e-FARCORO 2-2017
FARCORO è la Rivista Musicale di AERCO, l'Associazione Emiliano Romagnola Cori
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Vangelo, ai saluti del Prefazio, al Sanctus, al Mistero della<br />
Fede, all’Amen della grande dossologia, al Pater noster,<br />
all’Embolismo, alla Benedizione e congedo.<br />
Noto anche che quando canto il Prefazio e l’Istituzione<br />
dell’Eucaristia nella Prece Eucaristica (talvolta canto la<br />
Prece per intero!) il popolo assume un atteggiamento<br />
più attento e devoto e cala più spontaneamente anche<br />
quel sacro silenzio tanto necessario al rito e tanto caro ai<br />
documenti Conciliari.<br />
Certamente non sempre si potrà o dovrà cantar la<br />
Messa per intero: in questo il Novus Ordo non da vincoli<br />
particolari. Si potrà dunque con criterio scegliere, a<br />
seconda del grado della festa, cosa cantare e cosa no.<br />
Talvolta ad esempio mi trovo a cantare le sole orazioni<br />
con il Prefazio, altre volte le orazioni e l’Istituzione<br />
dell’Eucaristia, altre volte la benedizione e il Pater assieme<br />
alle tre orazioni: in questo mi sembra di poter asserire che<br />
abbiamo una grande libertà. Di certo, quando decido di<br />
cantare qualcuna delle parti che mi spettano, non manca<br />
mai la grande dossologia Per ipsum / Per Cristo..: da qui<br />
infatti sgorga l’Amen più solenne e importante di tutta la<br />
Celebrazione.<br />
Se noi preti cantassimo tutto o in parte quanto è a noi<br />
proprio, credo che non avremmo più bisogno di tediare<br />
le nostre corali, organisti, maestri di coro, e nemmeno il<br />
nostro povero popolo: avremmo spontaneamente quella<br />
partecipazione esterna che -confessiamolo - andiamo<br />
a cercare laddove è meno spontanea da ottenere.<br />
Non sempre infatti possiamo chiedere a una qualsiasi<br />
assemblea di intervenire per intero nel primo e nel secondo<br />
grado: si tratterebbe davvero da una parte di violentare<br />
l’assemblea ma anche di snaturare e sminuire la Liturgia:<br />
come pretendere che l’assemblea possa cantare sempre<br />
e tutto il vasto repertorio dell’anno liturgico? Dovremmo<br />
forse appiattire e livellare il tutto più di quanto già questo<br />
non sia avvenuto? O forse il ruolo delle Corali può e<br />
deve essere meglio compreso alla luce dei documenti<br />
Magistrali? Sono forse degli alieni i membri della Corale<br />
o per caso essi stessi assemblea, una parte certamente<br />
specializzata dell’assemblea che può e deve compiere il<br />
suo ministero particolare? Forse lo stesso prete è sceso<br />
direttamente dal cielo o è uno scelto da Dio di tra il<br />
popolo, e dunque del popolo, per celebrare e dispensare<br />
i Sacramenti? Si chiedono forse all’assemblea i medesimi<br />
gesti e parole del sacerdote per poter dire che essa ha<br />
partecipato attivamente alla Celebrazione?<br />
«Tra i fedeli esercita un proprio ufficio liturgico la schola<br />
cantorum o coro, il cui compito è quello di eseguire a<br />
dovere le parti che le sono proprie, secondo i vari generi<br />
di canto, e promuovere la partecipazione attiva dei fedeli<br />
nel canto. Quello che si dice della schola cantorum, con<br />
gli opportuni adattamenti, vale anche per gli altri musicisti,<br />
Card. Robert Sarah, autore<br />
di La forza del Silenzio.<br />
specialmente per l’organista» 6 .<br />
Circa le parti che sono proprie alla Schola e all’Assemblea,<br />
(e anche al Celebrante), non mi dilungo oltre, ma consiglio<br />
vivamente una lettura attenta e sapienziale dei documenti<br />
citati: Musicam Sacram e Istruzione Generale del Messale<br />
Romano. Ma poi occorre passare ai fatti, come li ha pensati<br />
e codificati la Chiesa, attraverso i secoli e la tradizione.<br />
Di recente si è celebrato il cinquantesimo anniversario<br />
dell’Istruzione Musicam Sacram con un Congresso<br />
Internazionale. Non vi ho partecipato - lo confesso - per<br />
un certo spirito di reazione! Non metto in discussione<br />
la bontà e l’importanza dell’evento ma resto convinto<br />
che dopo ormai cinquant’anni di chiacchiere, per quanto<br />
studio e riflessione siano sempre importanti, sia il tempo<br />
di mostrare fatti concreti secondo il più genuino spirito<br />
conciliare ampiamente espresso nei documenti e negli<br />
Ordinamenti Generali ai libri liturgici.<br />
Da parte mia, felice per ciò che sperimento e desideroso<br />
che la mia esperienza diventi quella di molti, mi auguro<br />
che la Chiesa, nei suoi pastori, sia fedele ai suoi principi<br />
di curare la formazione dei sacerdoti al canto sacro; e che<br />
questi, assieme ai musicisti, ai maestri di Coro, ai Cantori<br />
altrettanto ben formati, sappiano armonizzare sempre<br />
meglio doni e carismi per la lode di Dio, il decoro della<br />
Liturgia e il servizio al popolo cristiano per aiutarlo ad<br />
esprimere sempre più quella actuosa participatio ai sacri<br />
misteri che si realizza anche nel prender parte al canto<br />
sacro.<br />
6 Ordinamento Generale del Messale Romano, n. 103.<br />
IL RUOLO DEL CELEBRANTE E LA PARTECIPAZIONE ATTIVA | 13