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MILANO FA RIDERE - Urban

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testo: Lia Celi / illustrazione: Annalisa Pagetti<br />

NON È VERO CHE IL POSTINO suona<br />

sempre due volte. Ormai suona tre, quattro<br />

volte. Certi giorni cinque. Se non è il postino<br />

è la pubblicità. O il prete. Cronaca vera<br />

di una vita al tempo di internet. Ma appesa<br />

al citofono. Che palle!<br />

Pare incredibile, ma nell’era di Internet, degli sms e<br />

delle città cablate c’è ancora un sacco di gente che di<br />

mestiere scoccia il prossimo mediante citofono. Chi lavora<br />

da casa in un palazzo sprovvisto di portineria si è rassegnato<br />

a fungere da apriporta umano per postini, corrieri,<br />

cacciatori di appartamenti in vendita.<br />

Ma per il profano costretto eccezionalmente a restare a<br />

casa può essere un’esperienza-choc, specie a livello zebedei.<br />

Ecco tre categorie di scampanellatori cui sarà impossibile<br />

sfuggire.<br />

POSTINI<br />

Un tempo suonavano due volte, ma dopo il film con Jack<br />

Nicholson si limitano a una sola, per non mettere strane<br />

idee alle casalinghe. Il postino non ha tempo per l’amore.<br />

È troppo impegnato a odiare chi gli risponde al citofono.<br />

Che tu sia in casa in quanto fannullone o malato<br />

grave, telelavoratore cococò o delinquente agli arresti<br />

domiciliari, al portalettere non importa: tu sei a casa<br />

mentre lui sta scarpinando da tre ore nel tuo quartiere<br />

di merda, ed è deciso a fartela pagare. Scotto minimo,<br />

uno squillo da infarto quando sei sotto la doccia o, meglio<br />

ancora, seduto sul water. Come riesca il postino a<br />

sorprendere sempre le sue prede in certi delicatissimi<br />

momenti è tuttora un mistero per la scienza. La tesi più<br />

convincente è che il livore gli acuisca l’udito in modo da<br />

fargli percepire fin dall’esterno del palazzo il “ciac” delle<br />

chiappe dei residenti che si stanno sedendo sulla ciambella.<br />

Poi, dopo aver contato fino a dieci per essere sicu-<br />

ro di interromperli sul più bello, posa il dito sui campanelli<br />

corrispondenti. Per la vittima, rosa dal dubbio se rispondere<br />

o no (sarà la mamma? il medico fiscale? il corriere<br />

con il Penis Wonder ordinato su Internet?), la regola<br />

generale è: più fatica si fa a ricomporsi per andare a<br />

rispondere, più inutile risulta lo sforzo (nel 99 per cento<br />

dei casi il postino si è fatto già aprire da un altro casigliano).<br />

Naturalmente, la volta che decidi di non muoverti<br />

dal wc o dalla doccia, a suonare è il medico fiscale accompagnato<br />

da tua madre e dal corriere che vuol sapere<br />

chi di loro due ha ordinato un Penis Wonder.<br />

“PUBBLICITÀ IN BUCA”<br />

Cosa prova un film di prima serata a sentirsi spezzettare<br />

dagli spot? Per saperlo è sufficiente rimanere in casa<br />

mezza giornata: anche tu, qualunque cosa stia facendo,<br />

verrai interrotto esattamente ogni dieci minuti da qualcuno<br />

che vuole l’apriporta per infilare volantini pubblicitari<br />

nelle cassette della posta del tuo condominio. Nella<br />

classifica degli imbottitori di buchette postali gli ipermercati<br />

sono saldamente al primo posto, con i loro pieghevoli<br />

promozionali formato Vogue (regola generale:<br />

più l’iper è lontano e scomodo rispetto a casa tua, più ti<br />

inzeppa la buchetta di cartaccia). Poi vengono i servizi<br />

di cibo a domicilio che ti aggiornano sulla “nuova gestione”:<br />

le nuove gestioni, con relativi menù e numeri di<br />

telefono, si succedono a ritmo così frenetico che quando<br />

ordini la pizza di “Ciccio” rischi di vederti recapitare un<br />

kebab di “Ahmed”, il pakistano che nell’ultima mezz’ora<br />

URBANSATIRA<br />

PERCHISUONA<br />

ILCAMPANELLO<br />

ha rilevato l’esercizio. Terzi, i centri-dimagrimento che<br />

promettono cosce scattanti in una settimana (certo, basta<br />

passarla a distribuire i loro volantini casa per casa).<br />

PRETI<br />

Dopo mesi di stakhanovismo in ufficio hai deciso di concederti<br />

una giornata casalinga tutta per te, barba lunga<br />

e/o maschera all’argilla no-stop, pigiama fino a sera e<br />

briciole di toast ovunque? Preparati a renderne conto a<br />

Dio, in base alla regola generale che recita: più di rado<br />

stai in casa, più è probabile che il tuo sospirato giorno<br />

di relax coincida con quello in cui il parroco fa il periodico<br />

giro di benedizioni a domicilio. Inutile fingere di non<br />

esserci: la beghina dell’ammezzato gli ha già assicurato<br />

che stamattina l’ateo dell’interno 5 non è uscito, e come<br />

pecorella smarrita tu vali cento punti più una bottiglia di<br />

sambuca scommessa col viceparroco, il che autorizza il<br />

sant’uomo a scampanellare a distesa finché davanti alla<br />

tua porta non si forma un crocchio di nonni ficcanaso<br />

che sperano nella disgrazia.<br />

Meglio aprire e abbozzare: in fondo due gocce d’acqua<br />

santa non hanno mai ucciso nessuno e il Padrenostro<br />

non l’ha scritto Baget Bozzo, ma Gesù Cristo, che era<br />

una gran brava persona anche secondo Maometto.<br />

Quanto al disordine di casa tua, non ti preoccupare: ormai<br />

anche il sacerdote più snob ha alle spalle sei mesi di<br />

missione nelle bidonville di Nairobi e non ci farà caso.<br />

Il difficile sarà dire “amen” con la bocca murata dalla<br />

maschera all’argilla.<br />

URBAN 79

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