controcanto di T<strong>it</strong>o Cortese«il Prest<strong>it</strong>o socialeè solido,perché è solidala Cooperativa»La garanzia del Prest<strong>it</strong>o sibasa principalmente sullasolid<strong>it</strong>à della Cooperativae sull’impiego prudentedel risparmio. Tredomande fondamentalisul Prest<strong>it</strong>o sociale aFernando Pellegrini,responsabile finanzadi Unicoop Tirreno.cambia sistemaLa cr<strong>it</strong>ica di irresponsabil<strong>it</strong>à mossa da Putin al“sistema” Bush, espressione di un’economiacap<strong>it</strong>alistica senza regole che ha portatoall’arrembaggio finanziario globalizzato.L’attuale crisi finanziaria coinvolgeanche la Cooperativa?«L’attuale crisi finanziaria non coinvolge laCooperativa ma interessa principalmente epiù direttamente il sistema bancario internazionalee la capac<strong>it</strong>à di questo di adempiereagli obblighi verso i propri clienti».In che modo la Cooperativa garantiscela sicurezza del Prest<strong>it</strong>o sociale?«La garanzia sui Prest<strong>it</strong>i sociali che i socihanno confer<strong>it</strong>o alla Cooperativa risiedeprincipalmente nella solid<strong>it</strong>à dellaCooperativa, nella capac<strong>it</strong>à e nella forzapatrimoniale che detiene e che ha accumulatonegli anni della sua ultra sessantennaleesperienza fino a diventare una delle piùgrandi imprese cooperative del nostropaese. Questa solid<strong>it</strong>à nasce dall’esistenzastessa della Cooperativa, dalla sua estesarete di vend<strong>it</strong>a, e dal suo profondo radicamentoterr<strong>it</strong>oriale e sociale. Da qui, daquesto quotidiano lavoro di migliaia dipersone e attiv<strong>it</strong>à di vend<strong>it</strong>a sono trattele risorse economiche e finanziarie cherendono robusto il patrimonio della Coope quindi la sua capac<strong>it</strong>à di garantire latranquill<strong>it</strong>à del Prest<strong>it</strong>o sociale».Come vengono invest<strong>it</strong>i i risparmidei soci?«Le risorse della Cooperativa e il Prest<strong>it</strong>osociale sono utilizzati in investimenti finanziarie immobiliari secondo cr<strong>it</strong>eri di economic<strong>it</strong>àe prudenza, la cui composizione sibasa prevalentemente su t<strong>it</strong>oli di stato e suprodotti finanziari prontamente liquidabiliin modo da consentire sempre un rapido esicuro rimborso ai soci prestatori».45Nelle scorse settimane, quando la crisi finanziaria già scuoteva gli StatiUn<strong>it</strong>i influenzando tutti i mercati del mondo, il primo ministro russo Putinha usato parole dure per bollare la pol<strong>it</strong>ica dell’ex grande amico Bush:ha infatti accusato gli americani di “incapac<strong>it</strong>à di prendere decisioniadeguate” e ha denunciato “l’irresponsabil<strong>it</strong>à di un intero sistema cheha preteso una leadership mondiale”.Putin stesso, peraltro, ha dato una grande mano nell’ultimo decennio aconsolidare ed estendere il sistema ora chiamato in causa, che è direttaespressione di quell’economia cap<strong>it</strong>alistica non temperata da regoleche è stata importata in Russia e negli altri Paesi usc<strong>it</strong>i dall’esperienzadel comunismo del secolo scorso. Tanto che persino in Cina, dove pureil potere è rimasto nelle mani della vecchia oligarchia comunista, dilagaoggi quello che un tempo si chiamava cap<strong>it</strong>alismo selvaggio. Non ci sonodistinzioni ormai, sotto questo profilo, nel mondo: e appaiono davverosingolari, o piuttosto ipocr<strong>it</strong>i, lo stupore e l’indignazione manifestati un po’dovunque, Italia compresa, di fronte ai guasti largamente preannunciatidell’arrembaggio finanziario globalizzato. Se a prevalere è l’ideologia delfare denaro a ogni costo, ottenere il massimo prof<strong>it</strong>to senza guardareoltre, bandire ogni idea di solidarietà nell’organizzazione dell’economia,c’è poco da meravigliarsi dell’“irresponsabil<strong>it</strong>à” del sistema che ne deriva:chi si è fatto bandiera e strumento di arricchimenti fuori misura dovrebbeavere almeno il pudore di risparmiare le prediche a chi è rimasto v<strong>it</strong>timadella legge della jungla. E invece ci è toccato sentirle, anche da noi, questeprediche, proprio da chi ha scatenato l’assalto alle forme di salvaguardiasociale realizzate in decenni di progresso civile, l’attacco distruttivo allaprevidenza pubblica, alla san<strong>it</strong>à pubblica, all’istruzione pubblica, allacooperazione, alla tutela del lavoro e del risparmio.Quasi ottant’anni fa, di fronte a un’altra crisi devastante, la grande democraziaamericana reagì cambiando strada, si affidò a una pol<strong>it</strong>ica e a unpresidente capaci di dare al mercato regole rivolte all’interesse dell’interasocietà, non solo dei gruppi dominanti. L’augurio è che in questo novembre2008 sappia fare altrettanto, per il bene di tutti.
prodotti guida all’acquistoluci alla ribaltaVanno in pensione le vecchie lampadine a incandescenza: già tolte daipunti vend<strong>it</strong>a Coop nel 2010 spariranno dal commercio sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e dallefluorescenti compatte, un po’ più care ma più luminose e più durature.di Roberto Minn<strong>it</strong>iUna casa “ecologica” e meno dispendiosa. Un doppioobiettivo che in molti sognerebbero di realizzare, senon altro per alleggerire le bollette elettriche semprepiù impegnative in tempi di caro-petrolio. La soluzione,però, non è sempre complicata e dispendiosa. Per alcuniaccorgimenti basta prendere l’iniziativa e si può risparmiarepiù di quanto si pensa.Si può, per esempio, partire dalla luce. Il settoredell’illuminazione domestica ha, infatti, un’enormerilevanza energetica: secondo le stime dell’Enea laquota annua di energia elettrica destinata a tale uso è,complessivamente, superiore ai 7 miliardi di kilowattora,corrispondenti a circa il 13,5 per cento del consumo totaledi energia elettrica nel settore residenziale.Intervenire sull’illuminazione, dunque, può rilevarsi davveromolto interessante per chi vuole contenere le bollette.In più significa avvantaggiare l’ambiente: si riduce ilconsumo di combustibile, si inquina meno, si rende l’Italiapiù indipendente sotto il profilo dell’approvvigionamentodi energia.fuori commercioRispetto alla classica e vecchia lampadina a incandescenza(destinata a sparire dalla vend<strong>it</strong>a in Italia nel 2010, magià tolta dal commercio nei punti vend<strong>it</strong>a Coop), quellaa basso consumo o fluorescente compatta (Cfl) consentedi risparmiare fino all’80 per cento di elettric<strong>it</strong>à.Nulla a che vedere, insomma, con la cara e vecchialampada a incandescenza che ha uno scarsissimo rendimento(solo il 5 per cento dell’elettric<strong>it</strong>à consumataè convert<strong>it</strong>a in luce mentre il restante 95 è sprecato incalore). Certo, rispetto alla tradizionale lampadina, quellaa incandescenza ha il difetto di un costo di acquisto piùelevato, ma il risparmio è garant<strong>it</strong>o e la maggior spesaall’acquisto si recupera in tempi brevi. La v<strong>it</strong>a media diuna fluorescente, infatti, è notevolmente superiore: finoa 10mila ore, dieci volte la media del bulbo tradizionale.In più hanno una maggiore efficienza luminosa ed èproprio questa che le rende risparmiose sotto il profilodell’energia. Se infatti si considera il rapporto tra la luminos<strong>it</strong>à(misurata in lumen) e la potenza (misurata inwatt) si vedrà che mentre le lampade a incandescenzada 100W sono caratterizzate da un’efficienza luminosamodesta (14 lm/W) le Cfl corrispondenti da 20W hannoun’efficienza ben più elevata (60 lm/W). Basta dunquesost<strong>it</strong>uire anche solo tre lampadine tradizionali con trea basso consumo per avere la stessa quant<strong>it</strong>à di luce maridurre del 7 per cento i consumi annui totali di elettric<strong>it</strong>àcon un risparmio di circa 45 euro l’anno.energie sprecateIl segreto sta nella tecnologia: nel caso di una normalelampadina a incandescenza la corrente passa attraversouna spessa spirale di tungsteno che viene riscaldata fino46