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L’AIUOLA PORTATILE, LA SCATOLA DI RUMORI URBANI<br />
che lo spazio pubblico, la città (anche quella più brutta e<br />
tapina della periferia) può assumere altre forme, basta<br />
volerlo, essere usata diversamente, proporre alternative,<br />
diversi modi di aggregazione, altre soluzioni.<br />
Cerco l’aiuola mini portatile con la sponsorizzazione<br />
personalizzabile, “l’ombrello di tutti” che si usa quando<br />
piove e poi si lascia in giro quando splende il sole – una<br />
sorta di umbrellacrossing – l’amaca (anche a due piazze)<br />
da stendere tra un palo del semaforo e uno della luce<br />
per pisolini improvvisati, le strisce pedonali portatili da<br />
stendersi alla bisogna e i cartelli stradali dal volto<br />
umano, con due mani che si stringono o un gruppo di<br />
persone che chiacchierano.<br />
Che sarebbe a dire: “Stringersi la mano, continua”<br />
oppure “Socializzare prego, per metri trenta”.<br />
Una volta dentro la palazzina di via Paladini 8 scopro<br />
che al piano rialzato ci sono gli uffici per la<br />
comunicazione e l’organizzazione di tutto quello che fa<br />
l’associazione, tra feste, eventi in giro per la città, il<br />
18 URBAN<br />
Milano Film Festival, il Salone dell’Arredo urbano, le<br />
serate di sciopero dei telespettatori e le serate del<br />
martedì in sede per i soci.<br />
Versatili e mai fermi un attimo i ragazzi. Ruotanti<br />
a 360 gradi.<br />
Giù da una scala si arriva in una stanza con enormi<br />
rocchetti di filo rovesciati, almeno questo mi sembrano,<br />
ma in realtà sono tavoli, un baretto, una sala di<br />
proiezione e un cortile dove, proprio al centro, c’è lui.<br />
Bellissimo. Un po’ la mascotte di Esterni; un pulmino<br />
Wolkswagen arancione con tettucio bianco e dentro…<br />
una ciclette! Al primo piano invece c’è l’ostello, 10 posti<br />
per gli ospiti, che nel futuro potrebbere diventare molti<br />
di più.<br />
Ma torniamo alla notte dei tempi: Beniamino e Lorenzo<br />
si sono trovati nel ’95 “e la città era triste, grigia, con<br />
poche cose da fare, pochi luoghi per fare”, e hanno<br />
cominciato a pensare e a ripensare gli spazi pubblici.<br />
Quindi hanno pensato che in primo luogo era<br />
necessario invadere piazze, strade,<br />
luoghi aperti.<br />
Come l’Arco della Pace, nel ’97, in cui<br />
oltre a musica, bevande e cibo<br />
venivano distribuiti a tutti carta e<br />
matita per disegnare a piacere,<br />
sfogare la propria creatività (quindici<br />
chili di carta poi riunita in un libro),<br />
piazza Affari, nel ’98, dove, dopo<br />
aver indossato una tuta bianca<br />
ognuno poteva dipingere il suo<br />
vicino, piazza Duca d’Aosta con<br />
installazioni e proiezioni (non solo<br />
Polizia e disperati), piazza<br />
Sant’Agostino, pastelli e cera alla<br />
mano per ridipingere ciò che era<br />
rimasto del mercato.<br />
E per ogni iniziativa c’è da ridere,<br />
oltre che da pensare. Con migliaia<br />
di persone.<br />
Perché la città può essere anche<br />
un serbatoio di creatività e<br />
di invenzione, non solo di tristezza<br />
e circonvallazioni.<br />
Ora le cose in ballo sono tante: una<br />
grande festa la sera del 4 aprile<br />
in via Palizzi alla Bovisa, una specie<br />
di Los Angeles ‘de no antri’, con<br />
musica e bar poi dal 4 all’8 aprile<br />
casino generalizzato in giro per<br />
la città, davanti ai luoghi del Salone<br />
del Mobile. È questo il Salone<br />
dell’Arredo <strong>Urban</strong>o che propone un<br />
altro modo di vedere la città e<br />
le cose, (ma “in pacifica antitesi con<br />
il Salone ufficiale”, ci tengono a<br />
sottolineare). E la gente interessata<br />
e incuriosita è tanta: giapponesi, ma<br />
non solo.<br />
Poi dall’8 al 12 aprile tutti quelli<br />
di Esterni saranno in centro tutto<br />
il giorno – dove ancora non si sa, ma<br />
molto in centro comunque, cercateli<br />
– con installazioni, mostre, sorprese<br />
e alcune delle più belle proposte<br />
del Concorso internazionale per lo<br />
Spazio pubblico di ogni città. Questa,<br />
al momento, è la cosa più golosa.<br />
A partecipazione gratuita e aperto<br />
a tutti, ammette tutte le forme d’arte<br />
e invita a produrre e inventare idee,<br />
prototipi, servizi e interventi per<br />
lo spazio pubblico in città. Fino a ora<br />
sono arrivati 60 progetti di cui 5<br />
stranieri.<br />
I più bizzarri li vedrete appunto<br />
dall’8 al 12 aprile in centro.<br />
Un assaggino? Una scatola di rumori<br />
urbani in cui si può ascoltare la città,<br />
una “costatazione amichevole” tra<br />
pedoni, con spazi per fare amicizia,<br />
una passeggiata con scarpe che<br />
pesano dai 2 ai 5 chili per rallentare<br />
e imparare a guardarsi intorno, una<br />
nuovissima cartellonistica stradale multilingue visto che<br />
la città è davvero multietnica, un cavalcavia portatile per<br />
attraversare qualsiasi carreggiata, una panchina in fibre<br />
ottiche, una fontana di vino, un cesso pubblico che<br />
riserva grandi sorprese e dispensa molti altri servizi e<br />
delle palette con cui gli automobilisti possono<br />
comunicare tra loro. Tipo “Stai calmo, rallenta”, oppure<br />
“Mi piaci, accostiamo e beviamo qualcosa?” e via così.<br />
Se ne vedranno delle belle. Ci sarà anche una piccola<br />
fattoria degli animali.<br />
E la sera musica, bar e chiacchiere per tutti.<br />
Per rendere la città più allegra. Sempre aperta. E viva.<br />
Come il marzulliano sogno nel cassetto di Beniamino e<br />
Lorenzo: i mezzi pubblici che funzionano per tutta la<br />
notte (e i sindacati sono d’accordo). O l’idea dei risciò<br />
che portano in giro la gente per la strada. Ma questo<br />
progetto per ora si è arenato.<br />
Avete idee? Ne cercate? Siete in linea?<br />
Cliccate su www.esterni.org.