Questo frate, compagno di viaggio dell'uomo di Dio, pregando una volta con lui inuna chiesa abbandonata, venne rap<strong>it</strong>o in estasi.Vide nel cielo molti seggi e, tra essi, uno più splendido e glorioso di tutti gli altri,costellato di pietre preziose. Ammirando lo splendore di quel trono così eminente, cominciòa chiedersi ansiosamente chi mai fosse destinato ad occuparlo. In mezzo a questi pensieri, udìuna voce che gli diceva: “ Questo seggio apparteneva a uno degli angeli ribelli ed ora èriservato per l'umile Francesco ”. R<strong>it</strong>ornato finalmente in sé, dopo quella preghiera estatica, ilfrate seguì il Santo che stava uscendo dalla chiesa.Ripresero il cammino, parlandosi a vicenda di Dio secondo la loro ab<strong>it</strong>udine. e alloraquel frate, che aveva la visione ben impressa nella mente, colse abilmente l'occasione perchiedere a Francesco che opinione aveva di se stesso .E l'umile servo di Cristo gli disse: “ Mi sembra di essere il più gran peccatore ”. Il frategli replicò che, in tutta coscienza, non poteva né pensare né dire una cosa simile. Ma il Santospiegò: “ Se Cristo avesse trattato il più scellerato degli uomini con la stessa misericordia ebontà con cui ha trattato me, sono sicuro che quello sarebbe molto più riconoscente di me aDio ”.Ascoltando questi umili parole, il frate ebbe la conferma che la sua visione eraver<strong>it</strong>iera, ben sapendo che, secondo la testimonianza del santo Vangelo, il vero umile verràinnalzato a quella gloria eccelsa, da cui il superbo viene respinto.1112 7. Un'altra volta, mentre pregava in una chiesa deserta della provincia di Massa, pressoMonte Casale, un'ispirazione gli rivelò che in quella chiesa erano rimaste delle sacre reliquie.Vide, non senza dolore, che esse ormai da lungo tempo erano rimaste prive dell'onoreloro dovuto e comandò ai frati di portarle al loro luogo con devozione.Ma, siccome egli si era allontanato per urgente motivo, i figli dimenticarono l'incaricoavuto dal Padre, e persero il mer<strong>it</strong>o dell'obbedienza. Un giorno, però, volendo celebrare isacri misteri, appena tolgono il copr<strong>it</strong>ovaglia dell'altare, trovano delle ossa bellissime estupendamente profumate: pieni di stupore, si vedono sotto gli occhi, portate dalla mano diDio, le reliquie che gli uomini avevano dimenticato di trasferire.Tornato dopo qualche tempo, I'uomo a Dio devoto, si informò premurosamente seavevano adempiuto quanto egli aveva comandato a propos<strong>it</strong>o delle reliquie. I fraticonfessarono umilmente di avere, per loro colpa, trascurato l'obbedienza e si ebbero, insieme,la pena e il perdono. E il Santo disse: “ Benedetto il Signore, mio Dio, che ha voluto fare luidirettamente, quanto dovevate fare voi ”.Considera attentamente la premura che ha la Provvidenza per il nostro corpo dipolvere e valuta a fondo quanto fosse eccellente la virtù dell'umile Francesco, agli occhi diDio, il quale si inchinò ai suoi desideri, allorché l'uomo non aveva obbed<strong>it</strong>o ai suoi comandi.1113 8. Una volta, giunto ad Imola, si presentò al vescovo della c<strong>it</strong>tà e chiese umilmente ilpermesso di convocare, col suo beneplac<strong>it</strong>o, il popolo per la predica.Il vescovo gli rispose duramente: “ Frate, basto io per predicare al mio popolo ”.Chinò il capo, il vero umile, ed uscì. Ma di lì a poco, eccolo di nuovo. Il vescovo,piuttosto adirato, gli domanda che cosa vuole ancora. Umile nella voce come nel cuore, eglirisponde: “ Signore, se un padre caccia il figlio da una porta, il figlio non può che rientraredall'altra ”.
Vinto dall'umiltà, il vescovo lo abbracciò e, con volto lieto, gli disse: “ Per l'avvenire tue tutti i tuoi frati avete il mio generale permesso di predicare nella mia diocesi: la santaumiltà ve lo ha mer<strong>it</strong>ato ”.1114 9. Gli cap<strong>it</strong>ò una volta di giungere vicino ad Arezzo, mentre l'intera c<strong>it</strong>tà era sconvoltadalla guerra intestina e minacciava di distruggersi in breve tempo da se stessa. Dal sobborgo,dove era alloggiato come osp<strong>it</strong>e, vide sopra la c<strong>it</strong>tà una ridda di demoni che infiammavano ic<strong>it</strong>tadini, già ecc<strong>it</strong>ati, alla reciproca strage. A scacciare quegli spir<strong>it</strong>i delI'aria, fomentatoridella sedizione, inviò frate Silvestro, uomo semplice come una colomba, ingiungendogli: “Vai davanti alla porta della c<strong>it</strong>tà e, da parte di Dio onnipotente, comanda ai demoni, in virtùdi obbedienza, di andarsene in fretta ”.Corre, quel vero obbediente, a compiere i comandi del Padre, innalzando inni di lodealla presenza di Dio, e, giunto davanti alla porta della c<strong>it</strong>tà, incomincia a gridaregagliardamente: “ Da parte di Dio onnipotente e per comando del suo servo Francesco,andatevene via, lontano da qui, o demoni tutti quanti! ”.Immediatamente la c<strong>it</strong>tà torna in pace e tutti i c<strong>it</strong>tadini, in perfetta tranquill<strong>it</strong>à, siadoperano a ripristinare fra loro i dir<strong>it</strong>ti della convivenza civile.Così, scacciata la furibonda superbia dei demoni, che aveva assediato la c<strong>it</strong>tà,circondandola di trincee, la sapienza del povero, cioè l'umiltà di Francesco, con il suo soloapparire, le rest<strong>it</strong>uì la pace e la salvò.Infatti con l'ardua virtù dell'umile obbedienza Francesco aveva consegu<strong>it</strong>o, sopraquegli spir<strong>it</strong>i ribelli e protervi, tale autor<strong>it</strong>à e potere da permettergli di sgominare la loroferocia e di mettere in fuga la loro dannosa violenza.1115 10. I demoni superbi fuggono davanti alla eccelsa virtù degli umili, salvo in qualchecaso in cui la divina clemenza permette che gli umili vengano schiaffeggiati, proprio permantenerli in umiltà, come Paolo apostolo scrive di se stesso e come Francesco ha provatoper esperienza diretta .Il signor cardinale <strong>Le</strong>one di Santa Croce lo pregò con insistenza perché dimorasse perqualche tempo nel suo palazzo a Roma. Il Santo, per venerazione ed amore verso di lui,accettò umilmente.Ma la prima notte, quando voleva riposare dopo l'orazione, i demoni lo aggredironocon un terribile assalto, percuotendolo a lungo, crudelmente, e lasciandolo, alla fine, mezzomorto.Quando se ne furono andati, l'uomo di Dio chiamò il compagno e gli narrò l'accaduto,aggiungendo: “ Fratello, i demoni non hanno alcun potere, se non nel lim<strong>it</strong>e predisposto perloro dalla Provvidenza. Perciò io credo che mi hanno assal<strong>it</strong>o così ferocemente, perché la miapermanenza nella curia dei magnati non fa una impressione buona. I miei frati che dimoranoin luoghi poverelli, sentendo che io me ne sto con i cardinali, sospetteranno forse che mi siainvischiato nelle cose mondane, stando in mezzo agli onori e agli agi. Giudico, pertanto, chesia meglio, per chi viene posto come esempio, stare lontano dalle curie e trascorrere conumiltà la v<strong>it</strong>a tra gli umili, in luoghi umili. Così egli sarà di conforto, vivendo nello loro stessecondizioni, per coloro che vivono in penuria ”.Vanno, dunque, al mattino e, con umili scuse, danno l'addio al cardinale.1116 11. Il Santo aveva in orrore la superbia. origine di tutti i mali, e la disobbedienza, suapessima figlia: Accoglieva, però, di buon grado chi umilmente si pentiva.
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