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PDF Babel 010 - Parliamo di Videogiochi

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Tommaso De Benetti<br />

Uno che i VG preferisce <strong>di</strong>scuterli<br />

Tommaso De Benetti è stato membro<br />

fondatore e colonna portante <strong>di</strong> Ring, la<br />

rivista più amata dai videogiocatori<br />

meno rincoglioniti. Qualche tempo fa,<br />

esasperato dall’ignavia invincibile degli<br />

ormai depressi ringhici, ha lanciato da<br />

solo il progetto RingCast (reperibile su<br />

iTunes), primo podcast italiano a tema<br />

videolu<strong>di</strong>co, a cui comunque la vecchia<br />

guar<strong>di</strong>a partecipa a corrente alternata.<br />

Gatsu, secondo il nick con cui è solito<br />

firmarsi su Internet, attualmente vive e<br />

tromba ad Helsinki, tra frotte <strong>di</strong> bionde<br />

ninfomani e sferzate <strong>di</strong> gelo più o meno<br />

devastanti.<br />

DAL VANGELO SECONDO TOMMASO<br />

Per un motivo misterioso, circa<br />

l’80% degli studenti al mio <strong>di</strong>partimento<br />

è composto da ragazze.<br />

Non che la cosa mi<br />

<strong>di</strong>spiaccia, in effetti<br />

Il piede nella porta<br />

C<br />

’è un mio amico che continua<br />

a ripetere che c’ho più<br />

culo che anima. Sarà che<br />

quest’anno sulla mia vita si è srotolata<br />

con inquietante nonchalanche<br />

una bizzarra sequenza <strong>di</strong><br />

cose buone, o forse che le natiche<br />

scolpite in palestra ingolosiscono<br />

anche gli etero più<br />

insospettabili.<br />

Recentemente - pur con un Master<br />

completato solo al 70% - ho<br />

avuto la fortuna <strong>di</strong> vedermi assegnata<br />

la conduzione <strong>di</strong> un corso<br />

presso la Facoltà <strong>di</strong> Comunicazione<br />

dell’Università <strong>di</strong> Helsinki,<br />

dopo un breve periodo <strong>di</strong> gavetta<br />

come Tutor sullo stesso argomento.<br />

Lo scopo del corso è, in<br />

due parole, quello <strong>di</strong> insegnare a<br />

un piccolo gruppo <strong>di</strong> studenti a<br />

collaborare insieme per la creazione<br />

<strong>di</strong> un webmagazine.<br />

Incre<strong>di</strong>bili da un punto <strong>di</strong> vista<br />

abituato all’accademia italiana, i<br />

motivi per cui ho attirato le simpatie<br />

del mio supervisore sono<br />

sostanzialmente due: la mia<br />

esperienza <strong>di</strong>retta sul campo con<br />

pubblicazioni come Ring e <strong>Babel</strong>,<br />

e la capacità <strong>di</strong> comprendere ed<br />

utilizzare strumenti tecnici -<br />

come ambienti <strong>di</strong>dattici collaborativi<br />

- che insegnanti anziani ritengono<br />

troppo complessi e che<br />

quin<strong>di</strong> tendono ad utilizzare - se<br />

proprio devono - giusto il minimo<br />

in<strong>di</strong>spensabile.<br />

Ora, voi certamente saprete<br />

che in sé, la parola webmagazine<br />

non significa un granché. Le pubblicazioni<br />

web sono migliaia: alcuni<br />

elementi sono comuni alla<br />

maggior parte <strong>di</strong> esse, ma esistono<br />

anche una varietà <strong>di</strong> dettagli<br />

e soluzioni tecniche che le<br />

<strong>di</strong>fferenziano l’una dall’altra.<br />

Tutto, non servirebbe nemmeno<br />

<strong>di</strong>rlo, per raggiungere l’obiettivo<br />

comune: farsi leggere. Ho pensato<br />

quin<strong>di</strong> che un buon punto <strong>di</strong><br />

partenza sarebbe stato proprio<br />

quello <strong>di</strong> parlare della mia esperienza,<br />

perchè il percorso necessario<br />

per gestire pubblicazioni<br />

come lo fu Ring e com’è oggi<br />

<strong>Babel</strong>, non è né semplice né lineare.<br />

Inoltre, cosa forse <strong>di</strong>fficile<br />

da percepire per un esterno, pubblicazioni<br />

simili non godono <strong>di</strong><br />

nessuno sconto da parte dei lettori<br />

per il solo fatto <strong>di</strong> essere gratuite<br />

e ‘underground’.<br />

Durante la prima lezione ho avvertito:<br />

“Litigherete”. Loro, ridendo,<br />

mi hanno risposto:<br />

“Perchè dovremmo?”. Quando è<br />

successo - perchè ovviamente è<br />

successo - nessuno aveva più bisogno<br />

<strong>di</strong> spiegazioni. Vivere in<br />

una redazione è <strong>di</strong>fficile; stabilire<br />

regole è <strong>di</strong>fficile; romperle, fare<br />

eccezioni e continuare a mantenere<br />

il controllo su quello che si<br />

sta facendo è ancora più complesso.<br />

Chiaramente essere amici<br />

e conoscersi a priori aiuta. Ma<br />

non riesce a tenere separati capibranco<br />

rissosi per troppo tempo.<br />

Sono cose che puoi imparare solo<br />

a tue spese: la ricompensa per<br />

chi non molla è spesso proporzionata<br />

allo sbattimento investito<br />

nel progetto.<br />

Con abile mossa torno in carreggiata:<br />

la cosa migliore del<br />

corso è che mi ha dato l’opportunità<br />

<strong>di</strong> togliermi alcuni sfizi su cui<br />

fantasticavo da tempo. Prima <strong>di</strong><br />

tutto, sono in<strong>di</strong>rettamente riuscito<br />

a parlare <strong>di</strong> videogiochi in<br />

un contesto accademico riconosciuto.<br />

Ho celebrato i giusti onori<br />

ai miei colleghi che ogni mese<br />

impiegano parte del loro tempo<br />

libero per produrre qualcosa che,<br />

cre<strong>di</strong>amo, non possiate trovare<br />

altrove. Ho raccontato le loro storie,<br />

spiegando soprattutto che il<br />

mondo dei videogiochi non è<br />

fatto solo <strong>di</strong> nuove uscite, sackboy<br />

e bilance per obesi, ma è<br />

strettamente correlato, molto più<br />

<strong>di</strong> altri mercati, ai suoi fruitori:<br />

noi.<br />

Sono poi riuscito a far salire<br />

una vecchia gloria sul palco:<br />

Paolo Ruffino, che i lettori <strong>di</strong> Ring<br />

forse ricorderanno meglio come<br />

PJR. Paolo mi ha aiutato a definire<br />

il concetto <strong>di</strong> ‘stile’ <strong>di</strong>squisendo<br />

<strong>di</strong> Zzap!, CVG, EDGE ed<br />

altre riviste, fino ad arrivare all’androgina<br />

rivista francese Amusement<br />

- quella per<br />

videogiocatori particolarmente<br />

sensibili. Infine, parlando del destino<br />

<strong>di</strong> chi scriveva per Ring,<br />

sono riuscito a proiettare - in un<br />

tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> micette - l’ultimo trailer<br />

<strong>di</strong> Metal Gear Solid Philanthropy.<br />

Feature film che, se tutto<br />

va come previsto, guadagnerà<br />

molto presto a Giacomo “Gunny”<br />

Talamini e ai membri <strong>di</strong> Hive Division<br />

le giuste luci della ribalta.<br />

Vi starete chiedendo perché mi<br />

senta in dovere <strong>di</strong> raccontarvi<br />

tutto questo quando potrei parlare,<br />

chessò, della New Xbox Experience:<br />

ha cambiato qualcosa<br />

nei nostri destini in<strong>di</strong>viduali? La<br />

risposta, chiaramente, è no. Se<br />

però ripenso alla passione che ha<br />

dato vita a certi progetti, e a<br />

quanto lontano - fisicamente -<br />

siamo riusciti a portarli, non<br />

posso fare a meno <strong>di</strong> pensare che<br />

tutto questo non sia uno sforzo<br />

inutile. È solo un piede nella<br />

porta - e in quante porte dobbiamo<br />

irrompere ancora - ma da<br />

qualche parte bisogna pur iniziare.<br />

004

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