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secondo tradizioneNonostante questo, però, la risposta da parte dellefamiglie <strong>it</strong>aliane non sembra per il momento del tuttoentusiastica. «La maggior parte non l’ha mai preso inconsiderazione (almeno fino ad oggi). Culturalmenteè ancora considerata una “cosa strana”», confermaMirenzi. Resistenze che affondano le radici in paurea volte inconfessabili. «L’interesse di un uomo versoi bambini susc<strong>it</strong>a sempre molti sospetti di morbos<strong>it</strong>à– spiega Coen Pirani –. Nell’immaginario collettivopoi chi accudisce i nostri figli resta sempre una figurafemminile». Un approccio molto tradizionalista, difficilema non impossibile da modificare, così come dimostral’esperienza di Arianna Garlati. Educatrice di scuoladell’infanzia a Milano e mamma di Lorenzo e Giulio nonha dubbi: «Il baby s<strong>it</strong>ter maschio l’ho provato e me lotengo ben stretto». Da quasi due anni, infatti, a prendersicura dei suoi due maschietti di sette e tre anni e mezzoc’è Matteo, 22 anni, studente univers<strong>it</strong>ario. «La scelta– ammette Arianna – è stata del tutto casuale: ero allaricerca di una baby s<strong>it</strong>ter e Matteo, che conoscevo giàcome ex alunno, si è fatto avanti».un baby s<strong>it</strong>ter in famigliaSeppur agevolata dalla precedente conoscenza, tuttavia,questa candidatura inaspettata qualche perpless<strong>it</strong>à l’hasollevata anche in Arianna e suo mar<strong>it</strong>o: «Ci impensierivasoprattutto la gestione del più piccolo, dal pannolinoalla nanna. Ma dopo un breve “inserimento”, Matteoè diventato anche più bravo di noi». Responsabile,disponibile, sempre pronto a giocare con i bambiniin modo creativo ma, allo stesso tempo, autorevole ecapace di far rispettare le regole fondamentali, Matteoper Arianna e i suoi è diventato non solo un aiuto domesticoprezioso ma praticamente uno della famiglia.«I bambini lo adorano, noi ci fidiamo ciecamente di lui:certo, la gente si stupisce di vederlo arrivare a scuolao in piscina e, soprattutto all’inizio, le altre mamme michiedevano se mi fidassi». Condizionamenti culturaliche, in un primo momento, non hanno risparmiatoneppure il papà di Lorenzo e Giulio: «Era scettico eforse anche un po’ geloso – riflette Arianna –. Ma ogn<strong>it</strong>imore è svan<strong>it</strong>o non appena ha visto quanto fosserofelici i nostri figli per il loro baby s<strong>it</strong>ter».Alla faccia dei pregiudizi.■A PROVA DI BIMBOEcco qualche consiglio utile per scegliere il/lababy s<strong>it</strong>ter, in gonnella o pantaloni che sia.> Non focalizzarsi solo sulle esperienze specifichedel candidato: spesso quello che contadi più non è nel curriculum. Un colloquio informale,magari un caffè a quattr’occhi, puòessere utile per approfondire la conoscenza.> Assistere a una prova con i bambini: il coinvolgimentoin un’attiv<strong>it</strong>à quotidiana è un testvalido per valutare pazienza e disponibil<strong>it</strong>à.> Non sottovalutare il gradimento dei bambini:non sempre quello che piace ai gen<strong>it</strong>oricoincide con ciò che serve ai figli.60NANNY CERCASIDal passaparola agli annunci sulle bachechedi asili nido, ludoteche e scuole: diverse lemodal<strong>it</strong>à per trovare un/una baby s<strong>it</strong>ter esempre più numerosi gli indirizzi on line dovesi incrociano domanda e offerta. Ecconealcuni:> Su www.mamma.<strong>it</strong>, www.bambinopoli.<strong>it</strong> e www.gliaffidabili.<strong>it</strong> si trovano archivi edatabase che raccolgono richieste e offerte dilavoro su tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale.> Molto diffuse anche le agenzie che selezionanofigure professionali per esigenze più specifichecome nel caso della C/Work Agency diRoma (www.c-workagency.com) o di www.totalnannies.com e www.nannytata.comper chi cerca baby s<strong>it</strong>ter straniere.

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