MILANO FA RIDERE - Urban

DJ PLAYLIST
Ecco la playlist dei dieci
brani preferiti da sempre
di Karl Hyde, cantante e
musicista degli Underworld.
Il loro ultimo album distribuito
da V2 Records si chiama
46 URBAN
MUSICA
JACK E MEG, NUOVO DISCO:
LA FORZA DELL , INNOCENZA
A hundred days off Elephant, una conferma dopo tante buone promesse. Suoni nuovi e un vecchio Bacharach
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KRAFTWERK
Numbers (Bootleg Mix)
GIL SCOTT HERON
B Movie
CAPTAIN BEEFHEART
Fallin’ Ditch
GREGORY ISAACS
Public Eyes
BLACK UHURU
Chill Out
GRACE JONES
Pull Up The Bumper
RUFUS
& CHAKA KHAN
Once you get started
GOLDIE
Inner City Life
DEPECHE MODE
Barrel of a gun
(Underworld soft mix)
THE O'JAYS
Backstabbers
FNAC HITS
Nuovi suoni. Categoria
difficile, dove si mette quello
che sfugge normalmente
alle catalogazioni.
Ecco i dischi più venduti
nei negozi Fnac
100TH WINDOW
Massive Attack
SIDDHARTA
dj Ravin
LOVEBOX
Groove Armada
BERTALLOSOPHIE vol.2
Alessio Bertallot
DEHLI9
Tosca
SAINT-GERMAIN-
DES-PRÉS-CAFÉ III
Autori Vari
POSITION
Trash Palace
MAN MUSIC
TECHNOLOGY
Stylophonic
STATUES
Moloko
OUT OF SEASON
Beth Gibbons
& Rustin Man
THE WHITE STRIPES
Elephant
Xl recordings - Spin-go!
Ok, ok, alla fine si è scoperto:
Jack e Meg White non sono fratello
e sorella uniti da un indissolubile
quanto malandrino rap-
FATE IL MUTUO, ECCO I CONCERTI
Ma se uno vuole
vedere tutto, quanti
soldi deve sborsare?
Urban ha fatto
un po’ di conti.
Che spavento!
È primavera, arrivano i concerti!
Bella storia, raga: noi popolo rock
siamo tutti un fremito, finalmente
possiamo pagare il giusto tributo
di sangue ai nostri divi così restii
a concedersi: ehi, saranno addirittura
settimane che il Liga e il
porto ambiguo, ma semplicemente
ex marito e moglie che,
dopo aver condiviso gioie e dolori
coniugali, non hanno rinunciato
a far musica assieme – e
che musica, ragazzi.
C’è da augurarsi che il definitivo
decadere di ogni argomentazio-
Blasco e il Boss non passavano a
riscuotere. Ma non solo: arrivano i
Massive Attack, Peter Gabriel, Pat
Metheny, i R.E.M. e nientepopòdimeno
che i Rolling Stones! Mano
al portafogli, non c’è diritto di
prevendita che possa frenarci (ah,
voi sapete cos’è esattamente? E
perché non lo si paga anche dal
salumiere? Cos’è, il più scemo,
lui? E se il prosciutto nessuno lo
compra e va a male?) Vediamo:
ad aprile, Shakira! Il 17 ad
Assago, 35 euro. Settantamila lire,
via. Ligabue a Milano e Roma,
30 euro – ma a Bologna 24 euro,
perché il Palamalaguti è meno in-
ne scandalistica non levi la luce
dei riflettori dai White Stripes,
considerato che per una volta la
critica musicale, specie quella inglese,
ci aveva visto giusto, pruriti
morbosi a parte.
White blood cells infatti era un
gran disco, niente da dire, e
timo, si perde la magia. A maggio,
vai col mutuo: Lou Reed a Milano
vi chiederà da 40 a 60 euro prevendita
esclusa; per Peter Gabriel
33 euro a Milano e Bologna (ma
32 ad Ancona, chissà perché). E a
Pat Metheny, vuoi non dargli 33
euro? Ma anche 65, per i posti
migliori allo Smeraldo di Milano.
A giugno, ecco Bjork all’Arena di
Verona: per vederla dalla platea e
appurare se è più elfo o folletto,
40 euro; ma ve la cavate con 28
euro per vederla dalle gradinate.
Per Springsteen
è il contrario: vederlo dal primo
anello di S. Siro vi costa 69 euro,
Elephant ne è un degno successore,
con qualche debita differenza.
Ma andiamo con ordine:
la prima sorpresa è subito in
apertura, quando Seven nation
army inaugura l’album con una
linea di basso, strumento finora
contemplato nella dimensione
sonora dei due come forse solo
un ventilatore può essere presente
nell’igloo di un esquimese;
la seconda è che l’album
suona molto più diretto, conciso,
roots, per usare un parolone,
quasi che i White Stripes già
al quarto album abbiano voluto
realizzare il loro Exile on main
street, tanto che la cover che
non ti aspetti (I just don’t know
what to do with my self di Sua
Maestà Burt Bacharach, complimenti
per la scelta) suona asciugata
fino all’osso.
Questo non significa che non ci
siano potenziali singoli spalanca
classifiche, oltre l’opener sono da
ricordare almeno The air near my
fingers e The hardest button to
button, ma si tratta di un album
complesso, difficile da assimilare,
che cresce di volta in volta, quasi
nasconda un segreto, una meraviglia
che ti incaponisci a scoprire,
ascoltandolo una volta di più.
P. S. Per la serie cronache dall’altro
mondo: perché Elephant?
“Perché rappresenta l’equilibrio
fra forza e innocenza, simile a
quello che c’è fra me e Meg”.
Certo che fratello e sorella o marito
e moglie, questi due o ci sono
o ci fanno...
ALEXIO BIACCHI
stargli vicino vi costa solo 41 euro
(qui c’entra l’alito). Poi, il capolavoro:
gli Stones al Meazza. Cifre
da Irpef: solo il terzo anello, da
cui sembreranno omini del
Subbuteo, costa 37 euro prevendita
esclusa. Per andare sul prato,
66 euro. Ma, come disse mio zio
nel 1982, this could be The Last
Time, potrebbe essere l’ultima
volta che vengono. Quindi, bando
alle ciance: 81 euro per gridare a
Mick dalla tribuna rossa che siete
e sempre sarete terribilmente insoddisfatti:
yeh, yeh, yeah!
PAOLO MADEDDU
PGR - MONTESOLE, 29 GIUGNO 2001
PGR
Montesole, 29 giugno 2001
Universal
La nascita dei PGR, Per Grazia
Ricevuta, secondo passo nella
devoluzione dei CCCP
(CCCP>CSI>PGR) in qualcos’altro,
a quasi due anni di distanza dall’evento
e a un anno dall’album di
studio omonimo che li riportò all’attenzione
dei tutti. Questo era
il primo vero concerto senza il
compagno di sempre Massimo
Zamboni, e alcune canzoni, con
buona pace di tutti, lo piangono
orfane. L’assetto musicale è affidato
all’asse Magnelli-Maroccolo,
sicuramente più classici e acculturati
musicalmente di quanto sembrasse
o fosse il duo Zamboni-
Ferretti. Ne esce un album che se
è assolutamente sconvolgente
nell’allestimento sonoro, è però
più formale e “gotico” nelle strutture:
da un lato basso e tastiere,
dall’altro Ferretti (e alle sue spalle,
Ginevra). A farne le spese,
neanche a dirlo, l’altra chitarra,
Giorgio Canali, e una batteria che
tace per tutto il tempo (non c’è).
Alcuni grandi momenti, e la sensazione
che i CSI>PGR si regalino
al meglio soprattutto dal vivo non
riescono a farci sembrare
“Montesole” un disco felicemente
riuscito.
LUCA BERNINI
CHET BAKER -
LA LUNGA NOTTE DI UN MITO
James Gavin
Baldini & Castoldi
457 pp., 20 euro
La lunga notte del mito di Chet
Baker finisce il 13 febbraio del
1988, sul marciapiede sotto la
camera C-20 dell’Hotel Prins
Hendrik di Amsterdam, il posto
ideale per chi si vuole nascondere
dopo aver acquistato dell’eroina
nella vicina zona dello Zeedijk.
Perché questo è il vero amore di
Chet Baker, la vera compagna che
lo segue e da cui non riuscirà mai
ad allontanarsi: l’eroina, che Chet
si inietta per più di 30 anni consecutivi,
andando in carcere, vi-
ARTISTI VARI - NORDIKA
ARTISTI VARI
Nordika - EMI
Ok, lasciate perdere il titolo, che
vorrebbe farvi immaginare – date
un occhio alla copertina – scenari
freddi e ghiacciai eterni sopra i
quali si libra la musica dei grandi
spazi: poi il disco si apre con
Richard Ashcroft che rifà Paul
Weller (Check the meaning) e vi
chiedete cosa state ascoltando.
In realtà Nordica sarebbe perfino
una buona idea, se si limitasse ad
avere a che fare soltanto con gli
artisti di lassù: Mum, Leaves,
Sigur Ros, Anja Garbarek, Velvet
Belly, e al limite ospitare Lamb,
Portishead, Goldfrapp, Royksopp.
Ma si sa, tirare una compilation
con così pochi nomi è cosa ardua,
per cui ad arricchire il piatto arrivano
l’italo-islandese Emiliana
Torrini, Sondre Lerche, i Kings of
Convenience e addirittura un Nick
Drake d’annata. Risultato: il ghiaccio
eterno si scioglie un bel po’.
LUCA BERNINI
SIMPLY RED
Home - NuN
Tutto già sentito, tutto impeccabile.
Del resto che vi aspettavate,
un disco iconoclasta, tutto guizzi?
Orsù: questo è Mick Hucknall,
e se mai vi è piaciuto averlo in
sottofondo con la sua voce carez-
vendo in miseria, affidandosi alla
carità e spesso alla pietà degli
amici, impegnando per qualche
dollaro la sua tromba, riempiendo
di buchi le braccia, le mani, i piedi,
il collo, l’inguine, facendosi
massacrare e spaccare i denti da
uno spacciatore che ha cercato di
fregare. Di sottofondo sta la musica,
certo, il jazz che Chet impara e
suona come un prodigio che non
sa leggere le note o uno spartito,
ma che sa ripetere qualsiasi melodia,
qualsiasi solo, qualsiasi accenno,
basta averlo sentito anche
solo una volta. La stessa musica
struggente e meravigliosa che
Chet sa far rivivere in ogni momento,
anche in quello più buio,
grazie a una voce tenue e inno-
SIMPLY RED - HOME
zevole, siate pronti a fargli festa.
Mancano, è vero, i pezzi da sciogliere
i cuori: il campionamento di
Hall & Oates di Sunrise fa arricciare
un po’ il naso e la cover di Bob
Dylan (Positively 4th Street) può
danneggiare la psiche più di qualsiasi
videogame truculento. Però
in questi anni Hucknall ha imparato
a essere un morbido ammaliatore
con un timbro unico e un gusto
pulito. E saremmo dei bei
rompiscatole a chiedergli di più.
PAOLO MADEDDU
BEN HARPER
Diamonds on the inside
Virgin
L’ultimo dei soulman, il Marley
dopo Marley, l’Hendrix dopo
Hendrix, l’uomo che ha l’ingrato
compito di far vivere nel presente
e nel futuro la musica del passato,
l’unico rimasto da quando
Lenny Kravitz ha barattato la sua
anima per delle orribili canottiere
traforate e qualche modella di serie
b. Diamonds on the inside è il
disco perfetto, una “rock’n’roll
encyclopedia” che allinea sul
piatto del vostro stereo – fate
finta di averlo ancora – Rolling
Stones, Otis Redding, Sam Cooke
e Bob Marley, Allman Brothers e
Bob Dylan – la title-track ha il
giro di accordi di I shall be released
–, James Brown e la giusta
cente – lui che ha conosciuto ogni
eccesso, ogni vizio – e a un suono
affilato come una lama che ti entra
nel cuore, sempre alla ricerca
dell’essenziale, della nota in meno
e mai del ricamo, dell’inutile –
lui che la vita l’ha buttata via senza
nemmeno accorgersene.
Cantare i misteri e i dolori dell’ennesimo
maledetto è inutile
e noioso, consci del fatto che
ognuno, alla fine, fa di se stesso
ciò che vuole, ma quello che fa
male è che Chat Baker, dotato di
un talento spropositato, enorme,
più grande di lui, abbia vissuto
la sua musica di riflesso,
come una pausa dall’inferno che
era la sua vita, inseguendo gli
ingaggi per i concerti e le inci-
BEN HARPER - DIAMONDS ON THE INSIDE
dose di Beatles. Il tutto con un’ingenuità
e una passione che non
possono che essere vere: e allora,
signori, regalatevi l’ultimo sogno
analogico dell’era digitale.
LUCA BERNINI
CRISTINA DONÀ
Dove sei tu - Mescal
Terzo album per la cantautrice
milanese ormai da anni residente
nelle valli bergamasche, a una
giusta distanza da stress e inquinamento.
Sarà questo, forse, a offrire
nutrimento a canzoni semplici,
incastonate dentro arpeggi e
giri armonici che cullano l’ascolto.
Non scomoderemo per questo album
la parola capolavoro – nella
ormai salda convinzione che porti
sfiga anzitutto all’artista, per
non dire che spesso è sinonimo
di ascolto e valutazione un po’
partigiana. Anche perché Dove
sei tu è album discontinuo, nel
senso che regala atmosfere già
viste e vissute nei precedenti lavori
della Donà e alcune gemme
talmente belle da offuscare la vista:
in primo luogo la title track,
poi Salti nell’aria (Milly’s song)
e l’iniziale Nel mio giardino.
Un lavoro intenso, soprattutto, da
ascoltare con stelle buone negli
occhi e nel cuore. Già. Nessuno
racconta le stelle come Cristina.
LUCA BERNINI
LA LUNGA NOTTE DEL GRANDE CHET
Un genio? Un tossicomane? La più grande tromba bianca di sempre? Sì, Baker era tutto questo
sioni dei dischi come la via più
veloce per arrivare all’ennesima
dose, senza avere mai il tempo
per fermarsi, pensare, scavarsi
dentro e portare il suo suono,
capace di incantare tutti, alle
vette che Coltrane, Davis, Monk
e altri ancora hanno toccato,
passando spesso per gli stessi
inferni che in questo bellissimo
libro di James Gavin sono puntualmente
descritti.
Chet è morto il 13 febbraio: per
uno che per una vita, nonostante
tutto, ha imprigionato il mistero
della grazia in My Funny Valentine
non suona un po’ crudele morire
la notte prima di San Valentino?
ALEXIO BIACCHI
IN CONCERT
MILANO
6 aprile
MCCOY TYNER
Blue Note
Un pezzo di storia in città.
16 aprile
IVANO FOSSATI/SUBSONICA
Teatro Smeraldo e Forum
di Assago
Stasera c’è di che scegliere.
ROMA
7 aprile
NICCOLÒ FABI
Teatro Ambra Jovinelli
“La cura del tempo” è l’album
più bello e malinconico degli
ultimi mesi.
22 aprile
SKA-P
Palaghiaccio di Marino (RM)
Energici, selvaggi, preparatevi
a saltare.
BOLOGNA
15 aprile
PGR
Teatro Medica Palace
Ferretti e soci dal vivo.
Per capire se la magia c’è
ancora o se n’è andata
26 aprile
CRISTINA DONÀ
Estragon
Cantautrice e poetessa
in stato di grazia.
Acustica e sognante.
TORINO
JANE BIRKIN
Teatro Colosseo
La grazia sexy dell’ex-metà di
Serge Gainsbourg, alle prese
con le canzoni di lui, in salsa
araba.
24 aprile
AFTERHOURS/MARCO
PARENTE
Palastampa
Le premesse per una serata
di grande rock ci sono tutte.
Male di vivere, con qualche
sorriso in volto.
SMIRNOFF ICE TM
COOL IDEA.
URBAN 47