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agenda 50_COSCIONI_bassa_def.pdf - Associazione Luca Coscioni

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on line www.lucacoscioni.it1La fragolaantigelo è unachimera.Mai esistitaSi è prodotta, per esempio,una fragola che è stata resaresistente al gelo inserendo deigeni di pesci che vivevano in zonefredde. Questa fragola hacominciato a produrre un prodottosecondario che era ilglicoletilenico, il comune liquidoantigelo dei radiatori. Quindi sonodiventate immangiabili.Report, Rai32Il pomodoro pescenon esiste e nonpuò esistereL’ingegneria genetica prendeuno o più geni da unorganismo, per esempio unpesce, e li inserisce a caso nelDNA di un’altra specie, anchemolto diversa. Per esempio nelDNA di un pomodoro, per fare unpomodoropesce. Chi è allergico alpesce si mangia il pomodoro intutta tranquillità, ma se ilpomodoro contiene i geni delpesce? Greenpeace3Il pomodoroantigelo che nonresisteva al geloNel ’91 i ricercatori della DNAPlant Technology hannoidentificato il gene responsabile dellaproteina antigelo in un pesce artico.Si riporta raramente che gli scienziatinon hanno trasferito il gene dalpesce al pomodoro, ma lo hannousato come “modello” percostruirne uno di effetto simile dainserire nel genoma del pomodoro. Ilpomodoro è stato ottenuto, ma nonera (purtroppo) resistente al gelo.4Il mais Btuccide la farfallamonarcaNel 1999 uno studio lancial’allarme per la sorte dellafarfalla monarca minacciata dalmais transgenico. Questi risultatisaranno smontati da unadettagliata documentazionetecnica. Si scoprirà addirittura chein corrispondenza delle colture dimais Bt la popolazione di farfallamonarca è aumentatasensibilmente. La smentita nontroverà alcun risalto mediatico.5IL RADICALE UN’OPINIONE (QUASI) IN DISSENSOContro il “produttivismo”,Ogm e nonGli OGM (o anche la clonazione) sono oggettod'attenzione come unica risorsa per sopperire alle esigenzederivanti dall’aumento della popolazione. Politica e scienzesembrano incapaci di immaginare una diversa soluzione:l'inversione della tendenza alla proliferazione umanaracconta che “ci sono”, dall’altra si dice “se le regioni se lopossono permettere...”modo per produrre prodotti agricoli a 8-10fusi orari di distanza da noi. Noi compriamo il95% dei semi di mais da tre multinazionaliche siano o no OGM. Se potessimo coltivarliin Italia, aumenteremmo la possibilità degliagricoltori italiani di usare la loro terra,riducendo la distanza tra i luoghi diproduzione e quelli di consumo. Invecestiamo facendo la scelta paradossale diprodurre in Argentina o Brasile e diavvantaggiare quei coltivatori anche secoltivano OGM.Come se la passano oggi gli imprenditoriagricoli italiani?L’imprenditoria agricola italiana stascomparendo a un ritmo di 8-10.000 aziendel’anno, che chiudono i battenti perché non cela fanno più a stare in piedi. La scelta dell’ogmle salverebbe aumentando la resa per ettaro.Aver puntato tutto su produzioni di lusso e dinicchia significa aver messo il consumogiornaliero abitudinario nella mani dellagrande distribuzione.Il divieto italiano sulla ricerca scientificapubblica in campo aperto che ripercussioniavrà sul sistema Paese?È una scelta che dimostra la miopia strategicadi chi ha guidato l’agricoltura in questi annicondannando l’Italia all’ignoranza e a esseresempre più dipendente in futuro daproduzioni e invenzioni fatte altrove. Ciòsignifica che saremo sempre più <strong>def</strong>icitarii nelrapporto import/export, che già oggi è in rossoper 10 miliardi di euro l’anno. Questasituazione è destinata a peggiorare in futuro,sopratutto per un Paese come il nostro, che hail compito principale di fare innovazioneprima ancora che produzione. Abbiamodemolito una generazione di biologi dellepiante affidandoci alle scelte, alle strategie ealle innovazioni, che una volta ci venivanodagli Stati Uniti e che oggi, e in futuro,verranno da India e Cina.Angiolo BandinelliIl tema degli OGM - gliOrganismi GeneticamenteModificati - è sempre alla ribaltadel dibattito scientifico, politico ereligioso. Bene fa l’Agenda <strong>Coscioni</strong>ad occuparsene, dedicandogli unnumero monografico. C’è daaugurarsi che gli interventi sinoall’altezza di una questione assaidifficile e complessa, dai millerisvolti - ripetiamo, non soloscientifici - destinati a restare aperti alungo: siamo infatti, qui, nel cuoreprofondo del dibattito sullamodernità.Ovviamente, il primo requisitodegli interventi dovrà esserel’assoluta difesa della libertàscientifica, che del resto è tra gliinteressi specifici e (come oggi sidice) “non negoziabili”dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>. L’attaccoalla libertà di ricerca, alla culturascientifica in senso lato, ma anchealle tecnologie, è uno degli aspettinegativi del nostro tempo. Il secoloscorso è stato caratterizzato dallaformidabile espansione delletecnologie meccaniche (si pensi allaconquista dello spazio, conl’allunaggio e le sonde verso Marte)o a quelle relative ai sistemielettronici e informatici, che hannoportato alla straordinariaevoluzione dei computer, adInternet ecc. Ma conquiste essenzialisi sono avute anche in settoridelicati della biologia. I grandisistemi religiosi, le chiese, hannodovuto accettare - pur se con molteriserve, legate alla cultura diispirazione heideggeriana nata neglianni ’30 del secolo in un ambientefortemente inquinato daltotalitarismo nazista - le conquistedelle tecnologie “meccaniche”,essenziali allo sviluppo delbenessere umano, ma hannoespresso perplessità di vario genere(soprattutto “etiche”) per quel cheriguarda le tecnologie dellacomunicazione informatica inquanto sottratte al controlloideologico-politico, e infine si sonorisolutamente opposte alla crescita ealla diffusione delle tecnologierelative alla sfera biologica. Va peròosservato come questa avversioneabbia lasciato varchi di consensoproprio sul fronte delle tecnologierelative agli OGM. Le chiesa (anchela Chiesa cattolica) non potevanomostrare di opporsi ad una ricercadichiaratamente rivolta acontrastare e superare lepreoccupazioni provocate dallacrescita esponenziale del genereumano, una crescita che sembramettere in forse una adeguatadisponibilità di risorse nutritive, inprimo luogo agricole. Ilmiglioramento nella “resa”quantitativa di tali risorse venivaindicato (tambureggiato?) comel’obiettivo primario dell’impiego suscala sempre più grande difondamentali essenze agricoletrattate geneticamente, il riso, il granoo il mais. L’utilizzo delle tecnichemanipolative dei geni trovava un’altraforte giustificazione nellaconstatazione dei miglioramentianche qualitativi dell’essenza trattata,fosse il mais o, per dire, il pomodoro:il miglioramento qualitativo èsembrato, e sembra, un obiettivocomunque di per sé degno degno evalido.Le opposizioni di stampo religiosohanno puntato essenzialmente suuna obiezione di tipo etico, o forse“ontologico”: se cominciamo amodificare il patrimonio geneticodi un pomodoro o di una mela -hanno sottolineato - domani potràessere giustificata e accettata anchela manipolazione del gene umano.Queste opposizioni avevano ancheun altro esempio da portare atestimonianza delle propriepreoccupazioni: quello delle“clonazioni” di esseri non piùvegetali, ma animali. Ricordiamol’emozione provocata in tutto ilmondo dalla clonazione dellapecora inglese Dolly. La tecnicadella clonazione è andata da alloramolto avanti, sembra che in alcunipaesi sia già avviata la macellazionee la vendita di carni provenienti dabestie clonate, pecore o buoi chesiano. Anche la clonazione è unintervento artificiale che modifica la“natura”.Non ci aggrapperemo, nonChi èAngioloBandinelliDirigente di“Radicaliitaliani” edell’<strong>Associazione</strong> “<strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>”.Segretarionazionale delPartitoRadicale nel‘69, ‘71 e‘72. Deputatonella 9^legislatura,consiglierecomunale aRoma nel1979.Collabora agiornali eriviste.utilizzeremo queste opposizioni pergiustificare una nostra (moltopersonale, del resto) riserva sullaquestione degli OGM. Rispettiamola scienza e la sua esigenza disperimentare, e di offrire all’uomo irisultati della sperimentazione. Nonmetteremo in campo neppure queltanto di perplessità, se non propriodi angoscia, che confessiamo ciprende quando sentiamo parlaredel tema specifico dell’interventogenetico sull’uomo. Le nostreperplessità hanno un carattere, percosì dire, “politico”, e vanno oltre laquestione degli OGM per investire iltema, molto più vasto, del destinodemografico dell’umanità. Peressere più precisi: a noi pare che lacostante e pressoché assolutaattenzione prestata, in ambitoscientifico come politico e sociale,alla questione degli OGM (o,magari, della clonazione) comeunica risorsa disponibile persopperire alle esigenze derivantidall’aumento della popolazioneumana globale risponda ad unacultura meramente“produttivistica”, incapace diimmaginare una diversa soluzionedel problema: per capirci, quelladella inversione della tendenza allaproliferazione umana, per fareaffermare al suo posto - nei tempi econ i modi adeguati, e senzaricorrere a forzature di stampototalitario - il principio dellanecessità della riduzione dei tassi dinatalità, così da stabilizzare la cifraglobale della specie per fino araggiungere un equilibrio“sostenibile” rispetto alle risorseecologiche e alla produzione dirisorse alimentari (ma non solo).Una soluzione di questo tipo non èancora prospettabile, ma ci dà dapensare che nessuno voglianemmeno porvi mente: se nonfosse per quei testardi dei radicali,che da tempo vanno predicando,solitari e inascoltati, che la via daseguire sia proprio questa, primache sia troppo tardi.

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