Affermava che questo ufficio della pietà è più grad<strong>it</strong>o di ogni sacrificio al Padre dellemisericordie, soprattutto se viene adempiuto con zelo dettato da car<strong>it</strong>à perfetta, per cui ci siaffatica in esso più con l'esempio che con la parola, più con le lacrime della preghiera che conla loquac<strong>it</strong>à dei discorsi.1136 2. E pertanto--diceva--è da compiangere, perché privo di pietà vera, sia il predicatoreche, nella sua predicazione, ricerca non la salvezza delle anime, ma la propria gloria; sia ilpredicatore che con la malvag<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a distrugge quanto ha edificato con la ver<strong>it</strong>à delladottrina .Diceva che a costoro è preferibile uno semplice e privo di lingua, ma capace dispingere gli altri al bene col suo buon esempio.1137 Aveva un suo modo di spiegare l'espressione biblica: Anche la sterile ha partor<strong>it</strong>o moltifigli. “ La sterile, diceva, è il frate poverello, che non ha nella Chiesa l'ufficio di generare figli.Costui, nel giorno del giudizio, partorirà molti figli, nel senso che in quel giorno il Giudiceascriverà a sua gloria quelli che egli ora converte con le sue preghiere nascoste. Colei che hamolti figli diventerà infeconda, nel senso che il predicatore van<strong>it</strong>oso e loquace, il quale ora sirallegra di avere molti figli, come se li avesse generato per propria virtù, allora conoscerà che,in costoro, lui non ha niente di suo ”.1138 3. Cercava la salvezza delle anime con pietà appassionata, con zelo e fervida gelosia e,perciò, diceva che si sentiva riempire di profumi dolcissimi e, per così dire, cospargere diunguento prezioso, quando veniva a sapere che i suoi frati sparsi per il mondo, col profumosoave della loro sant<strong>it</strong>à, inducevano molti a tornare sulla retta via.All'udire simili notizie, esultava nello spir<strong>it</strong>o e ricolmava di invidiabilissimebenedizioni quei frati che, con la parola e con le opere, trascinavano i peccatori all'amore diCristo.1139 Per la stessa ragione, quelli che violavano la santa Religione con opere malvagie,incorrevano nella sua condanna e nella sua tremenda maledizione: “ Da te, o Signoresantissimo, e da tutta la celeste curia e da me pure, tuo piccolino, siano maledetti coloro che,con il loro cattivo esempio, sconvolgono e distruggono quanto, per mezzo dei santi frati diquest'Ordine, hai edificato e non cessi di edificare ”.Spesso, pensando allo scandalo che veniva dato ai piccoli, provava una tristezzaimmensa, al punto da r<strong>it</strong>enere che ne sarebbe morto di dolore, se la bontà divina non l'avessesorretto con il suo conforto.1140 Una volta, turbato per i cattivi esempi, con grande ansietà di spir<strong>it</strong>o, pregava per i suoifigli il Padre misericordioso; ma si ebbe dal Signore questa risposta: “ Perché ti turbi, tu,povero omuncolo? Forse che io ti ho cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o pastore della mia Religione, senza farti sapereche il responsabile principale sono io? Ho scelto te, uomo semplice, proprio per questo:perché le opere che io compirò siano attribu<strong>it</strong>e non a capac<strong>it</strong>à umane, ma alla grazia celeste.Io ho chiamato, io conserverò e io pascerò e, al posto di quelli che si perdono, altri ne faròcrescere. E se non ne nasceranno, li farò nascere io; e per quanto gravi possono essere leprocelle da cui questa Religione poverella sarà sbattuta, essa, col mio sostegno sarà sempresalva ”.1141 4. Il vizio della detrazione, nemico radicale della pietà e della grazia, lo aveva in orrorecome il morso del serpente e come la più dannosa pestilenza. Affermava che Dio
pietosissimo l'ha in abominio, perché il detrattore si pasce col sangue delle anime, dopoaverle uccise con la spada della lingua.Sentendo, una volta, un frate che denigrava un altro nella buona fama, si rivolse al suovicario e gli disse: “ Su, su, indaga ben bene e, se trovi che il frate accusato è innocente,infliggi al frate accusatore un castigo durissimo, che lo faccia segnare a d<strong>it</strong>o da tutti ”.Qualche volta giudicava che si doveva spogliare dell'ab<strong>it</strong>o chi aveva spogliato ilproprio fratello della sua buona fama e non voleva che costui elevasse gli occhi a Dio, seprima non aveva procurato con ogni mezzo di rest<strong>it</strong>uire quanto aveva sottratto.“ La cattiveria dei detrattori--diceva--è tanto maggiore di quella dei ladri, quantomaggiore è la forza con cui la legge di Cristo, che trova il suo compimento nell''' amore ciobbliga a bramare la salvezza delle anime più di quella dei corpi ”.1142 5. Si chinava, con meravigliosa tenerezza e compassione, verso chiunque fosse affl<strong>it</strong>to daqualche sofferenza fisica e quando notava in qualcuno indigenza o necess<strong>it</strong>à nella dolce pietàdel cuore, la considerava come una sofferenza di Cristo stesso.Aveva innato il sentimento della clemenza, che, la pietà di Cristo, infusa dall'alto,moltiplicava.Sentiva sciogliersi il cuore alla presenza dei poveri e dei malati, e quando non potevaoffrire l'aiuto, offriva il suo affetto.Un giorno, un frate rispose piuttosto duramente ad un povero, che chiedeval'elemosina in maniera importuna Udendo ciò, il pietoso amatore dei poveri comandò al fratedi prostrarsi nudo ai piedi del povero, di dichiararsi colpevole, di chiedergli in car<strong>it</strong>à chepregasse per lui e lo perdonasse.Il frate così fece, e il Padre commentò con dolcezza: “ Fratello, quando vedi un povero,ti vien messo davanti lo specchio del Signore e della sua Madre povera. Così pure negliinfermi, sappi vedere le inferm<strong>it</strong>à di cui Gesù si è rivest<strong>it</strong>o ”.In tutti i poveri, egli, a sua volta povero e cristianissimo, vedeva l'immagine di Cristo.Perciò, quando li incontrava, dava loro generosamente tutto quanto avevano donato a lui,fosse pure il necessario per vivere; anzi era convinto che doveva rest<strong>it</strong>uirlo a loro, come sefosse loro proprietà .1143 Una volta, mentre r<strong>it</strong>ornava da Siena, incontrò un povero. Si dava il caso che Francesco,a causa della malattia, avesse indosso sopra l'ab<strong>it</strong>o un mantello. Mirando con occhimisericordiosi la miseria di quell'uomo, disse al compagno: “ Bisogna che rest<strong>it</strong>uiamo ilmantello a questo povero: perché è suo. Difatti noi lo abbiamo ricevuto in prest<strong>it</strong>o, fino aquando ci sarebbe cap<strong>it</strong>ato di trovare qualcuno più povero di noi ”.Il compagno, però, considerando lo stato in cui il padre pietoso si trovava, oppose unnetto rifiuto: egli non aveva il dir<strong>it</strong>to di dimenticare se stesso, per provvedere all'altro. Ma ilSanto: “ R<strong>it</strong>engo che il Grande Elemosiniere mi accuserà di furto, se non darò quel che portoindosso a chi è più bisognoso ”.1144 Qualunque cosa gli dessero per alleviare le necess<strong>it</strong>à del corpo, chiedeva sempre aidonatori il permesso di poterla dar via lec<strong>it</strong>amente, se incontrava uno più bisognoso di lui.Insomma non la perdonava proprio a nulla: mantelli, tonache, libri e perfino iparamenti dell'altare, tutto elargiva agli indigenti, appena lo poteva, per adempiere aicomp<strong>it</strong>i della pietà.Spesso, quando per la strada incontrava qualche povero con un carico sulle spalle,glielo toglieva e lo portava sulle sue spalle vacillanti.
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