12.07.2015 Views

agenda 50_COSCIONI_bassa_def.pdf - Associazione Luca Coscioni

agenda 50_COSCIONI_bassa_def.pdf - Associazione Luca Coscioni

agenda 50_COSCIONI_bassa_def.pdf - Associazione Luca Coscioni

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

«Io, malata di sclerosi,offesa dall' Inps».Invalida già da 11 anni, devedocumentare di nuovo i requisitiper mantenere la pensione«Sono a dir poco indignata. Mi sentooffesa: sono stata oltraggiata». MariaElena Barile ce l’ha con l’Inps: l’Istitutodi previdenza in base a un decretodel maggio scorso ha avviato un pianodi verifiche nei confronti degli invalidicivili titolari di pensione sociale.E lei è una di questi invalidi: riceveuna pensione di 2<strong>50</strong> euro, con indennitàdi accompagnamento per470 euro. Piccolo particolare: il motivoper il quale già da anni le è statoriconosciuto l’assegno sociale. MariaElena, 46 anni, sposata con un medico,madre di due figli, dal 1990 - cioè18PIÙ SALUTE, MENO SANITÀda vent’anni - è affetta da sclerosimultipla e da undici anni è costrettasulla sedia a rotelle perché la malattianon perdona. La sclerosi non èguaribile ed è progressiva: attualmenteMaria Elena è paralizzata non soloalle gambe ma anche alle braccia,non vede e non sente più bene, riescea mangiare con difficoltà perché sonoinsorti problemi per la deglutizione.Tutto questo all’Inps già lo sanno,perché è documentato dalla certificazionemedica prodotta negli anni. Iltesto è neutro, pari a quello che usaper esempio l’Agenzia delle Entratequando notifica una verifica fiscale,come se un controllo su una malattiagià certificata fosse uguale ad unapossibile eventuale evasione fiscale.(La Gazz Mezzogiorno, 11/10/2010)lucacoscioni.it/node/5135572Depositati a Torinoi primi biotestamentiIniziativa della Cellula <strong>Coscioni</strong> di Torinoe dei radicali dell’“Adelaide Aglietta”Nella forma di Istanza al Sindaco i primi firmataridella delibera di iniziativa popolare per l’istituzionedel Registro Comunale dei Testamenti Biologicihanno depositato al protocollo dell’URP i propritestamenti biologici, pagando 1,03 € per i diritti disegreteria per l’autentica della firma. I primi a depositarei TB sono stati Silvio Viale, Giulio Manfredi,Igor Boni e; per delega, Claudia Pagliano che hannoin mano una copia. Per posta giungerannoquelli di Alessandro Frezzato, Diego Castagno eDomenico Massano. Il modulo dell’istanza con untesto tipo del testamento biologico sarà disponibilesul sito dell’<strong>Associazione</strong> Radicale Adelaide A-glietta ( www.associazioneaglietta.it ).lucacoscioni.it/node/5135157Gardaland non è per tuttiSe una persona down non può entrare in un parco giochiImmaginiamo la scena: è una bella giornata, un gruppo di ragazzidecide di trascorrerla in un parco giochi, quello di Gardaland.Non chiedono molto: solo di divertirsi insieme, ci sono già stati,l’hanno già fatto. Proprio perché ricordano quella bella giornata,ci sono tornati, sono sempre loro, insieme si trovano bene...Oppure immaginiamone un altra. Due genitori che decidono ditrascorrere una domenica all’aperto con il loro figliolo, e fannouna gita. Vanno anche loro nel parco giochi, anche loro ci sonogià stati, e il ragazzo era entusiasta. Perché non farlo ancora contento?Questa volta no. Gli addetti alla sicurezza dicono che nonsi può. Quel gruppo di ragazzi può entrare, tutti, meno uno. Eanche per quel che riguarda la famigliola: padre, madre, sorella,passino pure, ma il fratello lui non può passare. Perché? Il fatto ètra quei ragazzi, e in quella famiglia, ci sono persone portatricidella sindrome di Down. E loro non si possono divertire, al parcogiochi non possono entrare. Perché? Ragioni di sicurezza, vienedetto loro. Perché sopravvive, è radicato il pregiudizio una personacon la sindrome di Down sia una persona che può mettere arepentaglio la sua e l’altrui sicurezza. E allora, meglio non rischiare,e lasciarli fuori. Un abuso, una discriminazione. (MariaAntonietta Farina <strong>Coscioni</strong>, Europa 07/10/2010)lucacoscioni.it/node/5135297Stato-Regioni I COSTI SANITARISistemi sanitariregionali alla ricercadi standard federalistiCome applicare alla sanità la legge che richiede che il finanziamento deilivelli essenziali di assistenza avvenga con riferimento a benchmark dicosto e di fabbisogno? Entriamo nel dibattitoNicola C. SalernoMentre questo giornale va in stampa, ancora ilCdm non ha approvato il decreto sui costi standardnella sanità. Abbiamo ritenuto di pubblicarlocomunque come contributo al dibattito,salvo poi tornare a commentare con Nicola Salernoil testo <strong>def</strong>initivo.È in pieno svolgimento il dibattito su comeapplicare alla sanità la Legge n. 42 2009, cherichiede che il finanziamento dei livelli essenzialidi assistenza avvenga con riferimentoa benchmark di costo e di fabbisogno.Sono emerse, ormai da tempo, due “scuoledi pensiero”: quella che punta alla determinazionedi standard il più possibile a livellodi capitolo di spesa o addirittura di singolaprestazione; e quella che vede necessario distingueregli standard da adottare nei rapportiStato Regione, da quelli cui ogni Regionepuò affidarsi nei rapporti con le sueAsl e le sue Ao. Ma prima di tutto diamo u-no sguardo alla dimensione del fenomeno.Un confronto con le 5 Regioni più virtuoseNel grafico allegato, l'area azzurra rappresentala correzione di spesa aggregata correnteche ogni Regione dovrebbe compiereper uniformarsi alla spesa pro-capite per fasciadi età rilevabile nella media delle cinqueRegioni più virtuose: Emilia Romagna,Lombardia, Veneto, Toscana, Umbria. I valoripuntuali della correzione (milioni diEuro/anno) sono segnalati in nero e in grassetto.Con le risorse finanziarie post correzionidi spesa, ogni Regione dovrebbe esserein grado di emulare lo stesso livello diqualità delle Regioni benchmark. Per questomotivo, nel grafico si riportano anche gliscarti (le barre amaranto, con valori in puntiper mille) dell'indicatore sintetico di qualitàdi ogni Regione, rispetto alla media degliindicatori delle cinque Regioni benchmark.Emerge un quadro chiaro, con unanetta spaccatura territoriale. Spiccano i casidi: Campania, con 1.594 milioni Euro disovraspesa e 418 per mille di gap di qualità;Calabria, con 302 milioni di Euro e 518 permille; Puglia, con 735 milioni di Euro e 438per mille; Sicilia, con 535 milioni di Euro e418 per mille; Sardegna, con 261 milioni diEuro e 378 per mille. Basilicata e Abruzzo,pur dovendo compiere aggiustamenti dispesa più contenuti (53,7 milioni di Eurola prima e 8,2 il secondo), mostrano significativigap di qualità (378 per mille la primae 328 il secondo). Nel complesso, se tuttele Regioni si uniformassero ai modelli migliori,si libererebbero risorse superiori ai 4miliardi di Euro/anno, che potrebbero esserereinvestite nella sanità.Quali standard adottare?I numeri presentati testimoniano dell’urgenzadi avviare una convergenza verso imodelli migliori. Esistono forti dubbi chetale convergenza possa essere guidata dastandard microfondati e assoluti (Euro) suicosti di singole prestazioni o di raggruppamentidi prestazioni o di capitoli di bilancio.Tra le principali criticità:• La contabilità di Asl e Ao soffre di gravicarenze;• Anche se la contabilità fosse pronta, pertradurre il costo standard in un fabbisognostandard è necessario fissare deglistandard anche sui volumi; operato a livellodi singola prestazione o di raggruppamentodi prestazioni, questo passaggiochiamerebbe in causa troppi parametri;• Al di là del grado di efficienza, le funzionidi produzione regionali possonoessere diverse. Anzi, auspicabilmente dovrebberosempre più differenziarsi e specializzarsiper tener conto della prevalenzadei bisogni espressi dalla comunità, edi vincoli/opportunità presenti sul territorio.Fissare degli standard come se lafunzione di produzione fosse unica econdivisa (a meno di un solo fattore discala), rischia di imporre inutili paletti e-sogeni in contrasto con i principi del federalismoe della sussidiarietà;• La microfondazione incontra anche criticitàper quanto riguarda la porzione delcosto standard riconducibile agli ammortamenti.Non può essere la mera attribuzionepro quota degli ammortamenticomplessivi (impostazione strettamentecontabile), perché nello standard è necessariodar conto delle scelte di investimentoottimali. E gli investimenti ottimali dipendonoanch’essi dalle caratteristicheregionali (economie di scala/scopo, popolosità,densità abitativa, fattispecie deibisogni, espressione delle preferenze,Chi èNicola C.SalernoResearchfellow delCERMdall’Ottobre2003. Laureain EconomiaPoliticaconseguitanel 1994pressol’Università“LuigiBocconi” diMilano.Master inEconomicsconseguitonel 1996pressol’UniversitàCattolica diLovanio(Belgio).Dottorato diRicerca inEconomiaPoliticaconseguitonel 1998pressol’Universitàdegli Studi diSiena.etc.), oltre che dallo status quodella infrastrutturazione;• Inoltre, la sperequazione infrastrutturaledi partenza (sia tipologiadi asset che loro qualità) incidesui rendimenti delle funzioni diproduzione e sulla qualità deglioutput. Una endogenità che nonva sottovalutata nella fissazione distandard di costo. Infrastruttureinsufficienti e vetuste possono generaresovracosti. Se gli standardnon ne tengono conto e non sonorealistici, sono a rischio di credibilitàe di enforcement.I Rapporti Stato-Regioni e il ruolodella RegioneDi fronte a queste criticità, ignorateo ampiamente sottovalutate nel dibattito,CeRM ha recentemente propostodi differenziare le regole chepresiederanno ai rapporti finanziaritra Stato e Regioni, da quelle che poiogni Regione seguirà nei rapporticon le sue Asl e con le sue Ao. Per leprime, il suggerimento è quello di u-na applicazione completa della quotacapitaria ponderata (Euro per cittadinoresidente, tenuto conto dellastruttura demografica regionale), comecriterio lineare e trasparente perripartire tra le Regioni le risorse delFondo sanitario nazionale sia di partecorrente che di parte capitale. Avalle, le Regioni potranno utilmentesviluppare sistemi di benchmarkingda cui far scaturire anche standardpuntuali con funzione di tariffa a livellodi singola prestazione. Programmazionemacro tra Stato e Regionie microfondazione della governanceall’interno della Regione ea cura della stessa Regione. Appare,questo, un proficuo bilanciamentotra l’esigenza di condividere il rispettodel vincolo di bilancio a tutti i livellidi governo/amministrazione daun lato e, dall’altro, l’obiettivo di attribuirealle Regioni una sufficientesfera di autonomia e di responsabilità.È lungo questa strada che ci siaugura che il dibattito si concretizziin tempi stretti.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!