poi pentirci. Abbiamo bisogno <strong>di</strong> tempo per riflettere,pensare, pregare, <strong>di</strong>scernere e decidere, partendodalle esigenze della nostra forma vitae, da quanto cichiede la Chiesa e la situazione attuale.Senso <strong>di</strong> un’appartenenza rinnovata all’Or<strong>di</strong>neIl Capitolo generale 2009 ci chiedeva anche <strong>di</strong>superare la mentalità "provincialista" e <strong>di</strong>incrementare il senso <strong>di</strong> appartenenza all’Or<strong>di</strong>ne (cf.PdV 31). La globalità, il nostro essere Fraternità, ciimpone <strong>di</strong> allargare la tenda (cf. Is 54, 2), <strong>di</strong> aprirci auna stretta collaborazione, che vada al <strong>di</strong> là dellenecessità <strong>di</strong> ciascuno.Questo allargare la tenda ci porta a una realecollaborazione con i bisogni dell’Or<strong>di</strong>ne: missionariper i nuovi e vecchi progetti dell’Or<strong>di</strong>ne, personaleper le case <strong>di</strong>pendenti del Ministro generale,solidarietà economica con i progetti dell’Or<strong>di</strong>ne e coni bisogni della Curia. Inoltre, il Capitolo generale 2009ha invitato ad una stretta collaborazione tra Curia e leConferenze – quin<strong>di</strong> anche la vostra – in <strong>di</strong>versiambiti come lo stu<strong>di</strong>o inter<strong>di</strong>sciplinare sulla situazionedell’Or<strong>di</strong>ne (cf. Mandato 14), la promozione <strong>di</strong>itinerari formativi sulle nuove forme <strong>di</strong>evangelizzazione per <strong>Frati</strong> e laici (cf. Mandato 20), lacollaborazione nei progetti missionari (cf. Mandato21-27. 30, la verifica della ricezione della RFF e dellaRS e la loro applicazione nelle Entità (cf. Mandato35) , nei corsi per formatori e <strong>di</strong> GPIC nella PUA, cosìcome anche in altri Centri dell’Or<strong>di</strong>ne, comeCanterbury e Petropolis (cf. Mandato 41)… Anche senon è <strong>di</strong>rettamente previsto dai mandati capitolari, vichiedo <strong>di</strong> iniziare uno stu<strong>di</strong>o a livello <strong>di</strong> Conferenzasugli abbandoni, in modo da offrirci un aiuto perl'attuazione del mandato capitolare n. 48.Una parola particolare merita il progetto Europaapprovato dal Capitolo generale 2009 (cf. Mandato26.27). Vi incoraggio e vi chiedo <strong>di</strong> continuare amettere a <strong>di</strong>sposizione le persone per i vari progetti,ad aprirvi e aprire i giovani a “pensare europeo”, adessere <strong>di</strong> stimolo propositivo anche per le altreConferenze d’Europa.Finalmente, per progre<strong>di</strong>re nel senso <strong>di</strong>appartenenza all’Or<strong>di</strong>ne è importante assumere il“magistero” dell’Or<strong>di</strong>ne, così come è stato delineatonegli ultimi Capitoli generali e nei <strong>di</strong>versi Documentipubblicati negli ultimi anni, adattando i programmiprovinciali alla linea <strong>di</strong> animazione e al camminodell’Or<strong>di</strong>ne.In questo contesto vi chiedo <strong>di</strong> assumere, oltre aquello sul Moratorium, il sussi<strong>di</strong>o Ripartire dalVangelo, sempre elaborato dal Definitorio generale,come compagno <strong>di</strong> viaggio in questo sessennio.Quest'ultimo ci ricorda come dobbiamo vivere ilVangelo (anni 2010-2011), come donarlo agli altri(anni 2012-2013), come rinnovare e ri<strong>di</strong>mensionarele strutture per meglio vivere il Vangelo e per megliodonarlo agli altri (anni 2014-1015).Mentre ringrazio <strong>di</strong> quanto la Conferenza fa in questosenso, la invito a non ripiegarsi su se stessa per la<strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> vocazioni e il bisogno <strong>di</strong> mano d’operanelle singole Entità. Aprirsi all’Or<strong>di</strong>ne darà respiroanche a tanti <strong>Frati</strong>, particolarmente giovani, per iquali i confini delle Province cominciano ad esseretroppo stretti.Dalla collaborazione all’inter<strong>di</strong>pendenzaDa <strong>di</strong>versi anni nell'Or<strong>di</strong>ne, attraverso i Capitoli e isuoi Ministri, si sta affermando la necessità <strong>di</strong>crescere nella collaborazione interprovinciale. Così ilCapitolo generale 2006, riprendendo un’affermazionedel Consiglio plenario del 2001, affermava che «lacollaborazione interprovinciale è il futuro dell’Or<strong>di</strong>ne».Fr. Hermann Schalück, già nel 1992, invitava asviluppare una «cultura della solidarietà al serviziodel futuro comune» e Fr. Giacomo Bini giustamentefaceva notare nel 2003: «se un fratello che viveisolato si trova oggettivamente ai margini della suavocazione, così anche una Provincia che non sisente in comunione con le altre e con l’Or<strong>di</strong>ne intero,si trova ai margini della Fraternità universale». Dal2004 ad oggi io stesso ho richiamato ripetutamente albisogno della collaborazione «per realizzare aspettiimportanti del nostro carisma e per essere signumfraternitatis».Il Capitolo generale 2003 ha riaffermato l’urgenza <strong>di</strong>«tornare all’essenziale della nostra esperienza <strong>di</strong>fede e della nostra spiritualità», per dare autenticitàalla nostra sequela <strong>di</strong> Cristo, per contribuire a «farsorgere una nuova epoca», per «suscitare una nuovavisione della vita e delle relazioni» (Sdp 2). Ora lePriorità ci <strong>di</strong>cono che cosa è essenziale per noi oggi,sono una guida per vivere i valori peculiari dellanostra spiritualità, sono una “chiave” percomprendere e rispondere da <strong>Frati</strong> minori alle attesedella Chiesa e del mondo.Non basta, però, conoscere cosa è essenziale e<strong>di</strong>n<strong>di</strong>viduare le sfide dell’ora presente. Èin<strong>di</strong>spensabile creare le possibilità per viverel’essenziale e per offrire risposte secondo il nostrocarisma. Tra le varie scelte o “strategie” per rendereconcrete tali possibilità, il Capitolo in<strong>di</strong>ca la“collaborazione interprovinciale”. Anzi, <strong>di</strong>ce che daquesta <strong>di</strong>pende il futuro dell’Or<strong>di</strong>ne (cf. Sdp Proposte,16). In questo senso sono proprio le Priorità adesigere la pratica convinta della collaborazione.Non si tratta <strong>di</strong> un’in<strong>di</strong>cazione estemporanea. È laconseguenza <strong>di</strong> quanto è emerso nel CPO/2001, ilquale, verificando l’attuale tipologia delle nostreProvince e del nostro Or<strong>di</strong>ne, riconosceva che citroviamo, in molti casi, in una situazione <strong>di</strong> precarietà.La “nuova cultura” <strong>di</strong> solidarietà e collaborazione haprodotto i suoi frutti come hanno riconosciuto ilCapitolo generale del 1997 (cf. Dalla memoria allaprofezia 39) e il Consiglio plenario del 2001 (cf.Documento finale, pp. 11-12), tuttavia deve trovaresempre più spazio nelle Entità, nelle Conferenze enella Fraternità universale. Infatti, in un mondo<strong>di</strong>ventato un unico “villaggio”, il rischio <strong>di</strong> pensare, <strong>di</strong>progettare e <strong>di</strong> occuparsi e preoccuparsi dei “propriluoghi” è ancora molto forte.La cultura della collaborazione non è importantesoltanto, come <strong>di</strong>ce il Capitolo generale, per avere lapossibilità <strong>di</strong> realizzare aspetti essenziali del nostro20
carisma, ma per essere: signum fraternitatis; pervivere la nostra vocazione nella Chiesa e nel mondo:«far conoscere la spiritualità della comunione, prima<strong>di</strong> tutto al proprio interno e poi nella stessa comunitàecclesiale ed oltre i suoi confini, aprendo e riaprendocostantemente il <strong>di</strong>alogo della carità, soprattutto doveil mondo <strong>di</strong> oggi è lacerato dall’o<strong>di</strong>o etnico e dallefollie omicide» (VC 51).Ma il tempo corre velocemente ed oggi in molti casinon basta la collaborazione ma si rende necessaria,come ho affermato nel capitolo del 2009,l’inter<strong>di</strong>pendenza, e cioè: pensare il futuro insieme,responsabilizzarsi del futuro del francescanesimo inuna determinata regione insieme. Non sarebbefraterno né responsabile cedere alla tentazione del“si salvi chi può”. Se facciamo parte della stessaFraternità, dello stesso Or<strong>di</strong>ne, tutti dobbiamo sentirciresponsabili del futuro della presenza francescana inun territorio dove, in un modo o in un altro, sembravenga meno. Sento che è urgente «superare lamentalità provincialista e incrementarel’interprovincialità e il senso <strong>di</strong> appartenenza allaConferenza e all’Or<strong>di</strong>ne» (PdV 31).La finalità dell’inter<strong>di</strong>pendenza e della ristrutturazionedelle Province, in atto nella vostra Conferenza, non èsoltanto quella <strong>di</strong> risolvere le <strong>di</strong>fficoltà interne <strong>di</strong> certeProvince o <strong>di</strong> venire incontro ai sintomi <strong>di</strong> un certomalessere tra i <strong>Frati</strong> (cf. PdV 35). Non è neppure soloil rilancio delle missioni e un’esigenza che ci vienedella lettura dei segni dei tempi e dei luoghi, anchese tutto questo è presente e molte volte sta alla base<strong>di</strong> una tale inter<strong>di</strong>pendenza e della stessaristrutturazione delle Province. La finalità ultima, ilcriterio importante da tener presente è quello che civiene dato dal Capitolo generale 2009: «tentare <strong>di</strong>ridarci significato […] in maniera più profetica» (PdV31). Si tratta dunque <strong>di</strong> riqualificare la nostra vita e lenostre Fraternità, ripartendo dal Vangelo; <strong>di</strong>rivitalizzare la risposta vocazionale e il progettoevangelico <strong>di</strong> vita e missione; in definitiva, si tratta <strong>di</strong>dare qualità evangelica alla nostra vita e missione:centrandoci, concentrandoci, de-centrandoci.In questo caso è importante ricordare e prenderecoscienza <strong>di</strong> quanto afferma il Capitolo 2009: «Sitratta <strong>di</strong> “rifondare” la nostra vita sul fondamento delVangelo. Una “rifondazione”, però, che non si limitaalle strutture, ma che vuol partire dalle persone, ossiadai <strong>Frati</strong> e dalle nostre Fraternità. Non serveristrutturare le opere o le Province se non si rifonda lanostra qualità <strong>di</strong> vita evangelica e la nostra missioneevangelizzatrice; è però importante rivedere le nostrestrutture perché esse siano sempre e solo al serviziodella vita e della missione» (RdV pp. 35-36).Termino questo tema, chiedendo che sui cammini <strong>di</strong>interprovincialità, ristrutturazione, ri<strong>di</strong>mensionamento,accorpamenti <strong>di</strong> Province vengano in<strong>di</strong>cati conchiarezza la finalità ultima, gli obiettivi interme<strong>di</strong>, glistrumenti che si possono utilizzare. Soprattutto èimportante che tutti i <strong>Frati</strong> siano resi consapevoli,informati, coscientizzati sulle scelte da prendereinsieme. Non si tratta <strong>di</strong> arrivare prima, si tratta <strong>di</strong>arrivare insieme e al tempo opportuno.ConclusioneCome a Nicodemo Gesù chiese <strong>di</strong> nascere <strong>di</strong> nuovo,<strong>di</strong> intraprendere un nuovo inizio, per poter entrare nelregno dei cieli, così a noi, oggi, è chiesto un sussultosupplementare <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> fedeltà, <strong>di</strong> entusiasmo, perpermettere a Dio <strong>di</strong> fare una “cosa nuova” <strong>di</strong> noi econ noi. Ciò richiede <strong>di</strong> spogliarci <strong>di</strong> qualche altracosa, <strong>di</strong> far morire ciò che non serve o <strong>di</strong>venta unostacolo, e soprattutto <strong>di</strong> valorizzare quanto <strong>di</strong>positivo il Signore pone attorno a noi, <strong>di</strong> fargermogliare i semi <strong>di</strong> beni che troviamo sempre nellanostra umanità, <strong>di</strong> considerare un’occasione e unapreziosa opportunità la situazione attuale <strong>di</strong> fragilità,perché siano la grazia e la potenza del Signore amanifestarsi.Seguendo il dettato del Capitolo generale ultimo,dobbiamo «imparare ad essere capaci <strong>di</strong> gettare unosguardo positivo sui contesti e sulle culture in cuisiamo immersi, scoprendovi le ine<strong>di</strong>te opportunità <strong>di</strong>grazia che il Signore ci offre. Viviamo un nuovokairòs che il Signore ci offre attraverso il collasso deiprecedenti para<strong>di</strong>gmi sociali, culturali e religiosi, el’emergere dei nuovi che accompagnano il cambio <strong>di</strong>epoca che stiamo vivendo» (PdV 15).Che il Signore ci faccia «sperare contro ognisperanza», nella consapevolezza che lo Spirito può«liberare le potenzialità interne delle persone e dellecircostanze», che può sorprenderci ancora,suscitando in noi un nuovo <strong>di</strong>namismo, un'inaspettatascintilla che accenda un nuovo fuoco, quello <strong>di</strong> unavita francescana ed evangelica per il nostro tempo.fr. José Rodríguez CarballoMinistro generale21