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agenda 50_COSCIONI_bassa_def.pdf - Associazione Luca Coscioni

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on line www.lucacoscioni.itSilvio Viale,una sospensione politicaNel pomeriggio di lunedì 11 ottobre, Silvio Vialeha reso noto che la Direzione Aziendale, dopouna “probabile triangolazione tra Corso Spezia,Palazzo Lascaris e un deserto africano”, hasospeso dal servizio immediato il Dott.SilvioViale, responsabile del Servizio Unificato di IVGe noto per la tenacia con cui per un decennio siè battuto per la legalizzazione della RU486. Lasospensione di 25 giorni giunge a oltre una settimanadai fatti che l’avevano visto protagonistadi una veemente discussione con una caposaladopo che era stata già fissata la seduta dellaCommissione di Disciplina per il 2 novembreprossimo. A riguardo Silvio Viale ha rilasciato laseguente dichiarazione: “Si tratta di una porcata,un tentativo di suggerimento anticipato perla commissione disciplinare, un provvedimentoche limita il mio diritto di difesa. Su tutta lavicenda ho mantenuto uno scrupoloso segretoprofessionale e aziendale, ma non posso accattarein silenzio questa strumentalizzazione, perchéè pacifico che il contrasto riguardasse disposizionirelative a delle IVG oltre il 90° giorno, chesi svolgono in reparto e non al day hospital,dopo una settimana di tensioni conseguenti adisposizioni organizzative non mie, che eranostate percepite come ingiuste da buona parte delpersonale. Mi auguro che la mia sospensionenon abbia ripercussioni nei confronti delledonne e della messa a disposizione della RU486per tutte le indicazioni dell’AIFA. Chiedo scusaalle donne che non potò assistere in questoperiodo. Mi pare, infine curioso che chi ha decisola sospensione dichiari di volere garantire unrasserenamento del clima aziendale, che in questidieci giorni non ha affatto risentito dell’episodio,ma continua a persistere di motivazioni propriee del tutto estranee alle mie vicende. La miasospensione cautelare non era affatto obbligatoria,ma la si è voluta mettere in campo per esasperareil clima e mandare un segnale a coloroche, pur leali nei confronti delle scelte dellaDirezione, osano manifestare qualche critica.”lucacoscioni.it/node/5135157Condannatiper diffamazioneMilitia Christi condannata perdiffamazione sul caso Welby.Chiamò assassini i radicaliIl Tribunale di Roma, sezione penale, hacondannato i responsabili dell'associazioneMilitia Christi nella causa intentataper diffamazione da Marco Cappato,Segretario dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>. L'oggetto della causa riguardavale dichiarazioni rese in un comunicatostampa dell'associazione il 21 dicembre2006, il giorno successivo alla mortedi Piero Welby, nelle quali Militia Christi<strong>def</strong>iniva "assassini" e "associazioni adelinquere"l'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,la Rosa nel Pugno e il medico MarioRiccio.lucacoscioni.it/node/513454619Regione Lazio LA PROPOSTA DI LEGGE TARZIAConsultoriconfessionaliAll'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, se questaproposta diventasse legge, sarebbepreclusa la possibilità di accreditarsiGiulia RodanoLa proposta di Olimpia Tarzia suiconsultori è un esempio illuminantedi uno degli obiettivi delcentrodestra italiano: coprire unapolitica antisociale attraverso losbandieramento di norme tese adelimitare, influenzare, imporre perlegge le scelte etiche dei cittadini.Sin dalla prima frase della relazioneallegata alla legge, la proposta rivelala propria ‘anima’ – giacché di ratiodella norma, come vedremo, non sipuò neppure parlare. “La proposta dilegge regionale in commento” recitail testo “ri<strong>def</strong>inisce il ruolo deiconsultori familiari, non piùstrutture prioritariamente deputate afornire, in modo asettico, una seriedi servizi sanitari o parasanitari allefamiglie, bensì istituzioni vocate asostenere e promuovere la famiglia ei valori etici di cui essa è portatrice eche trovano solenne riconoscimentonella Carta costituzionale e nellaLegge Regionale 32/2001 del Lazio”.Non più servizi dunque, ma valori.Ovvio che, dopo un incipit delgenere, ogni sillaba dell’articolatodebba essere conseguente. Ilconsultorio è uno “strumento delcompito generativo”. Vi sonoammesse, per collaborare, soloassociazioni che condividono questafinalità: sicuramente non la <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, ad esempio. Un’altranorma, senza alcun fondamentonella legislazione italiana, riconosceil concepito quale membro dellafamiglia. Un assurdo giuridico. Il“potenziamento” dei consultori e latutela della salute della donna sonomeri alibi. Gli scopi dei firmataridella riforma Tarzia sono altri.Il primo consiste nel è finanziare conrisorse pubbliche strutture private.Non tuttavia per affermare unanormale politica di sussidiarietàregolata, affidando anche al privatofunzioni pubbliche, ma persostituire una funzione pubblica,laica e pluralista, con formazioniconfessionali. D’altra partel’impegno connotatoideologicamente, non finalizzato adaiutare scelte consapevoli, ma teso aimporre comportamento,considerati etici per legge e previstoChi èGiuliaRodanoConsigliereregionale delLazio gruppoItalia deiValorinella legge stessa. Non a caso lariforma non prevede nemmenouna minima procedura diaccreditamento che prescrivagaranzie chiare, oggettive, suirequisiti e i controlli necessari; econsente di derogare alle pocheregole oggi esistenti perl’accreditamento dei servizi sanitaridi cui i consultori fanno parte.L’altro obiettivo è ostacolarel’aborto. Alle donne che chiedonodi ricorrere all’Interruzionevolontaria di Gravidanza, non èproposto un percorso di sostegnoad una scelta libera e consapevole,bensì un vero e proprio calvariopsicologico, in cui operatoricontrollati da un comitato bioeticadovrebbero inquisire sullecondizioni e le motivazioni di ognidonna. Con la sanzione finale,imposta sia alle pazienti che aglioperatori, di dover firmare undocumento in cui si dichiaraespressamente di non aver volutoaccedere alle cosiddette alternative,peraltro del tutto fantomatiche.La legge naturalmente promettesostegni economici alla maternità.Aiuti del tutto ipotetici, ad oggi,visto che nel bilancio della RegioneLazio non ve n’è traccia. E ancheaiuti sbagliati, visto che uno deiproblemi fondamentali tornato adessere ormai la possibilità dicontinuare a lavorare, una volta chesi abbiano figli. Anzi, inassestamento di bilancio, la GiuntaPolverini ha sancito la decurtazionedi un milione e mezzo di euro delfondo sociale che finanzia iconsultori.La verità è che non c’è nessunbisogno di nuove leggi. Basterebbeleggere i dati sui consultori delLazio per capire che svolgono daanni un’opera preziosissima ericonosciuta, e che non hanno certobisogno di comitati bioetica o diinterventi ideologici. L’unica casache serve sono le risorseeconomiche, di sedi e di personale.Basterebbe affrontare il tema conun atteggiamento laico, razionaleed orientato all’interesse deicittadini, non alla tutela delleassociazioni “amiche” deiconsiglieri firmatari.

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