui: da vendita 53,9 21,6 169,8 261,3 506,6<br />

di cui: da aiuti 5,5 4,2 14,2 0,4 24,3<br />

Costi totali 15,1 13,0 79,1 83,7 190,9<br />

Redditi lordi totali 44,3 12,8 104,9 178,0 339,9<br />

Ricavi da vendite/Ricavi totali (%) 90,7 83,8 92,3 99,8 95,4<br />

Ricavi da aiuti/Ricavi totali (%) 9,3 16,2 7,7 0,2 4,6<br />

Costi totali/Ricavi totali (%) 25,5 50,5 43,0 32,0 36,0<br />

Il confronto <strong>dell</strong>e tabelle 6.1 e 6.2 mostra che il peso <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici COP ha<br />

ri<strong>per</strong>cussioni dirette sul peso degli aiuti UE. In media essi rappresentano il 4,6% del totale<br />

dei ricavi <strong>dell</strong>e aziende <strong>dell</strong>e quattro aree. Nel Destra Sele <strong>per</strong>ò sono una quota trascurabile<br />

dei ricavi aziendali, mentre assumono un consistente peso nella formazione dei ricavi <strong>dell</strong>e<br />

aziende del Vulture. Per quanto riguarda l’uso <strong>dell</strong>’acqua, il peso relativo <strong>dell</strong>e colture<br />

irrigate determina un grado d’utilizzo medio <strong>dell</strong>’acqua che va da 1.700 m 3 /Ha del Vulture,<br />

a 5.200 m 3 /Ha del Destra Sele, tabella 6.3.<br />

Tabella 6.3 - Uso <strong>dell</strong>'acqua nelle aree di studio nella situazione di base<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture<br />

Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra<br />

Sele<br />

Totale<br />

Utilizzazioni tot. (Mm 3 ) 69,8 17,8 141,7 75,1 304,3<br />

di cui: consortili (Mm 3 ) 69,8 13,6 135,5 75,1 293,9<br />

Utiliz. Media (1.000m 3 /Ha) 4,2 1,7 2,3 5,2 3,0<br />

58


6.1 Gli scenari considerati<br />

Il primo scenario riguarda le modifiche che, a seguito del documento Agenda 2000 e<br />

dei successivi dibattiti, ha portato nel 1999 alla riforma di un’ampia parte <strong>dell</strong>a PAC. Per<br />

svolgere le simulazioni è stato definito uno scenario riferito alle condizioni di riforma a<br />

regime e che stabilisce il livello dei nuovi pagamenti compensativi <strong>per</strong> le colture COP e dei<br />

prezzi di mercato influenzati dalla modifica dei vari meccanismi d’intervento comunitari.<br />

Questo scenario è stato poi <strong>per</strong>fezionato in modo tale da valutare solo l’impatto <strong>dell</strong>a<br />

riforma ed escludere altri fenomeni che avrebbero potuto condizionare l’andamento dei<br />

mercati di questi prodotti. Per questo i prezzi determinati da Agenda 2000 sono stati<br />

rapportati a quelli che si avrebbero avuti mantenendo le vecchie politiche (status quo). Il<br />

rapporto tra i due gruppi è stato moltiplicato <strong>per</strong> i prezzi <strong>dell</strong>e condizioni di base. Per<br />

definire i prezzi si è considerato uno studio svolto da Agro.Ges (2000) che, <strong>per</strong> ogni<br />

prodotto influenzato dalla riforma, identifica i prezzi di mercato con Agenda 2000 e con lo<br />

status quo. La tabella 6.4 indica le riduzioni <strong>per</strong>centuali applicate ai prezzi <strong>dell</strong>e condizioni<br />

di base.<br />

Tabella 6.4 - Scenario “Agenda 2000”. Modifiche applicate ai prezzi dei prodotti -<br />

variazioni % rispetto ai prezzi di base<br />

Grano tenero -5,9<br />

Grano duro -15,2<br />

Granella di mais -12,9<br />

Orzo -18<br />

Avena -20,2<br />

Riso -4,4<br />

Soia 2,2<br />

Colza 2,2<br />

Girasole 2,2<br />

Tabacco 4,9<br />

Olio d’oliva 4,9<br />

Alimenti zootecnici -13,2<br />

Fonte: Elaborazioni su dati Agro.Ges (2000).<br />

I prodotti più colpiti dalla riforma sono i cereali, i cui prezzi si riducono dal 6 al<br />

20%. Le riduzioni maggiori s’ipotizzano <strong>per</strong> i prezzi dei cereali foraggieri ma anche il<br />

prezzo del grano duro, prodotto chiave <strong>dell</strong>a cerealicoltura meridionale, si riduce in modo<br />

rilevante. Pressoché stazionari sono invece i prezzi degli altri prodotti tra cui semi oleosi,<br />

tabacco e olio di oliva che, secondo i dati utilizzati, potrebbero <strong>per</strong>fino crescere, anche se in<br />

modo contenuto. Viceversa, data la stretta relazione di sostituibilità tra cereali ed altri<br />

alimenti zootecnici, anche i prezzi di questi ultimi prodotti potrebbero ridursi in modo non<br />

trascurabile.<br />

59


Tabella 6.5 - Pagamenti ad ettaro campagne di commercializzazione 1997-1998 -<br />

valori correnti in Euro <strong>per</strong> ettaro<br />

Provincia Area Mais<br />

Matera<br />

Salerno<br />

Oristano<br />

Potenza<br />

Montagna<br />

Interna<br />

^ previsionale.<br />

Grano<br />

Duro<br />

Regime Generale:<br />

Altri<br />

Cereali<br />

Proteiche<br />

Oleaginose^<br />

Set<br />

Aside<br />

Regime<br />

Semplificato:<br />

Grano<br />

Duro<br />

Altre<br />

COP<br />

Collina<br />

Interna<br />

426,08 441,57 97,09 113,10 97,09 98,64 426,08 441,57<br />

Pianura 353,26 442,60 98,13 114,65 98,13 99,68 353,26 442,60<br />

Collina<br />

Interna<br />

300,06 478,24 133,76 187,99 133,76 163,72 300,06 478,24<br />

Pianura 374,95 524,72 180,24 285,60 180,24 248,42 374,95 524,72<br />

Collina<br />

Interna<br />

87,28 431,76 87,28 100,71 87,28 87,28 87,28 431,76<br />

Pianura 400,77 450,87 106,39 160,62 106,39 139,44 400,77 450,87<br />

Collina<br />

Interna<br />

131,70 476,17 131,70 151,32 131,70 131,70 131,70 476,17<br />

103,81 448,28 103,81 119,82 103,81 103,81 103,81 448,28<br />

Nello svolgere le simulazioni sulla nuova PAC si è considerato che la modifica del<br />

sistema di aiuti destinati ai produttori di Cereali, Oleaginose e colture Proteiche si basa su<br />

quattro cambiamenti: l’aumento <strong>dell</strong>’Importo Compensativo di Base (ICB) che compensa i<br />

produttori <strong>per</strong> la riduzione del prezzo di intervento dei cereali; l’unificazione dei due regimi<br />

di aiuti (generale e semplificato) in un unico regime; la modifica del sistema di calcolo<br />

degli aiuti alle oleaginose; la modifica del sistema <strong>dell</strong>e rese di riferimento regionali<br />

italiane. A questi cambiamenti si aggiunge la riforma del regime di aiuti ai produttori di<br />

grano duro <strong>dell</strong>e aree tradizionali di coltivazione, che ha generato la flessione <strong>dell</strong>’aiuto<br />

supplementare pagato a questi produttori. In definitiva, i maggiori cambiamenti si sono<br />

verificati <strong>per</strong> quei produttori che prima <strong>dell</strong>a riforma partecipavano al regime generale<br />

coltivando oleaginose tanto che, nel nuovo quadro istituzionale, la loro coltivazione appare<br />

non remunerativa. Si rileva invece un lieve aumento degli aiuti <strong>per</strong> i cereali (altri cereali e<br />

mais), legato all’aumento <strong>dell</strong>’ICB e alla modifica <strong>dell</strong>e rese di riferimento, ed un piccolo<br />

calo <strong>dell</strong>’aiuto concesso ai produttori di grano duro.<br />

Il secondo scenario riguarda il comparto dei prodotti ortofrutticoli. L’identificazione<br />

di uno scenario futuro relativo a tutti i prodotti ortofrutticoli presenti nelle aree di studio è<br />

apparsa subito come un compito che travalicava le finalità di questa analisi. Tuttavia, data<br />

l’importanza di questa categoria nell’economia di quelle aree, è apparso importante<br />

verificare come i risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> potrebbero modificarsi al variare <strong>dell</strong>e condizioni di<br />

mercato di questi prodotti. Pertanto si è svolta un’analisi di sensitività basata su una<br />

60


semplice ipotesi di variazione omogenea dei prezzi di tutti i prodotti ortofrutticoli. Si sono<br />

quindi identificati due scenari che prevedono una riduzione ed un aumento dei prezzi di<br />

tutti i prodotti ortofrutticoli pari al 5% rispetto al livello di base. Ovviamente questa scelta è<br />

arbitraria anche se l’entità <strong>dell</strong>a forchetta di prezzo considerata appare ragionevole <strong>per</strong><br />

identificare una banda di oscillazione plausibile <strong>per</strong> il livello medio dei prezzi di questi<br />

prodotti. Questi scenari sono applicati al <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> che già include le ipotesi sulle condizioni<br />

di mercato e di politica agraria derivanti dall’applicazione <strong>dell</strong>a riforma Agenda 2000<br />

poiché esse rappresentavano le condizioni in cui si sarebbero trovate ad o<strong>per</strong>are le aziende<br />

negli anni successivi a quelli in cui si è svolta l’analisi.<br />

Tabella 6.6 - Pagamenti ad ettaro con la riforma a regime - valori correnti in Euro <strong>per</strong><br />

ettaro<br />

Provincia Area Mais<br />

Grano<br />

Duro<br />

Altri<br />

Cereali<br />

Proteiche<br />

Oleaginose<br />

Set -<br />

Aside<br />

Matera<br />

Salerno<br />

Oristano<br />

Potenza<br />

Collina Interna 426,08 441,57 97,09 113,10 97,09 98,64<br />

Pianura 353,26 442,60 98,13 114,65 98,13 99,68<br />

Collina Interna 300,06 478,24 133,76 187,99 133,76 163,72<br />

Pianura 374,95 524,72 180,24 285,60 180,24 248,42<br />

Collina Interna 87,28 431,76 87,28 100,71 87,28 87,28<br />

Pianura 400,77 450,87 106,39 160,62 106,39 139,44<br />

Collina Interna 131,70 476,17 131,70 151,32 131,70 131,70<br />

Montagna<br />

Interna 103,81 448,28 103,81 119,82 103,81 103,81<br />

6.2 Impatto <strong>dell</strong>a riforma “Agenda 2000”<br />

I risultati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> indicano che, dato il calo dei prezzi dei cereali e di altri<br />

prodotti ad essi connessi, l’applicazione <strong>dell</strong>o scenario di riforma determina una<br />

contrazione dei redditi che, in media, si aggira sull’1,4%. Tuttavia l’impatto è molto diverso<br />

nelle quattro aree: nel Destra Sele l’impatto è infatti quasi nullo, mentre nel Campidano e<br />

nel Bradano i redditi si contrarrebbero di poco meno del 3%. Nel Vulture - dove è rilevante<br />

il peso <strong>dell</strong>e COP, il calo dei redditi risulta invece più consistente giungendo a quasi il 5%.<br />

Tali contrazioni sono legate alla riduzione dei ricavi totali che in media è <strong>dell</strong>o 0,3%<br />

ma che giunge al 2,5% nel Vulture. Tali riduzioni sono da imputare alla riduzione dei ricavi<br />

derivanti dalla vendita dei prodotti che è particolarmente consistente proprio in quest’ultima<br />

area di studio. La situazione è più articolata <strong>per</strong> i ricavi da aiuti che aumentano del 6,0% nel<br />

Vulture e si riducono nel Bradano e, soprattutto, nel Campidano.<br />

61


Tabella 6.7- Variazioni nei risultati economici totali nelle aree di studio – simulazione<br />

Agenda2000 (variazioni <strong>per</strong>centuali rispetto al <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> base).<br />

(Variazioni %)<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra Sele<br />

Totale<br />

Ricavi totali -1,7 -2,5 -0,2 0,1 -0,3<br />

Di cui: da vendita -1,4 -4,3 -0,1 0,0 -0,4<br />

di cui: da aiuti -4,4 6,0 -1,5 9,5 0,9<br />

Costi totali 1,9 -0,3 3,2 0,4 1,6<br />

Redditi totali -2,9 -4,7 -2,8 0,0 -1,4<br />

Particolare è infine ciò che accade nel <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> del Destra Sele a causa <strong>dell</strong>a<br />

presenza di ampie aree coltivate con mais da insilato destinato all’alimentazione <strong>dell</strong>e<br />

bufale. I 1.700 Ha coltivati con questa coltura, grazie ad Agenda 2000 che estende l’aiuto<br />

anche al mais insilato, farebbero crescere l’entità degli aiuti totali nonostante la drastica<br />

riduzione <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate con grano duro. Si noti tuttavia che l’impatto sui ricavi<br />

totali è estremamente ridotto data la scarsa rilevanza degli aiuti nella situazione di base.<br />

La tabella 6.8 mostra che l’applicazione <strong>dell</strong>o scenario Agenda 2000 non determina<br />

forti modifiche <strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie coltivata totale, ma ha un impatto sul modo in cui i suoli<br />

sono utilizzati: in tutte le aree si ha, infatti, una contrazione <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate con<br />

colture COP e un aumento <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate con ortaggi. Questo fenomeno è molto<br />

evidente nel caso del Bradano e, in misura minore, nel Vulture. Ciò evidenzia che la<br />

riforma ha ridotto la redditività relativa <strong>dell</strong>e colture COP, in particolare di oleaginose e<br />

cereali.<br />

Tabella 6.8 - Utilizzo <strong>dell</strong>a terra nelle aree di studio - Simulazione Agenda 2000<br />

(variazioni <strong>per</strong>centuali rispetto al <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> base)<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra Sele<br />

Totale<br />

COP e altri cereali -0,6 -0,7 -2,3 -81,9 -2,3<br />

Ortaggi 0,1 2,1 16,9 2,3 5,1<br />

Frutta, vite e olivo 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0<br />

Totale coltivata -0,8 -0,1 0,3 -0,1 0,0<br />

62


Le modifiche degli ordinamenti produttivi hanno un impatto anche sull’uso<br />

<strong>dell</strong>’acqua. In particolare, lo spostamento verso le colture orticole determina un lieve ma<br />

generalizzato aumento negli utilizzi <strong>dell</strong>’acqua (0,4% medio) (Tabella 6.9). Si noti tuttavia<br />

che tale aumento, tranne che nel Destra Sele, è sempre molto ridotto e nel Campidano si<br />

evidenzia addirittura una contrazione negli usi <strong>dell</strong>’acqua. Ciò si deve all’evoluzione <strong>dell</strong>e<br />

su<strong>per</strong>fici investite a riso in quest’area che si contraggono <strong>per</strong> la riduzione dei prezzi dei<br />

cereali. In generale l’aumento degli utilizzi idrici non è alto, sia <strong>per</strong>ché alcune colture COP<br />

come il mais richiedono acqua, sia <strong>per</strong>ché in alcuni <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>a stagione irrigua tutte le<br />

disponibilità idriche sono già utilizzate. Infatti, l’applicazione <strong>dell</strong>o scenario di riforma<br />

genera un generale inasprimento <strong>dell</strong>e condizioni di scarsità di questa risorsa, evidenziato<br />

dall’aumento dei suoi prezzi ombra.<br />

Tabella 6.9 - Uso <strong>dell</strong>'acqua nelle aree di studio – Simulazione Agenda 2000 (variazioni<br />

<strong>per</strong>centuali rispetto al <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> base)<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra<br />

Sele<br />

Totale<br />

Utilizzi totali -0,4 0,7 0,1 1,8 0,4<br />

di cui: consortili -0,4 0,4 0,1 1,8 0,4<br />

I risultati <strong>dell</strong>a simulazione Agenda 2000 nelle aree di studio evidenziano dunque un<br />

impatto economico <strong>dell</strong>a riforma tendenzialmente negativo. L’entità di questo impatto<br />

dipende fortemente dal peso assunto dalle colture COP negli ordinamenti di quelle aree:<br />

infatti l’impatto più severo si evidenzia infatti nel Vulture. La nuova politica sposta gli<br />

ordinamenti produttivi verso le colture ortive ma questo fenomeno è <strong>per</strong>ò limitato dalla<br />

disponibilità di acqua d’irrigazione. Spesso emerge, infatti, un aumento degli utilizzi<br />

d’acqua e l’inasprimento <strong>dell</strong>e condizioni di scarsità. A parità d’altre condizioni, la<br />

disponibilità d’acqua <strong>per</strong> irrigazione influisce dunque profondamente sulla possibilità <strong>dell</strong>e<br />

aziende di adeguarsi alle nuove condizioni politiche e di mercato, riducendo l’impatto<br />

negativo <strong>dell</strong>e modifiche considerate.<br />

6.3 Evoluzione dei mercati dei prodotti ortofrutticoli<br />

Qui si presentano i risultati relativi all’applicazione degli scenari di riduzione ed<br />

aumento del 5% nei prezzi degli ortofrutticoli: <strong>per</strong> gli altri prodotti si mantengono le<br />

condizioni <strong>dell</strong>o scenario Agenda 2000 che rappresenta il riferimento <strong>per</strong> il confrontano dei<br />

risultati.<br />

La tabella 6.10 mostra che i ricavi di vendita cambiano in modo abbastanza<br />

proporzionale rispetto alle evoluzioni ipotizzate <strong>per</strong> i prezzi degli ortofrutticoli. Tuttavia, un<br />

63


aumento dei prezzi farebbe crescere i ricavi di vendita un po’ più del 5%, mentre una<br />

riduzione dei prezzi farebbe ridurre i ricavi di vendita assai meno del 5%.<br />

Tabella 6.10 - Variazioni dei risultati economici totali nelle aree di studio -<br />

Simulazione Variazione dei prezzi ortofrutticoli (variazioni % rispetto al<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> Agenda 2000)<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra Sele<br />

Totale<br />

Aumento del 5% nei prezzi degli ortofrutticoli<br />

Ricavi totali 4,8 6,7 6,1 4,7 5,2<br />

Di cui: da vendita 4,7 9,6 6,7 4,8 5,7<br />

di cui: da aiuti 4,2 -5,0 -0,4 -48,8 -2,0<br />

Costi totali -0,2 2,7 1,6 1,6 1,6<br />

Redditi totali 6,5 10,9 9,9 6,1 7,5<br />

Riduzione del 5% nei prezzi degli ortofrutticoli<br />

Ricavi totali -1,0 -0,4 -4,9 -4,6 -4,1<br />

di cui: da vendita -1,5 0,9 -5,6 -4,6 -4,3<br />

di cui: da aiuti 4,6 -5,5 4,1 -34,3 1,6<br />

Costi totali -2,4 0,0 -6,2 -1,7 -3,5<br />

Redditi totali -0,5 -0,8 -3,9 -6,0 -4,5<br />

<strong>Un</strong> andamento opposto si ha <strong>per</strong> i ricavi derivanti da aiuti, che si riducono con<br />

aumenti dei prezzi ortofrutticoli e aumentano in caso opposto. Infatti, l’aumento dei prezzi<br />

ortofrutticoli spinge dunque gli agricoltori ad accrescere il peso di quelle produzioni<br />

riducendo le attività sostenute da aiuti e viceversa. L’applicazione dei due scenari di prezzo<br />

determina anche modifiche nei livelli dei costi che, dato il carattere intensivo <strong>dell</strong>e<br />

produzioni ortofrutticole, crescono quando l’aumento dei prezzi fa espandere quelle colture<br />

e viceversa. Tuttavia, l’aumento dei costi è inferiore a quello dei ricavi. Per questo motivo<br />

l’aumento del 5% dei prezzi degli ortofrutticoli comporta un aumento di oltre il 7% dei<br />

redditi, mentre una riduzione dei prezzi del 5% comporta una contrazione dei redditi di<br />

poco inferiore al 5%.<br />

L’impatto dei due scenari è simile in tutte le aree di studio. Tuttavia le aree del<br />

Vulture e del Bradano si avvantaggiano di più <strong>dell</strong>e altre aree in termini reddituali in<br />

presenza di un aumento dei prezzi degli ortofrutticoli. Infatti qui si verificano i più<br />

consistenti aumenti relativi dei ricavi di vendita. Viceversa, in presenza di una contrazione<br />

dei prezzi degli ortofrutticoli, sono i mo<strong>dell</strong>i del Destra Sele e, in misura inferiore, del<br />

64


Bradano Metaponto che mostrano l’impatto negativo più consistente a causa del fatto che<br />

l’applicazione di questo scenario di prezzo determina una contrazione dei ricavi di vendita e<br />

una limitata riduzione dei costi di produzione. Tale comportamento è motivato dal fatto che<br />

in queste area sono piuttosto importanti le colture arboree frutticole la cui su<strong>per</strong>ficie non<br />

può essere modificata nel breve <strong>per</strong>iodo.<br />

L’applicazione degli scenari di variazione dei prezzi modifica gli ordinamenti<br />

colturali nelle aree di studio. A tal proposito la tabella 6.11 mostra che l’entità <strong>dell</strong>e<br />

su<strong>per</strong>fici coltivate totali si mantiene a livelli analoghi a quelli <strong>dell</strong>o scenario Agenda 2000.<br />

<strong>Un</strong> cambiamento ben più consistente si ha nel peso relativo <strong>dell</strong>e COP e <strong>dell</strong>e ortive. <strong>Un</strong><br />

aumento dei prezzi degli ortofrutticoli del 5% determina una lieve riduzione <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici<br />

COP (-1,9%) e un non trascurabile aumento <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate con ortive (5,1%).<br />

Viceversa, una riduzione dei prezzi degli ortofrutticoli del 5% fa aumentare le su<strong>per</strong>fici<br />

coltivate con COP (2,8%) e fa ridurre le su<strong>per</strong>fici investite con orticole (-4,9%).<br />

Anche in questo caso la direzione dei cambiamenti descritti è la stessa in tutte le aree<br />

di studio, con differenze in termini di entità dei fenomeni. In particolare il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> più<br />

reattivo è quello del Bradano: in presenza di un aumento dei prezzi degli ortofrutticoli, li si<br />

ha una discreta riduzione <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici COP e un forte aumento <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate<br />

con ortaggi. Il contrario accade nel caso opposto. Nel Vulture le modifiche degli<br />

ordinamenti produttivi sono invece assai contenute. Nelle altre due aree si hanno<br />

cambiamenti più sostenuti anche se, <strong>per</strong>ò, variano solo le su<strong>per</strong>fici ad ortive.<br />

Tabella 6.11 - Utilizzazione <strong>dell</strong>a terra nelle aree di studio - Simulazione Variazione dei<br />

prezzi ortofrutticoli (variazioni <strong>per</strong>centuali rispetto al <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> Agenda<br />

2000)<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra Sele Totale<br />

Aumento del 5% nei prezzi degli ortofrutticoli<br />

COP e altri cereali -0,7 0,2 -4,3 0,0 -1,9<br />

Ortaggi 2,8 0,5 17,5 1,1 5,1<br />

Totale coltivata 0,1 0,3 0,3 0,7 0,3<br />

Riduzione del 5% nei prezzi degli ortofrutticoli<br />

COP e altri cereali 0,1 0,1 6,5 0,0 2,8<br />

Ortaggi -0,2 -0,7 -13,8 -2,8 -4,9<br />

Totale coltivata -0,2 -0,1 0,5 1,1 0,4<br />

Le modifiche nell’uso dei suoli hanno un impatto anche sull’uso <strong>dell</strong>’acqua. La<br />

crescita <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate con ortive determinata dall’aumento dei prezzi<br />

65


ortofrutticoli, fa crescere in media l’uso <strong>dell</strong>’acqua di poco meno <strong>dell</strong>’1%. Si noti <strong>per</strong>ò che<br />

l’uso <strong>dell</strong>a risorsa attinta da fonti aziendali, ove ciò è possibile, cresce più <strong>dell</strong>’uso<br />

<strong>dell</strong>’acqua consortile (Tabella 6.12). Ciò indica che non potendo allentare vincoli di<br />

disponibilità a quest’ultimo livello, le imprese tendono ad aumentare il ricorso alle fonti<br />

proprie. La riduzione dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli, pur comportando una contrazione<br />

<strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici ad ortive, riduce molto poco l’uso <strong>dell</strong>’acqua che viene utilizzata <strong>per</strong> altre<br />

colture irrigue come dimostra il caso del Destra Sele dove si verifica addirittura un aumento<br />

<strong>dell</strong>e utilizzazioni.<br />

Tabella 6.12 - Uso <strong>dell</strong>'acqua - Simulazione Variazione dei prezzi ortofrutticoli<br />

(variazioni <strong>per</strong>centuali rispetto al <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> Agenda 2000)<br />

Campidano<br />

d’Oristano<br />

Vulture Alto<br />

Bradano<br />

Bradano<br />

Metaponto<br />

Destra Sele<br />

Totale<br />

Aumento del 5% nei prezzi degli ortofrutticoli<br />

Utilizzazioni tot. 0,1 0,7 1,2 0,9 0,9<br />

di cui: consortili 0,1 0,4 0,5 0,9 0,5<br />

Riduzione del 5% nei prezzi degli ortofrutticoli<br />

Utilizzazioni tot. -0,1 -0,1 -1,3 1,3 -0,3<br />

di cui: consortili -0,1 0,3 -1,3 1,3 -0,3<br />

L’impatto <strong>dell</strong>’applicazione degli scenari non è lo stesso in tutte le aree. L’uso<br />

<strong>dell</strong>’acqua nel Campidano rimane sempre quasi inalterato mentre variazioni non trascurabili<br />

si verificano invece nelle altre aree. Le variazioni più consistenti si hanno nel Bradano dove<br />

l’uso <strong>dell</strong>’acqua varia <strong>dell</strong>’1,2 e del -1,3% sotto le due ipotesi di modifica dei prezzi.<br />

La crescita dei consumi idrici totali connessa all’aumento dei prezzi <strong>dell</strong>’ortofrutta<br />

spesso si accompagna a modifiche nei calendari degli utilizzi. In generale, questi ultimi<br />

aumentano nei <strong>per</strong>iodi non centrali <strong>dell</strong>a stagione irrigua, quando le risorse disponibili non<br />

sono tutte sfruttate. In ogni caso, benché non si abbia lo stravolgimento <strong>dell</strong>e condizioni<br />

strutturali di scarsità, l’aumento dei prezzi ortofrutticoli fa innalzare i prezzi ombra<br />

<strong>dell</strong>’acqua, mostrando l’acutizzarsi <strong>dell</strong>e condizioni di scarsità già evidenziate dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

di Base. La riduzione dei prezzi <strong>dell</strong>’ortofrutta determina invece solo trascurabili modifiche<br />

nei calendari di utilizzazione <strong>dell</strong>a risorsa idrica e nelle condizioni di scarsità.<br />

6.4 Considerazioni di sintesi sull’impatto <strong>dell</strong>e condizioni politiche e di mercato<br />

L’analisi condotta ha <strong>per</strong>messo di evidenziare vari elementi comuni rispetto alla<br />

sensibilità <strong>dell</strong>e diverse zone al variare <strong>dell</strong>e condizioni politiche e di mercato considerate. I<br />

66


isultati <strong>dell</strong>’applicazione <strong>dell</strong>o scenario Agenda 2000 mostrano che quella modifica <strong>dell</strong>a<br />

PAC determina una contrazione dei redditi che, in media, è sicuramente consistente. Ciò<br />

suggerisce che la modifica del sistema di aiuti non è in grado di compensare a pieno i<br />

produttori <strong>per</strong> la riduzione dei prezzi dei cereali. L’impatto maggiore si ha nelle aree più<br />

indirizzate alla produzione di COP, in particolare nel Vulture. Nei quattro mo<strong>dell</strong>i<br />

considerati l’applicazione <strong>dell</strong>o scenario di riforma determina una modifica degli<br />

ordinamenti colturali, con la riduzione <strong>dell</strong>e COP e l’aumento <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate ad<br />

ortaggi. Le modifiche negli ordinamenti produttivi determinano in genere un aumento <strong>dell</strong>e<br />

utilizzazioni di acqua soprattutto nei <strong>per</strong>iodi non centrali <strong>dell</strong>a stagione irrigua a causa <strong>dell</strong>a<br />

tendenza ad accrescere le su<strong>per</strong>fici coltivate con colture irrigue e, in particolare, ortive. Per<br />

questo si determina un inasprimento <strong>dell</strong>e condizioni di scarsità <strong>dell</strong>’acqua che è<br />

evidenziato dall’aumento dei livelli dei prezzi ombra <strong>dell</strong>a risorsa. È <strong>per</strong>tanto evidente che<br />

la disponibilità d’acqua risulta strategica <strong>per</strong> affrontare al meglio una eventuale contrazione<br />

<strong>dell</strong>a redditività <strong>dell</strong>e colture COP.<br />

Lo spostamento degli ordinamenti in direzione <strong>dell</strong>e colture ortive rende assai<br />

rilevante la valutazione del potenziale impatto di modifiche <strong>dell</strong>e condizioni di mercato di<br />

questi prodotti. In particolare, emerge che le variazioni relative dei redditi agricoli sono<br />

maggiori <strong>dell</strong>e variazioni dei prezzi dei ortofrutticoli considerate. In generale, i produttori<br />

sono in grado di sfruttare favorevoli condizioni di mercato. Con un aumento dei prezzi<br />

ortofrutticoli, si espandono le su<strong>per</strong>fici destinate a queste colture, generando l’aumento dei<br />

ricavi di vendita, dei costi di produzione e dei consumi idrici. Tale espansione appare<br />

fortemente e direttamente vincolata dalla disponibilità di lavoro e d’acqua. A tal proposito<br />

si nota che un eventuale aumento dei prezzi degli ortofrutticoli inasprisce le condizioni di<br />

scarsità evidenziate <strong>per</strong> l’acqua. Questo indica con chiarezza come la possibilità di sfruttare<br />

favorevoli condizioni di mercato sia in parte condizionato dalla disponibilità di adeguati<br />

volumi di risorse idriche.<br />

L’impatto <strong>dell</strong>a riduzione dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli non è simmetrico<br />

rispetto al caso precedente. In questo caso si hanno, infatti, solo trascurabili modifiche<br />

nell’uso dei suoli e, quindi, nei calendari di utilizzazione <strong>dell</strong>’acqua e nelle condizioni di<br />

scarsità. Ciò evidenzia come, nelle realtà osservate, non esistano <strong>dell</strong>e valide alternative ad<br />

orientamenti produttivi indirizzati nel comparto ortofrutticolo che rappresenta, anche con le<br />

riduzioni dei prezzi <strong>dell</strong>’entità considerata, il comparto in cui le risorse disponibili trovano<br />

la migliore utilizzazione.<br />

67


7. L’applicazione simultanea degli interventi considerati<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA è stato usato anche <strong>per</strong> applicare contemporaneamente la<br />

simulazione dei vari interventi considerati. I risultati ottenuti sono espressi di seguito, dove<br />

si mostra la condizione in cui possono trovarsi quelle agricolture con l’applicazione<br />

simultanea di tre modifiche: l’aumento dei contributi irrigui, l’applicazione piena <strong>dell</strong>a<br />

riforma <strong>dell</strong>e politiche di mercato e la realizzazione dei principali investimenti<br />

programmati. Questi ultimi includono le riconversioni <strong>dell</strong>e reti <strong>per</strong>iferiche di distribuzione<br />

a pelo libero, le o<strong>per</strong>e che espandono l’acqua disponibile <strong>per</strong> i territori consortili, quelle che<br />

comportano l’espansione <strong>dell</strong>e aree servite dai Consorzi. 28 Il quadro di questa simulazione è<br />

detto scenario integrato di base. Esso è ulteriormente modificato sovrapponendo alle tre<br />

categorie d’interventi indicati anche una crescita e una diminuzione dei prezzi dei prodotti<br />

ortofrutticoli. La tabella 7.1 riporta gli effetti economici principali <strong>dell</strong>a simultanea<br />

applicazione degli interventi appena indicati.<br />

Tabella 7.1 - Variazione <strong>per</strong>centuale dei redditi lordi aziendali rispetto alla condizione<br />

di partenza dei Consorzi<br />

Consorzi di Bonifica<br />

Scenario<br />

integrato di<br />

base<br />

Riduzione prezzi<br />

ortofrutticoli<br />

Aumento prezzi<br />

ortofrutticoli<br />

CO - 3,3 - 6,2 - 0,1<br />

VAB - 0,8 - 6,0 + 4,9<br />

BM + 0,1 - 6,1 + 7,4<br />

DS - 0,4 - 5,9 + 6,1<br />

È facile notare che nello scenario integrato di base il Campidano subisce la<br />

maggiore riduzione dei redditi. Qui il peggioramento nasce soprattutto <strong>per</strong> l’impatto di<br />

Agenda 2000, che non si riesce a contrastare con le o<strong>per</strong>e di ristrutturazione <strong>dell</strong>a rete,<br />

basate sulla conversione <strong>dell</strong>e canalette a pelo libero in condotte, che accrescono<br />

l’efficienza di utilizzo <strong>dell</strong>’acqua disponibile. Il peggioramento è determinato dall’esiguità<br />

<strong>dell</strong>a risorsa recu<strong>per</strong>ata e dalla rilevanza assunta dalle produzioni colpite dalla riforma <strong>dell</strong>a<br />

PAC nell’area. Il deterioramento dei redditi è talmente forte, che anche un aumento del 5%<br />

nei prezzi dei prodotti ortofrutticoli non è sufficiente a conservare i livelli di reddito<br />

conseguiti nella condizione di partenza.<br />

28 Gli effetti di questi cambiamenti sono esaminati <strong>per</strong> le aree originariamente servite dai Consorzi.<br />

Nel Vulture e nel Campidano, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> rappresenta anche i territori esterni al Consorzio, dove<br />

alcuni interventi producono anche forti aumenti dei redditi espandendovi l’irrigazione. La peculiarità<br />

di quei casi ha spinto a sviluppare il confronto solo tra le zone originariamente servite dai Consorzi e<br />

a considerare le aree d’espansione solo quando il cambiamento <strong>dell</strong>a loro condizione diventa<br />

rilevante.<br />

68


Va <strong>per</strong>ò detto che la situazione di quella zona può mutare se il Consorzio adotta un<br />

sistema di gestione dei volumi d’acqua simile a quello attivato nelle condizioni di siccità<br />

del 1995. In quel caso a ogni azienda furono attribuiti dei diritti su un certo volume<br />

d’acqua. Le imprese potettero allocare liberamente quell’acqua tra i <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>’anno e il<br />

Consorzio s’impegnò a garantirgli la fornitura, vigilando sul rispetto dei limiti<br />

d’adacquamento pattuiti. Questo sistema renderebbe su<strong>per</strong>flui i comportamenti<br />

precauzionali degli agricoltori, che adottano ordinamenti colturali i cui fabbisogni idrici si<br />

concentrano in primavera in modo da non subire la scarsità idrica del <strong>per</strong>iodo estivo –<br />

autunnale. La vigilanza e la garanzia di consegna devono generare fiducia negli agricoltori,<br />

spingendoli a valutare la redditività <strong>dell</strong>e colture senza temere i rischi <strong>dell</strong>’indisponibilità<br />

idrica autunnale.<br />

I risultati <strong>dell</strong>a simulazione, che non sono riportati nella tabella, indicano che questa<br />

gestione può ribaltare il quadro <strong>dell</strong>a tabella 7.1, aumentando del 10% il reddito <strong>dell</strong>a zona.<br />

Va <strong>per</strong>ò detto che l’applicazione di questa misura richiederebbe al Consorzio un impegno<br />

amministrativo e di vigilanza che può far crescere notevolmente gli oneri di gestione. Ciò<br />

richiederebbe di aumentare i contributi irrigui neutralizzando in parte l’aumento del reddito<br />

aziendale. L’attivazione di queste quote <strong>per</strong> azienda richiederebbe poi di modificare il<br />

sistema di gestione <strong>dell</strong>’acqua. Si dovrebbero, infatti, attivare dei sistemi che assecondano<br />

le esigenze di crescita <strong>dell</strong>e aziende più efficienti e non congelano l’uso <strong>dell</strong>’acqua al<br />

quadro stabilito dalle assegnazioni iniziali. Sistemi di questo tipo non sono stati<br />

s<strong>per</strong>imentati, <strong>per</strong>ché il Campidano ha applicato la misura solo in condizioni d’emergenza.<br />

Nella simulazione s’ipotizza invece che l’impiego avvenga anche nelle annate di normale<br />

disponibilità <strong>dell</strong>a risorsa idrica.<br />

Anche il Vulture presenta un impatto negativo <strong>dell</strong>o scenario integrato sull’area<br />

correntemente servita dal Consorzio. In questo caso, <strong>per</strong>ò, sono rilevanti gli effetti sulle<br />

zone d’espansione <strong>dell</strong>a rete consortile: infatti, il reddito lordo del territorio che include<br />

anche queste aree può crescere del 3,8% grazie all’insieme degli investimenti programmati.<br />

L’aumento è rilevante se confrontato con l’impatto <strong>dell</strong>’applicazione di Agenda 2000, che<br />

nel Vulture dovrebbe ridurre i redditi aziendali reali di oltre 2 miliardi di lire l’anno.<br />

L’impatto sarebbe molto severo nelle aree che non possono praticare l’irrigazione, dove<br />

Agenda 2000, da sola, farebbe scendere il reddito di 8 punti <strong>per</strong>centuali contro 4,3 <strong>dell</strong>a<br />

diminuzione sofferta nei territori consortili. È, dunque, chiaro che la possibilità di irrigare<br />

sarà cruciale <strong>per</strong> contrastare la riduzione dei redditi dovuta alla riforma <strong>dell</strong>a politica<br />

agricola, con la riduzione dei prezzi dei prodotti che ne dovrebbe scaturire.<br />

I tratti di queste evoluzioni si trovano anche nell’altro territorio lucano del Bradano.<br />

Qui i risultati <strong>dell</strong>o scenario integrato mostrano che solo se aumentano le disponibilità<br />

idriche si può far crescere la coltivazione di ortive e si può fronteggiare il calo dei redditi<br />

dovuto all’attivazione di Agenda 2000. Anche qui, si hanno miglioramenti di una certa<br />

entità nei distretti che possono accrescere la loro dotazione idrica grazie alle o<strong>per</strong>e<br />

progettate. Queste ultime sono cruciali <strong>per</strong>ché invece, presa da sola, la riforma di Agenda<br />

69


2000 riduce quasi del 3% i redditi medi <strong>dell</strong>e aziende e produce gli effetti più gravi negli<br />

schemi idrici meno dotati d’acqua. Si conferma quindi che la possibilità d’irrigare è basilare<br />

<strong>per</strong> contrastare il declino dei redditi agricoli dovuto all’abolizione dei sistemi che hanno<br />

protetto il mercato agricolo europeo nei decenni precedenti. Allo stesso tempo appare<br />

importante che si abbia un miglioramento nei sistemi aziendali di utilizzo <strong>dell</strong>’acqua. In<br />

particolare, si possono avere aumenti dei redditi aziendali cospicui e diffusi a tutto il<br />

territorio, migliorando le tecniche irrigue nei frutteti. Ciò induce un forte risparmio idrico<br />

che, a sua volta, accresce la coltivazione <strong>dell</strong>e ortive più ricche e <strong>dell</strong>e rese nei frutteti.<br />

Naturalmente, è difficile predire i tempi e, soprattutto, le possibilità di rendere concreti i<br />

fattori che determinano questo quadro. Emerge <strong>per</strong>ò chiaramente la necessità di dedicare<br />

uno sforzo di assistenza alle aziende <strong>per</strong>ché adottino tecniche di utilizzazione più efficiente<br />

<strong>dell</strong>a risorsa idrica.<br />

Nel Destra Sele lo scenario integrato fa leggermente ridurre i redditi <strong>dell</strong>e aziende.<br />

Ciò è causato essenzialmente dal calo dei redditi nei territori che subiscono lo scadimento<br />

nella qualità <strong>dell</strong>a risorsa idrica utilizzata. Questo problema è prefigurato con uno scenario<br />

estremo che impedisce totalmente l’utilizzo di quest’acqua da parte <strong>dell</strong>e aziende. È <strong>per</strong>ò<br />

evidente che le misure destinate a compensare questa sottrazione non sono sufficienti a<br />

limitare la <strong>per</strong>dita di reddito subita dal complesso del territorio. Il declino del reddito <strong>dell</strong>a<br />

zona diviene ancora più consistente se si riduce la portata dei fiumi Sele e Tusciano, con<br />

un’accentuazione dei fenomeni di scarsità che già si sono aggravati negli ultimi venti anni.<br />

In tal caso solo le zone che beneficiano <strong>dell</strong>a ristrutturazione <strong>dell</strong>a rete possono contenere il<br />

deterioramento del reddito. Ciò conferma l’importanza di o<strong>per</strong>e che migliorino l’efficienza<br />

<strong>dell</strong>a rete e, caso mai, indica che i progetti nell’area in esame sono invece alquanto limitati.<br />

70


SEZIONE 3<br />

Caratteristiche, struttura e gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

8. Obiettivi e caratteristiche dei sistemi di supporto alla gestione <strong>dell</strong>e<br />

risorse idriche<br />

Le modalità di gestione dei Consorzi di irrigazione sono in continua evoluzione al<br />

fine di rispondere alle crescenti esigenze degli utenti e del complesso <strong>dell</strong>a società. In<br />

particolare, i Consorzi tendono ad o<strong>per</strong>are in condizioni strutturali diverse dal passato<br />

caratterizzate da ricorrenti condizioni di scarsità <strong>dell</strong>a risorsa dovute sia al ciclico ripetersi<br />

di condizioni climatiche estreme, sia ad una crescente competizione <strong>per</strong> l’uso <strong>dell</strong>’acqua da<br />

parte di altri utilizzatori. Ciò implica la necessità di trasmettere agli utenti finali la nozione<br />

di questa scarsità sollecitandoli ad azioni di risparmio idrico, di riallocare l’acque<br />

disponibile tra <strong>per</strong>iodi diversi <strong>dell</strong>a stagione irrigua, nonché di realizzare interventi di<br />

riabilitazione <strong>dell</strong>e strutture esistenti al fine di razionalizzare il servizio e di ridurre le<br />

<strong>per</strong>dite di rete. Inoltre, le condizioni economiche generali impongono ai Consorzi di<br />

modificare l’entità e la struttura <strong>dell</strong>e contribuzioni degli agricoltori in modo da coprire una<br />

sempre più rilevante quota dei costi che essi sostengono <strong>per</strong> la gestione <strong>dell</strong>a risorsa idrica.<br />

Infine, a seguito di quanto indicato nella Direttiva quadro nel settore <strong>dell</strong>e acque del<br />

Parlamento e del Consiglio Europeo 29 , si sente l’esigenza di identificare un sistema di<br />

contribuzione che indichi con maggiore chiarezza agli utilizzatori finali anche i costi<br />

ambientali associati alla sua utilizzazione e che sia più direttamente legato all’effettivo<br />

livello d’uso <strong>dell</strong>a risorsa idrica. Questi fattori spingono i Consorzi a migliorare l'efficienza<br />

<strong>dell</strong>a gestione <strong>dell</strong>a risorsa e la qualità del servizio offerto agli utilizzatori in modo da<br />

giustificare eventuali incrementi nei livelli <strong>dell</strong>e contribuzioni e da contenerne l’entità entro<br />

livelli accettabili <strong>per</strong> i produttori agricoli.<br />

Tutto ciò richiede ai Consorzi uno rilevante sforzo di adattamento che può essere<br />

agevolato dalla disponibilità di informazioni sistematiche, aggiornate e, soprattutto,<br />

indirizzate sugli aspetti più rilevanti dei problemi che essi devono affrontare. A questo<br />

riguardo appare importante che le informazioni non riguardino solo le caratteristiche <strong>dell</strong>e<br />

strutture di captazione e di distribuzione <strong>dell</strong>e risorse irrigue, ma anche le caratteristiche<br />

strutturali <strong>dell</strong>e aziende agricole consorziate e le condizioni politiche e di mercato in cui<br />

esse o<strong>per</strong>ano. E’ inoltre importante che le informazioni siano anche organizzate in modo da<br />

poter valutare l’impatto di possibili scelte gestionali o di modifica <strong>dell</strong>e condizioni esterne<br />

(mercato dei prodotti agricoli, riforma <strong>dell</strong>e politiche agrarie, etc.) sulle scelte produttive,<br />

sull’uso <strong>dell</strong>’acqua e sui risultati economici <strong>dell</strong>e aziende consorziate. Ciò implica la<br />

29 Dir. 2000/60/CE del 23 Ottobre 2000; G.U. L 327 del 22.12.2000.


necessità di dotarsi di strumenti in grado di rappresentare come tutti questi elementi<br />

influenzano i comportamenti e le scelte tecnologiche e produttive degli imprenditori<br />

agricoli. Ad esempio, essi rispondono a condizioni di carenza di acqua o a incrementi nel<br />

suo costo modificando gli ordinamenti colturali e adottando tecniche di irrigazione<br />

localizzata caratterizzate da una maggiore efficienza nell’uso di questa risorsa. D’altra parte<br />

essi indirizzano le loro scelte produttive verso quelle specifiche attività che il contesto di<br />

mercato e di politica agraria rende più remunerativi. L’analisi dei comportamenti dei<br />

produttori agricoli diviene rilevante nello studio <strong>dell</strong>’uso <strong>dell</strong>’acqua in agricoltura sia<br />

<strong>per</strong>ché l’aggiustamento dei produttori nelle aree di produzione orticola risulta spesso<br />

estremamente rapido e, in alcune circostanze, di notevole entità, sia <strong>per</strong>ché ciò comporta<br />

modifiche non trascurabili nel modo in cui la risorsa idrica è utilizzata.<br />

Ciò evidenzia la necessità di dotarsi di strumenti analitici in grado di passare dalla<br />

fase descrittiva <strong>dell</strong>a realtà a quella interpretativa. Tuttavia, la complessità e la dimensione<br />

del problema rendono necessario il ricorso a strumenti analitici che <strong>per</strong>mettono di<br />

manipolare ed interpretare in forma coerente ed efficiente le numerose informazioni che lo<br />

descrivono. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> sviluppato rientra nell’ambito dei mo<strong>dell</strong>i di programmazione<br />

matematica e appare adeguato al raggiungimento <strong>dell</strong>e finalità del supporto alle decisioni<br />

nella gestione <strong>dell</strong>e risorse irrigue <strong>per</strong> vari motivi. Non a caso questo tipo di strumenti è<br />

stato utilizzato <strong>per</strong> lo studio <strong>dell</strong>’economia <strong>dell</strong>e aree irrigue in molte analisi come ad<br />

esempio, soffermandosi solo ai più recenti, quelli di Bartolini et al. (2005); Bartolini et al.<br />

(2007); Blanco et al. (2004); Calatrava e Garrido (2003); Chinnici et al. (2006); Dono et al.<br />

(2005); Dono e Severini (2002, 2004, 2005); Gallerani et al. (2004).<br />

In primo luogo quest’approccio richiede l’esplicita identificazione <strong>dell</strong>a logica che<br />

guida il comportamento degli agenti, <strong>dell</strong>’insieme <strong>dell</strong>e attività che essi possono realizzare,<br />

nonché i vincoli che condizionano le loro scelte. Inoltre, disaggregando la composita realtà<br />

<strong>dell</strong>e aziende agricole sulla base <strong>dell</strong>e loro dimensioni, indirizzo produttivo e localizzazione<br />

all’interno <strong>dell</strong>’area di studio, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> sviluppato fornisce informazioni altrettanto<br />

disaggregate sulle scelte produttive e sui risultati economici di queste specifiche realtà<br />

aziendali rappresentative. Chiaramente ciò su<strong>per</strong>a di molto i limiti di approcci più aggregati<br />

di cui spesso i Consorzi dispongono e che forniscono solo indicazioni medie fortemente<br />

aggregate a livello <strong>territoriale</strong>. <strong>Un</strong>’altra apprezzata caratteristica <strong>dell</strong>a programmazione<br />

matematica è che essa offre <strong>dell</strong>e informazioni non direttamente osservabili nella realtà, ma<br />

particolarmente rilevanti anche nel caso <strong>dell</strong>a gestione <strong>dell</strong>a risorsa idrica. Infatti, questo<br />

tipo di mo<strong>dell</strong>i fornisce indicazioni sui livelli dei prezzi ombra relativi ai vincoli tra cui, ad<br />

esempio, quelli che specificano la disponibilità di acqua nei vari <strong>per</strong>iodi e nelle diverse aree<br />

consortili; quelli relativi ad alcune caratteristiche tecniche <strong>dell</strong>a rete di distribuzione; quelli<br />

relativi alla disponibilità di terra e di lavoro. Il prezzo ombra rappresenta infatti una stima<br />

numerica <strong>dell</strong>a stringenza dei relativi vincoli poiché indica di quanto migliorerebbero i<br />

risultati economici <strong>dell</strong>e aziende agricole (es. reddito) qualora il vincolo considerato<br />

potesse essere allentato aumentando di una unità la disponibilità <strong>dell</strong>a risorsa considerata<br />

72


(Paris, 1991; De Benedictis e Cosentino, 1979; Hazell e Norton, 1986) 30 . Infine, la<br />

programmazione matematica consente di effettuare <strong>dell</strong>e simulazioni che possono<br />

prevedere sia la modifica di singoli parametri ritenuti di particolare importanza (o su cui si<br />

dispone solo di un’informazione incerta), sia la modifica contemporanea di più parametri<br />

che potrebbero modificarsi a seguito, ad esempio, di articolati interventi di politica agraria o<br />

di innovative scelte di gestione <strong>dell</strong>a risorsa idrica. In particolare, ogni simulazione parte<br />

dalla modifica di un insieme di parametri del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> (come, ad esempio: i livelli dei prezzi<br />

di alcuni prodotti, degli aiuti diretti unitari associati ad alcune attività colturali, dei prezzi di<br />

alcuni fattori tra cui quello <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> irrigazione) a cui segue la rielaborazione di una<br />

nuova soluzione. Il confronto tra i risultati <strong>dell</strong>e condizioni di base e quelli <strong>dell</strong>e condizioni<br />

simulate <strong>per</strong>mette di evidenziare che tipo di impatto le modifiche effettuate determinano in<br />

termini, ad esempio, di ordinamenti colturali, scelte tecnologiche ed uso <strong>dell</strong>e risorse<br />

idriche, nonché di risultati economici <strong>dell</strong>e aziende e di potenziali entrate consortili.<br />

Il prossimo paragrafo presenta le caratteristiche generali e la struttura del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

sviluppato tornando con maggiore dettaglio sulle ragioni di alcune scelte metodologiche<br />

effettuate. In un successivo paragrafo si indicano invece i dati necessari <strong>per</strong> la definizione<br />

del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e le procedure sviluppate <strong>per</strong> la loro gestione. <strong>Un</strong> altro paragrafo presenta il<br />

programma MEGRIA che è stato sviluppato <strong>per</strong> agevolare la gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e <strong>dell</strong>e<br />

informazioni che lo compongono da parte degli utenti. L’ultimo paragrafo sintetizza alcune<br />

riflessioni su potenzialità e limiti <strong>dell</strong>o strumento sviluppato.<br />

30 Ad esempio, se ci si riferisce alla disponibilità di acqua <strong>per</strong> irrigazione nella prima decade di<br />

Giugno, il prezzo ombra indica di quanti Euro aumenterebbe il reddito <strong>dell</strong>e aziende cui corrisponde<br />

il vincolo qualora fosse reso disponibile un metro cubo aggiuntivo di acqua in quel <strong>per</strong>iodo.<br />

73


9. Caratteristiche e struttura del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> utilizzato nell’analisi<br />

9.1 Caratteristiche generali del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di programmazione lineare sviluppato rappresenta l’uso <strong>dell</strong>e risorse<br />

agricole in specifiche aree di studio che possono essere definite sulla base di criteri<br />

amministrativi, gestionali o ambientali. Ad esempio, l’area potrebbe essere quella ricadente<br />

in uno specifico bacino idrografico più eventuali altre aree ad esse collegate mediante o<strong>per</strong>e<br />

di distribuzione <strong>dell</strong>e risorse idriche. All’interno di questa area, alcune sue porzioni<br />

possono essere servite da Consorzi di bonifica ed irrigazione, mentre altre potrebbero<br />

risultare esterne all’area consortile. Per tenere conto di tali suddivisioni, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> ha una<br />

struttura di tipo regionale cioè è suddiviso in blocchi ciascuno dei quali si riferisce ad una<br />

porzione <strong>dell</strong>’area di studio e a specifici gruppi di aziende. Infatti, <strong>per</strong> tenere conto <strong>dell</strong>a<br />

eterogeneità <strong>dell</strong>e caratteristiche produttive e strutturali <strong>dell</strong>e aziende agricole, le aziende<br />

sono aggregate in gruppi ciascuno dei quali si differenzia dagli altri <strong>per</strong> caratteristiche<br />

strutturali (qualità e dotazione di risorse fisse nel breve <strong>per</strong>iodo) e <strong>per</strong> indirizzo produttivo<br />

(es. zootecniche, frutticole, cerealicole, etc.) (Hazell e Norton, 1986). In definitiva,<br />

l’insieme <strong>dell</strong>e aziende <strong>dell</strong>’area di studio è aggregato in macro-aziende (nel prosieguo<br />

denominate semplicemente “aziende”) caratterizzate da una specifica localizzazione e da<br />

specifiche caratteristiche strutturali e produttive che variano al variare <strong>dell</strong>’area considerata<br />

e che possono essere definite come aziende rappresentative (De Benedictis e Cosentino,<br />

1979). <strong>Un</strong>a sintetica definizione <strong>dell</strong>’articolazione <strong>dell</strong>e aziende rappresentative considerate<br />

nel <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> nelle quattro aree di studio è riportata nella Tabella 9.1.<br />

La struttura a blocchi del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> rappresenta il fatto che molti vincoli agiscono a<br />

livello <strong>dell</strong>e singole aziende (es. lavoro familiare e terra), mentre altri agiscono invece a<br />

livello <strong>dell</strong>’intera area (es. lavoro salariato avventizio) o in porzioni di essa (es. acqua)<br />

(Hazell e Norton, 1986).<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> massimizza una funzione obiettivo data dalla somma dei margini lordi<br />

<strong>dell</strong>’insieme <strong>dell</strong>e aziende considerate nell’area di studio identificando il livello ottimale di<br />

un insieme di variabili e assicurando il rispetto di un elevato numero di vincoli. Nel<br />

proseguo del paragrafo si presentano le principali caratteristiche <strong>dell</strong>e variabili del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

mentre i successivi paragrafi presentano la funzione obiettivo e i vincoli del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>.<br />

Le variabili di scelta del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> fanno riferimento a tre gruppi di attività: quelle<br />

relative alle attività colturali, quelle relative alla acquisizione di lavoro esterno e quelle<br />

relative alla risorsa idrica. Il primo gruppo contiene le attività colturali e le o<strong>per</strong>azioni<br />

colturali trasferibili. Le prime sono articolate in modo da rappresentare diverse tecniche di<br />

produzione: ad esempio, una determinata coltura irrigua può essere praticata utilizzando<br />

diverse forme di irrigazione.<br />

74


Le o<strong>per</strong>azioni colturali trasferibili consentono di rappresentare il fatto che, nei<br />

contesti analizzati, esse possono essere realizzate in diversi <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>a stagione. Si tratta<br />

spesso di o<strong>per</strong>azioni di preparazione dei terreni che occupano terra dal momento in cui si<br />

realizza la lavorazione al momento in cui si effettua la semina o il trapianto, o che,<br />

attraverso la loro realizzazione, rendono libero il terreno <strong>per</strong> effettuare una successiva<br />

attività colturale. In tutti i casi tali o<strong>per</strong>azioni possono essere posticipate o anticipate - entro<br />

certi limiti - in funzione <strong>dell</strong>e esigenze aziendali. Le attività di trasferimento del solo lavoro<br />

rappresentano la situazione in cui determinate o<strong>per</strong>azioni colturali possono essere effettuate<br />

in un <strong>per</strong>iodo piuttosto esteso <strong>per</strong> cui i produttori decidono in quali <strong>per</strong>iodi realizzarle in<br />

base alle loro disponibilità di lavoro.<br />

Infine, sono state considerate <strong>dell</strong>e attività di investimento che si attivano <strong>per</strong><br />

rendere possibile l’espansione di o<strong>per</strong>azioni connesse alla pratica irrigua. Queste attività<br />

determinano un aumento dei costi che è direttamente proporzionale alle su<strong>per</strong>fici utilizzate<br />

dalle colture irrigate e che su<strong>per</strong>ano il livello rilevato nelle condizioni di base. Questo tipo<br />

di rappresentazione è importante <strong>per</strong> valutare in modo accurato l’impatto di quegli<br />

interventi strutturali che consentono di aumentare l’estensione <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici irrigate.<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> ha anche attività che rappresentano l’acquisizione di lavoro salariato<br />

avventizio da parte <strong>dell</strong>e aziende ed esse sono articolate nei vari <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>’anno.<br />

Infine, alcune variabili del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> riguardano l’uso <strong>dell</strong>’acqua nelle aziende. Infatti<br />

si considera sia l’acqua distribuita dai Consorzi sia, ove presente, anche quella direttamente<br />

prelevata dalle singole aziende da pozzi o da altre fonti aziendali nei vari <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>a<br />

stagione irrigua.<br />

9.2. Funzione obiettivo<br />

La funzione obiettivo, costituita dalla somma dei margini lordi derivanti dalle varie<br />

attività realizzate nelle diverse aziende, è lineare poiché si ipotizza che i livelli dei prezzi<br />

relativi ai beni prodotti e ai fattori utilizzati siano dati esogeni cioè indipendenti dalle scelte<br />

<strong>dell</strong>’insieme dei produttori <strong>dell</strong>’area di studio. Si noti che il valore <strong>dell</strong>a funzione obiettivo,<br />

così come quello dei prezzi di tutti i prodotti e fattori nonché degli aiuti unitari, deve essere<br />

interpretato come valore atteso cioè il valore a cui i produttori agricoli fanno riferimento in<br />

fase di pianificazione <strong>dell</strong>e loro scelte produttive. Per questo motivo in genere si utilizzano i<br />

prezzi realizzati nella campagna di commercializzazione precedente a quella cui si riferisce<br />

il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>.<br />

L’ipotesi di costanza dei prezzi di mercato potrebbe rappresentare un limite in<br />

alcune circostanze dato che, in presenza di una consistente variazioni <strong>dell</strong>’offerta di prodotti<br />

o <strong>dell</strong>a domanda di fattori produttivi, i prezzi di mercato di questi prodotti o fattori<br />

potrebbero modificarsi rispetto ai livelli riscontrati nelle condizioni di base.<br />

75


Tabella 9.1 - Aziende rappresentative nel <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> nelle quattro aree di studio.<br />

Ripartizione <strong>dell</strong>’area in distretti e tipologie aziendali<br />

Bradano Metaponto Destra Sele Vulture Campidano<br />

Distretti Distretti Distretti Distretti<br />

D1 Monte Cotugno 1 D1 Pelo libero ME1 Melfi 1 D1<br />

Alta pressione<br />

sollevamento<br />

D2 Monte Cotugno 2 D2 Zona bassa ME2 Melfi 2 D2<br />

Bassa pressione<br />

sollevamento<br />

D3 Monte Cotugno 3 D3<br />

Fascia<br />

Pelo libero<br />

ME3 Melfi 3 D3<br />

litoranea<br />

sollevamento<br />

D4 Agri Gannano 1 D4<br />

Castrullo<br />

nuovo<br />

ME4 Melfi 4 D4 Pelo libero gravità<br />

D5 Agri Gannano 2 D5 Tusciano GA1<br />

Gaudiano<br />

Alto 1<br />

D5 Fuori Consorzio<br />

D6<br />

Bradano San<br />

Gaudiano<br />

GA2<br />

Giuliano 2<br />

Alto 2<br />

D7<br />

Bradano San<br />

Gaudiano<br />

GA3<br />

Giuliano 3<br />

Alto 3<br />

D8 Basentello GV1<br />

Gaudiano<br />

Valle 1<br />

GV2<br />

Gaudiano<br />

Valle 2<br />

GV3<br />

Gaudiano<br />

Valle 3<br />

GV4<br />

Gaudiano<br />

Valle 4<br />

MNM<br />

Monte<br />

Milone<br />

• • • • • •<br />

Tipologie aziendali Tipologie aziendali<br />

Tipologie<br />

aziendali<br />

Tipologie aziendali<br />

S1 Piccole FRP<br />

Fruttifera<br />

piccola<br />

S1 Piccole S1 Ortive medio-piccole<br />

S2 Grandi FRG<br />

Fruttifera<br />

Ordinamento misto<br />

S2 Medie S2<br />

grande<br />

piccole<br />

ORP<br />

Orticola<br />

Ordinamento misto<br />

S3 Grandi S3<br />

piccola<br />

medie<br />

ORG<br />

Orticola<br />

Ordinamento misto<br />

S4 Bovine S4<br />

grande<br />

grandi<br />

SRP<br />

Serricola<br />

piccola<br />

S5 Ovini<br />

SRG<br />

Serricola<br />

grande<br />

S6 Risicole<br />

BUF Bufalina<br />

Numero di tipologie aziendali rappresentate nel <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>:<br />

16 21 28 19<br />

76


Si noti tuttavia che, <strong>per</strong> la maggioranza dei prodotti e dei fattori, i livelli dei prezzi<br />

risultano determinati dalle condizioni vigenti sui mercati nazionali (a loro volta collegati ai<br />

mercati internazionali) e non dalle condizioni vigenti a livello locale 31 . I prezzi <strong>dell</strong>a<br />

maggioranza dei fattori (es. tutti i fattori di origine industriale) non risentono <strong>dell</strong>e<br />

condizioni di mercato locali, mentre in altri casi essi sono essenzialmente determinati dalle<br />

condizioni economiche generali <strong>dell</strong>’area (es. prezzo del lavoro). Diversa è invece la<br />

situazione <strong>per</strong> quanto riguarda i fattori strettamente legati all’attività agricola tra cui, in<br />

particolare, quello <strong>dell</strong>a terra. A questo proposito, a differenza di precedenti analisi (Dono,<br />

Liberati e Severini, 2001), il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato modificato <strong>per</strong> poter eventualmente tenere<br />

conto <strong>dell</strong>a possibilità di scambio di terreni attraverso l’affitto: in particolare, esso consente<br />

di rappresentare endogenamente le condizioni di offerta e di domanda giungendo ad un<br />

equilibrio di mercato.<br />

Dal punto di vista dei ricavi, la funzione obiettivo considera quelli derivanti dalla<br />

vendita dei prodotti ottenuti e dagli aiuti diretti forniti dalle politiche agricole <strong>dell</strong>’UE<br />

(PAC). Rispetto a questi ultimi, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è in grado di rappresentare sia la configurazione<br />

del sistema di aiuti precedente alla riforma Fischler del 2003, sia il nuovo Regime <strong>Un</strong>ico di<br />

Pagamento (e la modulazione) introdotto da tale riforma e applicato in Italia dal 2005. Tutti<br />

i prezzi dei prodotti e dei fattori produttivi (incluso quello relativo all’acqua) possono<br />

essere modificati <strong>per</strong> effettuare <strong>dell</strong>e simulazioni: ad esempio, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può fornire la<br />

nuova soluzione che si determina a seguito di una modifica dei livelli di prezzo di alcuni<br />

prodotti (es. prezzi di alcuni ortaggi), <strong>dell</strong>e modalità di contribuzione <strong>per</strong> l’acqua fornita dal<br />

Consorzio (es. passaggio dal sistema <strong>dell</strong>’ettaro coltura a quello basato sull’effettivo<br />

consumo espresso in termini di metri cubi prelevati), nonché dei prezzi dei mezzi tecnici<br />

acquistati dalle aziende.<br />

Per quanto riguarda i costi, si considerano tutti quelli relativi all’acquisizione dei<br />

mezzi tecnici necessari <strong>per</strong> svolgere le specifiche attività produttive considerate quali, tra<br />

gli altri, carburanti e lubrificanti, concimi organici e minerali, antiparassitari e diserbanti,<br />

noleggi; quelli relativi all’acquisizione di lavoro esterno salariato (non-familiare); quelli<br />

relativi all’acquisizione <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> irrigazione.<br />

Questi ultimi costi sono articolati <strong>per</strong> tenere conto <strong>dell</strong>e varie situazioni presenti<br />

nelle diverse realtà di studio. Per quanto riguarda l’acqua prelevata direttamente da fonti<br />

aziendali quali pozzi o fiumi, sono stati considerati i costi medi di pompaggio ricostruiti<br />

tenendo conto <strong>dell</strong>e condizioni tecnologiche e strutturali che caratterizzano le specifiche<br />

realtà. Per l’acqua consortile, sono stati considerati i sistemi di contribuzione definiti<br />

secondo gli schemi approntati dai diversi Consorzi. In generale, questi possono essere<br />

31 Per quanto riguarda i prodotti, gli unici problemi potrebbero verificarsi <strong>per</strong> quei prodotti che <strong>per</strong><br />

la loro natura richiedono, prima <strong>dell</strong>’avvio al mercato, un processo di manipolazione e stoccaggio<br />

nelle strutture locali. In questo caso un eventuale consistente aumento <strong>dell</strong>’offerta di materia prima<br />

potrebbe determinare la saturazione dei canali di commercializzazione locali e, quindi, una<br />

contrazione dei prezzi.<br />

77


definiti sulla base dei metri cubi di acqua utilizzati (es. distributori automatizzati <strong>per</strong>sonali<br />

del tipo “acqua-card”), sulla base <strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie investita con le diverse colture – modalità<br />

di irrigazione (Criterio <strong>dell</strong>’ettaro-coltura) o, infine, sulla base <strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie totale o<br />

attrezzata totale a prescindere che essa sia coltivata con colture irrigue o meno. Inoltre i<br />

ruoli unitari sono quasi sempre differenziati tra le diverse porzioni <strong>dell</strong>’area servita dai<br />

Consorzi <strong>per</strong> tenere conto dei diversi livelli di affidabilità e qualità del servizio offerto. Il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è strutturato in modo da consentire non solo di valutare modifiche dei livelli dei<br />

pagamenti, ma anche di passare agevolmente da un criterio di pagamento ad un altro.<br />

La funzione obiettivo contiene anche una componente che tiene conto dei costi<br />

relativi agli investimenti necessari all’espansione <strong>dell</strong>e attività colturali irrigue. Come già<br />

indicato, questi costi sono considerati solo quando l’entità <strong>dell</strong>e colture irrigue su<strong>per</strong>a i<br />

livelli osservati nelle singole realtà aziendali nelle condizioni di base. Essi sono calcolati<br />

moltiplicando un coefficiente derivato da una stima <strong>dell</strong>’investimento annuo <strong>per</strong> ettaro<br />

aggiuntivo coltivato con colture irrigue <strong>per</strong> l’entità <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici irrigate che su<strong>per</strong>a il<br />

livello di base. In questo senso il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> rappresenta questo aspetto utilizzando un<br />

approccio di equilibrio stazionario alle scelte di investimento (Hazell e Norton, 1986).<br />

9.3. Vincoli<br />

I vincoli del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, che ne rappresentano la struttura portante, possono essere<br />

raggruppati in diverse categorie che si presentano in tutte le aree di studio in cui il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

è stato utilizzato.<br />

a) Vincoli relativi al lavoro<br />

<strong>Un</strong> primo gruppo di vincoli assicura che, <strong>per</strong> ciascuna azienda e <strong>per</strong>iodo,<br />

l’utilizzazione di lavoro sia sempre inferiore o al massimo pari alla disponibilità di lavoro.<br />

Quest’ultima è data dalla disponibilità di lavoro familiare e salariato fisso, nonché dal<br />

lavoro esterno avventizio acquisito sul mercato. La prima categoria di lavoro può essere<br />

utilizzata solo all’interno <strong>dell</strong>’azienda a cui è assegnato non considerando l’ipotesi che<br />

parte di esso possa essere ceduto all’esterno 32 . Tutte le aziende di una area di studio<br />

competono <strong>per</strong> acquisire sul mercato il lavoro avventizio poiché, in ciascuna area di studio,<br />

è stata identificata una disponibilità di lavoro massima <strong>per</strong> ciascun <strong>per</strong>iodo. Pertanto, fino a<br />

che tutta la disponibilità non è stata utilizzata, le aziende possono aumentare l’utilizzazione<br />

32 Questa assunzione è stata accettata in quanto risulta estremamente difficile acquisire informazioni<br />

accurate e rappresentative sul comportamento <strong>dell</strong>’insieme dei membri <strong>dell</strong>e famiglie agricole. In<br />

particolare, le informazioni raccolte a livello aziendale si riferivano esplicitamente solo alla quantità<br />

di lavoro familiare disponibile <strong>per</strong> l’uso in attività agricole aziendali rendendo improponibile l’uso di<br />

approcci più complessi quali, ad esempio, i mo<strong>dell</strong>i azienda-famiglia (household models).<br />

78


di questo fattore pagando un prezzo che si mantiene fisso indipendentemente dall’entità<br />

<strong>dell</strong>a domanda 33.<br />

Per quanto riguarda l’utilizzazione del lavoro nelle attività agricole, si è tenuto conto<br />

che alcune o<strong>per</strong>azioni colturali possono in realtà essere realizzate in un arco di tempo che<br />

abbraccia più <strong>per</strong>iodi. Come già indicato, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> include le attività di trasferimento di<br />

lavoro (che consentono di decidere come allocare il lavoro nei vari <strong>per</strong>iodi ammissibili) e<br />

dei vincoli che assicurano che la somma <strong>dell</strong>e ore di lavoro trasferite sia sufficiente a<br />

realizzare le attività agricole scelte. Alcune di queste o<strong>per</strong>azioni colturali trasferibili<br />

richiedono, oltre al lavoro, anche l’utilizzazione dei terreni. In questo caso il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è<br />

corredato da due gruppi di vincoli che assicurano contemporaneamente che i fabbisogni<br />

<strong>dell</strong>e colture in termini di o<strong>per</strong>azioni colturali trasferibili e che i fabbisogni di lavoro <strong>dell</strong>e<br />

o<strong>per</strong>azioni colturali trasferibili siano contemporaneamente soddisfatti.<br />

b) Vincoli relativi alla terra<br />

<strong>Un</strong> gruppo di vincoli assicura che non venga utilizzata più terra di quella disponibile<br />

in ciascuna azienda. La terra si differenzia <strong>per</strong> numerosi aspetti quali: la possibilità di essere<br />

irrigata o meno; il <strong>per</strong>iodo di utilizzazione 34 ; le caratteristiche qualitative <strong>dell</strong>a terra che<br />

influenzano la suscettibilità ad alcune coltivazioni e/o i livelli <strong>dell</strong>e rese produttive. Inoltre<br />

sono state considerate le diversità in termini di modalità di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua<br />

consortile (es. a pelo libero, intubato a bassa o alta pressione) che influenzano le tecniche di<br />

irrigazione utilizzabili in azienda. Infine, i terreni sono stati distinti in base alla presenza o<br />

meno di serre o di colture pluriennali (arboree) che sono elementi non modificabili nel<br />

breve <strong>per</strong>iodo ma su cui possono essere realizzate <strong>dell</strong>e simulazioni con il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>.<br />

Rispetto ai vincoli relativi alle colture pluriennali, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> assicura che la su<strong>per</strong>ficie<br />

identificata con ciascun tipo di coltura sia mantenuta costante ma <strong>per</strong>mette di scegliere tra<br />

diverse tecniche produttive.<br />

33 Questa ipotesi appare ragionevole visto che il livello dei prezzi del lavoro esterno è in larga misura<br />

determinato dalle condizioni economiche generali <strong>dell</strong>’area <strong>per</strong> cui anche non trascurabili aumenti<br />

<strong>dell</strong>a domanda agricola non dovrebbero determinare apprezzabili modifiche dei prezzi. Il fatto di<br />

aver considerato una offerta che, una volta esaurite le disponibilità, diviene completamente rigida<br />

appare coerente se inserita nel contesto di breve <strong>per</strong>iodo in cui o<strong>per</strong>a il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. Tuttavia è chiaro<br />

che questo tipo di approccio non rappresenta il fatto che, in presenza di una rilevante disponibilità a<br />

pagare da parte dei produttori agricoli, la quantità di lavoro offerta potrebbe crescere almeno nel<br />

lungo <strong>per</strong>iodo. Purtroppo la carenza di informazioni a riguardo non ha consentito un approccio<br />

diverso il che implica che i dati relativi alla scarsità del fattore lavoro devono essere letti prendendo<br />

in considerazione diversi <strong>per</strong>iodi contemporaneamente con l’obiettivo di ricavare una indicazione<br />

generale relativa al fenomeno.<br />

34 Quest’ultimo aspetto assume particolare rilevanza nelle aree dove sono presenti colture ortive a<br />

ciclo breve.<br />

79


c) Vincoli relativi all’acqua<br />

<strong>Un</strong> primo gruppo di vincoli assicura che, <strong>per</strong> ogni azienda e in ogni <strong>per</strong>iodo di<br />

irrigazione, i fabbisogni di acqua non su<strong>per</strong>ino le disponibilità di acqua.<br />

I fabbisogni aziendali di acqua sono identificati moltiplicando l’entità <strong>dell</strong>e diverse<br />

attività colturali prescelte (che si differenziano non solo <strong>per</strong> tipo di coltura ma anche <strong>per</strong><br />

sistema di irrigazione) <strong>per</strong> i coefficienti relativi ai fabbisogni unitari <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodo. Nella<br />

maggioranza dei casi questi coefficienti variano in base alla localizzazione <strong>dell</strong>e aziende<br />

tenendo conto <strong>dell</strong>a giacitura e <strong>dell</strong>e caratteristiche fisiche dei terreni. Anche su questi<br />

coefficienti è possibile effettuare <strong>dell</strong>e simulazioni <strong>per</strong> verificare, ad esempio, il potenziale<br />

impatto di un particolare andamento climatico (es. stagione particolarmente siccitosa e<br />

calda), oppure <strong>dell</strong>’inserimento di tecniche di irrigazione più efficienti (es. irrigazione<br />

localizzata).<br />

Le disponibilità di acqua sono date dalla somma dei quantitativi forniti dai Consorzi<br />

più l’eventuale acqua attinta da fonti aziendali. In entrambi i casi si considera che parte<br />

<strong>dell</strong>’acqua immessa in rete subisce <strong>dell</strong>e <strong>per</strong>dite che riducono la disponibilità <strong>per</strong> le colture.<br />

Questo fenomeno è considerato nel <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> utilizzando <strong>dell</strong>e stime dei coefficienti di<br />

<strong>per</strong>dita che, sulla base di analisi di campo, sono stati differenziati <strong>per</strong> macro-distretto e, ove<br />

possibile, <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodo. Anche in questo caso è possibile effettuare <strong>dell</strong>e simulazioni <strong>per</strong><br />

valutare il potenziale impatto in termini di scelte produttive e risultati economici aziendali<br />

<strong>dell</strong>a modifica di questi coefficienti che potrebbero essere associati a interventi di<br />

ristrutturazione <strong>dell</strong>a rete (es. da pelo libero a intubato) o a una razionalizzazione <strong>dell</strong>a loro<br />

gestione (es. diverse forme di turnazione).<br />

Per quanto riguarda l’acqua fornita dal Consorzio sono inseriti dei vincoli che<br />

assicurano che la somma <strong>dell</strong>’acqua richiesta dalle aziende nei diversi <strong>per</strong>iodi <strong>dell</strong>a stagione<br />

non su<strong>per</strong>i la disponibilità indicata <strong>per</strong> ciascuno degli schemi irrigui a cui esse<br />

appartengono. Tali disponibilità sono state identificate <strong>per</strong> ciascuno schema irriguo e <strong>per</strong><br />

ciascun <strong>per</strong>iodo sulla base di informazioni fornite dai Consorzi sulle immissioni realizzate<br />

nelle ultime campagne. In generale l’obiettivo è stato quello di identificare una disponibilità<br />

(complessiva e distinta <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodo) che potesse rappresentare un valore atteso di<br />

disponibilità. Anche in questo caso, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> consente di valutare il potenziale impatto<br />

sulle scelte colturali, l’uso di acqua e i risultati economici <strong>dell</strong>e aziende qualora tali<br />

disponibilità venissero ridotte (come ad esempio qualora aumentino i quantitativi di acqua<br />

prelevati a monte del Consorzio <strong>per</strong> altri utenti) o aumentate (a seguito <strong>dell</strong>’attivazione o<br />

riattivazione di alcuni invasi). Ovviamente questo tipo di informazioni assume rilevanza ai<br />

fine <strong>dell</strong>a valutazione <strong>dell</strong>a convenienza <strong>economica</strong> di tali modifiche.<br />

La possibilità di distribuire l’acqua gestita dal Consorzio nei vari lotti irrigui è infine<br />

vincolata dalle potenzialità di trasferimento (portate) <strong>dell</strong>a rete che, in alcuni specifici casi,<br />

condizionano le strategie di distribuzione idrica consortili. Pertanto il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> include<br />

alcuni vincoli che assicurano che, nei vari macro-distretti e nei vari <strong>per</strong>iodi, non sia<br />

distribuita più acqua di quella effettivamente trasferibile date le caratteristiche tecniche<br />

80


<strong>dell</strong>a rete. Anche in questo caso il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> consente di effettuare <strong>dell</strong>e simulazioni in cui si<br />

valuta l’impatto di modifiche <strong>dell</strong>e caratteristiche strutturali <strong>dell</strong>a rete (es. aumento <strong>dell</strong>e<br />

portate massime mediante realizzazione di nuove condotte).<br />

In alcune aree di studio, le aziende possono disporre di acqua attinta direttamente da<br />

altre fonti quali, ad esempio, corsi d’acqua e pozzi. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> include attività di pompaggio<br />

che determinano un costo dato dal prodotto tra costo medio di pompaggio e volume<br />

pompato. L’entità di quest’ultimo è vincolata sulla base <strong>dell</strong>e caratteristiche <strong>dell</strong>a fonte<br />

idrica e <strong>dell</strong>e strutture di pompaggio disponibili in azienda. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> consente di<br />

effettuare <strong>dell</strong>e simulazioni che modificano le condizioni di prelevamento diretto come, ad<br />

esempio, l’introduzione di divieti di attingimento, l’abbassamento dei livelli di falda, la<br />

modifica dei costi o <strong>dell</strong>a capacità di pompaggio.<br />

Come già indicato parlando <strong>dell</strong>a funzione obiettivo, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> include una<br />

variabile che rappresenta la scelta di investimento in capitali di esercizio (essenzialmente<br />

macchine) necessari a realizzare le colture irrigue. <strong>Un</strong> gruppo di vincoli assicura che tale<br />

attività deve essere attivata in misura proporzionale agli ettari di terreno irrigati che<br />

su<strong>per</strong>ano il livello riscontrato nelle condizioni di base.<br />

d) Vincoli rotazionali - agronomici<br />

Come noto, le attività colturali svolte in ciascuna azienda sono legate da una serie di<br />

vincoli di natura rotazionale ed agronomica (Hazell e Norton). Essi assicurano, ad esempio,<br />

che i diversi anni <strong>dell</strong>e colture poliennali siano mantenuti entro determinati rapporti o che<br />

alcune colture o gruppi di colture non eccedano certi livelli <strong>per</strong> assicurare che esse non<br />

ritornino sugli stessi terreni se non dopo un adeguato numero di anni. Infatti, il non rispetto<br />

di questo tipo di prescrizioni può fare insorgere carenze nutrizionali e attacchi parassitari<br />

tali da ridurre notevolmente le potenzialità produttive <strong>dell</strong>e colture. Questo aspetto è<br />

considerato nel <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> includendo quelle prescrizioni di massima consolidate nelle aree di<br />

studio e, <strong>per</strong>tanto, seguite dalla maggioranza dei produttori 35 . Nella maggioranza dei casi<br />

sono stati identificati dei vincoli che assicurano che determinate colture orticole, o gruppi<br />

omogenei di colture ortive, non vadano ad occupare una quota troppo elevata <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici<br />

in modo tale da <strong>per</strong>mettere sempre un avvicendamento colturale in grado di mantenere gli<br />

standard produttivi identificati dalla tecniche utilizzate. Nelle aree in cui i cereali occupano<br />

una rilevante quota di su<strong>per</strong>ficie, sono presenti dei vincoli che, data la natura<br />

tendenzialmente sfruttante di questo gruppo di colture, evitano una successione troppo<br />

stretta di cereali sui terreni.<br />

35 In linea teorica è possibile ipotizzare che esistano <strong>dell</strong>e relazioni continue ed inverse tra il non<br />

rispetto <strong>dell</strong>e prescrizioni agronomiche e la redditività <strong>dell</strong>e colture. Tuttavia nella pratica è assai<br />

difficile disporre di informazioni adeguate alla loro quantificazione e si ricorre a questo tipo di<br />

approccio (Hazell e Norton).<br />

81


e) Vincoli di natura politica<br />

Le scelte aziendali sono condizionate anche da alcune politiche agricole. In<br />

particolare, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> considera sia alcune politiche di controllo <strong>dell</strong>’offerta (quote<br />

produttive, set aside), sia alcune politiche di sussidio alla produzione. Per quanto riguarda il<br />

primo aspetto, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> tiene conto del fatto che i regimi di mercato di alcuni prodotti<br />

sono fortemente condizionati dalla disponibilità in loco di quote produttive. In particolare,<br />

nei mo<strong>dell</strong>i che rappresentano la situazione di base, è previsto che la produzione di<br />

pomodoro da industria e barbabietola da zucchero possa realizzarsi fino alla piena<br />

utilizzazione <strong>dell</strong>e quote disponibili nell’area di studio. Oltre tale livello, generalmente<br />

identificato sulla base <strong>dell</strong>’analisi <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici storicamente coltivate in loco e da colloqui<br />

con testimoni privilegiati, la convenienza alla coltivazione si riduce drasticamente rendendo<br />

l’attività non più remunerativa. Questi vincoli possono essere resi non vincolanti in fase di<br />

simulazione <strong>per</strong> rappresentare e valutare l’impatto di una rimozione dei sistemi di controllo<br />

<strong>dell</strong>’offerta. Per quanto riguarda il set aside sono state identificate le aziende che, in base<br />

alle su<strong>per</strong>fici coltivate a Cereali, Oleaginose e Proteiche (COP), sono soggette al regime di<br />

set aside obbligatorio. Per quanto riguarda i sussidi alla produzione sono considerati quelli<br />

direttamente legati alla quantità prodotta (ad esempio olio d’oliva), quelli concessi in base<br />

alle su<strong>per</strong>fici coltivate con COP o messe a set aside, nonché quelli concessi in forma di<br />

aiuto supplementare alla coltivazione di grano duro nelle aree tradizionali di produzione.<br />

Inoltre, come già rilevato, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è predisposto <strong>per</strong> simulare l’impatto <strong>dell</strong>’applicazione<br />

del Regime <strong>Un</strong>ico di Pagamento e <strong>dell</strong>a modulazione. Rispetto al primo elemento il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> tiene conto dei vincoli relativi alla disponibilità di diritti e a quella <strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie<br />

ammissibile, del mantenimento di alcune componenti di aiuto ancora accoppiate 36 , nonché<br />

la nuova modalità di calcolo del set aside che è basato sulle su<strong>per</strong>fici messe a riposo nel<br />

<strong>per</strong>iodo di riferimento. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> consente di rappresentare il taglio degli aiuti (pari al 5%,<br />

a regime) che la modulazione determina sugli aiuti che, in ciascuna azienda, su<strong>per</strong>ano la<br />

franchigia di 5.000 € <strong>per</strong> azienda (Severini, 2003; Dono e Severini, 2005).<br />

f) Vincoli relativi alle attività zootecniche<br />

In alcune aree di studio le attività zootecniche assumono un ruolo non trascurabile.<br />

Basti pensare, ad esempio, all’allevamento degli ovini nell’area del Campidano di Oristano<br />

o alla zootecnia bufalina nell’area del Destra Sele.<br />

In generale, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> si basa sull’ipotesi di costanza del numero di capi allevati in<br />

ciascuna <strong>dell</strong>e tipologie aziendali. Infatti, le scelte relative al numero di animali da<br />

mantenere in allevamento non si configurano come decisioni di breve <strong>per</strong>iodo <strong>per</strong> cui la<br />

loro rappresentazione come variabile di scelta avrebbe richiesto un approccio diverso e<br />

poco compatibile con le esigenze di analisi a cui il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> si rivolge.<br />

36 Si tratta del pagamento qualità relativo al grano duro e ai pagamenti supplementari previsti<br />

all’Articolo 69 del Reg. (CE) n. 1782/2003 del 29 Settembre 2003. G.U.C.E. L 270 del 21.10.2003.<br />

82


Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> assicura che i fabbisogni alimentari di questi capi siano soddisfatti<br />

identificando dei coefficienti tecnici che indicano, <strong>per</strong> ciascun capo allevato, le su<strong>per</strong>fici da<br />

destinare alle colture atte alla produzione di alimenti zootecnici (foraggiere). Queste colture<br />

non generano prodotti da destinare alla vendita ma, come tutte le altre attività colturali,<br />

hanno un certo fabbisogno di fattori produttivi in termini di lavoro, di acqua <strong>per</strong> irrigazione,<br />

nonché di mezzi tecnici che devono essere acquistati sul mercato. Pertanto queste attività<br />

competono con le altre nell’uso <strong>dell</strong>e risorse scarse e determinano dei costi di produzione<br />

che si sostengono a fronte dei ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti zootecnici e dai<br />

relativi aiuti diretti.<br />

Inoltre, <strong>per</strong> tenere conto <strong>dell</strong>e differenze qualitative nei prodotti <strong>dell</strong>e diverse colture<br />

foraggiere, esse sono state raggruppate in categorie relativamente omogenee sotto questo<br />

profilo. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> richiede che tali su<strong>per</strong>fici siano mantenute in un determinato rapporto tra<br />

di loro <strong>per</strong> assicurare un apporto nutrizionale adeguato in termini quantitativi e bilanciato in<br />

termini qualitativi data la composizione e la numerosità <strong>dell</strong>a mandria presente in azienda.<br />

In alcuni casi, tali combinazioni includono attività foraggiere con fabbisogni idrici assai<br />

diversi come accade nel caso in cui tra di essi siano presenti colture asciutte e irrigue.<br />

Poiché il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può soddisfare i fabbisogni alimentari con una <strong>dell</strong>e due tecniche o con<br />

una combinazione <strong>dell</strong>e due, esso consente di raggiungere lo stesso obiettivo nutrizionale<br />

modificando il rapporto tra i fattori acqua e terra. In tale modo il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> rappresenta il<br />

principale impatto <strong>dell</strong>e attività zootecniche sulla gestione <strong>dell</strong>’acqua che si estrinseca<br />

attraverso la coltivazione <strong>dell</strong>e colture foraggiere.<br />

9.4. Gestione, calibrazione e validazione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

La gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è realizzata mediante il programma GAMS (General<br />

Algebraic Modeling System) (Brookes et al., 1985) che fornisce vari risolutori matematici<br />

adatti <strong>per</strong> diverse tipologie di mo<strong>dell</strong>i anche di notevole dimensione. Tuttavia, i dati e le<br />

simulazioni sono gestibili mediante il programma MEGRIA di cui si parlerà più avanti, <strong>per</strong><br />

cui l’utente non deve conoscere l’uso del programma di risoluzione (GAMS).<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato sottoposto ad un processo di calibrazione e validazione in ciascuna<br />

<strong>dell</strong>e aree di studio; questo processo è stato realizzato concentrando l’attenzione sulle<br />

variabili primarie. Particolare attenzione è stata prestata all’utilizzazione dei terreni<br />

confrontando gli ordinamenti colturali identificati dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> nelle condizioni economiche<br />

di base con quelli rilevati nella realtà (McCarl e Apland, 1986). Tuttavia, oltre a quello<br />

degli ordinamenti produttivi, sono stati presi in considerazione parallelamente altri aspetti<br />

<strong>per</strong> verificare quanto il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> fosse in grado di replicare le condizioni osservate nella<br />

realtà. Il processo di confronto degli ordinamenti produttivi e <strong>dell</strong>e altre variabili ha fornito<br />

informazioni utili al <strong>per</strong>fezionamento e all’arricchimento del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> attraverso<br />

l’introduzione di attività e tecniche produttive, l’aggiunta di vincoli e la migliore<br />

specificazione <strong>dell</strong>e disponibilità di alcune risorse.<br />

83


Il confronto tra gli ordinamenti colturali identificati dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> finale nelle<br />

condizioni economiche di base con quelli rilevati nella realtà è stato effettuato<br />

suddividendo la su<strong>per</strong>ficie coltivata in diverse categorie relative alle principali colture o<br />

gruppi di colture presenti nell’area e calcolandone le quote <strong>per</strong>centuali. Il vettore dei dati<br />

ottenuti da ciascun <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato confrontato con il vettore dei dati relativi all’anno di<br />

base utilizzando un indice di somiglianza basato sulla somma dei valori minimi <strong>dell</strong>e due<br />

serie di dati (Finger e Kreinin). In tutti i casi l’indice ha raggiunto un valore molto elevato<br />

indicando che, nella versione finale, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è in grado di replicare in modo<br />

soddisfacente l’ordinamento produttivo osservato nelle diverse realtà analizzate. Ulteriori<br />

conferme sono giunte dall’analisi dei risultati relativi all’uso <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> irrigazione e<br />

all’entità dei pagamenti effettuati dagli agricoltori al Consorzio, nonché dalla discussione<br />

dei risultati ottenuti con i tecnici dei Consorzi. In definitiva, i risultati del processo di<br />

validazione suggeriscono che, una volta realizzata la fase di calibrazione, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può<br />

descrivere in modo ragionevolmente adeguato i meccanismi di scelta degli agricoltori e<br />

fornire indicazioni utili sulla reazione dei produttori al variare <strong>dell</strong>e condizioni economiche<br />

e strutturali analizzate.<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> fornisce indicazioni su diversi aspetti rilevanti che possono essere<br />

raggruppati in tre gruppi che si riferiscono specificamente alle aziende agricole, ai Consorzi<br />

e al complesso <strong>dell</strong>e singole aree di studio.<br />

Per quanto riguarda le aziende, sono fornite indicazioni sui risultati economici<br />

aziendali (ricavi, costi e redditi); sulle scelte tecniche degli agricoltori nel breve <strong>per</strong>iodo (es.<br />

scelte colturali, consumo d’acqua, utilizzo del lavoro familiare ed extra aziendale,<br />

investimenti <strong>per</strong> la gestione <strong>dell</strong>’irrigazione, ecc.); sui prezzi ombra <strong>dell</strong>e risorse vincolanti.<br />

In base alle esigenze di analisi, tali informazioni possono poi essere aggregate <strong>per</strong> tipologie<br />

aziendali omogenee e/o <strong>per</strong> aree omogenee. Rispetto a queste ultime, l’aggregazione può<br />

essere fatta, ad esempio, a livello dei macro-distretti, degli schemi irrigui, <strong>dell</strong>’area servita o<br />

meno dai Consorzi o <strong>dell</strong>’intera area di studio.<br />

Per quanto riguarda i dati che si riferiscono ai Consorzi, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> fornisce una<br />

dettagliata valutazione <strong>dell</strong>’impatto <strong>dell</strong>e modifiche considerate sui volumi di acqua<br />

distribuiti nei diversi <strong>per</strong>iodi e sulle entrate consortili 37 . Inoltre, attraverso i prezzi ombra<br />

<strong>dell</strong>e risorse irrigue, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> fornisce indicazioni sul livello di efficienza nell'allocazione<br />

<strong>dell</strong>'acqua d'irrigazione tra i vari gruppi di utenti e sulle condizioni di scarsità <strong>dell</strong>a risorsa<br />

in aziende e distretti irrigui diversi <strong>per</strong> condizioni strutturali e <strong>per</strong> caratteristiche funzionali<br />

<strong>dell</strong>a rete di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua.<br />

Relativamente alle aree di studio, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> da indicazioni sulla domanda di lavoro<br />

extra-aziendale (es. lavoro stagionale avventizio) - fornendo dati relativi alla quantità di<br />

37 Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> non considera che gli agricoltori possono differire i pagamenti nel tempo. Pertanto il<br />

dato ottenuto in alcuni casi potrebbe non coincidere con l’entità dei pagamenti effettuati dagli<br />

agricoltori.<br />

84


lavoro utilizzata e ai prezzi ombra di questa risorsa - e sull’offerta dei prodotti agricoli nelle<br />

aree oggetto di analisi.<br />

In sintesi, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è strutturato <strong>per</strong> creare vari gruppi di informazioni in uscita<br />

raggruppabili nei seguenti aspetti:<br />

• Risultati economici principali (Redditi, entrate e costi suddivisi nelle diverse<br />

categorie);<br />

• Dati relativi all'acqua (totale, consortile e pompata; utilizzata dagli agricoltori ed<br />

immessa - dati totali e <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodo; prezzi ombra);<br />

• Dati relativi all'uso dei suoli (su<strong>per</strong>fici coltivate ed irrigate distinte <strong>per</strong> tipologia di<br />

irrigazione; su<strong>per</strong>fici coltivate <strong>per</strong> coltura);<br />

• Dati relativi all'uso del lavoro (totale e salariato - dati totali e <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodo);<br />

• Dati relativi all'uso di input chimici (unità di azoto, fosforo, potassio, diserbanti,<br />

antiparassitari).<br />

85


10. Dati necessari <strong>per</strong> la definizione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

La discussione svolta fino a questo momento ha evidenziato la struttura e le<br />

potenzialità del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di analisi sviluppato che tuttavia si basa su di una considerevole<br />

mole di informazioni molte <strong>dell</strong>e quali devono essere raccolte con specifiche analisi di<br />

campo. In questo paragrafo si identificano le principali categorie di dati necessari alla<br />

ricostruzione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. Le informazioni utilizzate <strong>per</strong> la ricostruzione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> sono<br />

state acquisite mediante analisi di dati secondari disponibili a livello di statistiche ufficiali,<br />

amministrazioni consortili e banche dati aziendali (es. RICA). Tuttavia, molti dei dati<br />

utilizzati sono stati ottenuti attraverso rilevazioni dirette che hanno consentito di integrare<br />

le informazioni ottenute ricorrendo ai dati secondari.<br />

In linea di massima, le informazioni possono essere raggruppate nelle seguenti<br />

categorie: a) caratteristiche strutturali e produttive <strong>dell</strong>’area di studio; b) caratteristiche<br />

<strong>dell</strong>e strutture consortili di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua e modalità di ripartizione dei costi di<br />

gestione; c) caratteristiche strutturali e produttive <strong>dell</strong>e aziende agricole <strong>dell</strong>’area; d)<br />

tecnologie produttive utilizzate dalle aziende; e) caratteristiche relative ai mercati dei beni<br />

prodotti e dei fattori utilizzati dalle aziende agricole.<br />

a) caratteristiche strutturali e produttive <strong>dell</strong>’area di studio<br />

<strong>Un</strong>a <strong>dell</strong>e principali fasi di definizione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> consiste nella delimitazione<br />

<strong>dell</strong>’area di studio e <strong>dell</strong>e porzioni in cui esso deve essere ripartito. In generale l’area di<br />

studio è definita sulla base del fatto che essa costituisce un’area relativamente “chiusa” dal<br />

punto <strong>dell</strong>a gestione <strong>dell</strong>a risorsa idrica. In particolare, le aree di studio esaminate<br />

corrispondono ad aree servite (anche in prospettiva) da un Consorzio di irrigazione anche<br />

esse possono corrispondere ad un intero bacino idrografico e/o ad un’area data dalla<br />

sovrapposizione di questi due criteri38. La ripartizione interna <strong>dell</strong>’area è invece effettuata<br />

ricorrendo a più criteri tra cui: l’entità e l’origine <strong>dell</strong>e risorse idriche disponibili <strong>per</strong><br />

l’irrigazione; le caratteristiche produttive dei suoli; gli ordinamenti produttivi aziendali<br />

prevalenti. Rispetto al primo criterio si differenzia tra aree non irrigue, aree irrigate<br />

mediante fonti aziendali e aree servite da Consorzi di irrigazione. All’interno di<br />

quest’ultimo raggruppamento, si differenzia in base allo schema idrico di<br />

approvvigionamento, alle caratteristiche strutturali <strong>dell</strong>a rete di distribuzione (es. pelo<br />

libero o intubato; intubato ad alta o bassa pressione, ecc.) nonché alle modalità e ai livelli di<br />

pagamento utilizzati nell’area (es. ettaro-coltura o a metro cubo). Rispetto alle<br />

caratteristiche dei suoli si differenzia soltanto dove esistono apprezzabili differenze<br />

qualitative e, in particolare, dove ciò diversifica l’insieme <strong>dell</strong>e attività colturali realizzabili<br />

oppure i livelli <strong>dell</strong>e rese <strong>dell</strong>e stesse colture. Rispetto agli ordinamenti produttivi, si<br />

38 <strong>Un</strong> esempio di quest’ultimo caso è fornito da un <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> economico sviluppato nell’area <strong>dell</strong>a<br />

Nurra in Sardegna (Dono et al., 2005).<br />

86


considerano solo in presenza di differenze macroscopiche che, <strong>per</strong> esempio, consentono di<br />

classificare una certa area come a prevalente vocazione frutticola o zootecnica.<br />

Il risultato finale di questo lavoro consiste nella delimitazione <strong>dell</strong>e aree su adeguato<br />

supporto cartografico e sulla quantificazione <strong>dell</strong>e loro dimensioni in termini di SAT, SAU,<br />

SAU irrigabile, numero di aziende, nonché alla definizione <strong>dell</strong>e caratteristiche <strong>dell</strong>e fonti<br />

di approvvigionamento idrico e <strong>dell</strong>a suscettibilità dei suoli alla coltivazione.<br />

In generale le informazioni necessarie alla definizione <strong>dell</strong>e porzioni di territorio che<br />

compongono l’area di studio sono ottenute da fonti statistiche ufficiali (ISTAT, Regioni,<br />

etc.), da dati consortili, da mappe sulla natura e sull’utilizzazione del suolo e da<br />

informazioni ottenute da testimoni privilegiati che o<strong>per</strong>ano nell’area (es. agronomi, tecnici<br />

regionali e consortili).<br />

b) strutture consortili di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua e modi di ripartizione dei costi di<br />

gestione<br />

Come anticipato, un aspetto importante <strong>per</strong> definire <strong>dell</strong>e aree di studio consiste<br />

nelle caratteristiche <strong>dell</strong>e aree servite dai Consorzi. In primo luogo è necessario identificare<br />

i principali schemi idrici distinti in base alle fonti di approvvigionamento. A questo<br />

proposito risulta cruciale stimare le disponibilità idriche <strong>per</strong> ciascuno schema idrico<br />

utilizzando una serie storica sufficientemente lunga <strong>dell</strong>e disponibilità teoriche e dei volumi<br />

effettivamente immessi in ogni <strong>per</strong>iodo <strong>dell</strong>a stagione irrigua in ciascuno schema idrico del<br />

Consorzio. In secondo luogo devono essere ricostruite (sebbene in forma piuttosto<br />

grossolana) le caratteristiche geometriche e funzionali <strong>dell</strong>a rete di distribuzione (es.<br />

localizzazione <strong>dell</strong>e prese di derivazione, degli impianti di pompaggio, ecc.). Queste<br />

informazioni servono a identificare, possibilmente <strong>per</strong> ciascun tronco <strong>dell</strong>a rete, le portate<br />

massime e le <strong>per</strong>dite medie in modo da poterne definire le potenziali capacità di trasporto.<br />

<strong>Un</strong> terzo aspetto riguarda invece le modalità di ripartizione dei costi del servizio irriguo:<br />

infatti nelle varie aree servite si utilizzano spesso criteri diversi e si applicano livelli diversi<br />

di contribuzione in base alla qualità del servizio offerto. Queste informazioni sono<br />

prevalentemente acquisite dai tecnici dei Consorzi e da studi già condotti sul tema come, in<br />

particolare, la banca dati INEA “Linee guida <strong>per</strong> la rilevazione dei dati consortili” (INEA,<br />

2001).<br />

c) caratteristiche strutturali e produttive <strong>dell</strong>e aziende agricole <strong>dell</strong>’area<br />

Per rappresentare le diverse realtà aziendali che costituiscono il composito insieme<br />

del mondo agricolo <strong>dell</strong>e aree di studio si ricorre all’approccio <strong>dell</strong>e aziende rappresentative<br />

(De Benedictis e Cosentino, 1979). Per ciascuna <strong>dell</strong>e porzioni <strong>dell</strong>’area di studio sono<br />

identificate una serie di raggruppamenti di aziende relativamente omogenei, al loro interno,<br />

<strong>per</strong> caratteristiche strutturali (essenzialmente dimensione) e <strong>per</strong> ordinamento produttivo (es.<br />

87


cerealicolo-zootecnico, frutticolo, ecc.). Per ogni gruppo di aziende è poi necessario<br />

definire la disponibilità media di risorse quali la terra, il lavoro e i capitali. Per quanto<br />

riguarda la terra è necessario identificare la terra coltivabile, quanta di essa risulta irrigabile,<br />

quanta di essa è stabilmente destinata a destinazioni produttive specifiche (es. frutteti o<br />

serre). Per quanto riguarda il lavoro è necessario definire una disponibilità di lavoro <strong>per</strong><br />

<strong>per</strong>iodo considerando il lavoro familiare (che si assume non esplicitamente remunerato) e<br />

quello salariato fisso (remunerato al prezzo di mercato). La quantificazione dei capitali<br />

aziendali può avere una duplice finalità. In primo luogo serve a stabilire se la disponibilità<br />

di specifici tipi di capitali (es. macchine) costituisce un vincolo all’espansione di alcune<br />

attività; in secondo luogo, esso può condurre alla definizione dei costi fissi connessi al<br />

capitale che potrebbero essere utilizzati <strong>per</strong> stimare i redditi netti aziendali 39. Inoltre,<br />

particolare attenzione deve essere prestata alla rilevazione di informazioni riguardanti le<br />

fonti di approvvigionamento idrico aziendali (es. pozzi, laghetti aziendali e corsi d’acqua),<br />

nonché alle attrezzature di pompaggio poiché ciò serve <strong>per</strong> la stima <strong>dell</strong>e disponibilità<br />

idriche aziendali.<br />

Queste informazioni devono portare alla definizione, <strong>per</strong> ciascuna porzione <strong>dell</strong>’area<br />

di studio, di un certo numero di aziende rappresentative caratterizzate da specifiche<br />

dotazione di risorse. Le informazioni disponibili a riguardo sono tuttavia spesso scarse e,<br />

soprattutto, non organizzate in forma omogenea e sufficientemente dettagliata. Infatti, le<br />

informazioni relative alla localizzazione geografica <strong>dell</strong>e aziende e, in alcuni casi,<br />

all’ordinamento colturale sono disponibili solo in forma aggregata. La banca dati RICA ha<br />

fornito un utile contributo nella definizione <strong>dell</strong>e caratteristiche <strong>dell</strong>e aziende<br />

rappresentative, ma in molti altri la numerosità del campione ha reso necessario un’analisi<br />

diretta mediante articolati questionari aziendali che riguardavano anche aspetti non<br />

direttamente co<strong>per</strong>ti dalle rilevazioni RICA. Anche in questo caso è stato utile il colloquio<br />

con testimoni privilegiati che hanno consentito di organizzare in modo efficiente e<br />

interpretare le informazioni disponibili.<br />

d) tecnologie produttive utilizzate dalle aziende<br />

L’analisi ha richiesto in primo luogo l’identificazione <strong>dell</strong>e attività produttive<br />

praticabili nelle varie aziende. Per ciascuna attività sono state identificate una o più<br />

tecniche produttive caratterizzate da un certo numero di o<strong>per</strong>azioni colturali, da specifici<br />

fabbisogni unitari di fattori e livelli produttivi (rese) (De Benedictis e Cosentino, 1979). In<br />

questa fase è stato prezioso l’aiuto dei tecnici del Consorzio e di alcuni o<strong>per</strong>atori e tecnici<br />

agricoli <strong>dell</strong>’area con cui è stato possibile definire puntualmente gli investimenti colturali<br />

<strong>per</strong> ogni singolo distretto irriguo e, addirittura, <strong>per</strong> ognuno dei sistemi di irrigazione<br />

39 Al momento il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> determina il margine lordo prodotto da ciascuna azienda, ma si potrebbe<br />

giungere al Reddito Netto detraendo dal margine lordo i costi plurimi e generali non ripartiti tra le<br />

varie attività inclusi i costi fissi (De Benedictis e Cosentino, 1979).<br />

88


utilizzati. Per ciascuna tecnica colturale, oltre alla resa produttiva e il fabbisogno di mezzi<br />

tecnici, sono stati definiti i calendari d’uso del lavoro e <strong>dell</strong>’acqua cioè i fabbisogni unitari<br />

<strong>per</strong> ciascun <strong>per</strong>iodo <strong>dell</strong>’anno. La ricostruzione dei calendari di lavoro e d’uso <strong>dell</strong>’acqua<br />

<strong>dell</strong>e singole attività produttive considerate ha richiesto una minuziosa elaborazione <strong>dell</strong>e<br />

informazioni raccolte e, soprattutto, una loro discussione critica con alcuni tecnici e<br />

o<strong>per</strong>atori <strong>dell</strong>e aree di studio.<br />

e) mercati dei beni prodotti e dei fattori utilizzati dalle aziende agricole<br />

Le informazioni tecniche sono state integrate con quelle relative ai prezzi dei<br />

prodotti e dei fattori di produzione. In questo modo è stato possibile ottenere gli elementi<br />

<strong>per</strong> la valutazione <strong>dell</strong>a redditività dei diversi processi e ordinamenti produttivi nelle<br />

differenti tipologie aziendali. L’analisi svolta in campo, grazie alla collaborazione con i<br />

tecnici locali, ha <strong>per</strong>messo la ricostruzione <strong>dell</strong>’assetto organizzativo del settore agricolo e<br />

dei rapporti che esso intrattiene con i settori a monte e a valle. Particolare attenzione è stata<br />

dedicata alla presenza di coo<strong>per</strong>ative agricole e di servizi, di associazioni di produttori e<br />

alla definizione dei canali di commercializzazione, <strong>dell</strong>a struttura del mercato del lavoro,<br />

nonché del mercato degli affitti dei terreni agricoli. L’analisi del mercato del lavoro ha<br />

portato alla stima <strong>dell</strong>a disponibilità di lavoro salariato complessivamente disponibile <strong>per</strong> le<br />

attività agricole nelle varie aree di studio.<br />

89


11. Il programma MEGRIA <strong>per</strong> la gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e del data-base<br />

Il programma utilizzato <strong>per</strong> gestire ed risolvere il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di ottimizzazione<br />

<strong>economica</strong> è GAMS (General Algebraic Modeling System) (Brookes et al., 1985), uno<br />

strumento specifico che <strong>per</strong>mette di lavorare con diverse tipologie di mo<strong>dell</strong>i adottando<br />

differenti algoritmi di risoluzione. Questo software ha bisogno del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> matematico in<br />

formato testo, contenuto in un file con estensione GMS. Inoltre, i dati di input sono<br />

contenuti in altri file di testo in formato PRN.<br />

I metodi utilizzati <strong>per</strong> la messa punto del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> non sono adatti alla gestione e<br />

all’uso del programma in modalità o<strong>per</strong>ativa finale da parte di utilizzatori che non<br />

conoscono la sintassi GAMS. E’ stata quindi realizzata un’interfaccia grafica che <strong>per</strong>mette<br />

di lavorare in maniera molto intuitiva e agevole anche <strong>per</strong> i non es<strong>per</strong>ti di programmazione.<br />

Il software realizzato <strong>per</strong> la gestione grafica del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato chiamato MEGRIA<br />

(Mo<strong>dell</strong>o Economico <strong>per</strong> la Gestione <strong>dell</strong>a Risorsa Idrica in Agricoltura). Questa interfaccia<br />

prevede due livelli di utilizzo, consentendo all’utente avanzato di avere pieno controllo sul<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e sulla sua struttura, ma nel contempo di dare l’opportunità all’utente di base<br />

(utilizzatore finale) di fare simulazioni modificando i dati di input (come ad esempio prezzi<br />

dei prodotti, costi fissi, costi variabili, disponibilità di fattori, etc) e di leggere i risultati in<br />

modo molto semplice. Si presenta come un classico software <strong>per</strong> Microsoft Windows,<br />

organizzato in menu, finestre e schermate.<br />

Il software MEGRIA scambia informazioni con un database in MSSQL, che<br />

contiene una ricostruzione strutturata del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e dei valori numerici in esso presenti.<br />

Durante la fase di inserimento dati (utente avanzato) viene popolato il database con gli<br />

elementi strutturali del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, come Set, Mapping, Parametri, Equazioni e funzione<br />

obiettivo. <strong>Un</strong>a volta che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è strutturato, si passa all’inserimento dei dati di input da<br />

utilizzare <strong>per</strong> le simulazioni. L’immissione dei valori può avvenire sia in modalità avanzata<br />

che in modalità base: in quest’ultimo caso si utilizza una procedura guidata realizzata <strong>per</strong><br />

semplificare l’utilizzo del programma (Wizard scenario).<br />

In questa breve presentazione verrà illustrato ciò che è possibile fare utilizzando<br />

MEGRIA come un utente base, seguendo le procedure guidate.<br />

a)Modalità Utente Base (Wizard)<br />

Il Wizard scenario è uno strumento che guida l’utente durante i vari passi <strong>dell</strong>e<br />

simulazioni e lo aiuta a scegliere ed inserire i dati da utilizzare <strong>per</strong> predisporre lo scenario e<br />

risolvere il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. Cliccando “Wizard scenario” dal Menu GAMS, si apre la prima di<br />

alcune schermate che servono <strong>per</strong> acquisire i dati da utilizzare <strong>per</strong> fare la simulazione. Al<br />

termine <strong>dell</strong>’inserimento dei dati di input ci sono altri 2 passaggi <strong>per</strong> il salvataggio e la<br />

lettura dei risultati generati.<br />

90


In figura 1 è visibile la prima schermata <strong>dell</strong>a procedura Wizard, che guida nella<br />

scelta del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> da utilizzare <strong>per</strong> fare le simulazioni. Nel pacchetto di base di MEGRIA<br />

sono presenti 4 mo<strong>dell</strong>i economici sviluppati sui territori <strong>dell</strong>e 4 aree test (Campidano di<br />

Oristano, Vulture Alto Bradano, Bradano Metaponto e Destra Sele).<br />

Figura 1 - Schermata iniziale del Wizard (Scelta del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>)<br />

I mo<strong>dell</strong>i possono essere duplicati e modificati, secondo le restrizioni relative<br />

all’utente che sta utilizzando in quel momento il software. Infatti MEGRIA prevede di<br />

assegnare ad ogni utente la possibilità di modificare determinate parti del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> in base ai<br />

<strong>per</strong>messi concessi.<br />

Ogni <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può essere salvato con diversi scenari. Gli scenari sono <strong>dell</strong>e copie del<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> nelle quali cambiano alcuni aspetti quali, ad esempio, l’inserimento di un certo<br />

regime fiscale, l’applicazione <strong>dell</strong>a riforma Fischler oppure l’uso di un particolare insieme<br />

di prezzi. La schermata <strong>per</strong> la scelta <strong>dell</strong>o scenario è del tutto simile a quella <strong>per</strong> la scelta<br />

del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, ma vi sono elencati tutti gli scenari presenti. Anche qui è possibile duplicare e<br />

modificare ogni scenario, sempre secondo le limitazioni assegnate agli utenti. Nel pacchetto<br />

di MEGRIA è incluso almeno uno scenario di base <strong>per</strong> ogni <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, che contiene tutte le<br />

informazioni relative alla reale conformazione del sistema in analisi. Questo <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> non<br />

può essere modificato e rimane come elemento di riferimento.<br />

91


Nella terza fase, si possono scegliere quali valori di input si desiderano<br />

<strong>per</strong>sonalizzare <strong>per</strong> la simulazione. Come si vede nella figura 2, i dati del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> sono<br />

organizzati in categorie in modo da renderne agevole l’identificazione. Ogni <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è<br />

corredato da uno o più scenari, che contengono già tutti i dati che sono stati raccolti durante<br />

lo sviluppo del progetto. Quindi le modifiche dei dati in input dovrebbero tenere conto che i<br />

valori non <strong>per</strong>sonalizzati (o non <strong>per</strong>sonalizzabili) restano quelli relativi allo scenario che si<br />

sta utilizzando.<br />

Figura 2 -Schermata 3 del Wizard (scelta dei dati di input da modificare)<br />

I quarto passo <strong>per</strong>mette, quindi, di inserire i nuovi valori <strong>per</strong> quei dati che si è scelto<br />

di <strong>per</strong>sonalizzare nel passaggio precedente. Possono essere valori singoli (scalar) oppure<br />

tabelle (table, parameter), <strong>per</strong> le quali è possibile modificare anche soltanto alcuni dei<br />

valori contenuti. In questa maschera è possibile anche incollare dati copiati da un foglio<br />

excel, al fine di agevolare la procedura con tabelle di dimensioni considerevoli. Inoltre, è<br />

presente uno strumento di aggiornamento automatico dei valori già contenuti nello scenario<br />

che <strong>per</strong>mette di eseguire alcune o<strong>per</strong>azioni elementari su tutte le celle di una tabella (ad<br />

esempio raddoppiare il prezzo di tutti i prodotti, e così via).<br />

La schermata successiva mostra soltanto un pulsante <strong>per</strong> confermare il corretto<br />

inserimento dei dati ed avviare il risolutore del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>.<br />

92


Per visualizzare i risultati <strong>dell</strong>a simulazione si clicca visualizza risultati dal menù<br />

GAMS. Compare di nuovo la schermata <strong>per</strong> la scelta del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e quella successiva <strong>per</strong> la<br />

selezione <strong>dell</strong>o scenario. Segue quella che <strong>per</strong>mette di scegliere i valori di output che si<br />

vuole visualizzare oppure esportare.<br />

Come si vede in figura 3, compare un elenco <strong>dell</strong>e categorie dei risultati prodotti, dal<br />

quale è possibile selezionare quelle che interessano.<br />

Figura 3 - Wizard: scelta <strong>dell</strong>e variabili di input<br />

Procedendo ancora, compaiono due pulsanti: uno <strong>per</strong> esportare i risultati scelti in un<br />

file di Microsoft Excel (.xls) e l’altro <strong>per</strong> visualizzare direttamente i valori. Nel secondo<br />

caso quello che si vedrà sullo schermo sarà simile alla figura che segue, con una tabella<br />

contenente i valori e, a fianco, una serie di informazioni aggiuntive. Da questa tabella è<br />

possibile copiare ed incollare i dati in Excel, come nell’inserimento iniziale dei dati <strong>per</strong> la<br />

simulazione.<br />

93


Figura 4 - Risultati <strong>dell</strong>a simulazione<br />

b) Quadro aziende<br />

La sezione “Quadro aziende”, raggiungibile dal menù GAMS, fornisce informazioni<br />

sulla struttura <strong>dell</strong>e aziende rappresentative del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e <strong>dell</strong>o scenario sul quale è stata<br />

fatta la simulazione. Tramite questo strumento si accede ad una schermata con cui è<br />

possibile scegliere la tipologia di azienda da visualizzare, come rappresentativa del gruppo<br />

di riferimento. E’ possibile identificare ogni azienda tramite l’ordinamento tecnico, la<br />

dimensione e il distretto irriguo di appartenenza. Si accede quindi alla schermata che<br />

contiene e raggruppa i dati più importanti sull’azienda scelta.<br />

Come si vede dalla figura 5, sono riunite le informazioni più importanti di ogni<br />

azienda, quali i dati relativi ai consumi e costi di acqua, informazioni sulla terra e sulle<br />

diverse attività specifiche, ecc. Questo strumento ha lo scopo di agevolare una visione<br />

<strong>dell</strong>’azienda nel suo insieme, ma in base ai <strong>per</strong>messi che l’utente possiede, può servire<br />

anche <strong>per</strong> inserire o modificare alcuni dati strutturali aziendali.<br />

94


Figura 5 - Quadro aziende<br />

c) Quadro attività<br />

<strong>Un</strong>o strumento simile a quello precedente è il “Quadro attività”, che da informazioni<br />

appunto sulle singola attività gestite dal <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. Raggiungibile sempre dal menù GAMS,<br />

quando viene attivato, compare l’elenco <strong>dell</strong>e attività colturali o zootecniche presenti.<br />

Scegliendo quella di interesse, appare una videata divisa in sezioni, come la figura 6.<br />

95


Figura 6 - Quadro attività<br />

Sono disponibili tre schede: costi, ricavi e input relativi all’attività selezionata. Qui è<br />

possibile avere una visione d’insieme di ogni specifica attività e, sempre secondo i<br />

<strong>per</strong>messe <strong>dell</strong>’utente, modificare le schede <strong>dell</strong>a tecnica di ognuna. Nell’esempio in figura,<br />

è riportato il riepilogo dei costi <strong>per</strong> Erbaio primaverile <strong>per</strong> vendita di fieno. Si può vedere<br />

che i costi specifici che lo riguardano sono 74,68 euro ad ettaro <strong>per</strong> le sementi; non viene<br />

irrigato (ruoli irrigui pari a 0). Nella scheda ricavi ci sono informazioni sulla resa e sulla<br />

PLV unitaria; in quella degli input invece si possono conoscere fabbisogni di lavoro,<br />

d’acqua e di mezzi tecnici (come concimi minerali (N, P, K), diserbanti, antiparassitari,<br />

etc.).<br />

96


12. Considerazioni conclusive sulle caratteristiche e la gestione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

Alla luce <strong>dell</strong>’es<strong>per</strong>ienza svolta, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> sviluppato e applicato nelle aree di studio<br />

sembra rappresentare un buon rapporto tra potenzialità <strong>dell</strong>o strumento analitico e<br />

semplicità. Infatti, esso consente di rappresentare la risposta di breve <strong>per</strong>iodo dei produttori<br />

agricoli (in termini di ordinamenti produttivi, uso di fattori produttivi, scelte <strong>dell</strong>e tecniche<br />

produttive, e scambio di risorse) e di valutare le condizioni economiche <strong>dell</strong>e aziende. In<br />

particolare, esso consente di stimare l’entità dei ricavi (da vendita e da aiuti separatamente),<br />

l’entità dei costi specifici distinti <strong>per</strong> categorie, nonché dei redditi prodotti. Inoltre esso<br />

fornisce indicazioni dirette sul costo opportunità <strong>dell</strong>e risorse limitanti attraverso la<br />

identificazione dei loro prezzi ombra.<br />

E’ importante sottolineare che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>per</strong>mette di giungere ad una<br />

rappresentazione <strong>territoriale</strong> utile <strong>per</strong> simulare l'impatto di variazioni sui vincoli e sugli<br />

incentivi relativi alle risorse scambiate (acqua, in particolare). Nel caso specifico, la<br />

possibilità di rappresentare contemporaneamente le diverse tipologie aziendali e le diverse<br />

aree irrigue consente di valutare come l’impatto di eventuali fenomeni si distribuisca tra<br />

aziende con caratteristiche organizzative e strutturali differenti (es. rapporto terra/lavoro,<br />

dimensione aziendale, ordinamento produttivo) e tra diverse aree. Per questi motivi si<br />

ritiene che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> sviluppato sia in grado di dare risposta ad interrogativi relativi<br />

al<strong>l'analisi</strong> <strong>dell</strong>a convenienza degli ordinamenti irrigui, <strong>dell</strong>'efficienza allocativa <strong>dell</strong>a risorsa<br />

idrica, <strong>dell</strong>e politiche di gestione <strong>dell</strong>’acqua attraverso strumenti finanziari (prezzi),<br />

interventi sulle quantità distribuite e sulle strutture di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua. Inoltre il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può essere utilizzato <strong>per</strong> valutare il potenziale impatto di modifiche <strong>dell</strong>e<br />

condizioni politiche e di mercato in cui o<strong>per</strong>ano i produttori agricoli sulle loro scelte<br />

produttive e d’uso di fattori.<br />

D'altra parte l'approccio utilizzato, pur richiedendo una mole di informazioni non<br />

certo ridotta, può essere gestito con una relativa semplicità anche da parte di <strong>per</strong>sonale<br />

tecnico. Ciò è <strong>per</strong>messo dal programma MEGRIA che è stato realizzato <strong>per</strong> organizzare in<br />

modo efficiente le informazioni e consentire l’uso del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>per</strong> realizzare simulazioni<br />

senza necessariamente conoscere la sintassi del risolutore matematico utilizzato (GAMS) o<br />

tutti i dettagli tecnici del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>.<br />

E’ tuttavia importante evidenziare con chiarezza le caratteristiche <strong>dell</strong>o strumento<br />

proposto <strong>per</strong> valutarne le potenzialità d’uso.<br />

Come in tutte le analisi mediante mo<strong>dell</strong>i, esso fornisce solo una rappresentazione<br />

semplificata <strong>dell</strong>a realtà <strong>per</strong> cui i risultati ottenuti devono essere valutati tenendo sempre in<br />

considerazione le assunzioni metodologiche utilizzate. A questo proposito è importante<br />

evidenziare che alcune di queste assunzioni sono state ricavate dal confronto con tecnici e<br />

funzionari dei Consorzi. In particolare, benché lo strumento prescelto possa adattarsi al<br />

contesto istituzionale ed organizzativo in cui o<strong>per</strong>ano i Consorzi, ogni proposta di<br />

innovazione del sistema di gestione consortile deve preventivamente essere valutata dal<br />

97


punto di vista <strong>dell</strong>a possibilità di applicazione nella realtà. Il vincolo istituzionale ed<br />

organizzativo è particolarmente rilevante, ad esempio, <strong>per</strong> valutare ipotesi di modifiche<br />

radicali del sistema di contribuzione degli agricoltori o di riallocazione <strong>dell</strong>e risorse irrigue<br />

tra distretti e/o tra singoli agricoltori. Infatti l'implementazione di tali modifiche potrebbe<br />

richiedere un radicale cambiamento di un sistema organizzativo che ha assicurato in molti<br />

casi la gestione ordinata di una risorsa scarsa e la ricomposizione dei conflitti d'uso che<br />

spesso si generano.<br />

<strong>Un</strong> secondo aspetto da sottolineare è che la qualità di ogni <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> dipende<br />

direttamente dalla qualità <strong>dell</strong>e informazioni raccolte. Ciò evidenzia la necessità che<br />

<strong>l'analisi</strong> valorizzi l'apporto conoscitivo fornito dal <strong>per</strong>sonale <strong>dell</strong>’INEA e dai tecnici dei<br />

Consorzi e che si continui l’o<strong>per</strong>a di approfondimento dei numerosi aspetti tecnici che<br />

costituiscono la base su cui o<strong>per</strong>a il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. Affinché ciò avvenga appare importante<br />

stimolare i tecnici dei Consorzi o di altri Enti che o<strong>per</strong>ano nel settore ad utilizzare lo<br />

strumento approntato affinché essi scoprano le sue potenzialità e forniscano continui input<br />

<strong>per</strong> il suo miglioramento. Questo è uno degli obiettivi che si è cercato di raggiungere anche<br />

attraverso lo sviluppo del programma MEGRIA che, come visto, prevede la possibilità di<br />

realizzare un ampio insieme di simulazioni in autonomia anche <strong>per</strong> utenti con limitati livelli<br />

di conoscenza <strong>dell</strong>o strumento metodologico utilizzato.<br />

Il problema <strong>dell</strong>a qualità dei dati appare anche una condizione senza la quale non<br />

sarà possibile su<strong>per</strong>are alcuni dei limiti metodologici che, come evidenziato, caratterizzano<br />

il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. Alla luce <strong>dell</strong>’analisi condotta e <strong>dell</strong>’es<strong>per</strong>ienza realizzata nelle quattro aree di<br />

studio, è possibile indicare alcune aree su cui nel futuro dovrebbe essere concentrata<br />

l’attenzione dei ricercatori al fine di migliorare lo strumento proposto. <strong>Un</strong> primo aspetto è<br />

quello <strong>dell</strong>a rappresentazione dei comportamenti degli agricoltori in condizioni di<br />

incertezza. <strong>Un</strong> secondo aspetto è quella di una più soddisfacente rappresentazione degli<br />

equilibri di mercato soprattutto <strong>per</strong> quanto riguarda alcuni fattori produttivi impiegati<br />

nell’attività agricola (terra e lavoro). <strong>Un</strong> terzo aspetto è quello relativo ad una più<br />

dettagliata rappresentazione <strong>dell</strong>e caratteristiche strutturali dei sistemi di distribuzione <strong>dell</strong>a<br />

risorsa idrica e alle strategie che regolano le politiche di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua da parte<br />

dei Consorzi. <strong>Un</strong> ultimo aspetto è invece relativo alla definizione più dettagliata di alcune<br />

caratteristiche <strong>dell</strong>e tecniche di produzione e, in particolare, le relazioni esistenti tra livelli e<br />

caratteristiche <strong>dell</strong>e o<strong>per</strong>azioni di irrigazione e produttività <strong>dell</strong>e colture.<br />

98


SEZIONE 4<br />

Sintesi dei risultati e conclusioni<br />

13. Considerazioni conclusive<br />

Il contesto in cui o<strong>per</strong>ano le Istituzioni, gli Enti e i produttori agricoli del comparto<br />

irriguo è in rapido e notevole cambiamento <strong>per</strong> cui è importante disporre di informazioni<br />

adeguate a supportare le scelte in materia di gestione <strong>dell</strong>e risorse idriche. Queste<br />

informazioni devono aiutare a comprendere la situazione corrente non solo dal punto di<br />

vista strutturale, ma anche da quello tecnico, economico e dei mercati dei prodotti e dei<br />

fattori agricoli. Per questo motivo è necessario che tali informazioni siano inserite in uno<br />

schema logico in grado di rappresentare il comportamento degli o<strong>per</strong>atori. Solo in questo<br />

modo è possibile valutare il potenziale impatto <strong>dell</strong>’evoluzione futura <strong>dell</strong>e condizioni di<br />

mercato, politiche e tecnologiche in cui o<strong>per</strong>ano i produttori agricoli. Solo così è possibile<br />

realizzare simulazioni con cui valutare ex-ante il potenziale effetto di modifiche nella<br />

politica di gestione <strong>dell</strong>a risorsa idrica da parte <strong>dell</strong>e Istituzioni e degli Enti che o<strong>per</strong>ano in<br />

questo campo.<br />

Questo lavoro ha presentato un <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> che risponde a questi obiettivi ricorrendo<br />

all’approccio <strong>dell</strong>a programmazione <strong>territoriale</strong>. Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, denominato MEGRIA<br />

(Mo<strong>dell</strong>o Economico <strong>per</strong> la Gestione <strong>dell</strong>e Risorse Idriche in Agricoltura), è stato<br />

sviluppato sfruttando l’es<strong>per</strong>ienza accumulata in 4 aree di studio servite dai Consorzi del<br />

Campidano di Oristano, del Bradano e Metaponto, del Vulture e Alto Bradano e del Destra<br />

Sele (Dono, Liberati e Severini, 2001). Da questa es<strong>per</strong>ienza con mo<strong>dell</strong>i sviluppati ad hoc<br />

in ciascuna di esse, si è sviluppato un <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> in grado di rappresentare in un unico schema<br />

logico non solo le specificità di queste quattro aree, ma anche quelle di molte altre aree<br />

irrigue. Questo <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> <strong>per</strong>mette di organizzare le numerose informazioni in un modo<br />

relativamente semplice ma rigoroso, concettualmente solido ma facile da comprendere, e<br />

utilizzando una metodologia già applicata in altre situazioni tra cui anche quello <strong>dell</strong>’analisi<br />

<strong>dell</strong>a gestione <strong>dell</strong>e risorse idriche in agricoltura 40 .<br />

L’applicazione del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> MEGRIA richiede l’acquisizione e l’elaborazione di un<br />

ampio insieme di informazioni che caratterizzano la situazione strutturale, produttiva ed<br />

<strong>economica</strong> del comparto agricolo nelle aree in cui esso è applicato. La fase di calibrazione e<br />

di validazione consente di giungere ad una rappresentazione dettagliata e coerente <strong>dell</strong>e<br />

varie tipologie di imprese che o<strong>per</strong>ano nel settore. In particolare, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> rappresenta le<br />

40 Tra i lavori più recenti si vedano, ad esempio: Bartolini et al. (2005); Bartolini et al. (2007);<br />

Blanco et al. (2004); Calatrava e Garrido (2003); Chinnici et al. (2006); Dono et al. (2005); Dono e<br />

Severini (2002, 2004, 2005); Gallerani et al. (2004).


scelte colturali e tecnologiche dei produttori, i livelli di uso di risorse cruciali come l’acqua,<br />

il lavoro e i mezzi tecnici tra cui quelli con potenziale impatto negativo sull’ambiente.<br />

Inoltre MEGRIA indica i risultati economici <strong>dell</strong>e aziende fornendo i dettagli sui ricavi<br />

ottenuti dalle vendite e dagli aiuti pubblici, e la ripartizione dei costi di produzione distinti<br />

<strong>per</strong> le principali categorie di mezzi tecnici. Infine, <strong>per</strong> le sue caratteristiche strutturali, il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> indica i prezzi ombra <strong>dell</strong>e risorse limitanti, che forniscono <strong>dell</strong>e stime numeriche<br />

del valore assegnato dai produttori a importanti risorse come l’acqua d’irrigazione, la terra<br />

e il lavoro.<br />

13.1 Risultati <strong>dell</strong>e simulazioni svolte<br />

<strong>Un</strong>a volta costruito, calibrato e validato, MEGRIA <strong>per</strong>mette di affrontare un ampio<br />

ventaglio di problemi molto rilevanti <strong>per</strong> il settore irriguo. In particolare, esso <strong>per</strong>mette di<br />

eseguire <strong>dell</strong>e simulazioni <strong>per</strong> verificare la possibile risposta <strong>dell</strong>’area a mutamenti <strong>dell</strong>e<br />

condizioni di riferimento: ciò è fatto predisponendo e sottoponendo al <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> vari tipi di<br />

scenari. MEGRIA è stato utilizzato <strong>per</strong> valutare l’impatto di modifiche nel sistema <strong>dell</strong>a<br />

contribuzione irrigua, di cambiamenti nell’allocazione <strong>dell</strong>’acqua, di modifiche dei sistemi<br />

di adduzione idrica, di cambiamenti <strong>dell</strong>e politiche agricole e <strong>dell</strong>e condizioni di mercato.<br />

Il tema <strong>dell</strong>a modifica del livello e <strong>dell</strong>a struttura del sistema di contribuzione irrigua<br />

è importante poiché i Consorzi di Bonifica adottano criteri diversi <strong>per</strong> ripartire i costi <strong>dell</strong>a<br />

distribuzione idrica tra le aziende associate: a volte vi sono disparità nella partecipazione<br />

dei distretti e <strong>dell</strong>e aziende al finanziamento dei costi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica consortile.<br />

Tali differenze creano tensioni tra agricoltori associati e tra questi e gli organismi direttivi<br />

dei Consorzi e spingono a modificare il sistema in modo che ognuno paghi in base ai costi<br />

sostenuti <strong>per</strong> fornirgli l’acqua. Inoltre, nella maggioranza dei casi, i criteri di ripartizione<br />

dei costi sono solo indirettamente legati all’effettivo uso <strong>dell</strong>a risorsa. Ad esempio, a volte<br />

colture irrigate con tecniche di risparmio idrico arrivano anche a pagare contributi più alti<br />

dei costi sostenuti <strong>per</strong> fornirgli la risorsa, mentre l’opposto può accadere <strong>per</strong> i sistemi che<br />

non risparmiano l’acqua. Il fatto che in condizioni di scarsità i sistemi di pagamento non<br />

orientino le imprese verso le tecniche di risparmio idrico non è desiderabile e diverge dalle<br />

indicazioni <strong>dell</strong>a Direttiva Quadro sulle Acque europea (Dir. 2000/60/CE). Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è<br />

stato utilizzato <strong>per</strong> valutare l’impatto di una riforma che lega i contributi all’uso effettivo<br />

<strong>dell</strong>’acqua e al costo medio d’esercizio <strong>dell</strong>a distribuzione. I risultati ottenuti indicano che,<br />

nella maggior parte dei casi, il nuovo sistema aumenta le contribuzioni pagate al Consorzio<br />

e riduce solo di poco il reddito prodotto dagli agricoltori. In quasi tutti i casi ciò genera un<br />

cambiamento degli ordinamenti colturali e <strong>dell</strong>e tecniche adottate, e una crescita del peso<br />

relativo dei sistemi d’irrigazione localizzata. Tuttavia un’apprezzabile riduzione degli usi<br />

idrici agricoli si determina solo dove i contributi irrigui sono attualmente basati su un<br />

canone fisso ad ettaro e, quindi, completamente slegati dal livello d’uso <strong>dell</strong>’acqua. Inoltre,<br />

l’applicazione del nuovo meccanismo di ripartizione dei costi genera rilevanti fenomeni<br />

100


edistributivi che possono creare tensioni tra i consorziati e tra essi e la direzione dei<br />

Consorzi.<br />

MEGRIA è stato utilizzato <strong>per</strong> valutare l’impatto di possibili interventi volti a<br />

modificare l’allocazione <strong>dell</strong>’acqua. Ciò ha mostrato che solo fortissimi aumenti nei<br />

contributi irrigui (del 100% o più) possono ridurre gli usi idrici agricoli e rendere<br />

disponibili quantità di acqua apprezzabili da destinare ad altri utilizzatori o ad altre aree<br />

agricole. Ma quest’approccio ha anche l’effetto di ridurre molto i redditi agricoli nelle aree<br />

consortili il che può generare una forte contrarietà da parte dei consorziati a questo tipo<br />

d’intervento. Possibilità diverse sembrano legate a interventi di trasferimento <strong>dell</strong>’acqua<br />

disponibile negli invasi ad altri utilizzatori. Le simulazioni svolte indicano che le<br />

agricolture esaminate dovrebbero potersi adeguare a trasferimenti del 10-20% <strong>dell</strong>a risorsa<br />

senza subire forti riduzioni dei redditi. Tuttavia non devono essere sottovalutati i problemi<br />

d’implementazione gli interventi di questo tipo, che richiedono l’attivazione di sistemi di<br />

scambio dei diritti sulla risorsa e, quindi, rilevanti innovazioni del quadro istituzionale.<br />

Alcune simulazioni svolte con il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> riguardano modifiche strutturali dei<br />

sistemi di distribuzione <strong>dell</strong>’acqua. Tra questi, la ristrutturazione <strong>dell</strong>e reti <strong>per</strong>iferiche di<br />

distribuzione, gli interventi <strong>per</strong> il miglioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>’acqua distribuita,<br />

l’espansione <strong>dell</strong>’area servita dai Consorzi, la riattivazione d’invasi in grado di aumentare<br />

la disponibilità di acqua <strong>per</strong> l’agricoltura. Si tratta spesso d’interventi complessi, da<br />

realizzarsi in tempi lunghi, sostenendo dei costi rilevanti e di difficile valutazione. Tuttavia<br />

i risultati <strong>dell</strong>e simulazioni forniscono vari elementi <strong>per</strong> una valutazione ex-ante del<br />

possibile impatto di queste o<strong>per</strong>e, stimandone sia i potenziali benefici agricoli, ma anche la<br />

loro ripartizione tra le diverse aziende e porzioni di territorio.<br />

Gli interventi di sostituzione <strong>dell</strong>e reti <strong>per</strong>iferiche di distribuzione a pelo libero con<br />

sistemi di condotte migliorano la qualità del servizio offerto agli agricoltori e aumentano le<br />

disponibilità idriche aziendali recu<strong>per</strong>ando risorse che ora sono <strong>per</strong>se. Ciò è particolarmente<br />

positivo <strong>per</strong> le aziende localizzate nelle aree soggette a ristrutturazione e che, a seguito di<br />

questi interventi, s<strong>per</strong>imentano un aumento dei loro redditi. Tuttavia, spesso, l’entità di tale<br />

aumento è piuttosto contenuta a livello <strong>dell</strong>’intero comprensorio irriguo, <strong>per</strong> cui è<br />

opportuno verificare con attenzione l’entità del rapporto tra i benefici e i costi degli<br />

interventi e se i produttori beneficiari saranno poi in grado di contribuire a coprire una<br />

quota dei costi <strong>dell</strong>e o<strong>per</strong>e considerate.<br />

Il peggioramento <strong>dell</strong>a qualità di alcune acque utilizzate <strong>per</strong> l’irrigazione tende in<br />

alcuni casi a ridurre le disponibilità idriche totali o, almeno, a far aumentare i costi di<br />

trattamento <strong>dell</strong>e acque. Nel caso considerato relativo al Destra Sele l’analisi ha rilevato<br />

che è impossibile utilizzare una parte <strong>dell</strong>e acque recu<strong>per</strong>ate e avviate all’uso irriguo a<br />

causa del peggioramento <strong>dell</strong>a loro qualità; ciò determina un impatto molto consistente,<br />

riducendo l’uso <strong>dell</strong>’acqua e le su<strong>per</strong>fici irrigate, ma piuttosto contenuto in termini di<br />

contrazione dei redditi. Tuttavia, in aree caratterizzate da minori disponibilità idriche<br />

unitarie di partenza, l’impatto su questi ultimi potrebbe essere più consistente.<br />

101


L’espansione <strong>dell</strong>e aree servite dai Consorzi senza accrescere la risorsa idrica<br />

disponibile genera problemi di conflitto e competizione tra utilizzatori. Nel caso analizzato,<br />

l’impatto sui redditi agricoli totali appare molto contenuto, è invece forte la redistribuzione<br />

dei redditi a sfavore dei produttori <strong>dell</strong>e aree consortili tradizionali. Questi ultimi<br />

potrebbero <strong>per</strong>tanto opporsi con forza all’intervento anche se, in teoria, i primi potrebbero<br />

compensarli contribuendo in maniera più rilevante a finanziare i costi del servizio irriguo.<br />

Tuttavia, quest’ultima soluzione appare poco probabile anche alla luce del fatto che<br />

l’aumento del reddito totale <strong>dell</strong>’area generato dall’intervento, in definitiva, è limitato.<br />

Diversa è la situazione in cui gli interventi proposti determinano l’espansione <strong>dell</strong>e<br />

aree consortili ma, contestualmente, anche un aumento dei volumi idrici disponibili. Se i<br />

costi medi <strong>dell</strong>a gestione irrigua del Consorzio sono costanti, le o<strong>per</strong>e hanno effetti positivi<br />

e consistenti sui redditi agricoli tanto da far ritenere che gli agricoltori possano contribuire<br />

alla co<strong>per</strong>tura di parte dei costi degli interventi. Inoltre, ciò significa che, in tal caso, i<br />

volumi idrici resi disponibili <strong>per</strong> l’irrigazione possono trovare una valida utilizzazione<br />

nell’area consortile. Infine, le simulazioni realizzate nella condizione di lungo <strong>per</strong>iodo<br />

evidenziano che l’impulso generato dagli interventi tende a crescere quando alcuni vincoli<br />

strutturali sono allentati, magari grazie a opportuni aggiustamenti strutturali. Questo<br />

risultato appare rilevante anche nel dibattito sulla ripartizione <strong>dell</strong>e risorse idriche<br />

aggiuntive rese disponibili da tali o<strong>per</strong>e tra utilizzatori locali, usi non agricoli e usi agricoli<br />

in regioni limitrofe a quelle dove esse si realizzano. Infatti, i risultati <strong>dell</strong>e simulazioni<br />

rivelano una discreta capacità di utilizzare proficuamente anche in loco almeno parte <strong>dell</strong>e<br />

risorse aggiuntive rese disponibili dagli interventi.<br />

Il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato infine utilizzato <strong>per</strong> valutare la sensibilità <strong>dell</strong>e diverse aree di<br />

studio al variare <strong>dell</strong>a Politica Agricola Comunitaria e <strong>dell</strong>e condizioni di mercato.<br />

Per quanto riguarda la riforma <strong>dell</strong>a PAC, in questo lavoro sono stati presentati i<br />

risultati di una simulazione condotta sul <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> di base applicando uno scenario<br />

denominato Agenda 2000. Benché gli effetti di questa riforma si siano già mostrati, la<br />

presentazione dei risultati <strong>dell</strong>a simulazione realizzata ha evidenziato che MEGRIA è<br />

capace di quantificare l’impatto di eventuali processi di riforma del sostegno pubblico sulle<br />

scelte produttive, sull’uso <strong>dell</strong>e risorse e sui risultati economici <strong>dell</strong>e aziende. Del resto, il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è stato predisposto <strong>per</strong> valutare l’impatto <strong>dell</strong>’applicazione anche di altre riforme e,<br />

in particolare, di quella varata nel 2003 (Riforma Fischler), di quella relativa al settore <strong>dell</strong>o<br />

zucchero e alla prossima riforma <strong>dell</strong>’OCM relativa agli ortofrutticoli trasformati (Dono e<br />

Severini, 2005; Dono, 2006).<br />

L’applicazione svolta ha evidenziano che lo scenario Agenda 2000 genera una<br />

contrazione dei redditi che, in media, è piuttosto consistente. Ciò suggerisce che la modifica<br />

del sistema di aiuti non è in grado di compensare a pieno i produttori <strong>per</strong> la riduzione dei<br />

prezzi dei cereali e ciò è particolarmente evidente nelle aree più indirizzate alla produzione<br />

di COP. L’applicazione <strong>dell</strong>a riforma comporta una modifica degli ordinamenti colturali,<br />

con la riduzione <strong>dell</strong>e COP e l’aumento <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici coltivate ad ortaggi. Ciò fa<br />

102


aumentare le utilizzazioni di acqua soprattutto nei <strong>per</strong>iodi non centrali <strong>dell</strong>a stagione irrigua<br />

e, quindi, determina un inasprimento <strong>dell</strong>e condizioni di scarsità <strong>dell</strong>’acqua. È <strong>per</strong>tanto<br />

evidente che la disponibilità d’acqua risulta strategica <strong>per</strong> affrontare la contrazione <strong>dell</strong>a<br />

redditività <strong>dell</strong>e colture COP che, soprattutto alla luce <strong>dell</strong>e riforme <strong>dell</strong>a PAC susseguitesi<br />

dal 2003, si è prospettata (Severini, 2006).<br />

Lo spostamento degli ordinamenti in direzione <strong>dell</strong>e colture ortive rende assai<br />

rilevante analizzare i risultati <strong>dell</strong>e simulazioni che considerano modifiche dei prezzi di<br />

questi prodotti. Infatti, le variazioni relative dei redditi agricoli <strong>per</strong> aumenti e riduzioni dei<br />

prezzi del 5% sono molto consistenti. Con un aumento dei prezzi <strong>dell</strong>’ortofrutta, il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

indica un’espansione <strong>dell</strong>e su<strong>per</strong>fici destinate a queste colture che genera l’aumento dei<br />

ricavi di vendita, ma anche dei costi di produzione e dei consumi idrici. Questa evoluzione<br />

degli ordinamenti colturali appare fortemente e direttamente vincolata dalla disponibilità di<br />

lavoro e d’acqua. Ciò indica che la possibilità di sfruttare favorevoli condizioni di mercato<br />

è anche condizionata dalla disponibilità di adeguati volumi di risorse idriche aggiuntive.<br />

L’applicazione di una riduzione dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli determina solo<br />

trascurabili modifiche nell’uso dei suoli e nelle condizioni di scarsità ad indicare che, nelle<br />

realtà osservate, non esistono valide alternative ad orientamenti produttivi indirizzati nel<br />

comparto ortofrutticolo dove, in tutti i casi, le risorse disponibili trovano l’utilizzazione più<br />

remunerativa.<br />

<strong>Un</strong> ultimo tipo di simulazioni ha considerato l’impatto <strong>dell</strong>’applicazione simultanea<br />

di vari scenari come la riforma <strong>dell</strong>a PAC, le o<strong>per</strong>e di ristrutturazione <strong>dell</strong>a rete, l’aumento<br />

dei prezzi <strong>dell</strong>’energia necessari alla distribuzione <strong>dell</strong>’acqua agli utenti consortili, e<br />

l’evoluzione dei prezzi degli ortofrutticoli. L’applicazione di questi scenari integrati<br />

conferma che la riforma Agenda 2000 ha un effetto depressivo sui redditi aziendali che<br />

<strong>per</strong>ò potrebbe essere bilanciato da interventi di ristrutturazione <strong>dell</strong>a rete o di incremento<br />

<strong>dell</strong>e disponibilità idriche. Questo mostra ancora una volta che la possibilità di avere risorse<br />

irrigue adeguate è cruciale <strong>per</strong> agevolare l’aggiustamento <strong>dell</strong>e aziende alle nuove<br />

condizioni politiche e di mercato in cui o<strong>per</strong>ano i produttori agricoli e, quindi, evitare che<br />

ciò provochi marcati impatti negativi sui risultati economici <strong>dell</strong>e loro aziende.<br />

13.2 Limiti e potenzialità del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong><br />

In definitiva, i risultati <strong>dell</strong>e simulazioni svolte indicano che il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è in grado di<br />

affrontare un’ampia casistica di problemi fornendo risultati che possono essere di utilità<br />

nell’analisi <strong>dell</strong>a situazione attuale e nella valutazione di scenari futuri. Tali scenari<br />

possono riguardare sia numerosi aspetti <strong>dell</strong>a pratica <strong>dell</strong>a gestione <strong>dell</strong>a risorsa irrigua, sia<br />

le evoluzioni del quadro di politica agraria e di mercato in cui o<strong>per</strong>ano le imprese agricole.<br />

D’altra parte, il lavoro ha anche evidenziato alcuni limiti del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> che potranno<br />

essere su<strong>per</strong>ati con futuri approfondimenti <strong>dell</strong>’attività di ricerca. In particolare, l’approccio<br />

utilizzato fornisce <strong>dell</strong>e risposte adeguate in un quadro di breve <strong>per</strong>iodo mentre fornisce<br />

103


solo indicazioni di tendenza <strong>per</strong> il lungo <strong>per</strong>iodo, quando il numero di variabili e i sentieri<br />

di aggiustamento aumentano in maniera notevole. Questo limite caratterizza la stragrande<br />

maggioranza degli strumenti utilizzati <strong>per</strong> l’analisi <strong>economica</strong> del settore irriguo. Tuttavia,<br />

la facilità con cui è possibile condurre simulazioni con il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> proposto consente di<br />

analizzare diversi scenari caratterizzati, ad esempio, da diversi valori dei parametri ritenuti<br />

cruciali <strong>per</strong> valutare i potenziali sentieri di aggiustamento di lungo <strong>per</strong>iodo. <strong>Un</strong> esempio di<br />

quest’approccio è fornito dalle simulazioni denominate di “lungo <strong>per</strong>iodo”.<br />

<strong>Un</strong> altro limite è la trattazione <strong>dell</strong>’incertezza che grava su alcuni parametri rilevanti<br />

ai fini <strong>dell</strong>e scelte dei produttori. Rispetto a questo problema è evidente che l’approccio<br />

<strong>territoriale</strong> scelto rende meno stringente il problema rispetto al caso in cui fosse necessario<br />

rappresentare il comportamento di singoli imprenditori. Inoltre, anche in questo caso, il<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> può essere utilizzato <strong>per</strong> compiere analisi di sensitività mirate a valutare di quanto<br />

variano i risultati ottenuti al variare del livello di alcuni parametri rilevanti e su cui esiste un<br />

elevato livello di incertezza. <strong>Un</strong>’estensione di MEGRIA <strong>per</strong> rappresentare esplicitamente il<br />

problema <strong>dell</strong>’incertezza potrà essere considerata in future applicazioni.<br />

Comunque, ogni estensione o miglioramento del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> potrà essere realizzato solo<br />

a condizione di avere informazioni quantitativamente e qualitativamente adeguate. Ciò<br />

potrà essere raggiunto solo se lo strumento proposto sarà effettivamente utilizzato nella<br />

realtà o<strong>per</strong>ativa dagli Enti preposti alla gestione <strong>dell</strong>a risorsa irrigua e che hanno un<br />

patrimonio di conoscenza e informazioni molto ampio ma spesso poco sfruttato. Non a caso<br />

uno sforzo notevole è stato realizzato sia nel semplificare e standardizzare il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>, sia<br />

nello sviluppare il programma MEGRIA che costituisce l’interfaccia di gestione del<br />

<strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>. Questo programma consente, infatti, di agevolare la gestione e l’aggiornamento<br />

dei dati di base, la realizzazione <strong>dell</strong>e simulazioni da parte degli utenti, e di organizzare e<br />

visualizzare in modo efficiente i risultati ottenuti.<br />

In definitiva, un importante obiettivo da <strong>per</strong>seguire è di stimolare l’utilizzazione di<br />

questo strumento nelle realtà o<strong>per</strong>ative. Si è, infatti, consci del fatto che solo in tal modo<br />

sarà possibile farne apprezzare l’utilità pratica, ottenere dei feed-back utili al miglioramento<br />

del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> e del programma MEGRIA, e stimolare l’aggiornamento e l’arricchimento dei<br />

dati alla base del <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong>.<br />

Infine, è necessario rilevare che MEGRIA fornisce degli elementi di valutazione<br />

rilevanti che, una volta integrati con altre informazioni, possono essere utilizzati <strong>per</strong><br />

l’analisi e la discussione critica dei problemi <strong>dell</strong>a gestione <strong>dell</strong>a risorsa irrigua. In<br />

particolare, si ritiene che lo strumento proposto possa mostrare appieno le proprie<br />

potenzialità soprattutto se utilizzato all’interno di un processo di scelta di tipo partecipativo.<br />

Infatti, esso fornisce indicazioni di natura <strong>economica</strong> sull’attività <strong>dell</strong>e aziende, che<br />

possono alimentare la discussione e fornire elementi di riferimento <strong>per</strong> far convergere la<br />

discussione verso soluzioni informate e condivise dai vari attori che partecipano al processo<br />

decisionale. Ciò appare di estrema rilevanza quando, ad esempio, alcune scelte di politica<br />

idrica generale possono determinare aggravi di costo <strong>per</strong> il settore agricolo o quando alcune<br />

104


scelte interne al settore agricolo determinano rilevanti fenomeni redistributivi tra gli<br />

o<strong>per</strong>atori agricoli. Si noti, infatti, che il modo in cui il <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> è strutturato e la facilità con<br />

cui possono essere realizzate le simulazioni consentono di utilizzare questo strumento <strong>per</strong><br />

coinvolgere e informare i partecipanti al processo decisionale. MEGRIA <strong>per</strong>mette quindi di<br />

valutare il potenziale impatto <strong>dell</strong>e eventuali opzioni di intervento scaturite dalla<br />

discussione e, in tal modo, può fornire elementi utili <strong>per</strong> la definizione di strategie<br />

condivise.<br />

105


Riferimenti bibliografici<br />

Mo<strong>dell</strong>i di programmazione matematica sono stati diffusamente usati <strong>per</strong> analizzare<br />

gli aspetti economici <strong>dell</strong>a distribuzione idrica nelle aree irrigue e, soprattutto, <strong>dell</strong>e<br />

politiche sulle gestioni idriche. Garrido, Varela-Ortega, Sumpsi e altri (1997) usano questi<br />

mo<strong>dell</strong>i <strong>per</strong> analizzare l’effetto di varie politiche tariffarie sulla domanda e sulla spesa <strong>per</strong><br />

l’acqua da parte degli agricoltori e, quindi, sull’introito degli Enti che gestiscono la risorsa.<br />

Booker e Young (1994) usano un <strong>mo<strong>dell</strong>o</strong> d’ottimizzazione <strong>per</strong> l’uso <strong>dell</strong>e acque di bacini<br />

idrografici. Questi Autori studiano i benefici del trasferimento d’acqua tra Stati e tra attività<br />

diverse in una zona dove già molte applicazioni avevano studiato i problemi di gestione<br />

<strong>dell</strong>e acque. Kelso e altri (1973) avevano discusso l’impatto di grandi progetti di<br />

trasferimento <strong>dell</strong>’acqua. Keith e altri (1989) impiegano mo<strong>dell</strong>i d’ottimizzazione <strong>per</strong><br />

esaminare l’impatto economico <strong>dell</strong>’uso <strong>dell</strong>’acqua in settori diversi, confrontando i<br />

benefici ottenuti in agricoltura con quelli <strong>dell</strong>a produzione d’energia idroelettrica. Bernardo<br />

e altri (1993) usano quest’approccio integrando mo<strong>dell</strong>i d’ottimizzazione sul<br />

comportamento <strong>dell</strong>e aziende agricole con altri mo<strong>dell</strong>i che ne valutano l’effetto sulla<br />

diffusione degli inquinanti chimici. La programmazione matematica è stata usata anche in<br />

Italia <strong>per</strong> valutare l’impatto <strong>dell</strong>e politiche idriche sui redditi, sul consumo e sulla spesa <strong>per</strong><br />

l’acqua da parte degli agricoltori che o<strong>per</strong>ano in un Consorzio di bonifica (Marenco; De<br />

Benedictis e Marenco; Dono, 1995; Dono e Liberati; Dono e Severini). Qui si riportano<br />

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