Marco Polo - Luglio/Agosto 2017

Sopra, Patmos vista
dall’alto dal ristorante
Loza; in basso, due
immagini del ristorante
Tsi Pouradiko a Skala.
Nella pagina successiva, la
tradizionale insalata greca
piscina e spiaggia privata attrezzata. Appena fuori
Pythagorion, ci si rilassa nelle poco frequentate spiagge
di Kerveli, Posidonion e Klima, ma vale anche la
pena visitare antiche statue greche e romane, opere di
Aiakes, padre di Policrate, Traiano e di altri artisti
del tempo. E ancora, l’Acquedotto di Eupalino, il
Castello di Likourgos, le terme, il tempio di Afrodite
e il tempio di Hera.
Patmos, vip e santi
In due ore di traghetto da Samos, in direzione sud, tra
Leros e Ikaria, si approda a Patmos, la più spirituale
e al tempo stesso la più mondana delle isole del Dodecanneso.
Di origine vulcanica, è anche la più settentrionale:
lungo il litorale l’aria intrisa del profumo
di origano e timo selvatici conduce a silenziose baie
riparate e a scogliere a picco sul mare. Soprannominata
la nuova Ibiza delle isole greche, per la movida
notturna e i tanti vip e stilisti che vi attraccano con i
loro panfili, è anche chiamata la Gerusalemme dell’Egeo
per le tante chiese e cappelle edificate nel corso
dei secoli, ma soprattutto perché qui san Giovanni
Evangelista scrisse l’Apocalisse. A lui è dedicato
l’imponente monastero medievale di San Giovanni il
Teologo (XI secolo) che come una corona sormonta la
Chora, il capoluogo dell’isola, arroccato sulla parte
alta. Circondato da un muro in pietra grigia, oltre ai
cortili e chiostri conserva arredi sacri, gioielli e 33 pagine
di un antico Vangelo di Marco del VI secolo. Si
attracca a Skala, molto caratteristico con le bianche
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