11.11.2016 Views

La Toscana Novembre

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Accendigas Killer<br />

devano nella fattibilità dei suoi progetti. E così come a vent’anni vinse la sfida lanciatagli<br />

dagli amici costruendo un motore in miniatura, con lo stesso spirito ha affrontato<br />

e vinto le sfide incontrate in tanti anni di lavoro. A cominciare da quella che ha<br />

segnato l’inizio della sua trentennale collaborazione con un’azienda fiorentina, di cui<br />

è stato prima disegnatore meccanico, poi direttore tecnico e in ultimo vice presidente.<br />

Era il 1970 e il proprietario dell’azienda gli chiese di risolvere un problema su<br />

cui da tempo ricercatori e tecnici<br />

si arrovellavano: inventare uno<br />

strumento per l’accensione delle<br />

cucine a gas. Giunse ad una soluzione<br />

in soli quindici giorni,<br />

ideando uno degli oggetti simbolo<br />

del design industriale: l’accendigas<br />

piezoelettrico, soprannominato<br />

Killer per via della<br />

sua infallibilità. Il successo fu<br />

immediato e planetario; si arrivò<br />

a produrne diciottomila pezzi al<br />

giorno, con il risultato di proiettare<br />

l’azienda sul mercato internazionale.<br />

Fu il primo di una lunga<br />

lista di elettrodomestici e<br />

casalinghi progettati da<br />

Baldacci e divenuti oggetti immancabili<br />

nelle case degli italiani, e non solo. Basti pensare al Gratì,<br />

grazie al quale finalmente era possibile grattugiare il formaggio senza<br />

grattarsi le dita, ai ferri da stiro resi più maneggevoli dalla scocca in plastica<br />

e più efficienti da sistemi stiranti che miglioravano resa e manutenzione<br />

della piastra. E ancora: vari tipi di gelatiere, aspirapolveri, spazzoloni<br />

a vapore, forbici milleusi e robot multifunzione. <strong>La</strong> sua capacità ideativa<br />

era tale da indurre l’azienda ad ampliare di continuo gli spazi destinati<br />

alla produzione, dislocandoli tra Prato, Calenzano, Galliano del<br />

Mugello e Borgo San Lorenzo. Volendo quantificare il lavoro di quegli<br />

anni, potremmo dire che furono oltre 120 i brevetti depositati dal designer<br />

fiorentino. Un numero che non sorprende vista la sua innata attitudine<br />

a lavorare d’ingegno, che non vuol dire “pensare in astratto”, ma trovare<br />

vie, modi e mezzi per risolvere problemi. E non esiste problema nel<br />

settore industriale che possa risolversi senza considerare i costi di produzione:<br />

concetto ben chiaro a Baldacci, che all’utilità dell’oggetto ha sempre<br />

unito un’attenta valutazione dell’impegno necessario a realizzarlo. Il<br />

suo intento è trovare una soluzione che sia efficace e allo stesso tempo<br />

semplice, seppure non convenzionale. E ancora non basta, perché non c’è<br />

soluzione che possa dirsi riuscita se non introduce un elemento di novità,<br />

sempre rimanendo nei termini di un costo accessibile. Tutta la sua storia<br />

coincide, infatti, con la ricerca del nuovo, senza mai perdersi in teorie<br />

astruse, ma ponendosi come obiettivo la funzionalità. Nelle invenzioni<br />

Il Gratì<br />

messe a punto dagli anni Duemila ad oggi, s’intuisce<br />

un maggiore interesse per l’estetica della<br />

forma, da cui dipende anche la capacità evocativa<br />

dell’oggetto. È il caso della Mokona ideata<br />

nel 2005 per Bialetti, che rilegge in maniera<br />

fantasiosa un mito della cultura italiana, accrescendone<br />

le dimensioni e trasformandola in un<br />

elettrodomestico comodo da usare e bello da<br />

esporre. Lo stesso vale per altre due “icone”<br />

Bialetti: Tazzona e Tazzissima, anche queste<br />

incentrate sull’uso giocoso degli accrescitivi e<br />

delle combinazioni cromatiche. Senza dimenticare<br />

Cuore, ideale per bere un caffè in dolce<br />

Macchina da caffè ispirata al cruscotto della Ferrari<br />

compagnia, e Smart, l’ultima nata in casa<br />

Bialetti, che già dal nome promette di essere veloce ed efficiente.<br />

Difficile contare il numero delle invenzioni nate da questa<br />

mente vulcanica: il fatto certo è che non c’è casa italiana dove<br />

non ci sia o non ci sia stato un elettrodomestico di sua ideazione.<br />

Negli anni, il catalogo delle sue creazioni si è arricchito di prototipi<br />

dalla forma avveniristica, macchine da caffè ispirate allo<br />

stile delle grandi case automobilistiche, caffettiere monouso ricavate<br />

in una lattina di alluminio simile a quella di una bibita.<br />

Oggi, pur essendo in pensione, Baldacci non ha smesso di dare<br />

sfogo alla sua inesauribile vena creativa. Tutt’altro: ha deciso di<br />

impiegarla per aiutare il figlio Francesco, fondatore nel 2000 del<br />

B&B Studio, un laboratorio di idee attivo prevalentemente nella<br />

progettazione di piccoli elettrodomestici. Se il design italiano<br />

rappresenta l’eccellenza italiana nel mondo, l’iter professionale<br />

di Baldacci s’inserisce a pieno titolo in questa categoria. Non a<br />

caso, il Politecnico di Milano lo ha voluto in cattedra per trasmettere<br />

ai designer del futuro la sua esperienza. Nel 1991, la<br />

Columbia University di New York gli conferisce la laurea ad honorem<br />

su segnalazione della Regione <strong>Toscana</strong>. Baldacci ringrazia,<br />

ma preferisce non ritirarla. Non ha percorso tanta strada per<br />

ambire ad un titolo, ma per correre il rischio dei propri sogni, e<br />

tradurli in realtà.<br />

<strong>La</strong>po Baldacci<br />

27

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!