La Toscana Novembre
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GIANFRANCO ZAZZERONI<br />
<strong>La</strong> mostra personale dell'artista abruzzese<br />
al Palazzo dei Priori di Volterra dal 3 dicembre<br />
di Daniela Pronestì<br />
<strong>La</strong> levità del sogno e la concretezza del reale. L’abisso delle<br />
passioni e la via luminosa dello spirito. Il magma dell’informe<br />
e l’ordine razionale del mondo. L’eterno ripetersi dei<br />
cicli naturali e la fugacità dell’esistenza umana. L’opera di<br />
Gianfranco Zazzeroni si nutre del dialogo tra gli opposti, del loro sovrapporsi<br />
e significarsi a vicenda. Come in un ossimoro, dove il conflitto tra le<br />
parole genera un nuovo significato, così nella sua pittura il contrasto tra<br />
realtà distanti genera un nuovo linguaggio. Una dialettica che riguarda<br />
tanto i concetti quanto la tecnica, che vede l’artista intento a coniugare<br />
forza incisiva del segno ed astrazione lirica del colore. <strong>La</strong> prima è retaggio<br />
dell’esperienza maturata nella pratica incisoria, dove il segno è<br />
scrittura, pensiero della mano, forma grafica che non ammette errori.<br />
<strong>La</strong> seconda, invece, è conseguenza di un intimo rapporto con la pittura,<br />
intimo perché vocato ad una totale introiezione dei valori del dipinto. E<br />
quindi, anzitutto, del colore, che in Zazzeroni è cifra dell’invisibile, parola<br />
del sentimento. Quando segno inciso e colore convivono nello spazio<br />
dell’opera, come nel caso delle<br />
puntesecche, si ha l’impressione<br />
che l’antagonismo tra la scabra<br />
durezza della trama segnica e la<br />
consistenza rarefatta delle stesure<br />
sia soltanto apparente. Anziché<br />
confliggere, colore e segno si<br />
compensano reciprocamente: se<br />
il primo diluisce la forma con l’intento<br />
di disperderla, il secondo,<br />
invece, interviene per riportarla<br />
alla perduta concretezza. Le suggestioni<br />
che nascono dal colore,<br />
quando questo si spinge oltre il<br />
visibile, rispondono solo in parte<br />
alle intenzioni dell’artista; vivono<br />
di vita propria, senza avere più alcun<br />
legame con la materia fisica.<br />
Al contrario, il segno è la prova<br />
Una luce nel caos, puntasecca stampa à la<br />
poupée<br />
Verso il cielo, tecnica mista su tela<br />
inconfutabile e concreta di una<br />
volontà che si fissa sul supporto,<br />
dopo aver attraversato diversi stadi<br />
interiori. Complementari l’uno dell’altro, segno e colore s’incontrano<br />
nell’opera di Zazzeroni per evocare una costante dicotomia tra ordine<br />
e caos, ragione e sogno. Di questo confronto con l’azione segnica, il<br />
colore dipinto conserva il ricordo, facendo sì che ogni pennellata, così<br />
come ogni passaggio di spatola, indichino al contempo una traccia e una<br />
direzione. E siamo nuovamente al cospetto di un rapporto di forza tra due<br />
dimensioni che si accordano sul piano dell’espressione. Questa volta<br />
però si tratta di una polarità interna al colore, al suo essere impronta di<br />
verità irrinunciabili e allo stesso tempo proiezione che guida queste verità<br />
verso il cambiamento, la trasformazione. Poco importa che sia<br />
macchia, frammento, sciabolata o evento magmatico: il colore,<br />
nella pittura di Zazzeroni, è sempre il tramite di un passaggio,<br />
una via da percorrere con gli occhi e con la mente. Lungo questo<br />
percorso, ciò che si ripete non è mai uguale a se stesso: i colori<br />
irrompono, deflagrano, si addensano, si diradano, debordano<br />
come in preda ad un sisma che scuote i margini della tela. In<br />
altre parole: vivono. E insieme a loro, è la vita stessa che si<br />
riversa nello spazio dipinto, con i suoi accadimenti temporali,<br />
le sue morti e le sue rinascite, la sua tensione verso un altrove<br />
nascosto nel sogno o dietro le nuvole. È il senso di un dinamismo<br />
sotteso all’esistere, di un viaggio interiore che procede dalla<br />
terra al cielo. Vale a dire: dalla materia creata alla scintilla della<br />
creazione, dalla limitatezza della natura umana al desiderio<br />
d’infinito. È il cammino verso l’ineluttabile, che guida il destino<br />
o governa il sentimento; una fuga dall’orrore, dal nonsenso degli<br />
eventi, dalla disperazione. È soprattutto la rivelazione di una<br />
pittura che, quasi fosse una porta magica, trasfigura la realtà in<br />
sogno, affidando a questo incantesimo il compito di immaginare<br />
nuovi scenari di senso, attraverso ed anche oltre il colore.<br />
Dal 3 dicembre all’8 gennaio Gianfranco Zazzeroni esporrà al Palazzo<br />
dei Priori di Volterra con la personale Dalla terra al cielo. Percorsi visivi<br />
tra segno e colore. L’evento è patrocinato da Comune di Volterra, Provincia<br />
di Pisa, Regione <strong>Toscana</strong>, <strong>Toscana</strong> Cultura e Associazione l’Incontro<br />
degli Artisti. Orari di apertura: tutti i giorni 10:00 - 16:30, chiuso<br />
25 dicembre e 1° gennaio. Inaugurazione: sabato 3 dicembre ore 11:00.<br />
Gianfranco Zazzeroni<br />
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