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e-FARCORO 2-2017

FARCORO è la Rivista Musicale di AERCO, l'Associazione Emiliano Romagnola Cori

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I tre brani riprendono le antiche forme della Canzonetta, della Lauda<br />

e del Madrigale, che fanno sì che il nostro compositore si dedichi,<br />

attraverso un idioma musicale pieno di arcaismi e di espressività<br />

aulica e sognante, oltre che a un linguaggio rielaborato in forma<br />

moderna, pur rimanendo in ambito tonale, a un contrappunto pieno di<br />

freschezza e di personalità. L’Orlando innamorato narra delle vicende<br />

francesi all’interno della corte di Ferrara tra il XIV e il XV secolo.<br />

Sul piano stilistico e contenutistico, Boiardo mescola e rielabora<br />

fonti ed elementi narrativi del ciclo bretone e carolingio, oltre a<br />

inserire molteplici possibilità narrative, principalmente dedicate alle<br />

avventure e ai rapporti d’amore, che consentono al lettore di essere<br />

attratto e catapultato direttamente nello stato emotivo ed affettivo<br />

dei racconti poetici.<br />

Dal punto di vista narrativo, sempre all’interno di ambienti cortigiani, i<br />

generi utilizzati dall’autore sono: novelle, dedicate a personaggi, favole<br />

e fiabe, dedicate a episodi con maghi e situazioni misteriose, liriche,<br />

dedicate alle relazioni d’amore. È su questa parte – particolarmente<br />

adatta ad essere musicata – che Bettinelli si concentra ed estrapola<br />

il canto XIX (Stanza 1) del II libro, il ‘Già mi trovai di maggio’.<br />

Il testo poetico di questo canto, in endecasillabi, è suddiviso in<br />

otto versi in rima alternata per i primi i primi sei e baciata per gli ultimi due:<br />

Ritratto di Bettinelli disegnato dal papà Mario<br />

Già mi trovai di maggio una mattina<br />

entro un bel prato, adorno d’ogni fiore.<br />

Sopra ad un colle a lato alla marina,<br />

che tutto tremolava di splendore.<br />

E tra le rose d’una verde spina<br />

una donzella cantava d’amore.<br />

Movendo sì soave la sua bocca,<br />

che tal dolcezza nel cor mi tocca.<br />

Bettinelli, attraverso una rete e una relazione polifonica e omoritmica delle sezioni vocali del coro,<br />

suddivide il suo intervento compositivo in otto frasi musicali:<br />

1. Già mi trovai di maggio una mattina (a doppio semicoro)<br />

2. entro un bel prato, adorno d’ogni fiore. (in omoritmia)<br />

3. Sopra ad un colle a lato alla marina, (a doppio semicoro e in omoritmia)<br />

4. che tutto tremolava di splendore. (in omoritmia, attraverso madrigalismi)<br />

5. E tra le rose d’una verde spina<br />

 una donzella (in polifonia e omoritmia con gioco di parole diverse tra le sezioni, che creano una particolare<br />

situazione espressiva)<br />

6. cantava d’amore. (in omoritmia col raggiungimento del culmine del brano)<br />

7. Movendo sì soave la sua bocca, (in omoritmia, attraverso madrigalismi)<br />

8. che tal dolcezza nel cor mi tocca. (in melodia accompagnata e polifonia con finale su pedale dei Bassi e Soprani)<br />

Già da questa prima analisi sulle attenzioni testuali e scelte delle tecniche compositive, riscontriamo la ricchezza e la<br />

varietà dell’idea musicale che Bettinelli mette a disposizione su un brano così relativamente ‘breve’, che non raggiunge<br />

nemmeno i due minuti di esecuzione complessiva.<br />

Entrando nel vivo del brano scelto, all’inizio (battute 1-8) come dicevamo, riscontriamo la scelta di esporre la prima frase<br />

musicale in doppio semicoro: Tenori e Bassi in dialogo coi Soprani e Contralti.<br />

Questa scelta riteniamo essere di carattere dialogico. Sono presentati i due personaggi, i due amanti: lui (che osserva<br />

28 | Analisi

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