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ASPIRANTEGENIO<br />
JAMES DYSON <strong>FA</strong> L’INVENTORE di mestiere e il miliardario per hobby. È il primo inglese<br />
ad aver vinto l’European Design Prize. Ma lui insiste: “Il design dev’essere un concetto globale,<br />
altrimenti è una noia mortale”. Ecco qui: storia dell’aspirapolvere più famoso del mondo<br />
testo: Bea Dotti / foto: Sebastiano Pavia - Grazia Neri<br />
James Dyson, ovvero come inventare un aspirapolvere<br />
magico senza sacchetto e vivere felici. E ricchissimi, al<br />
numero 37 della hit parade dei miliardari del Regno<br />
Unito. Tutto merito del Dual Cyclone, un gingillo in ABS<br />
e policarbonato color caramella, leggero come una<br />
mentina e con un’aspirazione implacabile che centrifuga<br />
e polverizza qualsiasi cosa, persino le cacche degli acari<br />
che campeggiano abusivamente nel vostro salotto. Così<br />
quando avete finito le pulizie, voilà, una concimatina ai<br />
gerani sul balcone, una sciacquatina all’involucro, e via,<br />
verso nuove avventure, con la casa sfolgorante e i<br />
polmoni immacolati. Pare che Mastro Lindo sia sull’orlo<br />
di una crisi di nervi. James Dyson, invece, è in gran<br />
forma: sembra un incrocio allampanato tra Archimede<br />
Pitagorico e Paperon de’ Paperoni, ride, macina<br />
interviste a getto continuo, smonta e rimonta cicloni alla<br />
velocità della luce. Un profeta con una missione:<br />
convincere il mondo che un aspirapolvere può cambiarti<br />
la vita. Beh, con lui ha funzionato. Ah, il design!<br />
Cos’è un’invenzione?<br />
Qualcosa che puoi brevettare e che una persona sveglia<br />
non riesce a pensare da sola.<br />
Ho letto che dal 1979 al 1984, prima di brevettare il<br />
suo aspirapolvere, ha costruito 5127 prototipi.<br />
Fanno più di quattro al giorno, sette giorni su sette...<br />
Un’ossessione!<br />
Sì, facevo prototipi su prototipi, un test dietro l’altro.<br />
L’aria entra nel Cyclone quasi alla velocità del suono e<br />
produce effetti inaspettati. Non li puoi calcolare in<br />
astratto, devi verificarli, confrontarli, correggerli<br />
sistematicamente. Eppure la gente continua a pensare a<br />
un inventore come a una specie di genio svitato chiuso<br />
nel capanno degli attrezzi.<br />
Lei come ha cominciato?<br />
Ho iniziato negli anni ’60, studiando architettura, poi<br />
ingegneria meccanica. Avevo capito che a definire un<br />
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edificio è sempre la struttura, non il suo stile. Se hai<br />
sviluppato una tecnologia e costruito un prodotto, puoi<br />
decidere che forma deve avere.<br />
Allora lei non è un designer!<br />
Tutti sono convinti che, per avere un buon design, un<br />
oggetto dev’essere geometrico, stare dentro una specie<br />
di scatola Bauhaus. Così una macchina fotografica è<br />
uguale a un rasoio o a una radio portatile. Noiosissimo.<br />
Io sono convinto che ci sia un altro modo di progettare,<br />
che celebra il modo in cui funziona una macchina. Ecco<br />
perché il Cyclone è trasparente, da molto prima<br />
dell’Imac: così vedi cosa succede quando azioni una<br />
forza gravitazionale 67.000 volte maggiore di quella<br />
che sperimenta un pilota di Formula Uno. Per me<br />
lavorano più di 300 ingegneri e neppure un designer.<br />
Voglio che tutti si occupino di tutto, estetica compresa.<br />
Eppure il suo aspirapolvere è diventato famoso<br />
anche perché a venderlo è stato l’emporio di uno dei<br />
designer inglesi più famosi, Paul Smith.<br />
È vero. E per di più siamo stati la prima industria<br />
britannica a vincere l’European Design Prize. Penso che<br />
il design sia un concetto globale. Quando qualcosa non<br />
funziona, la prendi a calci e poi ti chiedi: chi è l’idiota<br />
che l’ha progettato? Invece quando pensi a un designer,<br />
di solito ti vengono in mente forme e colori. L’ho sempre<br />
trovata una dicotomia assurda.<br />
L’aria di Milano è zeppa di polvere, anzi di<br />
micropolveri. Hai mai progettato qualcosa capace di<br />
filtrare anche quello che respiriamo per strada?<br />
Abbiamo provato per anni a mettere a punto un sistema<br />
di raccolta delle emissioni dei motori diesel, da fissare al<br />
tubo di scappamento. Nel frattempo, le compagnie<br />
petrolifere hanno continuato a elaborare i combustibili<br />
per produrre particelle sempre più sottili. Poi qualcuno<br />
ha inventato una “trappola” in ceramica, un po’ come un<br />
sacchetto per aspirapolvere, decisamente più economica<br />
del nostro sistema, che abbiamo dovuto abbandonare.<br />
Però, stranamente, nessuno l’ha mai montata sulle<br />
macchine…<br />
Adesso a cosa sta lavorando?<br />
A un sacco di cose, però sono top secret. A parte il<br />
robot. Prima fa una pianta della stanza, poi la pulisce<br />
centimetro per centimetro, evitando tutti gli ostacoli e<br />
navigando da solo. Però costa ancora troppo, più o<br />
meno 4000 euro, così non lo vendiamo certo.<br />
Dobbiamo lavorarci su, costruire ancora un po’ di<br />
prototipi… Vede? Non si finisce mai…<br />
URBAN 29