1163 2. Cristo Gesù crocifisso dimorava stabilmente nelI'intimo del suo spir<strong>it</strong>o, come borsettadi mirra posta sul suo cuore in Lui bramava trasformarsi totalmente per eccesso ed incendiod'amore.Per singolare amore e devozione verso di Lui, a cominciare dalla festa dell'Epifaniaper quaranta giorni continui, cioè per tutto il tempo in cui Cristo rimase nascosto nel deserto,si r<strong>it</strong>irava nella sol<strong>it</strong>udine e, recluso nella cella, riducendo cibo e bevanda al minimopossibile, si dedicava senza interruzione ai digiuni, alle preghiere e alle lodi di Dio.Certo il servo di Dio era infiammato da un affetto ardentissimo verso Cristo; ma ancheil Diletto lo contraccambiava con grande amore e familiar<strong>it</strong>à, tanto che gli sembrava disentirsi sempre presente il Salvatore davanti agli occhi, come rivelò una volta lui stesso aicompagni in confidenza.1164 Bruciava di fervore in tutte le sue viscere per il Sacramento del corpo del Signore,ammirando stupefatto quella degnazione piena di car<strong>it</strong>à e quella car<strong>it</strong>à piena di degnazione.Si comunicava spesso e con tale devozione da rendere devoti anche gli altri, e,gustando in ebbrezza di spir<strong>it</strong>o la soav<strong>it</strong>à dell'Agnello immacolato, il più delle volte venivarap<strong>it</strong>o in estasi.1165 3. Circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù, per il fatto che ha resonostro fratello il Signore della Maestà e ci ha ottenuto la misericordia.In <strong>Le</strong>i, principalmente, dopo Cristo, riponeva la sua fiducia e, perciò, la cost<strong>it</strong>uìavvocata sua e dei suoi. In suo onore digiunava con gran devozione dalla festa degli apostoliPietro e Paolo, fino alla festa dell'Assunzione.1166 Agli spir<strong>it</strong>i angelici, i quali ardono di un meraviglioso fuoco, che infiamman le animedegli eletti e le fa penetrare in Dio, era un<strong>it</strong>o da un inscindibile vincolo d'amore. In loro onoredigiunava per quaranta giorni continui, a incominciare dalla Assunzione della Verginegloriosa, dedicandosi incessantemente alla preghiera.Per il beato Michele Arcangelo, dato che ha il comp<strong>it</strong>o di presentare le anime a Dio,nutriva particolare devozione e speciale amore dettato dal suo fervido zelo per la salvezza d<strong>it</strong>utti i fedeli.1167 I santi e il loro ricordo eran per lui come carboni ardenti, che ravvivano in lui l'incendiodeificante. Venerava con devozione ferventissima tutti gli apostoli e specialmente Pietro ePaolo, per la loro fervente car<strong>it</strong>à verso Cristo. In loro onore e per loro amore offriva al Signoreil digiuno di una quaresima speciale.Nient'altro possedeva, il povero di Cristo, se non due spiccioli, da poter elargire conliberale car<strong>it</strong>à: il corpo e l'anima. Ma corpo e anima, per amore di Cristo, li offrivacontinuamente a Dio, poiché quasi in ogni istante immolava il corpo col rigore del digiuno el'anima con la fiamma del desiderio: olocausto, il suo corpo, immolato alI'esterno, nell'atriodel tempio; incenso, I'anima sua, esalata all'interno del tempio.1168 4. Ma, mentre quest'eccesso di devozione e di car<strong>it</strong>à lo innalzava alle realtà divine, la suaaffettuosa bontà si espandeva verso coloro che natura e grazia rendevano suoi consorti .Non c'è da meravigliarsi: come la pietà del cuore lo aveva reso fratello di tutte le altrecreature, così la car<strong>it</strong>à di Cristo lo rendeva ancor più intensamente fratello di coloro cheportano in sé l'immagine del Creatore e sono stati redenti dal sangue del Redentore.Non si r<strong>it</strong>eneva amico di Cristo, se non curava con amore le anime da Lui redente.
Niente, diceva, si deve anteporre alla salvezza delle anime, e confermaval'affermazione soprattutto con quest'argomento: che l'Unigen<strong>it</strong>o di Dio, per le anime, si eradegnato di salire sulla croce.Da lì quel suo accanimento nella preghiera; quel correre dovunque a predicare;quell'eccesso nel dare l'esempio. E, perciò, ogni volta che lo biasimavano per la sua auster<strong>it</strong>àeccessiva, rispondeva che lui era stato dato come esempio per gli altri.La sua carne innocente si sottometteva ormai spontaneamente allo spir<strong>it</strong>o e non aveva alcunbisogno di castighi, in punizione delle colpe; eppure egli, in vista dell'esempio rinnovavacontro di lei pene e fatiche e obbligava se stesso a percorrere vie faticose, in vista degli altri.Diceva: Anche se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la car<strong>it</strong>à in me stesso enon mostrassi al prossimo esempi di virtù, poco gioverei agli altri, niente a me.1169 5. L'infocato ardore della car<strong>it</strong>à lo spingeva ad emulare la gloria e il trionfo dei santimartiri, nei quali niente poté estinguere la fiamma dell'amore o indebolire la fortezzadell'animo.Acceso da quella car<strong>it</strong>à perfetta, che caccia via il timore, bramava anch'egli di offrirsi,ostia vivente, al Signore, nel fuoco del martirio, sia per rendere il contraccambio al Cristo chemuore per noi, sia per provocare gli altri all'amore di Dio.1170 A sei anni dalla sua conversione, infiammato dal desiderio del martirio, decise dipassare il mare e recarsi nelle parti della Siria, per predicare la fede cristiana e la pen<strong>it</strong>enza aisaraceni e agli altri infedeli.Ma la nave su cui si era imbarcato, per raggiungere quel paese, fu costretta dai venticontrari a sbarcare dalle parti della Schiavonia. Vi rimase per qualche tempo: ma poi, nonriuscendo a trovare una nave che andasse nei paesi d'oltremare, defraudato nel suodesiderio, pregò alcuni marinai diretti ad Ancona, di prenderlo con sé, per amor di Dio. Neebbe un netto rifiuto, perché non aveva il denaro necessario.Allora l'uomo di Dio, riponendo tutta la sua fiducia nella bontà del Signore, salìugualmente, di nascosto, sulla nave, col suo compagno. Si presentò un tale -- certo mandatoda Dio in soccorso del suo poverello--portando con sé il v<strong>it</strong>to necessario. Chiamò uno deimarinai, che aveva timor di Dio, e gli parlò così: “ Tutta questa roba tienila per i poveri fratiche sono nascosti sulla nave: gliela darai, quando ne avranno bisogno ”Se non che cap<strong>it</strong>ò che, per la violenza del vento, i marinai, per moltissimi giorni, nonpoterono sbarcare e così consumarono tutte le provviste. Era rimasto solo il cibo offerto inelemosina, dall'alto, a Francesco poverello. Era molto scarso, in ver<strong>it</strong>à; ma la potenza divinalo moltiplicò, in modo tale che bastò per soddisfare pienamente la necess<strong>it</strong>à di tutti, per tuttiquei giorni di tempesta, finché poterono raggiungere il porto di Ancona.I marinai, vedendo che erano scampati molte volte alla morte, per i mer<strong>it</strong>i del servo diDio, resero grazie a Dio onnipotente, che si mostra sempre mirabile e amabile nei suoi amici enei suoi servi. Ben a ragione, perché avevano provato da vicino gli spaventosi pericoli delmare e avevano visto le ammirabili opere di Dio nelle acque profonde.1171 6. Lasciato il mare, incominciò a pellegrinare sulla terra spargendovi il seme dellasalvezza e raccogliendo una messe abbondante di buoni frutti.Ma era il frutto del martirio quello che maggiormente lo attirava; era il mer<strong>it</strong>o dimorire per Cristo, quello che egli bramava al di sopra di ogni altra opera virtuosa e mer<strong>it</strong>oria.
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