PDF Babel 010 - Parliamo di Videogiochi
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Simone Tagliaferri<br />
Si perde troppo spesso per mon<strong>di</strong> virtuali<br />
Simone Tagliaferri nacque e sta ancora<br />
cercando <strong>di</strong> recuperare da quella faticaccia<br />
immane. Nel frattempo ha scritto articoli<br />
per molte testate, tra le quali<br />
Gameoff, Xoff, PSW, PC Games World e<br />
altre <strong>di</strong> cui non ricorda molto (sapete... la<br />
senilità). Attualmente scrive articoli su<br />
multiplayer.it, cura la sezione videogiochi<br />
del Me<strong>di</strong>aworld Magazine e scrive assiduamente<br />
su Ars Lu<strong>di</strong>ca, progetto nato<br />
nel lontano 2005 che si occupa <strong>di</strong> spammare<br />
un po' <strong>di</strong> cultura videolu<strong>di</strong>ca in giro<br />
per il web. Tra le sue altre attività, oltre<br />
allo spaccio internazionale <strong>di</strong> pannolini<br />
usati, traduzione <strong>di</strong> guide ufficiali e <strong>di</strong><br />
videogiochi.<br />
ARS LUDICA<br />
w w w . a r s l u d i c a . o r g<br />
E’ finito il tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi<br />
iflettevo tempo fa sul concetto<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento e su<br />
Rcome andrebbe sra<strong>di</strong>cato da<br />
qualsiasi critica videolu<strong>di</strong>ca che si<br />
rispetti. Il bello è che sviscerandolo<br />
ci si accorge che è un concetto<br />
molto profondo, ma<br />
totalmente fine a sé stesso se si<br />
vuole fare un <strong>di</strong>scorso critico più<br />
ragionato. La questione può sembrare<br />
assurda e mi si chiederà:<br />
com’è possibile slegare i videogiochi<br />
dal concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento? Il<br />
problema è che il <strong>di</strong>vertimento, inteso<br />
in senso generale, è un fattore<br />
totalmente soggettivo e<br />
nebuloso. Inoltre è profondamente<br />
ipocrita affermare che un videogioco<br />
è <strong>di</strong>vertente o meno, fondando<br />
parte del giu<strong>di</strong>zio su questa<br />
affermazione. Affermo <strong>di</strong> più: in<br />
un mondo utopico, il <strong>di</strong>vertimento<br />
sarebbe completamente slegato<br />
dal giu<strong>di</strong>zio. Ma è meglio fare<br />
qualche esempio per non complicarsi<br />
troppo la vita - il limite dei<br />
caratteri incombe.<br />
Pren<strong>di</strong>amo un bambino (figura<br />
generalmente senza gli strumenti<br />
critici adatti a combattere contro<br />
certe derive), riempiamolo con le<br />
pubblicità <strong>di</strong> un film chiamato<br />
Kung Fu Panda, facciamolo andare<br />
al cinema dopo averlo martellato<br />
per mesi con una campagna<br />
marketing invasiva e avergli fatto<br />
comprare tutto il corredo scolastico<br />
a tema e, infine, mettiamolo<br />
davanti a un monitor dove gira il<br />
videogioco ispirato al film. Credete<br />
che si <strong>di</strong>vertirà?<br />
In verità, credo che il bambino <strong>di</strong><br />
cui sopra si <strong>di</strong>vertirà moltissimo<br />
davanti al videogioco <strong>di</strong> Kung Fu<br />
Panda e credo anche che il suo<br />
sarà un <strong>di</strong>vertimento ‘vero’, pieno<br />
d’eccitazione e <strong>di</strong> gioia. Il fatto<br />
che sia indotto poco importa: si<br />
<strong>di</strong>vertirà e su questo c’è poco da<br />
<strong>di</strong>scutere. Se così non fosse, l’idea<br />
stessa <strong>di</strong> consumismo crollerebbe.<br />
Il consumismo crea desideri, ma<br />
quei desideri non sono fasulli,<br />
sono veri e <strong>di</strong>ventano/fanno parte<br />
della persona. La coercizione a desiderare<br />
avviene prima, ma nel<br />
momento in cui il desiderio è nato<br />
e, quin<strong>di</strong>, presente, è vero e assolutamente<br />
sincero. È parte del<br />
corpo. Non per niente per tenerlo<br />
a bada bisogna combatterlo, ma<br />
combatterlo costa fatica e, visto<br />
l’orientamento della società,<br />
quella ‘fatica’ è pesantissima, perché<br />
continuamente stigmatizzata<br />
e vista come male. Quin<strong>di</strong>, ricapitolando:<br />
il bambino si mette davanti<br />
al suo videogioco e,<br />
sod<strong>di</strong>sfacendo un desiderio indotto,<br />
arriva a <strong>di</strong>vertirsi sinceramente.<br />
Ora, il giocatore adulto, davanti<br />
allo stesso videogioco, lo troverà<br />
quasi sicuramente meno <strong>di</strong>vertente<br />
- ovviamente ci sono casi e<br />
casi, ma pren<strong>di</strong>amo per buono<br />
questo per una questione <strong>di</strong> praticità.<br />
Vuoi per le tematiche, vuoi<br />
perché magari non ha seguito<br />
molto il battage creato intorno al<br />
film, vuoi perché o<strong>di</strong>a i cartoni<br />
animati in generale, vuoi, insomma,<br />
per mille altri motivi, lo<br />
stesso videogioco lo <strong>di</strong>vertirà sicuramente<br />
meno e, soprattutto, in<br />
modo <strong>di</strong>fferente - sempre ammesso<br />
che gli piacesse… ma qui il<br />
<strong>di</strong>scorso si complicherebbe troppo.<br />
Ecco, la critica non può e non<br />
deve rispondere <strong>di</strong> quel ‘<strong>di</strong>fferente’<br />
che è parte dell’in<strong>di</strong>viduo e, come<br />
tale, ineluttabilmente legato alla<br />
sua storia.<br />
Il <strong>di</strong>vertimento non è uno stato<br />
riducibile a parole perché indefinitamente<br />
determinabile, e la critica<br />
non può permettersi <strong>di</strong> impelagarsi<br />
sulla piacevolezza o meno <strong>di</strong><br />
saltare da una piattaforma a un’altra,<br />
piuttosto che dello spostare<br />
centinaia <strong>di</strong> truppe contemporaneamente<br />
per fargli assaltare un<br />
castello. La critica è tale quando<br />
esprime un giu<strong>di</strong>zio informato e<br />
quando crea <strong>di</strong>scorsi intorno a<br />
qualcosa, non quando pretende <strong>di</strong><br />
decidere cosa è <strong>di</strong>vertente e cosa<br />
non lo è. In quest’ultimo caso non<br />
fa altro che esporsi a sterili polemiche<br />
e a mettere in bocca ai tuttologi<br />
dell’ultima ora l’ennesima<br />
‘cagata pazzesca’ <strong>di</strong> fantozziana<br />
memoria: ovvero argomenti <strong>di</strong> facile<br />
presa sugli altri che squalificano<br />
tutta la categoria, essendo<br />
parzialmente veri, lì dove mirati -<br />
anche involontariamente - contro<br />
la pretesa <strong>di</strong> <strong>di</strong>re alle persone con<br />
cosa dovrebbero <strong>di</strong>vertirsi.<br />
Cerchiamo <strong>di</strong> capirci: non voglio<br />
ridurre il tutto a un fatto soggettivo,<br />
ammazzando ogni <strong>di</strong>scussione;<br />
sto solo affermando che se<br />
ci sono persone che si <strong>di</strong>vertono a<br />
farsi defecare addosso in una<br />
vasca da bagno… faranno anche<br />
schifo, ma non si gli si può negare<br />
che in quel frangente loro si <strong>di</strong>vertano<br />
come dei bambini. Il punto è<br />
che se riduciamo il <strong>di</strong>scorso critico<br />
a “è <strong>di</strong>vertente” o “non è <strong>di</strong>vertente”,<br />
non an<strong>di</strong>amo più in là <strong>di</strong><br />
quello che fanno gli spettatori<br />
dell’Isola dei Famosi, ovvero ci poniamo<br />
in modo passivo davanti al<br />
me<strong>di</strong>um e lasciamo che a dettarci<br />
l’agenda del pensiero sia soltanto<br />
una sensazione imme<strong>di</strong>ata, quasi<br />
un’impressione, <strong>di</strong> cui è <strong>di</strong>fficile<br />
determinare la natura. Ecco, credo<br />
che il critico dovrebbe evitare <strong>di</strong><br />
farsi ingannare dalle sensazioni,<br />
poiché dovrebbe essere cosciente<br />
della loro naturale tendenza a essere<br />
delle sincerissime bugiarde.<br />
Perché mettere l’immagine <strong>di</strong><br />
un parco dei <strong>di</strong>vertimenti virtuale<br />
in un articolo de<strong>di</strong>cato al<br />
<strong>di</strong>vertimento? Sinceramente<br />
non lo so, ma visto che il postmodernismo<br />
consente <strong>di</strong> fare<br />
tutto e il contrario <strong>di</strong> tutto<br />
senza dover dare spiegazioni…<br />
mi adeguo…<br />
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