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minacce ripetute, attenzioni non richieste,appostamenti). Lo ha registrato l’Osservatoriodel Telefono Rosa – afferma la presidenteMaria Gabriella Carnieri Moscatelli – e laviolenza domestica è quella più diffusa. Nelsolo 2007 sono venute direttamente da noi1.300 donne, 1.000 <strong>it</strong>aliane e 300 straniere.Crescono le denunce perché le donne sono piùconsapevoli che in passato, ma la “rimozione”è ancora forte».Parlano i freddi numeri: solo 7 donne su100 denunciano le violenze di cui sonov<strong>it</strong>time da parte dei propri partner, il 21,3per cento, pur avendo avuto la sensazioneche la propria v<strong>it</strong>a fosse in pericolo inoccasione della violenza sub<strong>it</strong>a, non l’haconsiderata un reato, per il 44 per cento siè trattato solo di “qualcosa di sbagliato”,mentre per il 36 solo di “qualcosa che èaccaduto” (dati Istat).il silenzio delle innocenti«Proprio perché tra i partner c’è un legameaffettivo, il dolore e la sofferenza per laviolenza sub<strong>it</strong>a diventano insostenibili eimmobilizzanti – spiega MariacandidaMazzilli, psicologa, psicoterapeuta, responsabiledel s<strong>it</strong>o www.psicologiadonna.<strong>it</strong> –. Comunemente il concetto di violenzaè associato all’aggressione fisica inquanto manifestazione visibile, ma non sipuò parlare di violenza all’interno di unacoppia senza considerare anche quellapsicologica: ogni violenza è in primo luogopsicologica. Diventa allora ancora piùdifficile denunciare un’esperienza tantoumiliante e svilente. Soprattutto perché iltimore più grande è quello di non esserecredute». Molte donne che hanno vissutoquesto trauma raccontano di comuniesperienze: la mente si distacca dal corpo,è come se si guardasse una scena dall’alto,come se non stesse succedendo a loro.«Di fronte a uno shock così forte, l’unicadifesa sembra essere quella di scollarsidal contesto. Solo nei giorni successivi, ildolore di quel trauma emerge sottoformadi immagini, sogni, odori, flashback continui,accompagnato da uno straziantesenso di colpa – riprende Mazzilli –. Infattiil pensiero ricorrente è: “perché proprio ame?”; molte donne si rimproverano peraver indossato quella gonna troppo corta,per essere state “disinvolte” e “disponibili”,finiscono insomma per credere di averprovocato la violenza. Perciò difficilmentesi riesce a chiedere aiuto per il senso divergogna e per la paura che gli altri possanogiudicare».15ABUSI E COSTUMITra i 16 ei 50 anni si muore più per violenza sessualeche per malattia o incidenti stradali.6.743.000 le donne v<strong>it</strong>time di violenza fisica o sessuale.Solo il 24,8 per cento dei casi di violenza è opera di unosconosciuto, si tratta per la maggior parte di violenzeconsumate dentro le mura domestiche.Ben 7.134.000 le donne che hanno sub<strong>it</strong>o solo violenzapsicologica, il 43,2 per cento dal partner.Quasi 7 milioni gli stupri, il 69,7 per cento ad operadel partner.Un milione e 400mila donne hanno sub<strong>it</strong>o uno stuproprima dei 16 anni.Oggetto di comportamenti persecutori – stalking – unmilione e 100mila donne.Oltre il 90 per cento delle v<strong>it</strong>time non denuncia gli abusi.Fonte: Istat 2007storie di ordinaria folliaLe voci delle donne che riescono, invece, a rompere il silenzio e a chiedereaiuto raccontano al telefono delle associazioni di volontariato o delle Forzedell’ordine storie di umiliazioni gravissime, di lesioni, fratture, ma anche diintimidazioni, isolamento, minacce non meno gravi delle percosse. «Ma suquesto non c’è abbastanza consapevolezza da parte della gente comune edel Governo stesso, del fatto cioè che la violenza sulle donne è un problemapubblico, oltreché un dramma privato. Non se ne parla abbastanza – sottolineaV<strong>it</strong>toria Franco, senatrice e ministro del PD alle Pari Opportun<strong>it</strong>à delGoverno Ombra –. Per questo sono necessarie campagne di sensibilizzazione,per educare al rispetto della donna, al riconoscimento della sua libertà, eperché si sappia “quanto costa” la violenza sulle donne in termini socialioltre che al Servizio san<strong>it</strong>ario nazionale. Presenteremo dei disegni di leggeper sostenere i centri antiviolenza con finanziamenti certi e per favorirela loro diffusione anche al Sud dove oggi sono ancora pochissimi. I tagliprevisti dalla Finanziaria di 20 milioni di euro, stanziati dal Governo Prodiper la prevenzione della violenza e per i centri di accoglienza, sono statireintegrati, ma “prodotti” visibili non ci sono e sul fronte delle pol<strong>it</strong>ichedi prevenzione non si fa nulla». Abbiamo provato a chiedere chiarimential ministro delle Pari Opportun<strong>it</strong>à Mara Carfagna che, però, ha prefer<strong>it</strong>onon rispondere.Aggiunge Franco: «È fermo alla Camera il nostro disegno di legge sullostalking: approvarlo sarebbe un passo importante per combattere questonuovo fenomeno di persecuzione che spesso finisce con l’uccisione dellav<strong>it</strong>tima. Ma adesso non è riconosciuto come reato».ti telefono o no?Un vero e proprio buco legislativo che anche «Telefono Rosa chiede dicolmare affinché sia immediatamente promulgata una legge a tuteladella seren<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>a e della sicurezza fisica delle v<strong>it</strong>time di atti persecutori,per porre fine a questo “femminicidio” – dice Moscatelli –. Dettoquesto, la normativa <strong>it</strong>aliana è piuttosto avanzata nel panorama europeo.Con la legge n. 154 del 2001 è stato inser<strong>it</strong>o nel nostro ordinamento unprovvedimento del tutto innovativo contro gli abusi familiari: quando ilcomportamento del mar<strong>it</strong>o o del compagno o di un altro convivente (adesempio un figlio) è tale da danneggiare fisicamente o moralmente la

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