PROVINCIA DI VITERBOSERVIZIO PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA- le destinazioni da assegnare alle aree recuperate;- i soggetti titolari delle <strong>di</strong>verse opere.f) nelle aree minerarie esistenti è consentita la prosecuzionedell’attività estrattiva. Deve assicurarsi il recupero ambientaleanche me<strong>di</strong>ante interventi da effettuare, previa consultazionedell’Autorità mineraria, nel corso della coltivazione..1.4.2 Popolamento animale ed aree faunistichea ContenutiUna importante componente degli ambienti naturali è costituitadal popolamento animale, non solo in sé stesso ma nelrapporto con le altre con<strong>di</strong>zioni locali (soprattutto lavegetazione, le acque, le colture).La progressiva riduzione della fauna e la scomparsa <strong>di</strong> moltespecie ha, come è noto, ra<strong>di</strong>ci lontane ed è legata in particolarealla colonizzazione agricola, al taglio dei boschi, alle bonifichedelle zone umide, agli abbattimenti incontrollati, alla caccia allespecie cosiddette "nocive".Oggi esistono le con<strong>di</strong>zioni per una ripresa della vita animale,favorita dall’abbandono <strong>di</strong> molti terreni coltivati, dal ridottosfruttamento del bosco, dalla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> molti pascoli nonpiù utilizzati, dalla <strong>di</strong>minuita raccolta <strong>di</strong> prodotti spontanei(castagne, ghiande, ecc.). Si ha così una minor concorrenza trauomo e animale selvatico.Le azioni maggiormente limitanti la presenza animale sonolegate ad una presenza antropica sempre più <strong>di</strong>ffusa espressasoprattutto in termini <strong>di</strong> attività venatorie, con un prelevo spessosuperiore alle capacità <strong>di</strong> riproduzione, <strong>di</strong> certe praticheagronomiche (trattamenti, scomparsa <strong>di</strong> vegetazionespontanea, ecc.) e <strong>di</strong> sviluppo invasivo dell’e<strong>di</strong>lizia con effetti <strong>di</strong>alterazione ambientale molto rilevanti.b riferimenti normativi- Legge n. 157/92 Norme per la protezione della faunaselvatico omeoterma e per il prelievo venatorio.- Legge Regionale n.17/95 Norme per la tutela della faunaselvatica e la gestione dell’esercizio venatorioc <strong>di</strong>rettive e azioni <strong>di</strong> PianoNon rientra nei compiti del PTPG dare <strong>norme</strong> suicomportamenti, sulle pratiche e sulle zone <strong>di</strong> caccia, ma rientrainvece nelle competenze del Piano considerare il prelievoanimale in relazione al più aperto problema <strong>di</strong> tuteladell’ambiente visto nella sua globalità e non come aspettosettoriale.Si deve cioè partire dagli ecosistemi nel loro insieme valutandoil popolamento animale come elemento <strong>di</strong> tutta la vita biologicae dell’ambiente in generale.Di conseguenza, se la legislazione venatoria (in particolare laLegge Regionale 17/95 ”Norme per la tutela della faunaselvatica e la gestione programmata dell’esercizio venatorio”),ha una propria autonomia e detta <strong>norme</strong> sulle modalità <strong>di</strong>svolgimento della caccia ed in<strong>di</strong>ca, tra le finalità della legge,che la Regione <strong>di</strong> concerto con le provincie promuove sia latutela degli habitat naturali in cui vivono le popolazioni <strong>di</strong> faunaselvatica e delle oasi e zone <strong>di</strong> ripopolamento e cattura che il57NORME DI ATTUAZIONE_ Parte Generale e Disposizioni Strutturali
PROVINCIA DI VITERBOSERVIZIO PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICAcoor<strong>di</strong>namento della programmazione dell’uso del territorioorientata anche alle esigenze ecologiche della fauna selvatica,il Piano Territoriale valuta i problemi della fauna e del suoprelievo come parte della salvaguar<strong>di</strong>a delle aree protette.La legge vieta, come è noto, la cacciagione nei parchi e nelleriserve naturali, mentre prevede la possibilità <strong>di</strong> regimi <strong>di</strong> cacciaparticolari nelle cosiddette aree contigue e nelle aree <strong>di</strong>interesse locale (caccia controllata, caccia riservata ai residenti,ecc.).Il problema si pone nelle aree <strong>di</strong> protezione paesistica, chesono già in parte zone <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto, quali i crinali e i valichimontani, le zone intorno a emergenze naturali (biotopi, geotopi,ecc.) e storiche (monumenti d’arte, giar<strong>di</strong>ni, ecc.).La materia non ha solo rilevanza naturalistica ma anchesociale, in quanto la caccia è <strong>di</strong>venuta modernamente unaattività <strong>di</strong> tipo ricreativo e una pratica del tempo libero intornoalla quale orbita un indotto economico tutt’altro chetrascurabile. Essa rientra perciò tra gli aspetti dell’uso delterritorio e del go<strong>di</strong>mento dell’ambiente che sono prerogativa <strong>di</strong>tutti i citta<strong>di</strong>ni e non solo <strong>di</strong> alcune categorie. Nella gestionedelle aree protette il tema della caccia deve essere valutato inbase alle situazioni e alle opportunità locali tenendo presente lapluralità delle attività che possono interessare la popolazione(residenza, turismo, agricoltura, ecc.).L’attuale normativa <strong>di</strong>sciplina l’attività venatoria secondo i criteridella commisurazione dei prelievi sulla base delle capacitàfaunistiche del territorio determinate in base a: ( potenzialitàfaunistiche locali, il numero <strong>di</strong> utenti venatori e l’entità degliabbattimenti per specie) e della programmazione della caccia inambiti definiti e regolamentati sulla base <strong>di</strong> criteri tecnicoscientifici.Relativamente alle potenzialità faunistiche locali, si opera unaazione <strong>di</strong> recupero e potenziamento con immissioni <strong>di</strong>sostegno, reintroduzioni o introduzioni <strong>di</strong> specie nuove. Ma iripopolamenti con finalità non scientifiche o ecologiche mapuramente venatorie possono portare a squilibri biologici e adeffetti indesiderati quali una moltiplicazione ab<strong>norme</strong> <strong>di</strong>presenze animali, con danni alle colture e saccheggio <strong>di</strong>prodotti utili all’uomo, e possono provocare la prevalenzainnaturale <strong>di</strong> alcune specie sulle altre, oltre a problemi <strong>di</strong>consanguineità e <strong>di</strong> degrado genetico.Riguardo al numero <strong>di</strong> utenti venatori, l’attuale normativalimitando la mobilità <strong>di</strong> ogni cacciatore cerca <strong>di</strong> prevenirefenomeni <strong>di</strong> eccessiva concentrazione, stimolando anche unamaggiore responsabilità in<strong>di</strong>viduale nello svolgimento <strong>di</strong> una piùcorretta pratica venatoria.Ma il popolamento animale non è solo un problema <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplinavenatoria, perché la fauna è formata dal complesso <strong>di</strong> tutte lespecie animali, anche non cacciabili, che vivono o si spostanoin un determinato ambiente.La sua tutela è legata quin<strong>di</strong> ad altri fattori, quali la qualità e laquantità della flora, la presenza delle acque e il loro grado <strong>di</strong>inquinamento, gli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> varia natura.Si deve perciò procedere al rilievo <strong>di</strong> particolari zoocenosi edegli spazi atti alla sopravvivenza <strong>di</strong> determinate comunitàanimali soprattutto se rare o in via <strong>di</strong> estinzione Le con<strong>di</strong>zionilocali devono essere tutelate per evitare una prevalenza dellespecie ubiquiste.La Pianificazione del territorio58NORME DI ATTUAZIONE_ Parte Generale e Disposizioni Strutturali