12.07.2015 Views

agenda 50_COSCIONI_bassa_def.pdf - Associazione Luca Coscioni

agenda 50_COSCIONI_bassa_def.pdf - Associazione Luca Coscioni

agenda 50_COSCIONI_bassa_def.pdf - Associazione Luca Coscioni

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

OGMIntervento L’ONCOLOGOBiotecnologie:i vantaggiper la salute eper l’ambienteUmberto TirelliLa maggior parte delle pianteproduce veleni, tossine e sostanzecancerogene per difendersidai suoi parassiti. L’uomoha imparato a selezionare pianteche apparentemente non gli sonotossiche o a renderle commestibili.Oggi la scienza ci aiuta in questosenso.Prendiamo il caso del mais: per limitarei danni causati da alcuni insettivengono spesso usate grandiquantità di pesticidi, che sono cancerogenioltre a rappresentare uncosto e un danno ambientale. Lebiotecnologie hanno permesso diottenere piante di mais capaci diauto-proteggersi dall’attacco dellapiralide, l’insetto che ne danneggiale coltivazioni, perché la piantaproduce ora una sostanza tossicaper la piralide ma non per l’uomo.Per quanto riguarda la salute, i numerosistudi intrapresi, sostenutianche da organismi internazionaliquali l’Organizzazione Mondialedella Sanità, la FAO e l’Unione Europea,confermano che gli OGMnon sono meno salubri delle varietàconvenzionali in commercio.Negli ultimi quindici anni la ComunitàEuropea ha speso 70 milionidi euro per progetti di ricercadedicati esclusivamente alla analisidei rischi possibilmente associatialle piante OGM. Questi fondi sonostati utilizzati per sviluppare 81progetti di ricerca che hanno coinvoltopiù di 400 gruppi di ricercadi tutti i Paesi dell’UE. Le ricerchenon hanno evidenziato alcun rischioper la salute umana e perl’ambiente.Parlare quindi di principio di precauzioneriguardo a questi prodotti,senza tenere presenti questi studi,è quantomeno fuorviante. Taleprincipio è stato trasformato in“principio di blocco”: gruppi di o-pinione, nonché di interesse economicoe politico, hanno condottouna ben orchestrata campagnacontro le biotecnologie vegetali,ingigantendone alcuni rischi -quelli comuni alle pratiche agricolein genere - e inventandone altri.Di conseguenza, alcune Regioni sisono dichiarate libere da OGM e il8Annalisa ChiricoPerché <strong>Luca</strong> Zaia è contrario agliOGM? La sua posizione, come leiben sa, rischia di essere additatacome antiscientifica o, addirittura, superstiziosa.Partiamo dalle considerazioni economiche.A che serve dare il via libera a coltivazioniOgm di merci di cui vi è già abbondanza, ilcui prezzo continua a calare sulle Borse internazionalie sulle quali i nostri costi di produzioneci collocherebbero fuori mercato?Senza contare che la nostra agricoltura sifonda su produzioni di eccellenza e che ilnostro brand nel mondo è dato dalla biodiversitàe dalla qualità, peculiarità che sarebberosvilite dalle coltivazioni transgeniche.Poi voglio ricordare che un Paese comela Germania, di certo non oscurantista, haproibito un tipo di mais Ogm dopo averscoperto che provocava seri danni ai reni e alfegato delle cavie. Non sono contro la modernità,ma bisogna saperla governare. Nonè detto che tutto ciò che è frutto del progressosolo per questo fatto sia buono. Gli Ogmnon sono il solo elemento di progresso incampo agricolo.Durante la sua attività in qualità di Ministrodelle Politiche Agricole i nove protocollitecnico operativi, previsti dal decretoministeriale del 19 gennaio 2005 per lagestione del rischio di altrettante speciegeneticamente modificate, non hanno vistola luce. Inerzia burocratica o assenzadi volontà politica?Quei protocolli sono le “regole” da adottareper le prove sperimentali in campo inmateria di Ogm. Io li ho trovati abbozzati,sono stati perfezionati e, d’intesa con gli altriDicasteri competenti (Ambiente e Salute),ho voluto verificarne la coerenza con lelinee guida in materia di coesistenza tra coltureconvenzionali, biologiche e transgeniche,che in contemporanea erano in discussionepresso la commissione tecnica agricolturadella Conferenza Stato Regioni. Ilperché di questa scelta è evidente, consideratoil rischio, non teorico, che le coltivazionicondotte a fini di ricerca possano crearefenomeni di “inquinamento ambientale”se non gestite adeguatamente.Dopo la decisione del Consiglio di Statodello scorso gennaio, che ha dato il via liberaal primo campo di mais ogm in Italia,ritiene che si aprirà nel Paese un “frontegiudiziario” in grado di superare il vetopolitico?Non mi risulta che la sentenza del Consigliodi Stato abbia autorizzato la coltivazionedi OGM in pieno campo. Quella sentenzaha ingiunto al Ministero di procedere all’istruttoriadelle domande di coltivazioneche erano rimaste dalla passata legislatura.Ho provveduto subito affinché la commissionecompetente al rilascio del parere riprendessele attività e completasse l’istruttoriasulla base degli elementi disponibili. Misembra che la giustizia amministrativa si siamossa di conseguenza. Non mi pare proprioche quello che è successo rappresentiun superamento della magistratura sull’azionepolitica.<strong>Luca</strong> Zaia PARLA IL GOVERNATORE DEL VENETOZaia: “No agli Ogm perragioni economiche”Secondo l’ex Ministro delle Politiche agricole, la qualità deinostri prodotti sarebbe svilita dalla presenza di coltivazionitrangenicheOltre il 90% della soia utilizzata nella filieramangimistica italiana è transgenica. Nonfanno eccezione le Dop italiane, incluso il GranaPadano. In altre parole, importiamo quello chein casa non possiamo produrre. Come si può superarequesto <strong>def</strong>icit nazionale?Il <strong>def</strong>icit di produzione di proteine vegetali è ancoraun limite per la nostra filiera agroalimentare, macredo che possa costituire una grande opportunitàche imprenditori attenti sapranno e già sanno cogliere.L’Ogm free per questo tipo di produzioni dimassa è una delle poche leve distintive che il nostroPaese può utilizzare per perseguire una adeguata valorizzazionedel prodotto, a maggior ragione se sonousate per alimentare filiere animali alla base diprodotti d’eccellenza che rappresentano il nostroPaese nel mondo.Se sulle quote latte la posizione della Lega è stata,per così dire, antieuropeista, sugli OGM poteteforse ritenervi soddisfatti: la Commissione Europeaha deciso di lasciare ai singoli Stati la libertàdi scegliere se autorizzare o meno colture OGM.E’ sufficiente o bisogna fare di più?Se mi si dice che sulle quote latte la posizione dellaLega è antieuropeista allora io chiedo cosa voglia direessere europeisti. Ho l’impressione che per moltotempo si sia di fatto abdicato a presentare una i-dea italiana, una posizione italiana in Europa, almenosui temi agricoli. Sulle quote latte, ci siamoseduti attorno a un tavolo e abbiamo pensato all’interessenazionale, vincendo la partita negoziale. Tornandoagli Ogm, mi sembra che la piega che ha assuntoil dibattito a livello europeo segua un binariodi buon senso e di responsabilità degli Stati membri,abbandonando sponde ideologiche. Bisogna o-ra far seguire a livello comunitario e a livello dei singoliPaesi le regole che mettano in condizione di attuareconcretamente questa responsabilità.L’imprenditoria agricola italiana è in grave crisi.Chiudono i battenti ogni anno dalle 8mila alle10mila aziende. Come si può uscire dalla crisi? E’la produzione di nicchia, una forma di neoprotezionismoa dimensione regionale il volano per laripresa?Il calo del numero delle aziende è fisiologico, determinatoda un continuo processo di ristrutturazione.Che magari andrebbe governato meglio, ma ècomunque ineludibile. Quanto al resto, il problemaè assicurare più reddito alle altre aziende: vendendomeglio il Made in Italy, aprendogli nuovimercati, facendo in modo che i nostri prodotti ‘veri’non si confondano con le troppe imitazioni checircolano nel mondo. E per riuscire a raggiungeremigliori risultati bisogna organizzare l’offerta dellenostre aziende. Bisogna stimolare le aggregazionisul mercato. La sfida è mantenere una agricolturacompetitiva, proprio perché identitaria, in un sistemaglobale. Presentarsi sulle piazze straniere non inordine sparso ma in ‘squadra’ ci darebbe un vantaggioenorme. Poi, certo, bisogna garantire al nostroagroalimentare gli strumenti per difendersi dallaconcorrenza sleale. Non si tratta di neoprotezionismo,ma piuttosto di informare correttamente i consumatori.Ricordo che il Wto ha tentato più volte diannichilire il nostro sistema di denominazioni, checostituisce la cornice di una agricoltura diversificatae ricca come la nostra, per favorire economie dovemagari un lavoratore viene pagato un dollaro algiorno e gli standard di sicurezza alimentare sonobassissimi. Questa non è libertà di commercio, mavera e propria truffa commerciale; non si può rendereanonimo tutto per premiare il peggiore.Si potrebbe dire che l’esperienza dell’imprenditoreagricolo Giorgio Fidenato abbia dimostratoalmeno due cose: che la coesistenza è possibile(dalle rilevazioni fatte finora non c’è stata commistionecon i campi vicini); e che un esponenteleghista può trovare un inusuale feeling con deino global. Lei che dice?

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!