1145 6. Considerando che tutte le cose hanno un'origine comune, si sentiva ricolmo di pietàancora maggiore e chiamava le creature per quanto piccole col nome di fratello o sorella:sapeva bene che tutte provenivano, come lui, da un unico Principio.Tuttavia abbracciava con maggior effusione e dolcezza quelle che portano in sé unasomiglianza naturale con la pietosa mansuetudine di Cristo o che la raffigurano secondo ilsignificato loro attribu<strong>it</strong>o dalla Scr<strong>it</strong>tura.Spesso riscattò gli agnelli che venivano condotti al macello, in memoria diquell'Agnello m<strong>it</strong>issimo, che volle essere condotto alla morte per redimere i peccatori.1146 Una notte, mentre il servo di Dio era osp<strong>it</strong>e presso il monastero di San Verecondo, nelladiocesi di Gubbio, una pecorella partorì un agnellino. C'era là una scrofa ferocissima, che, conun morso rabbioso, uccise la creaturina innocente.Ud<strong>it</strong>o il fatto, il padre pietoso fu preso da profondissima compassione e, pensandoall'Agnello senza macchia, si lamentava davanti a tutti per la morte dell'agnellino.“ Ohimè, fratello agnellino, -- diceva -- animale innocente, che rappresenti Cristo agliuomini, maledetta sia quell'empia che ti ha ucciso. E nessuno, uomo o bestia, possa mangiarela sua carne! ”.Cosa meravigliosa: la porca malefica immediatamente si ammalò e, dopo averescontato con tre giorni di sofferenza la sua colpa, subì finalmente l'esecuzione vendicatrice .Fu gettata nel fossato del monastero e là rimase per molto tempo, divenendo seccacome un'asse. Nessun animale, per quanto affamato, si cibò della sua carne. Riflettano, aquesto punto, le persone crudeli: con quali pene esse saranno colp<strong>it</strong>e alla fine, se è statacolp<strong>it</strong>a con una morte così orrenda la ferocia di una bestia? I fedeli devoti, a loro volta,sappiano valutare quanto potente e ammirevole, quanto dolce e generosa fosse la pietà delservo di Dio, se anche i bruti, a loro modo, le rendevano omaggio.1147 7. Un giorno, trovandosi in cammino nei pressi di Siena, incontrò un grande gregge dipecore al pascolo. Secondo il suo sol<strong>it</strong>o, le salutò benevolmente, e quelle, smettendo dibrucare, corsero tutte insieme da lui, sollevando il muso e fissandolo con gli occhi alzati. Glifecero tanta festa che i frati e i pastori ne rimasero stupefatti, vedendo gli agnelli e perfino gliarieti saltellargli intorno in modo così meraviglioso.1148 In un'altra circostanza, a Santa Maria della Porziuncola, portarono in dono all'uomo diDio, una pecora, che egli accettò con grat<strong>it</strong>udine, perché amava l'innocenza e la semplic<strong>it</strong>àche, per sua natura, la pecora dimostra. L'uomo di Dio ammoniva la pecorella a lodare Dio ea non infastidire assolutamente i {rati. La pecora, a sua volta, quasi sentisse la pietà dell'uomodi Dio, metteva in pratica i suoi ammaestramenti con grande cura. Quando sentiva i fraticantare in coro, entrava anche lei in chiesa e, senza bisogno di maestro, piegava le ginocchia,emettendo teneri belati davanti all'altare della Vergine, Madre dell'Agnello, come se fosseimpaziente di salutarla.Durante la celebrazione della Messa, al momento delI'elevazione, si curvava con leginocchia piegate, quasi volesse, quell'animale devoto, rimproverare agli uomini poco devotila loro irriverenza e volesse inc<strong>it</strong>are i devoti alla reverenza verso il Sacramento.1149 Durante il suo soggiorno a Roma, il Santo aveva tenuto con sé un agnellino, mosso dallasua devozione a Cristo, amatissimo agnello. Nel partire, lo affidò a una nobile matrona,madonna Jacopa dei Sette Soli, perché lo custodisse in casa sua. E l'agnello, quasi
ammaestrato dal Santo nelle cose dello spir<strong>it</strong>o, non si staccava mai dalla compagnia dellasignora, quando andava in chiesa, quando vi restava o ne r<strong>it</strong>ornava.Al mattino, se la signora tardava ad alzarsi, I'agnello saltava su e la colpiva con i suoicornetti, la svegliava con i suoi belati, esortandola con gesti e cenni ad affrettarsi alla chiesa.Per questo la signora teneva con ammirazione e amore quell'agnello, discepolo di Francesco eormai diventato maestro di devozione.1150 8. Un'altra volta, a Greccio, offrirono all'uomo di Dio un leprotto vivo. Fu lasciato libero,in terra, perché scappasse dove voleva. Ma quello, sentendosi chiamare dal padre buono, glicorse vicino e gli saltò in grembo. Il Santo, colmandolo di carezze, lo compassionava, comeuna madre mostrandogli il suo affetto e la sua pietà.Finalmente lo ammonì con dolcezza a non lasciarsi prendere un'altra volta e gli diedeil permesso di andarsene liberamente. Ma, benché lo avesse messo più volte in terra, perchépartisse, il leprotto r<strong>it</strong>ornava sempre in grembo al Padre, come se con un senso nascostopercepisse la pietà del suo cuore.Alla fine, il Padre lo fece portare in un luogo sol<strong>it</strong>ario e sicuro.1151 Un fatto simile avvenne nell'isola del lago di Perugia. Era stato catturato e donatoall'uomo di Dio un coniglio. Mentre era fugg<strong>it</strong>o da tutti gli altri, il coniglio si affidò confamiliar<strong>it</strong>à e sicurezza nelle mani del Santo e andò a posarsi sul suo grembo.1152 Mentre faceva la traversata del lago di Rieti, per raggiungere l'eremo di Greccio, unpescatore, per devozione, gli offrì un uccello acquatico. Egli lo prese volentieri e tenendolosulle mani spalancate, lo inv<strong>it</strong>ò a partire. Ma, siccome l'uccello non voleva andarsene, ilSanto, levando gli occhi al cielo, si immerse in una lunga preghiera.Dopo molto tempo, r<strong>it</strong>ornando in se stesso, come da un altro mondo, ripetutamentecon dolcezza comandò all'uccelletto che se ne andasse, a lode di Dio. E quello, allora, ricevutoil permesso e la benedizione, esprimendo con i movimenti del corpo la sua gioia, volò via.1153 Sempre mentre attraversava quel lago, gli fu offerto un grosso pesce, ancora vivo:chiamandolo, secondo la sua ab<strong>it</strong>udine, col nome di fratello, lo rimise in acqua, accanto allabarca. Ma il pesce si mise a giocare nell'acqua, davanti all'uomo di Dio, e, quasi adescato dalsuo amore, per nessuna ragione si allontanò dalla barca, prima di averne ricevuto il permessoe la benedizione.1154 9. In un'altra circostanza, mentre attraversava con un altro frate le paludi di Venezia,trovò una grandissima molt<strong>it</strong>udine di uccelli, che se ne stavano sui rami a cantare.Come li vide, disse al compagno: “ I fratelli uccelli stanno lodando il loro Creatore;perciò andiamo in mezzo a loro a rec<strong>it</strong>are insieme le lodi del Signore e le ore canoniche”.Andarono in mezzo a loro e gli uccelli non si mossero. Poi, siccome per il gran garrire,non potevano sentirsi l'un l'altro nel rec<strong>it</strong>are le ore, il Santo si rivolse agli uccelli e disse: “Fratelli uccelli, smettete di cantare, fino a quando avremo fin<strong>it</strong>o di rec<strong>it</strong>are le lodi prescr<strong>it</strong>te ”.Quelli tacquero immediatamente e se ne stettero z<strong>it</strong>ti, fin al momento in cui, rec<strong>it</strong>ate abell'agio le ore e terminate deb<strong>it</strong>amente le lodi, il Santo diede la licenza di cantare.Appena l'uomo di Dio ebbe accordato il permesso, ripresero a cantare, secondo il lorocostume.1155 A Santa Maria della Porziuncola, c'era una cicala, sopra un fico, vicino alla celladell'uomo di Dio, e continuava a cantare, e lo stimolava col suo canto a lodare il Signore,giacché egli aveva imparato ad ammirare la magnificenza del Creatore anche nelle piccole
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Il Santo, che ama l'età innocente,
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